05/08/2025
In base a un sondaggio di Bonus.ch, il 66% degli abitanti della Svizzera italiana prevede di cambiare cassa malattia per il 2026, in vista di una nuova stangata dei premi. E quasi la metà mette in discussione l'obbligatorietà della assicurazione sanitaria di base.
Lo scorso anno è effettivamente passato a un altro assicuratore il 21% degli interpellati, a fronte del 17% a livello nazionale. Complessivamente l'83% di chi ha richiesto una nuova offerta ha motivato la decisione principalmente con il desiderio di risparmiare, afferma oggi in una nota il portale di confronto online che in maggio - quando l'aumento stimato dei premi malattia l'anno prossimo era compreso tra il 4% e il 6% - ha interrogato in rete oltre 4'500 persone in tutto il paese.
Mentre nella Svizzera italiana una quota record dei due terzi ha dichiarato l'intenzione di optare per una nuova compagnia, in Romandia il tasso scende al 32%. Ancor più renitenti gli interpellati nella Svizzera tedesca: più di otto persone su dieci non prevedono di disdire la propria assicurazione. Negli ultimi due anni, viene ricordato, il Ticino è stato il cantone più colpito dall'aumento dei premi, con un incremento medio del 10,5%.
Dal sondaggio emerge pure che quasi un terzo del campione sarebbe pronto a rinunciare all'obbligo di avere un'assicurazione sanitaria. La Svizzera italiana si distingue nettamente: il 46% della popolazione di questa regione sarebbe disposta a mettere in discussione il principio stesso dell'assicurazione malattia obbligatoria. La Svizzera romanda (27%) e la Svizzera tedesca (29%) mostrano un'adesione più forte al sistema attuale.
Bonus.ch ha anche invitato i partecipanti all'indagine a indicare l'unica misura che accetterebbero per ridurre i premi. Il 36% ha optato per il modello "medico di famiglia" come primo punto di accesso alle cure, relegando in secondo piano il ricorso diretto agli specialisti.
Solo l'11% accetterebbe un aumento della franchigia, il 10% prenderebbe in considerazione una consultazione prioritaria presso un farmacista autorizzato, il 9% opterebbe per la chiusura di alcuni ospedali, il 6% accetterebbe una riduzione delle prestazioni e il 4% sceglierebbe un aumento dell'aliquota percentuale di partecipazione alle spese. Il 23% delle persone interrogate rifiuta qualsiasi misura proposta per l'abbassamento dei premi.
Stando a un altro sondaggio sul tema pubblicato da comparis.ch e che ha coinvolto 1’029 persone in Svizzera, l'idea di ridurre l'offerta dell'assicurazione di base e di esternalizzare le prestazioni alle assicurazioni complementari, nonostante i premi elevati, viene respinta dal 51,8% degli intervistati. "Nessuno vuole rinunciare e nessuno vuole pagare di più. È un dilemma", afferma l'esperto di comparis.ch Felix Schneuwly, citato in un comunicato.
Già ora quasi il 40% della popolazione svizzera ha la sensazione che l'assicurazione di base non copra tutte le esigenze, un tasso che tra i romandi (50%) supera quello degli svizzerotedeschi (35%). "Anche se nell'ultimo decennio le prestazioni dell'assicurazione di base sono state costantemente ampliate e hanno causato un aumento dei premi, una percentuale considerevole della popolazione non sembra soddisfatta. È una contraddizione", afferma Schneuwly.
Il 78,8% degli intervistati ha così già stipulato almeno un'assicurazione complementare e il 47,5% vuole ampliare la propria copertura. In effetti i "premi elevati" sono percepiti come il principale ostacolo alla stipula di un'assicurazione complementare dal 62,1% degli intervistati, peraltro in tutte le fasce di reddito, seguiti dai controlli sanitari prima di un eventuale contratto e dalle malattie pregresse con il 32,3%. Tra le persone che non hanno una copertura complementare, il 34,8% ritiene che l'esame dello stato di salute sia un grande ostacolo.
Nel complesso, la prestazione complementare che riguarda il comfort in ospedale è considerata la più importante. Al secondo posto si trovano i metodi di cura alternativi come la naturopatia e l'omeopatia. Seguono prestazioni come occhiali e lenti a contatto. L'importanza dei sussidi per le cure dentistiche occupa il quarto posto nella scala di importanza e aumenta notevolmente con l'età degli intervistati.
📷 Ti-Press