Le vessazioni, le tragedie familiari lo cambiarono, forse instillando in lui, la voglia di un riscatto che non trovò mai. Probabilmente, i racconti sentiti da ragazzo davanti al camino, dallo zio ex sergente maggiore dell’artiglieria napoleonica, lo facevano sognare grandi armate vittoriose. Nel mutare degli eventi, Nel 1845, ancora quindicenne, con un padre incarcerato ingiustamente, costretto a
fare il pastore, la sorte per un attimo sembrò sorridergli. FacebookTwitterPinterestWhatsApp
Carmine Crocco, nato a Rionero in Vulture nel 1830, è stato un leggendario brigante del periodo risorgimentale. Era il capo indiscusso delle bande locali, e la sua fama gli sopravvive. Manifesto Brigante Crocco
Salvò la vita ad una nobile dall’annegamento. Come compenso, ricevette 50 ducati, che sfruttò per risalire la china, ma durò poco, per un destino beffardo. Crocco si arruolò nell’esercito di Ferdinando II, ma infine disertò dopo aver ucciso un commilitone in un duello. Forse si trattò di una rivalità amorosa, o forse solo del “sangue caldo”, dell’uomo che ben presto si sarebbe fatto brigante. Carmine Crocco e il brigantaggio lucano
La formazione militare si rivelò utile, ma uccise ancora per difendere la sorella insidiata, non potendosi sottrarre ancora ad un controverso destino. Crocco iniziò ad avere contatti con altri fuorilegge, costituendo una banda che visse di rapine e furti. Fu infine arrestato e rinchiuso a Brindisi, e condannato a 19 anni di carcere. In modo rocambolesco evase, nascondendosi tra i boschi di Monticchio e Lagopesole.