16/07/2025
"Ciao,mi chiamo Chiara e voglio raccontarti cosa mi ha davvero aiutata a uscire da quel momento buio.
Quando ho iniziato questo percorso non avevo una diagnosi, non prendevo farmaci, non ero “malata”.
Eppure mi sentivo persa....c'era qualcosa che non andava ma non sapevo cosa.
Ma partiamo dall'inizio.
Ho 34 anni, un lavoro d’ufficio che mi sono scelta e una vita che – sulla carta – funziona.
Eppure, qualche mese fa, mi sono svegliata una mattina con un pensiero che mi ha gelato:
"Non ce la faccio più."
Non era successo nulla di grave.
Nessun trauma, nessuna tragedia.
Solo io, che non mi riconoscevo più.
Piangevo per niente, ero sempre nervosa, spenta, disconnessa.
Mi sentivo sbagliata anche solo a stare così, senza una “scusa ufficiale”.
Poi un giorno, al lavoro, ho avuto un crollo.
Un attacco di pianto nel bagno dell’ufficio.
È lì che ho capito che non potevo più rimandare: dovevo chiedere aiuto.
🎯 E lì è iniziato un viaggio diverso da quello che immaginavo.
Mi sono concessa del tempo per me.
Mi è stato spiegato fin da subito che la terapia psicologica non è solo per chi ha un disturbo clinico, ma è anche – e soprattutto – uno spazio di sostegno, abilitazione e riabilitazione psicologica.
E queste parole hanno fatto la differenza per me.
Non mi hanno detto che avevo qualcosa di “rotto”.
Non mi hanno etichettata.
Mi hanno ascoltata.
E da subito, mi è stato chiaro: il centro dell’intervento ero io, non il mio sintomo.
Ho capito che quella stanchezza era un segnale.
Che la mia irritabilità parlava di limiti superati.
Che il mio corpo stava dicendo “basta” da tempo, ma io non lo sentivo più.
🌱 Il sostegno è stato il primo passo.
Poter parlare senza sentirmi giudicata, avere qualcuno che mi aiutasse a contenere quel caos interno…
È stato come avere un rifugio mentre fuori infuriava la tempesta.
🛠️ Poi è arrivata l’abilitazione: non mi sono sentita solo “ascoltata”.
Ma aiutata a sviluppare strumenti nuovi, a riconoscere le mie risorse, a riattivare ciò che avevo dimenticato di avere:
la mia capacità di dire di no, di organizzare il mio tempo, di capire cosa mi stava bene e cosa no.
🌀 Infine, la parte più delicata: la riabilitazione psicologica.
Non ero “da aggiustare”, ma c’erano parti di me che avevano bisogno di essere rimesse in moto.
Come un muscolo che non usi da tempo e che devi reimparare a muovere.
Abbiamo lavorato su relazioni che mi toglievano energia, su ruoli che avevo assunto senza sceglierli, su emozioni che da anni reprimevo.
💡 Il risultato?
✨ Ho iniziato a cambiare piccole cose.
A scegliere davvero.
A dire qualche no.
A riscoprire i miei sì.
E no, non è stato facile.
Non è stato “guarire”, perché non ero malata.
È stato rientrare in contatto con me stessa, ritrovare il mio equilibrio, e costruire una vita che avesse più senso, più verità, più spazio per me. "
📌 Questa è una storia verosimile, ispirata a esperienze reali. Il nome e i dettagli sono stati modificati per tutelare la privacy dell'utente in questione.
Se ti stai chiedendo se “valga la pena” chiedere aiuto, se “ne hai davvero bisogno”, se “non è troppo presto”…
ti dico solo questo: non è mai troppo presto per iniziare a volerti bene!
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👤 Caterina Giordano, tirocinante psicologa e scrittrice