
27/11/2024
L’industria dei vestiti è da sempre espressione di genio, estrazione sociale, identità, rivoluzione, personalità e cultura. Manifesta chi siamo, o più spesso chi vorremmo essere. Incendia rivolte o, in casi più nefasti, le reprime.
La moda è tutto questo, ci racconta Anouchka Grose – che da bambina giocava a modellare il proprio abbigliamento usando i vecchi vestiti della madre –, ma anche molto altro. È sfruttamento delle risorse, fast fashion, mania che talvolta rischia di degenerare provocando danni irreparabili a noi e, soprattutto, al nostro pianeta. Per rimediare a questi rischi, Contro la moda ci mostra – in un viaggio attraverso i secoli e dentro noi stessi – in quali modi è possibile ripensare (o reinventare) il nostro rapporto con vestiti e accessori, per un futuro che sia davvero, e in tutti i sensi, alla moda.
«All’età di quattordici anni ho deciso che la mia esistenza aveva urgentemente bisogno di farsi più eccitante, ma i miei risparmi non mi permettevano di fare shopping alla Chelsea Girl. Ho imparato a usare una macchina da cucire, a seguire modelli e a cercare pezzi di stoffa nell’armadio dell...