18/11/2025
Sotto Agrigento, nell’antica Akragas, scorreva una città invisibile fatta d’acqua.
Non era un’immagine poetica, ma un sistema ingegneristico concreto e calcolato.
Nel V secolo a.C., mentre molte grandi città greche usavano soprattutto pozzi e cisterne di superficie, Akragas seguì una strada diversa. Scelse di scendere sotto terra per progettare una rete idrica più sicura e continua.
Gli ingegneri agrigentini scavarono allora una f***a rete di gallerie sotterranee, lunghe chilometri. Queste gallerie sono note come ipogei e formavano la spina dorsale dell’approvvigionamento idrico cittadino.
Da queste cavità sotterranee l’acqua pura veniva convogliata verso le case. Lo stesso accadeva per i templi e per le fontane pubbliche, che ricevevano un flusso costante.
Questo sistema dava ad Akragas un vantaggio preciso. La città poteva resistere agli assedi, irrigare gli orti entro le mura e garantire benessere alla popolazione in ogni stagione.
Non si trattava solo di scavare cunicoli. Gli ipogei erano progettati con pendenze calcolate, studiate per far scorrere l’acqua per gravità.
Il percorso attraversava strati impermeabili e rocciosi senza perdita di pressione. Allo stesso tempo riduceva al minimo il rischio di contaminazione.
Molti tratti di queste gallerie sono ancora oggi visitabili. È in questi ambienti che studiosi e tecnici valutano da vicino l’efficienza delle antiche soluzioni sotterranee.
La precisione delle perforazioni, ottenuta con strumenti manuali, colpisce per regolarità. Soprattutto se si considera la scala della città nel periodo di massimo splendore.
Le fonti riportano che Akragas arrivò a contare fino a 100.000 abitanti. Eppure non conobbe crisi idrica, nemmeno durante l’assedio dei Cartaginesi né sotto il dominio romano.
Questo primato idraulico è oggi riconosciuto dagli archeologi come uno dei capolavori di ingegneria del Mediterraneo antico. È una valutazione che lega il sottosuolo agrigentino a una lunga storia di competenze tecniche.
Così gli ipogei di Agrigento continuano a essere un motivo di orgoglio per la città. Nel loro silenzio di pietra rimane la traccia di una civiltà che concepiva la modernità come capacità di risolvere problemi concreti.
💁♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 Nel V secolo a.C. Akragas creò una rete di ipogei idrici lunga chilometri
👉 Il sistema garantì acqua pura a case, templi e fontane anche sotto assedio
👉 Le pendenze calcolate e il percorso negli strati rocciosi evitavano perdite e contaminazioni
👉 Fino a 100.000 abitanti vissero senza crisi idrica, anche con Cartaginesi e Romani
👉 Gli archeologi riconoscono oggi questo sistema come capolavoro di ingegneria del Mediterraneo antico