26/07/2025
una voce che chiede giustizia
Sara Campanella aveva 22 anni, studiava all’università di Messina e sognava una vita serena, fatta di studio, amicizie e libertà. Era una ragazza semplice, come tante, ma con una forza che pochi avrebbero saputo dimostrare nei momenti più difficili.
Per quasi due anni, Sara aveva vissuto con disagio la presenza insistente di un giovane, Stefano Argentino, suo coetaneo, che la seguiva e le inviava messaggi senza darle tregua. Nonostante tutto, Sara cercava di andare avanti, parlando con le amiche, continuando a frequentare le lezioni e vivendo ogni giorno con dignità.
Il 31 marzo scorso, dopo una giornata all’università, Sara si è accorta che Stefano la stava seguendo di nuovo. Con prontezza, ha inviato un messaggio vocale ad alcune amiche, chiedendo se potessero raggiungerla al più presto. Le sue parole, semplici ma dirette, mostrano la lucidità con cui ha provato a proteggersi.
Quello che è successo subito dopo è oggetto dell’indagine in corso, ma grazie a una registrazione attivata da Sara con il suo telefono, si è potuta ricostruire parte dei fatti. Un gesto istintivo ma fondamentale: ha lasciato una traccia, una prova importante che oggi può parlare per lei.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza e l’audio presente nel suo cellulare sono ora al centro del procedimento giudiziario. La Procura ha deciso di procedere con giudizio immediato, e il processo inizierà il 10 settembre. L’accusa contesta diversi elementi, tra cui la premeditazione, basata anche su ricerche online fatte in precedenza dall’imputato.
L’arma utilizzata non è ancora stata ritrovata, ma le prove acquisite sono considerate solide. La difesa aveva chiesto una perizia psichiatrica per il giovane, ma la richiesta è stata respinta: non sono emerse condizioni che giustifichino questa valutazione.
Quella di Sara non è solo una storia di dolore, ma anche di coraggio. Con lucidità, ha fatto in modo che la verità potesse emergere. Ora, tocca alla giustizia fare il suo corso. Le sue parole, rimaste impresse in una registrazione, sono il simbolo di una giovane che ha provato fino all’ultimo a difendere la propria libertà.
🕊️ Messaggio finale
Questa vicenda ci ricorda quanto sia importante ascoltare chi chiede aiuto, non sottovalutare mai i segnali di disagio e impegnarsi come comunità per creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutte e tutti. Sara ha lasciato una voce che non potrà essere ignorata: sta ora a noi, come società, dare valore a quella voce.