Tipheret Editore

Tipheret Editore Il progetto è veicolare un messaggio sulla Tradizione, la via iniziatica e il Sacro, cercando di c

La Tipheret è nata nel 2009 come marchio indipendente all'interno del Gruppo Editoriale Bonanno Srl. Partendo dal nome che indica la Sefira centrale della Cabala, quella dell'equilibrio, l'unica dalla quale è possibile raggiungere Daat (la conoscenza), si è pensato di nominare le varie collane coi nomi delle altre Sefirot: Malkhut (il regno) è la collana di narrativa; Yesod (il fondamento) quella

sulle basi della conoscenza (ritualistica, simbologia, etc.); Hod (la gloria) raccoglie le storie di vita e le esperienze; Netzach (La vittoria) contiene le tavole e i percorsi di crescita; Gevurah (la forza) è la collana di storia; Binah (la comprensione) quella di esoterismo; Hochmah (il sapere) è la collana sul Mito e la Tradizione; Kether (la corona) raccoglie i profili di grandi maestri; Aleph (corridoio di collegamento tra Hochmah e Kether) accoglie le descrizioni di luoghi sacri o esoterici; infine Gimel (la bellezza) presenta profili di grandi iniziati.

Pubblicato nel 1931 con lo pseudonimo di René Thimmy, Magie aux Colonies è uno dei testi più singolari di Léon Sasportas...
17/12/2025

Pubblicato nel 1931 con lo pseudonimo di René Thimmy, Magie aux Colonies è uno dei testi più singolari di Léon Sasportas, autore enigmatico e cosmopolita, capace di intrecciare osservazione etnografica, memoria coloniale e suggestioni esoteriche. Il libro conduce il lettore tra Africa e Caraibi, in un mosaico di pratiche magiche, credenze popolari e rituali sincretici, restituendo l’immagine di un mondo dove l’incontro tra culture genera tensioni, paure e fascinazioni. Con uno stile diretto, a tratti quasi giornalistico, Thimmy indaga fenomeni di stregoneria, incantesimi, culti segreti e superstizioni, mostrando come l’elemento magico non sia un residuo arcaico, ma una presenza viva, radicata nell’esperienza quotidiana delle comunità coloniali. L’opera, a metà strada tra reportage e saggio, si colloca nel filone di quella letteratura “esotica” che negli anni Trenta cercava di decifrare l’alterità, ma lo fa con una sensibilità particolare: non solo curiosità o intrattenimento, bensì volontà di comprendere i meccanismi simbolici che regolano l’invisibile. Riletto oggi, Magie aux Colonies è un documento prezioso, non privo di contraddizioni, che testimonia le ambivalenze dell’immaginario coloniale e il suo dialogo con l’occultismo europeo.

Cosa resta, oggi, dell’opera di René Guénon? In un’epoca che ha sostituito la sapienza con l’informazione e la Tradizion...
16/12/2025

Cosa resta, oggi, dell’opera di René Guénon? In un’epoca che ha sostituito la sapienza con l’informazione e la Tradizione con l’esperienza, i suoi libri appaiono come templi abbandonati, ancora solidi nella forma ma ormai illeggibili ai più. Eppure, sotto la superficie dismessa del nostro tempo, qualcosa continua a risuonare. Specchi rotti e labirinti verticali è un viaggio narrativo e critico nell’universo guénoniano, costruito non per spiegare, ma per orientare; non per sintetizzare, ma per disinnescare gli automatismi del pensiero moderno. Ogni saggio è una soglia, ogni lettura un’esitazione tra il comprendere e il comprendere troppo tardi. Con stile colto e ironico, Mauro Bonanno accom- pagna il lettore lungo un itinerario che tocca tutti i grandi testi di Guénon – da Gli stati molteplici dell’essere a Il regno della quantità, da Il teosofismo a Il Re del mondo – mostrando come ogni libro sia meno una dottrina che un gesto. E come, tra il silenzio del Principio e il rumore della modernità, resti ancora possibile distinguere. Purché si ascolti.

La fenice degli ingegni è il vibrante omaggio che Giovanni Semprini dedica a Giovanni Pico della Mirandola, principe uma...
15/12/2025

La fenice degli ingegni è il vibrante omaggio che Giovanni Semprini dedica a Giovanni Pico della Mirandola, principe umanista e filosofo del Rinascimento. Lontano dall’intento filologico e dalle ricostruzioni accademiche, il libro restituisce un ritratto vivo e appassionato: un giovane aristocratico che, tra Ferrara, Padova, Firenze e Parigi, incarna il sogno di un sapere universale e l’irrequietezza di un’anima in cerca di verità. Semprini racconta Pico come “fenice degli ingegni”: genio precoce e poliglotta, affascinato dal mistero, assetato di armonia tra filosofie e religioni, pronto a osare con le sue Conclusiones una sintesi senza precedenti. Ne emerge un ritratto lirico ed esistenziale, più vicino al romanzo che alla cronaca, in cui la forza delle immagini prevale sull’analisi documentaria. Un’opera che conserva ancora oggi il suo fascino: non tanto per l’erudizione, quanto per la capacità di restituire al lettore la vitalità inquieta di Pico, figura eterna di giovinezza, di ricerca e di aspirazione all'assoluto.

Che cosa resta di René Guénon, oggi che l’uomo moderno ha imparato a ridere anche del sacro? Quale traccia può ancora la...
12/12/2025

Che cosa resta di René Guénon, oggi che l’uomo moderno ha imparato a ridere anche del sacro? Quale traccia può ancora lasciare un pensiero fondato sull’invisibile, nel tempo della quantità, dell’informazione e del rumore? Questo libro non è una biografia nel senso comune del termine, né un saggio accademico. È un viaggio ragionato, ironico e vertiginosamente serio nel cuore del pensiero guénoniano, dalla geometria metafisica all’esilio spirituale, passando per simboli, rotture, trasmissioni, corrispondenze e abbandoni. Attraverso sette capitoli narrativi – ciascuno scritto come se l'autore avesse ricevuto le chiavi della biblioteca di un metafisico riluttante – il volume segue René Guénon dalla formazione scolastica ai riti gnostici, dalla Parigi occultista al Cairo sufi, tracciando una linea silenziosa che taglia in due la modernità: da un lato il frastuono dell’opinione, dall’altro il silenzio come forma di conoscenza. Non si troveranno qui citazioni decorative né aggettivi reverenziali, ma una scrittura che cerca di guardare Guénon con la stessa distanza che Guénon ha saputo tenere da ogni forma di idolo, compreso il proprio. Il risultato è un libro che si legge come una mappa, si sfoglia come un diario iniziatico, si chiude come un atto di orientamento.

Considerato da molti un profeta occulto del Novecento, Aleister Crowley fu anche uno studioso appassionato della mitolog...
11/12/2025

Considerato da molti un profeta occulto del Novecento, Aleister Crowley fu anche uno studioso appassionato della mitologia classica, dei misteri religiosi del mondo antico e dei linguaggi simbolici della tradizione greco-romana. Questo libro ricostruisce il complesso intreccio tra la cultura magico-religiosa classica e la visione del mondo elaborata dal fondatore di Thelema, mostrando come il pensiero di Crowley si sia nutrito – più che di rottura – di una profonda continuità con l'antico. Dai culti eleusini alla figura di Dioniso, dalle evocazioni di Pan al simbolismo solare e ai rituali egizi, l’autore accompagna il lettore in un viaggio nel cuore di un esoterismo che non ha mai smesso di dialogare con l’eredità spirituale del Mediterraneo. Ne risulta un ritratto vivido e rigoroso, capace di affiancare filologia e racconto, storia delle religioni e visione magica, biografia e mito. Un saggio colto ma accessibile, indispensabile per chi voglia comprendere la dimensione più profonda di uno dei pensatori più controversi del secolo scorso.

Chi era veramente Cefa, l’uomo che i Vangeli ci presentano con il nome di Pietro? Claudio Saporetti affronta questa figu...
11/12/2025

Chi era veramente Cefa, l’uomo che i Vangeli ci presentano con il nome di Pietro? Claudio Saporetti affronta questa figura cardine della tradizione cristiana con l’occhio dello storico e la sensibilità del narratore, ricostruendo la vita di un pescatore galileo chiamato a divenire guida della comunità dei discepoli. Il volume segue Cefa nei Vangeli e negli Atti, tra i momenti di slancio ingenuo e di fede assoluta e le cadute di fragilità che lo rendono profondamente umano. Ne emerge un ritratto vivo e sincero: marito e fratello, lavoratore e credente, uomo di umili origini che si ritrova protagonista di un destino inatteso. Saporetti mette a confronto fonti canoniche e apocrife, episodi noti e tradizioni meno esplorate, restituendo la complessità di un personaggio che non fu soltanto “il primo Papa”, ma soprattutto un uomo colpito e trasformato dall’incontro con Gesù.

La leggenda di Budda non è un trattato di indologia né un testo di erudizione accademica, ma un poema narrativo che tr...
10/12/2025

La leggenda di Budda non è un trattato di indologia né un testo di erudizione accademica, ma un poema narrativo che trasfigura la vita di Siddharta in mito universale. In un’Europa segnata dal disincanto positivista e dalla febbre esoterica fin de siècle, Schuré restituisce la figura del principe indiano come eroe di compassione e rinuncia, specchio di un’umanità in cerca di salvezza oltre i confini del cristianesimo. Lontano dall’esattezza filologica, l’autore costruisce un racconto visionario e teatrale, in cui il giardino dorato, gli incontri con la sofferenza, le tentazioni e l’illuminazione sotto l’albero della bodhi diventano quadri di un dramma spirituale destinato al pubblico europeo. Il risultato è un testo che rivela più sull’Occidente che immagina l’Oriente che sull’Oriente stesso, e che proprio per questo conserva ancora oggi un fascino ambivalente: documento di desiderio e specchio delle inquietudini moderne. Questa nuova edizione, curata da Mauro Bonanno, offre al lettore una chiave critica per comprendere il senso storico e culturale dell’opera, collocandola tra la letteratura simbolista e la genealogia dell’orientalismo europeo.

Il 15 presentiamo a Fano l’ultimo lavoro di Marco Rocchi
10/12/2025

Il 15 presentiamo a Fano l’ultimo lavoro di Marco Rocchi

UN CALICE PER CLAUDIO SAPORETTI di Mauro BonannoCi sono uomini che attraversano il mondo come se fossero chiamati da un’...
10/12/2025

UN CALICE PER CLAUDIO SAPORETTI di Mauro Bonanno

Ci sono uomini che attraversano il mondo come se fossero chiamati da un’antica voce, e che rispondono a quel richiamo con il passo lento e sicuro di chi sa che la conoscenza non è una meta, ma un respiro che si rinnova. Claudio è stato uno di questi uomini rari, un viandante dello spirito che portava con sé il silenzio delle biblioteche, il vento caldo del Vicino Oriente, il sorriso disarmante di chi ha visto la grandezza e non se ne è mai vantato. Da quando se n’è andato, il 10 novembre, ho l’impressione che una parte del mondo abbia improvvisamente taciuto: come se una luce si fosse spenta, lasciando tuttavia nell’aria la sua scia luminosa, un chiarore che non smette di guidare chi rimane.
Ripenso spesso alle telefonate, ai manoscritti inviati nell’ora più improbabile, alle correzioni fatte con quell’ironia colta che era il suo marchio segreto. C’era sempre un sorriso dietro le parole, anche quando il tema era arduo o quando la stanchezza si percepiva fra le righe. Il suo modo di stare al mondo mi è sempre sembrato una forma di equilibrio: tra l’uomo e il Maestro, tra lo studioso e il fratello, tra chi raccoglie le polveri della storia e chi le soffia via per rivelare ciò che conta davvero. È in quell’interstizio, in quel gesto lieve – quasi una carezza intellettuale – che si giocava la sua grandezza.
La sua vita è stata un pellegrinaggio di studio e passione: dall’onomastica assiro-babilonese, che per molti rimane una lingua di confine, quasi un paesaggio di pietre scritte da decifrare, fino alle avventure di scavo, alle campagne in Iraq, ai progetti pionieristici di digitalizzazione del cuneiforme. In lui convivevano rigore e audacia, come se ogni tavoletta fosse un messaggero del passato che Claudio accoglieva non da archeologo distante, ma da uomo che conversa con i fantasmi del tempo. Eppure, accanto a questo, c’era il Claudio che conoscevo io: il Claudio che rideva dei paroloni, che sapeva scherzare sull’accadico come se fosse un vecchio amico, che sapeva stupirsi ancora — e questo lo rendeva giovane, nonostante il peso nobile degli anni e delle opere.
Non dimenticherò mai il modo in cui parlava dei suoi libri, sempre come se li avesse solo accompagnati fino alla soglia, sapendo che una volta pubblicati non gli appartenessero più. Per Tipheret ha dato un contributo che non è solo bibliografico ma affettivo: ogni suo volume — da Abramo a Genesi, dai Sogni degli antichi alla Carriera di Inanna — porta con sé un pezzo del suo mondo interiore, quella mescolanza di curiosità bambina e disciplina sapiente che rendeva ogni sua pagina un ponte tra civiltà. Pubblicare Claudio non era mai solo un gesto professionale: era un rito condiviso, una conversazione idealmente infinita, un brindisi spirituale a ciò che resta di noi quando le parole trovano la loro forma.
E poi c’era l’uomo di loggia, il fratello del Rito Noachita, discreto e solido come certi pilastri che nessuno nota finché non mancano. Il suo modo di vivere la fraternità non era mai ostentato: era un sorriso, un cenno, una battuta che spezzava la gravità senza tradirla. In quei momenti sentivo che la sua conoscenza non era solo erudizione, ma una forma di saggezza antica, qualcosa che non si insegna né si impara ma nasce dentro, come un seme che affonda le radici nella parte migliore di noi.
Quando è mancato, stava lavorando al suo Cefa. Il primo Papa, un libro che attendeva con la trepidazione di un dono da consegnare. Non ha potuto vederlo compiuto, ma credo — e lo credo profondamente — che un libro sia vivo anche prima di essere stampato, che abbia un suo modo misterioso di esistere nel pensiero e nel cuore di chi lo scrive. Cefa è l’ultima parola che ci ha affidato, ed è per me come un testimone, un’eredità che non pesa ma che invita a continuare, a custodire quella scintilla che lui sapeva accendere nei dialoghi, nei progetti, nei sogni.
Mi manca la sua voce, la sua presenza che arrivava come un raggio obliquo in una stanza troppo piena; mi manca la leggerezza con cui sapeva riportare ogni cosa alla sua giusta misura; mi manca la sua risata che aveva il sapore della terra e il colore della memoria. Ma sento che Claudio non è davvero andato via: continua a camminare accanto a noi, nelle sue pagine, nelle storie che ha raccontato, nelle vite che ha toccato senza clamore. E se oggi lo ricordo così, con questa commozione che stringe il fiato, è perché la fraternità ha la stessa forza delle acque antiche che lui studiava: unisce, scava, resiste.
Per questo, mentre il suo ultimo libro prende la via del mondo, mi piace immaginare che Claudio lo guardi da qualche luogo senza tempo, con quel sorriso che conoscevo bene, e che ci dica – con un’alzata di spalle e una punta di ironia – di non prenderci troppo sul serio, ma di prendere sul serio la ricerca, la conoscenza, il cammino.
E allora, fratello mio, Maestro e amico, questo ricordo è il mio modo di continuare quella conversazione che la tua assenza non può interrompere.
Finché ci sarà qualcuno che apre un tuo libro, finché ci sarà una mente che si accende leggendo il tuo nome, tu continuerai a esserci. E noi, con gratitudine e affetto, continueremo a camminare con te.

Indirizzo

Corso Sicilia 33
Acireale
95024

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