25/10/2025
domenica 26 ottobre
### domenica del Tempo ordinario - C (verde)
Dio guarda il cuore che si lascia guardare
Oggi siamo condotti nel cuore della preghiera autentica, che nasce non dalla perfezione, ma dall’umiltà. È il cuore che si riconosce bisognoso di misericordia a incontrare davvero Dio.
Il libro del Siracide apre la liturgia con una proclamazione forte: “Il Signore è giudice e per lui non c’è preferenza di persone”. Non si lascia ingannare dalle apparenze, non si lascia corrompere da offerte vuote. Ascolta chi è umile, chi soffre, chi lo invoca con sincerità, chi si affida senza pretese. Nella seconda lettura, Paolo si rivolge a Timoteo con uno sguardo grato sulla propria vita: “Ho combattuto la buona battaglia, ho conservato la fede”. Non rivendica meriti, ma riconosce la grazia. Il Vangelo di Luca propone la parabola del fariseo e del pubblicano. Il primo elenca le sue opere con orgoglio; il secondo non osa alzare lo sguardo. Eppure, è quest’ultimo che torna giustificato: “Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato”. La differenza non sta nelle azioni, ma nello sguardo: il pubblicano si lascia guardare da Dio, con verità, senza maschere.
Le letture ci chiedono un cambio di prospettiva: non si tratta di fare confronti, ma di aprire il cuore. Dio non cerca perfetti, ma persone vere. La salvezza non si conquista, si accoglie. E l’umiltà è la porta per riceverla. Questa domenica ci insegna che la preghiera più alta nasce dal basso, là dove l’anima si spoglia delle sue sicurezze e si lascia toccare dalla misericordia.
don Guido Colombo, ssp