L'oppure

L'oppure L’oppure è la voce giovane del territorio: da Pordenone raccontiamo tradizioni, storia e cultura con l’energia del volontariato e l’amore per la nostra terra.

Dieci anni di idee, comunità e progetti per restare e far crescere casa nostra. L’oppure è un’associazione che vive e racconta in modo nuovo il territorio. È un progetto giovane e dinamico che si pone l’obiettivo di raccontare il patrimonio culturale, artistico ed ambientale delle nostre terre. L’arte, la storia, le tradizioni e la letteratura sono alcuni dei protagonisti di questo racconto, assie

me ai festival e alle manifestazioni che animano le città in cui L’oppure è presente. Operiamo con passione e creatività, cercando sempre di fornire contenuti di qualità, con uno stile innovativo. Se vuoi ricevere i nostri aggiornamenti sui futuri eventi ed attività, il modo migliore è iscriverti alla nostra newsletter! 📧

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Un museo che ti tiene sul filo della lama! A Maniago una antica fabbrica è diventata  dell'Arte Fabbrile e delle Coltell...
24/11/2025

Un museo che ti tiene sul filo della lama!
A Maniago una antica fabbrica è diventata dell'Arte Fabbrile e delle Coltellerie.

Storia, artigianato, tecnica e arte delle coltellerie in un allestimento interattivo e coinvolgente che racconta tradizioni e comunità.

Leggi di più nell'articolo: https://www.loppure.it/museo-dellarte-fabbrile-e-delle-coltellerie/

La sorgente del Gorgazzo, a Polcenigo, è conosciuta come “el buso” o “porzione di cielo liquido” per i suoi straordinari...
21/11/2025

La sorgente del Gorgazzo, a Polcenigo, è conosciuta come “el buso” o “porzione di cielo liquido” per i suoi straordinari colori, che vanno dallo smeraldo al turchese. Le sue acque limpide provengono dalle infiltrazioni dell’altopiano del Cansiglio e del Monte Cavallo, riemergendo da un profondo sifone carsico che alimenta il torrente Gorgazzo, poi unito alla Santissima nel fiume Livenza.

Il geografo Giovanni Marinelli descrisse poeticamente il luogo come un insieme di gemme fuse in uno “specchio di cielo liquido”. Il piccolo lago, largo circa 20 metri e con un fondo a imbuto, ospita varie forme di vita acquatica e conserva nella parete circostante numerosi fossili di 120 milioni di anni fa.

Il Gorgazzo è celebre anche per la sua profondità, esplorata fino a 212 metri dal sub Luigi Casati nel 2008, ma si ritiene che gran parte del sistema resti inesplorata. Le forti correnti, dovute alle piogge e allo scioglimento della neve, lo rendono un luogo pericoloso, dove diversi sommozzatori hanno perso la vita.

A rendere il tutto ancora più suggestivo c’è una statua del Cristo sommerso, posta a circa 10 metri di profondità e oggetto ogni Natale di una cerimonia con pulizia, presepe galleggiante e deposizione di una corona votiva.

Visitare il Gorgazzo significa immergersi in un ambiente magico, tra natura, storia e mistero: un piccolo universo dove passeggiare tra i ciottoli, ammirare la vegetazione, fare immersioni o semplicemente godersi una serata estiva di musica sulle sue rive.

Ne abbiamo parlato qui 👉 https://www.loppure.it/gorgazzo/

No, non fu il fondatore della Scuola ma molto molto molto di più.Federico Flora (Pordenone, 1867 – Chiusi, 1958) fu un e...
20/11/2025

No, non fu il fondatore della Scuola ma molto molto molto di più.

Federico Flora (Pordenone, 1867 – Chiusi, 1958) fu un economista, docente e giornalista tra i più influenti del primo Novecento italiano. Formatasi nella scuola liberista di Angelo Bertolini, insegnò in diverse università fino a Bologna, dove divenne professore ordinario di Scienza delle finanze.

Il suo "Manuale della scienza delle finanze" (1893) divenne un punto di riferimento per la disciplina, grazie a un approccio comparativo e innovativo. Convinto liberista ma aperto al ruolo sociale dello Stato, Flora conciliò rigore tecnico e sensibilità etica, difendendo la stabilità monetaria e la fiducia pubblica.

Fu senatore del Regno e, pur aderendo al fascismo, mantenne un atteggiamento pragmatico più che ideologico. Giornalista instancabile e studioso impegnato, rimase legato alle sue radici friulane e alla montagna.

La sua vicenda intellettuale riflette le tensioni di un’Italia in trasformazione tra libertà e autorità, mercato e Stato.

Ne parliamo meglio qui 👉 https://www.loppure.it/federico-flora/

Tutti parlano di sostenibilità. Ma cosa significa davvero esserlo — per un’azienda, un territorio, una comunità?Essere s...
19/11/2025

Tutti parlano di sostenibilità. Ma cosa significa davvero esserlo — per un’azienda, un territorio, una comunità?

Essere sostenibili non è (solo) una questione di marketing o di buone intenzioni: significa ripensare i modelli economici mettendo al centro le persone, l’ambiente e la governance.

È questo il cuore dei criteri ESG, che stanno ridefinendo il modo in cui le imprese creano valore, e ciò che ne deriva non è solo un beneficio reputazionale — ma un vero vantaggio competitivo, umano e collettivo. Perché la sostenibilità non è un punto d’arrivo, ma un modo di stare nel mondo.

Venerdì 28 novembre, alle 15:00, se ne parlerà a Civix Conference 2025, nel panel “Impresa, territorio e sostenibilità: nuove alleanze”.

🗓️ Prenota gratuitamente il tuo posto scrivendo a [email protected]

Ci vediamo al Capitol!

La pedemontana friulana è un territorio ricco di fascino, dove piccoli borghi e colline si susseguono tra storia, arte e...
19/11/2025

La pedemontana friulana è un territorio ricco di fascino, dove piccoli borghi e colline si susseguono tra storia, arte e tradizioni. In questa fascia di pianura ai piedi delle Prealpi, i grandi centri come Spilimbergo e Maniago lasciano spazio a una costellazione di comuni più piccoli, luoghi che custodiscono autentiche perle spesso sconosciute.

Tra questi spicca Sequals, celebre per aver dato i natali al pugile Primo Carnera, figura simbolo del Friuli laborioso e tenace. La sua villa, costruita negli anni Trenta in stile liberty e oggi trasformata in museo, conserva cimeli, fotografie e perfino un paio di guantoni appartenuto a Muhammad Alì. Un omaggio alla forza e all’eleganza del “gigante buono”.

A pochi chilometri, nella frazione di Lestans, si trova villa Savorgnan, antica dimora nobiliare che oggi ospita un centro culturale con reperti archeologici e una mostra sulla civiltà contadina. La vicina chiesa di Santa Maria Assunta conserva affreschi di Pomponio Amalteo, raffinato pittore rinascimentale friulano.

Proseguendo verso le colline, i sentieri conducono alle rovine del castello di Solimbergo, testimonianza medievale che domina la valle, e alla chiesetta di San Zenone, circondata da leggende locali. Una di esse narra che, nel prato antistante, sarebbe sepolta una tacchina d’oro lasciata da Attila durante le sue incursioni in Italia.

Scendendo nuovamente a Sequals, si incontrano le tracce della tradizione artigiana: mosaicisti e terrazzieri la cui abilità ha reso celebre la Scuola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo. Qui, come in pochi altri luoghi, l’arte e la manualità raccontano l’identità profonda di una comunità legata alla pietra, al lavoro e alla bellezza.

Tra miti, sentieri e architetture, la pedemontana friulana si rivela così un piccolo scrigno da esplorare lentamente, dove ogni curva nasconde un frammento di storia e ogni voce del borgo diventa racconto.

Ci siamo stati e abbiamo fatto un bel giro 👉 https://www.loppure.it/sequals-il-paese-di-primo-carnera/

18/11/2025

Dopo le barricate di Torre, ultimo atto di resistenza antifascista, Pordenone cadde nella paura e nel silenzio. Le squadre fasciste imposero violenze e perquisizioni, mentre anche la giustizia si adattava ai nuovi padroni. Nel 1922 arrivò Mussolini, ancora non Duce, accolto con curiosità: poche settimane dopo avrebbe marciato su Roma.

La città, segnata dai danni della guerra, cercava di ripartire. Nel 1923 Antonio Zanussi presentò le sue stufe modulari, piccolo segno di un futuro industriale. Negli anni Trenta sorsero i simboli del regime — la Casa del Fascio, la Casa del Balilla, la Casa del Mutilato — ma la propaganda soffocava ogni voce libera.

Tra una parata e una cerimonia, Pordenone cercava una normalità possibile. Le visite del re Vittorio Emanuele III, le commemorazioni e le opere pubbliche davano l’impressione di una città operosa e in crescita. Tuttavia, la realtà restava quella di un territorio che ancora pagava le ferite della guerra e in cui la crescita economica era molto difficile.

Durante la guerra d’Etiopia anche i pordenonesi donarono oro e fedi nuziali per la Patria. Nel settembre 1938 Mussolini fu di passaggio a Pordenone, di ritorno da Trieste dove aveva annunciato la promulgazione delle leggi razziali. In questa occasione il Duce non scese dal treno ma durante la sosta in stazione fu comunque accolto dalla festosa popolazione e da tutte le autorità cittadine.

Ne abbiamo parlato approfonditamente qui 👉 https://www.loppure.it/il-ventennio-fascista-pordenonese/

Nel video, il passaggio di Mussolini a Pordenone tratto dal cinegiornale Luce "Il Duce nel Veneto. IV giornata" (21 settembre 1938)

In mezzo a tecnologie che corrono e a cambiamenti che scuotono società e ambiente, cresce l’idea che serva una nuova bus...
17/11/2025

In mezzo a tecnologie che corrono e a cambiamenti che scuotono società e ambiente, cresce l’idea che serva una nuova bussola: un “Nuovo Umanesimo” capace di rimettere al centro non i numeri, ma le persone e le loro relazioni.

Proprio di questo si parlerà alla Civix Conference 2025, in programma il 28 novembre al Capitol di Pordenone. La mattinata sarà dedicata all’economia civile, una visione dello sviluppo che punta sulla collaborazione, sulla fiducia e sul valore della dignità umana.

A guidare il percorso saranno Stefano Zamagni e Michele Dorigatti, che racconteranno come si sta passando dal transumanesimo a nuove forme di umanesimo europeo, più attente ai legami sociali e a un’economia capace di generare benessere e sostenibilità.

Pordenone, in fondo, è già un piccolo laboratorio di tutto questo. Ci sono realtà come il progetto di sartoria sociale T-essere, dove il recupero dei tessuti diventa anche inclusione; la Banca del Tempo e i Gruppi di Acquisto Solidale, che costruiscono reti di fiducia; e persino antiche esperienze di welfare comunitario come la Confraternita di Santa Maria, attiva tra il XIV e il XVIII secolo.

Le due lectio magistralis offriranno l’occasione per ribadire una cosa semplice ma spesso dimenticata: un’economia è davvero progresso solo quando fa crescere anche le persone e la comunità. Tutte le informazioni sul programma sono disponibili sul sito e sui social di Civix.

Ne parliamo qui 👉https://www.loppure.it/nuovo-umanesimo-ed-economia-civile-riportare-luomo-al-centro/

Come associazione ci teniamo a valorizzare i giovani del territorio, mettendo in risalto le loro attività e la loro capa...
17/11/2025

Come associazione ci teniamo a valorizzare i giovani del territorio, mettendo in risalto le loro attività e la loro capacità di trasformare il Friuli in un luogo vivo, da raccontare con occhi nuovi.

La mostra "Lâ di là – Corrispondenze d’arte contemporanea", ospitata all'auditorium di Villa Perotti a Chions dal 15 novembre al 14 dicembre 2025, parte di un più ampio ciclo di eventi organizzati dal Comune di Chions, vincitore del bando "DANTE - Pratiche culturali sostenibili e resilienti per un'offerta innovativa e integrata di turismo letterario", nasce proprio da questo intento.

Cinque giovani artisti – Francesca Bullo, Alessio Bertolo, Giacomo Facca (che ha curato l'esposizione), Samantha Gerolin e Roberta Liut – interpretano il paesaggio friulano non come sfondo da imitare, ma come forza che modella la sensibilità e il linguaggio. Il titolo "Lâ di là", “travalicare”, indica il movimento oltre il visibile, in opere che trasformano sentieri, corpi e spazi urbani in mappe emotive.

A completare il percorso, un’antologia di poesie e prose friulane e italiane crea un dialogo tra memoria e contemporaneità. Il risultato è un viaggio che restituisce un Friuli profondo, mutevole e sorprendentemente giovane.

L'oppure non poteva mancare all'inaugurazione. Vi anticipiamo qualcosa di ciò che potrete andare a vedere 👉https://www.loppure.it/quando-il-paesaggio-parla-giovani-artisti-alla-scoperta-del-friuli-invisibile/

Il Tagliamento, ultimo grande fiume libero delle Alpi, è da sempre simbolo di forza e instabilità. Nato nelle Dolomiti d...
14/11/2025

Il Tagliamento, ultimo grande fiume libero delle Alpi, è da sempre simbolo di forza e instabilità. Nato nelle Dolomiti del Cadore, scorre impetuoso verso la pianura friulana, dove si apre in una distesa d’acqua e ghiaia larga chilometri. Nel corso dei secoli, le sue piene hanno modellato il paesaggio e la memoria collettiva.

Le cronache medievali narrano di esondazioni che devastarono la pianura, cancellando ponti e villaggi, mentre gli abitanti cercavano rifugio sulle alture. Solo nell’Ottocento, con la costruzione dei primi argini, si tentò di contenere il fiume, ma nel 1882 una piena disastrosa ruppe le difese tra Madrisio e Ronchis, sommergendo le campagne.

La piena più drammatica, però, arrivò nel novembre 1966, quando l’Italia intera fu travolta da eventi meteorologici eccezionali: mentre l’Arno inondava Firenze e l’acqua alta sommergeva Venezia, il Friuli visse la sua catastrofe.

Piogge incessanti, spinte da uno Scirocco caldo e umido, caddero per giorni interi. Lo scioglimento della neve in montagna aumentò la portata dei fiumi, mentre l’Adriatico in tempesta impediva il deflusso delle acque. Il Tagliamento ruppe gli argini e inondò Latisana; i bacini montani di Barcis, Redona, Selva e Ciul furono saturi, incapaci di contenere l’enorme massa d’acqua.

Nella Destra Tagliamento, la situazione precipitò: Morsano, Sesto al Reghena, Prata, Pasiano e Pordenone furono tra i centri più colpiti. A Pordenone il Noncello uscì dagli argini, invadendo Borgomeduna, Vallenoncello e Villanova.

L’acqua raggiunse piazzetta San Marco, bloccò la statale Pontebbana e paralizzò i collegamenti. Le campagne si trasformarono in un lago: a Morsano un argine cedette per ottanta metri, sommergendo Mussons e Carbona; il Meduna allagò Zoppola e Cordenons, mentre il Livenza invase Sacile.

Il bilancio fu tragico: due giovani vigili del fuoco persero la vita, centinaia di case divennero inagibili, decine di fabbriche subirono danni enormi e migliaia di persone rimasero senza lavoro. In alcuni punti l’acqua raggiunse i quattro metri di altezza.

Quando il cielo si schiarì, il paesaggio era irriconoscibile: fango, rovine e silenzio. Solo nel circondario di Pordenone i danni superarono i quaranta miliardi di lire, pari a oltre 400 milioni di euro attuali.

L’alluvione del 1966 spinse a progettare i bacini di Ravedis e Colle per contenere future piene, con i lavori che si trascinarono per decenni.

Ne parliamo qui 👉 https://www.loppure.it/alluvione-destra-tagliamento/

Ai piedi delle Prealpi Carniche, nel comune di Travesio (Pordenone), sorge Toppo, piccolo borgo inserito nella lista dei...
13/11/2025

Ai piedi delle Prealpi Carniche, nel comune di Travesio (Pordenone), sorge Toppo, piccolo borgo inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia” per il suo patrimonio storico, architettonico e paesaggistico. Le sue origini risalgono all’epoca romana, ma conserva ancora la struttura medievale dei masi: piccole aziende familiari con casa, orto e campi coltivabili, che testimoniavano una vita rurale autosufficiente.

Il borgo si sviluppava in due nuclei separati dal rio Gleria: i masi di Toppo, con la chiesa di San Lorenzo, e la borgata di Pino, ai piedi del castello. Nel Cinquecento fu edificato il palazzo dei Conti Toppo Wassermann, poi sede amministrativa della famiglia nel Settecento, con un celebre cancello del 1543 recante l’iscrizione latina che ammoniva i visitatori sui buoni e cattivi.

Sul lato di Toppo si trovano anche la fornace da calce del 1925 e la Chiesa della Beata Vergine del Carmine, legata alla leggenda del vecchio paese di San Vito Modesto, abbandonato a causa di pestilenze, allagamenti e incursioni, da cui nacque l’attuale borgo.

Dominando la collina si erge il castello, restaurato nel 2012, uno dei principali esempi di architettura fortificata del Friuli tra XII e XIV secolo. Documenti del 1186 ne attestano l’esistenza, mentre il signore Uroino di Toppo operava già nel 1160. La fortezza includeva strutture interne di servizio e una cerchia difensiva esterna; oggi il campo sottostante è diventato zona di decollo per parapendisti.

Toppo è ideale per escursioni e visite nei dintorni, tra Puntiç, Grotte di Pradis, dolomiti friulane e Travesio. I percorsi locali, praticabili a piedi o in bicicletta, permettono di scoprire arte, storia e cultura del territorio. Nonostante le sue dimensioni, il borgo offre un fascino autentico tra natura, leggende e architetture storiche.

Ne abbiamo parlato qui 👉https://www.loppure.it/toppo-borgo-dei-masi/

Interrompiamo le nostre trasmissioni per un annuncio importante 📣Siamo felici di condividere con voi un piccolo grande t...
12/11/2025

Interrompiamo le nostre trasmissioni per un annuncio importante 📣

Siamo felici di condividere con voi un piccolo grande traguardo: 6.000 persone che qui su Facebook hanno deciso di seguirci, sostenerci e camminare con noi nel racconto del nostro territorio 😄🥳

Oggi come agli inizi, ogni articolo, ogni storia, ogni evento nasce dal desiderio di far conoscere la bellezza — spesso nascosta — dei luoghi che amiamo, e di valorizzare chi, giovane come noi, sceglie di restare e mettere in gioco le proprie capacità.

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Nel 1945, quando la guerra finì, Pordenone era una città stremata ma piena di volontà. I vecchi cotonifici, eredità dell...
12/11/2025

Nel 1945, quando la guerra finì, Pordenone era una città stremata ma piena di volontà. I vecchi cotonifici, eredità dell’Ottocento che le avevano valso il titolo di “Manchester italiana”, avevano perso centralità, ma l’anima operaia non si era spenta.

Con una popolazione particolarmente determinata, la crescita produttiva fu rapidissima. Le fabbriche storiche, strette nel centro urbano, si spostarono lungo l’asse pontebbano, da Porcia a Fiume Veneto. Questa espansione portò un grande afflusso di lavoratori da tutta Italia.

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta la popolazione di Pordenone raddoppiò, trasformando la città in un mosaico sociale nuovo, fatto di quartieri residenziali, ritmi di fabbrica e una modernità che entrava nelle case.

Il passaggio dall’economia agricola a quella industriale fu rapido ma non traumatico. La famiglia contadina, pur cambiando struttura, mantenne un equilibrio affettivo: gli anziani restavano punti di riferimento e la cucina economica sostituiva il focolare, simbolo di continuità.

Negli anni immediatamente successivi alla guerra l’agricoltura era ancora il settore principale, ma i segnali di svolta erano chiari: la mezzadria si sgretolava mentre l’industria cresceva con forza.

Le banche locali furono tra le prime a cogliere il cambiamento. Tra il 1946 e il 1951 la raccolta triplicò, segno di una fiducia ritrovata nel risparmio come via di emancipazione. Col tempo, quel capitale sarebbe diventato il carburante per le nuove imprese.

Il simbolo di questa trasformazione fu Lino Zanussi, figlio del fondatore dell'Officina Fumisteria Antonio Zanussi. Con visione imprenditoriale e pragmatismo, trasformò la piccola azienda in un colosso dell’elettrodomestico.

Accanto a lui operarono figure come Luciano Savio, innovatore nella meccanica tessile e sostenitore della formazione tecnica, e Giulio Locatelli, fondatore della Ceramica Scala, che seppe intuire il boom edilizio del dopoguerra.

Pordenone visse una modernizzazione rapida ma armoniosa. Le tensioni sociali furono contenute da un senso diffuso di solidarietà e pragmatismo. Negli anni Cinquanta e Sessanta, la città divenne un modello di equilibrio tra progresso industriale e identità comunitaria: un laboratorio di modernità capace di coniugare crescita economica e coesione sociale, dove l’Italia del dopoguerra imparò a ricominciare.

Ne parliamo qui 👉https://www.loppure.it/industria-pordenone-dopoguerra/

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L’oppure è un’associazione che vive e racconta in modo nuovo il territorio. È un progetto giovane e dinamico che si pone l’obiettivo di raccontare il patrimonio culturale, artistico ed ambientale delle nostre terre e di sostenere coloro che sul nostro territorio vogliono fare cultura. L’arte, la storia, le tradizioni e la letteratura sono alcuni dei protagonisti di questo racconto, assieme ai festival e alle manifestazioni che animano le città in cui L’oppure è presente. Operiamo con passione e creatività, cercando sempre di fornire contenuti di qualità, con uno stile innovativo.

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