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OFFICINA MEDITERRANEA, Avigliano (2025)

14/06/2025

𝗥𝗜𝗖𝗘𝗧𝗧𝗔 𝗡. 𝟱 – 𝗗𝗘𝗟𝗜𝗭𝗜𝗔 𝗔𝗟 𝗟𝗜𝗠𝗢𝗡𝗘
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(𝗖𝗮𝗺𝗽𝗮𝗻𝗶𝗮 – 𝗗𝗼𝗹𝗰𝗲 𝗳𝗿𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗲 𝗮𝗴𝗿𝘂𝗺𝗮𝘁𝗼, 𝘀𝗶𝗺𝗯𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗖𝗼𝘀𝘁𝗶𝗲𝗿𝗮 𝗔𝗺𝗮𝗹𝗳𝗶𝘁𝗮𝗻𝗮)
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Un dolce elegante ma genuino, nato a Sorrento e amato in tutta la regione. La Delizia al Limone è un trionfo di crema, pan di Spagna e limoni profumati, ideale per chiudere un pranzo d’estate con una nota di freschezza.

📝 𝗜𝗻𝗴𝗿𝗲𝗱𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 (𝗽𝗲𝗿 𝟲 𝗺𝗼𝗻𝗼𝗽𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶):

Per il pan di Spagna:

3 uova

90 g di zucchero

90 g di farina 00

Scorza di limone

Per la bagna:

150 ml d’acqua

50 g di zucchero

50 ml di limoncello

Per la crema al limone:

300 ml di latte

2 tuorli

80 g di zucchero

30 g di amido di mais

Scorza grattugiata e succo di 1 limone

100 ml di panna montata (da incorporare dopo cottura)

👩‍🍳 :𝗣𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲

1. Prepara il pan di Spagna, montando le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi la farina setacciata e la scorza. Versa in stampini semisferici e cuoci a 170°C per 15-20 minuti.

2. Prepara la crema al limone: scalda il latte con la scorza. A parte, mescola i tuorli con zucchero e amido. Versa il latte filtrato, cuoci a fuoco dolce finché si addensa. Fai raffreddare, poi unisci la panna montata.

3. Prepara la bagna sciogliendo zucchero e acqua, poi unisci il limoncello.

4. Assembla: bagna le cupole di pan di Spagna, farcisci con un po’ di crema, richiudi, e glassa con la crema restante.

5. Lascia riposare in frigo per almeno 2 ore. Servi fredde, con scorza di limone grattugiata sopra.

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🍋 𝗜𝗱𝗲𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗼 𝗲𝗹𝗲𝗴𝗮𝗻𝘁𝗲, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗲 “𝗻𝘂𝘃𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗶𝗺𝗼𝗻𝗲” 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝘁𝗮𝘃𝗼𝗹𝗮 𝗹𝗮 𝗹𝘂𝗰𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗠𝗲𝗱𝗶𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮𝗻𝗲𝗼.

📣 𝑯𝒂𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂? 𝑼𝒏𝒂 𝒗𝒂𝒓𝒊𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒂𝒎𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂? 𝑺𝒄𝒓𝒊𝒗𝒊𝒍𝒂 𝒏𝒆𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊!

Officina Mediterranea - Campania Campania eventi e cultura CAMPANIA MAGICA Campania Amalfi Coast

13/06/2025

📜 𝗘𝗖𝗛𝗜 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗔𝗦𝗦𝗔𝗧𝗢 𝗻.𝟰
👻 𝗟𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲𝗻𝗱𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝘇𝘇𝘂𝗿𝗿𝗶𝗻𝗮 – 𝗟𝗮 𝗯𝗮𝗺𝗯𝗶𝗻𝗮 𝗱𝗮𝗹 𝗻𝗼𝗺𝗲 𝗮𝘇𝘇𝘂𝗿𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗿𝘃𝗲 𝗮𝗹 𝘀𝗼𝗹𝘀𝘁𝗶𝘇𝗶𝗼 👻
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Nel cuore della Romagna, il Castello di Montebello (o Rocca dei Guidi di Bagno), arroccato tra le colline di Torriana, è da secoli teatro di un mistero: la scomparsa e il fantasma di Azzurrina .

Si narra che fosse la piccola Guendalina, nata albina nel 1370, figlia del feudatario Uguccione. Per proteggerla dai pregiudizi medievali, le sue guardie la tenevano costantemente dentro le mura del castello; la madre le tingeva i capelli, ma questi acquisivano sfumature azzurre — da cui il nome affettuoso Azzurrina .
Durante il solstizio d’estate del 21 giugno 1375, mentre imperversava un temporale, la bimba giocava con una palla di stracci. La palla rotolò nella botola della ghiacciaia. Le guardie l’inseguirono e udireono un urlo, ma di Azzurrina non rimase alcuna traccia, né lei né la palla .
Da allora, si racconta, ogni cinque anni, nella notte del solstizio, il suo fantasma torna a farsi sentire nel castello: urla, pianti, perfino risate echeggiano lungo il famoso “Corridoio di Azzurrina” . Nel 1990 furono installate apparecchiature di registrazione audio, e si sentirono rumori sospetti . Tuttavia, indagini successive, tra cui quelle del CICAP nel 2010, non hanno rilevato presenze paranormali .

Azzurrina è l’emblema di come la paura del diverso e la superstizione potessero isolare e far scomparire una vita innocente.
Il solstizio e il mistero dei suoni riecheggiano la tensione tra folklore, verità e suggestione moderna.
Il castello stesso è un luogo affascinante: camminare lungo il corridoio dove la leggenda prese vita è un’esperienza sospesa tra storia, natura e mistero.
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Ogni venerdì, Echi dal Passato raccoglie storie e memorie per far rivivere le voci delle nostre terre.

12/06/2025

𝗠𝗔𝗥𝗖𝗢 𝗧𝗘𝗗𝗘𝗦𝗖𝗢 𝗥𝗜𝗖𝗘𝗩𝗘 𝗨𝗡𝗔 𝗠𝗘𝗡𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗦𝗣𝗘𝗖𝗜𝗔𝗟𝗘 𝗔 𝗟𝗔𝗚𝗢𝗡𝗘𝗚𝗥𝗢: 𝗘𝗖𝗖𝗘𝗟𝗟𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗡𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗔𝗟𝗢𝗥𝗜𝗭𝗭𝗔𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘 𝗗𝗘𝗟 𝗣𝗔𝗧𝗥𝗜𝗠𝗢𝗡𝗜𝗢 𝗦𝗧𝗢𝗥𝗜𝗖𝗢-𝗔𝗥𝗧𝗜𝗦𝗧𝗜𝗖𝗢 𝗔𝗟𝗟’𝗩𝗜𝗜𝗜 𝗖𝗢𝗡𝗖𝗢𝗥𝗦𝗢 𝗣𝗢𝗘𝗧𝗜𝗖𝗢 𝗗𝗜𝗔𝗟𝗘𝗧𝗧𝗔𝗟𝗘.
A cura della redazione di OFFICINA MEDITERRANEA

Si è svolta a Lagonegro presso i locali del cinema Iris lo scorso 24/05/2025, l’VIIIa edizione del concorso nazionale di poesia dialettale “Antonio e Carlo Tortorella”, due straordinarie figure di poeti che hanno lasciato alla comunità lagonegrese in particolare e all’intera comunità lucana un patrimonio culturale e letterario molto importante, lasciando una forte impronta nella storia di Lagonegro e della Basilicata.

L’Evento, condotto e coordinato dalla Dott.ssa Lidia Di Giorgio e del Dott. Gianluigi Pagliaro ha visto la partecipazione ed il grande entusiasmo degli alunni della Scuola Media statale di Lagonegro i quali, con l’animazione della band dialettale “Pappardelle ai Funky”, si sono cimentati in gare e quiz in vernacolo nonché nella lettura di componimenti dialettali.

Di particolare valore sociale e culturale è stata, poi, la lectio magistralis sul dialetto lucano tenuta dalla Professoressa Del Puente, docente di glottologia e linguistica presso università degli studi della Basilicata la quale in veste di Presidente di Giuria, ha coinvolto ed incuriosito sapientemente l’ampio pubblico presente punendo l’attenzione sulla valenza internazionale del linguaggio dialettale custode di antiche tradizioni ma anche di solide e ramificate radici ed identità individuali. Concetto espresso anche dal cantautore lagonegrese Gabriele Piro che, dopo aver presentato nel corso della manifestazione il brano “Lacrime”, ha rimarcato l’importanza della conservazione del dialetto come espressione di identità e scirgno di tradizioni che sono gʻgʻgʻ delle nostre radici.

Tra le centinaia di componimenti che hanno partecipato al Concorso le poesie vincitrici dell’VIII edizione, nelle rispettive sezioni/categorie sono:

Sezione Adulti-Nazionale – Premiazione da parte della Presidente Del Puente

1. “Di Notti” di Francesco Randazzo da Roma (scrittore, regista/saggista per importanti teatri e festival anche internazionali);

2. “Mila e po Mila” di Graziella di Abiatico da Brescia (autrice di numerose pubblicazioni e componimenti);

3. “Ritratto di Maria” di Giuseppe Salvatore da Reggio Calabria (poeta e ideatore dell’iniziativa di successo “Poeti DiVersi”)

Sezione Giovani – Premiazione da parte del Sindaco di Lagonegro Salvatore Falabella, della consigliera Maria Di Lascio e del Presidente del Consiglio Umberto Di Novi

1. “U Mar” di Maria Teresa Mitidieri: Osservare il mare suggerisce all’autrice immagini che le consentono di dipingere con le parole, restituendo al lettore quelle sensazioni leggere e allo stesso tempo profonde che si provano davanti ad un quadro impressionista.

2. “Nu Munnu chi canta” di Giorgia Panaino: Un bell’inno alla pace scritto da un giovane autore che spera in un mondo migliore e lo immagina diverso da quello quotidiano, un mondo senza discriminazione e senza catene.

3. “L’uovo di Pasqua” di Noemi Falabella: L’autrice esprimendo la vera ed autentica sorpresa dell’uovo di Pasqua rimanda alla Resurrezione che ci consente di ricordare che la speranza è una forza straordinaria. Un inno leggero e allo stesso tempo profondo.

Una menzione speciale è stata data alla poetessa Lucia Esposito di Bellizzi per la poesia “Pure Isso tneva nu nomm”

𝗡𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗵𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗲𝘃𝘂𝘁𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗶𝗻𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝘃𝘂𝗹𝗴𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮 𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝘁𝗮 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗮𝗿𝘁𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼-𝗹𝗮𝗴𝗼𝗻𝗲𝗴𝗿𝗲𝘀𝗲 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗿𝘁𝗲 Marco Tedesco *, 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗽𝗶𝗴𝗻𝗼 𝗦𝗮𝘁𝘂𝗿𝗻𝗶𝗮, 𝘂𝗻 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗮𝗲𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗕𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗟𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗮.

“𝑽𝒐𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒓𝒊𝒏𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒂𝒓𝒆 𝑳𝒊𝒅𝒊𝒂 𝑫𝒊 𝑮𝒊𝒐𝒓𝒈𝒊𝒐, 𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒐𝒓𝒆𝒔𝒔𝒂 𝑫𝒆𝒍 𝑷𝒖𝒆𝒏𝒕𝒆, 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒆𝒔𝒔𝒐𝒓 𝑪𝒂𝒑𝒂𝒍𝒅𝒐 𝒆 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒏𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒓𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒐𝒓𝒔𝒐 𝒏𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒊 𝒑𝒐𝒆𝒔𝒊𝒂 𝒅𝒊𝒂𝒍𝒆𝒕𝒕𝒂𝒍𝒆 “𝑨𝒏𝒕𝒐𝒏𝒊𝒐 𝒆 𝑪𝒂𝒓𝒍𝒐 𝑻𝒐𝒓𝒕𝒐𝒓𝒆𝒍𝒍𝒂” 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒊𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 – 𝒅𝒊𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒂 𝑴𝒂𝒓𝒄𝒐 𝑻𝒆𝒅𝒆𝒔𝒄𝒐 – 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝑳𝒂𝒈𝒐𝒏𝒆𝒈𝒓𝒐 𝒆̀ 𝒖𝒏 𝒑𝒐𝒔𝒕𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒂𝒎𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒂 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒆𝒓𝒐 𝒑𝒐𝒄𝒐 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒅𝒊𝒄𝒊𝒐𝒕𝒕𝒆𝒏𝒏𝒆 𝒂 𝒄𝒂𝒖𝒔𝒂 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒐 𝒔𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒐 𝒄𝒖𝒍𝒕𝒖𝒓𝒂𝒍𝒆 𝒕𝒓𝒂 𝒊𝒍 𝒈𝒓𝒖𝒑𝒑𝒐 𝒇𝒐𝒍𝒌𝒍𝒐𝒓𝒊𝒄𝒐 𝑳𝒆 𝑪𝒐𝒏𝒕𝒓𝒂𝒅𝒆 𝒅𝒊 𝑺𝒑𝒊𝒈𝒏𝒐 𝑺𝒂𝒕𝒖𝒓𝒏𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒄𝒖𝒊 𝒆𝒓𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒏𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒆 𝒊𝒍 𝒍𝒐𝒄𝒂𝒍𝒆 𝑮𝒓𝒖𝒑𝒑𝒐 𝑭𝒐𝒍𝒌 𝒅𝒆𝒍 𝑺𝒊𝒓𝒊𝒏𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒊 𝒄𝒖𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒐𝒏𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒔𝒊 𝒆̀ 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒐 𝒖𝒏 𝒓𝒂𝒑𝒑𝒐𝒓𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒊𝒛𝒊𝒂 𝒖𝒍𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒏𝒕𝒆𝒏𝒏𝒂𝒍𝒆. 𝑮𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒂 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒆 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒊𝒛𝒊𝒆 𝒉𝒐 𝒂𝒗𝒖𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒈𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒂𝒓𝒊𝒐 𝒍𝒖𝒐𝒈𝒐 𝒓𝒊𝒄𝒄𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝒆𝒅 𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒄𝒐𝒍𝒂𝒓 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒍’𝒂𝒔𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒖𝒍𝒕𝒖𝒓𝒂𝒍𝒆 𝑨 𝑪𝒂𝒔𝒕𝒂𝒈𝒏𝒂 𝒓’𝒂 𝑪𝒓𝒊𝒕𝒊𝒄𝒂, 𝒈𝒓𝒂𝒛𝒊𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒖𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒆 𝑴𝒊𝒍𝒆𝒏𝒂 𝑭𝒂𝒍𝒂𝒃𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒉𝒐 𝒂𝒗𝒖𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒅𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒐𝒔𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒊 𝒔𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒓𝒂𝒐𝒓𝒅𝒊𝒏𝒂𝒓𝒊𝒆 𝒐𝒑𝒆𝒓𝒆 𝒅’𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒊𝒆𝒔𝒆 𝒅𝒊 𝑳𝒂𝒈𝒐𝒏𝒆𝒈𝒓𝒐, 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒊 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒄𝒖𝒔𝒕𝒐𝒅𝒊𝒕𝒆 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒖𝒆 𝒄𝒉𝒊𝒆𝒔𝒆, 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 𝒐𝒈𝒈𝒊 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝒏𝒂𝒓𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒍𝒆 𝒐𝒔𝒔𝒆𝒓𝒗𝒂. 𝑨 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒊 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒊 𝒆 𝒂 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊 𝒄𝒐𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒎𝒊 𝒔𝒖𝒑𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒏𝒐, 𝒅𝒆𝒅𝒊𝒄𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒕𝒓𝒂𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒐”

* Marco Tedesco, Storico e Critico dell'arte, Scrittore, Referente Regionsle di Officina Mediterranea - Lazio

Ph: Marco Tedesco, sullo sfondo Lagonegro , serata di premiazione.

12/06/2025

𝗢𝗙𝗙𝗜𝗖𝗜𝗡𝗔 𝗠𝗘𝗗𝗜𝗧𝗘𝗥𝗥𝗔𝗡𝗘𝗔
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𝗣𝘂𝗻𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗡° 160
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🍸 Mediterranean Cocktail of Art II
🗞 Napulitanamente Magazine
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🎙 Gabriella Guerriero , Docente, Referente regionale di Officina Mediterranea - Campania dialoga con

🎬 Andrea Costanza, attore e regista.
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Ingrid Pagliarulo
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12/06/2025

𝗜𝗟 𝗖𝗔𝗡𝗧𝗢 𝗗𝗘𝗚𝗟𝗜 𝗗𝗘𝗜 – 𝗘𝗽𝗶𝘀𝗼𝗱𝗶𝗼 𝗩
𝗕𝗿𝗶𝗴𝗶𝗱, 𝗹𝗮 𝗙𝗶𝗮𝗺𝗺𝗮 𝗱’𝗜𝗿𝗹𝗮𝗻𝗱𝗮
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Nel cuore verde d’Irlanda, tra nebbie e dolci colline, il fuoco sacro di Brigid continua a vibrare. Dea della poesia, della guarigione, della fucina e della nascita, Brigid era venerata dai Celti come colei che accendeva la scintilla dell’ispirazione e proteggeva la vita che sbocciava.

La sua figura, dolce e potente, si muoveva tra i popoli come una madre e una guida. Le sue mani sapevano curare e forgiare, i suoi canti rendevano fertile la terra e il cuore degli uomini. Era una dea triplice: una per ogni età, una per ogni dono — la fanciulla poetessa, la guaritrice e la fabbra.

Nel giorno di Imbolc, a inizio febbraio, i celti si riunivano per onorarla. Si accendevano fuochi, si intrecciavano croci con fili di giunco, si pregava per la primavera imminente. Le donne invocavano la sua protezione nel parto; i poeti la cantavano prima di ogni verso; i fabbri cercavano la sua benedizione per domare il metallo.

Brigid non è una dea guerriera, eppure in lei arde una forza invincibile. È la fiamma che non brucia, ma scalda e trasforma. È la speranza che si accende nella notte.

Ancora oggi, nella quiete di alcuni antichi monasteri irlandesi, c'è chi custodisce una fiamma in suo nome. E ogni volta che un’anima trova voce nei versi, guarigione nel cuore o coraggio nelle mani, Brigid canta.

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12/06/2025

𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐍𝐂𝐇𝐈𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎 𝐄 𝐂𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄
Recensioni che accendono i sensi
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𝙍𝙚𝙘𝙚𝙣𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙉° 𝟰𝟳
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📚 𝗟𝗔 𝗠𝗜𝗔 𝗣𝗥𝗢𝗠𝗘𝗦𝗦𝗔, 𝗣𝗔𝗣𝗔' .
𝗗𝗶 𝗔𝗻𝗻𝗮 𝗙𝗲𝗹𝗶𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗖𝗼𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗻𝗼
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Recensione a cura di OFFICINA MEDITERRANEA .

𝙇𝙖 𝙢𝙞𝙖 𝙥𝙧𝙤𝙢𝙚𝙨𝙨𝙖,𝙥𝙖𝙥𝙖̀ è molto più di una raccolta poetica: è un abbraccio fatto di parole, un filo sottile ma tenace che unisce il ricordo all’amore, il dolore alla speranza. L’autrice, Anna Felicetta Cosentino , originaria di Lauria (Basilicata) e oggi parte attiva del Circolo lucano di Officina Mediterranea -, affida alla poesia il compito più difficile: dare voce a ciò che resta quando qualcuno che amiamo non c’è più.

Con uno stile essenziale e sincero, Cosentino ci accompagna lungo un percorso intimo, fatto di versi che non cercano artifici ma autenticità. Ogni poesia è un frammento di vita, un gesto d’amore rivolto al padre, una promessa sussurrata che diventa forza, memoria, presenza.

L’autrice ha partecipato con successo anche alla prima edizione del concorso letterario “La magia del Natale – Matera 2024”, promosso da Officina Mediterranea, classificandosi al terzo posto nella sezione “Racconti brevi” con il delicato e coinvolgente “I biscotti magici del Natale”. Una fiaba dal sapore antico e familiare, che conferma la sua sensibilità narrativa oltre che poetica.

Anna Felicetta Cosentino è una voce gentile e profonda, capace di farsi ascoltare senza alzare il tono. Siamo felici e orgogliosi di accoglierla nella nostra comunità culturale: la sua scrittura è testimonianza viva di quanto l’arte possa lenire, custodire e trasformare.

Un libro da leggere con il cuore.
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Il libro, pubblicato nel 2024, si può acquistare su Amazon al seguente link:
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11/06/2025

𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐍𝐂𝐇𝐈𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎 𝐄 𝐂𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄
Recensioni che accendono i sensi
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𝙍𝙚𝙘𝙚𝙣𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙉° 𝟰𝟲
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📚 𝗧𝗘𝗢𝗗𝗢𝗥𝗔 𝗘 𝗡𝗜𝗖𝗘𝗧𝗔. 𝗦𝗢𝗚𝗡𝗜
𝗱𝗶 𝗟𝘂𝗶𝗴𝗶 𝗟𝗶𝘀𝗶
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📖 Il primo volume di una trilogia che intreccia sogno, storia, arte e psiche.

Una narrazione sospesa tra realtà e visione, capace di condurre il lettore nel cuore di un mondo che appare lontano eppure profondamente umano. Teodora e Niceta. - Sogni è ambientato nell’Impero Bizantino tra XI e XII secolo, ma la sua forza risiede in ciò che va oltre l’ambientazione storica: nel dialogo tra i sogni, l’identità e la memoria.

Teodora e Niceta si muovono in mondi distinti eppure misteriosamente connessi. È attraverso i sogni che le loro anime si cercano, si sfiorano, si riconoscono. In quel territorio incerto tra sonno e veglia, tra realtà e visione, i due protagonisti si muovono come guidati da una forza invisibile, immersi in una narrazione dove apparizioni, fumo, draghi e presagi nei sogni dei protagonisti danno corpo a un linguaggio antico, quasi mitico, che restituisce al lettore l’intensità visiva e spirituale di un quadro medievale.

Il romanzo riflette pienamente il profilo dell’autore: Luigi Lisi, docente di Storia, è anche appassionato di antropologia, arte, psicologia e filosofia. Queste discipline si intrecciano nella sua scrittura, rendendola densa di significati, attenta alla dimensione simbolica e ai movimenti profondi dell’animo umano.

Durante l’intervista condotta da Donato Rinaldi su OFFICINA MEDITERRANEA , è emerso chiaramente quanto l’autore abbia saputo trasformare la sua formazione e le sue passioni in materia narrativa viva: il romanzo non racconta solo ciò che accade, ma come le emozioni, i sogni e i simboli guidano e trasformano i destini dei protagonisti.

Un’opera che sorprende per profondità, struttura e visione, e che rappresenta l’inizio di una trilogia destinata a lasciare un segno nel panorama della narrativa contemporanea.
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10/06/2025

𝐀𝐋𝐌𝐀 𝐂𝐔𝐋𝐓𝐔𝐑𝐀𝐒
📚✍📚✍📚✍📚✍📚
📚 𝙇𝙞𝙗𝙧𝙞 & 𝙖𝙪𝙩𝙤𝙧𝙞
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Puntata N°90
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🎙 Gabriella Guerriero , docente, referente di Officina Mediterranea - Campania dialoga con

✍ Lullaby Anna Valente , scrittrice e coautrice del libro
𝑬 𝑷𝑶𝑰 𝑺𝑻𝑹𝑨𝑫𝑨 𝑭𝑨𝑪𝑬𝑵𝑫𝑶..
𝑰𝒍 𝒗𝒊𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒄𝒂𝒔𝒂...
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In diretta streaming sui canali di OFFICINA MEDITERRANEA :
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Vi aspettiamo tutti numerosi, come sempre.
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10/06/2025

𝗤𝗨𝗔𝗡𝗗𝗢 𝗟’𝗜𝗡𝗧𝗘𝗟𝗟𝗜𝗚𝗘𝗡𝗭𝗔 𝗔𝗥𝗧𝗜𝗙𝗜𝗖𝗜𝗔𝗟𝗘 𝗗𝗜𝗩𝗘𝗡𝗧𝗔 𝗟𝗢 𝗣𝗦𝗜𝗖𝗢𝗟𝗢𝗚𝗢 𝗗𝗘𝗜 𝗚𝗜𝗢𝗩𝗔𝗡𝗜: 𝗧𝗥𝗔 𝗕𝗜𝗦𝗢𝗚𝗡𝗢 𝗗𝗜 𝗔𝗦𝗖𝗢𝗟𝗧𝗢 𝗘 𝗥𝗜𝗦𝗖𝗛𝗜 𝗜𝗡𝗩𝗜𝗦𝗜𝗕𝗜𝗟𝗜
𝗗𝗶 𝗖𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮 𝗩𝗲𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶

Negli ultimi tempi un numero crescente di giovani ha iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale (IA) come strumento di supporto emotivo. Chatbot (programma informatico progettato per simulare una conversazione con un essere umano che può rispondere a domande, dare informazioni o sostenere un dialogo, usando l'intelligenza artificiale (IA) e il linguaggio naturale) come quelli offerti da piattaforme tipo Character.ai, in particolare figure virtuali come “Psychologist”, stanno diventando veri e propri “confessori digitali” per ragazzi tra i 16 e i 30 anni. Secondo un’indagine di Skuola.net, il 15% dei giovani intervistati utilizza regolarmente l’IA per sfogarsi, chiedere consigli o semplicemente essere ascoltato. Una percentuale che sale al 25% se si considerano coloro che interagiscono con questi strumenti almeno una volta a settimana. Le ragioni sono evidenti: l’intelligenza artificiale è sempre disponibile, risponde in tempo reale, non giudica e garantisce l’anonimato. In un mondo in cui l’accesso alla salute mentale è ancora ostacolato da lunghe liste d’attesa, costi elevati o stigma sociale, questi strumenti appaiono a molti come una soluzione immediata e priva di barriere. Tuttavia ciò che nasce come una risposta a un bisogno reale può trasformarsi in un pericoloso surrogato. L’IA può simulare l’ascolto, ma non possiede empatia, né la capacità di cogliere le sfumature dell’esperienza umana. Per i giovani più fragili, questo può generare un’illusione di comprensione che in realtà è basata su algoritmi, non su relazioni vere. Uno dei rischi principali è la perdita del confine tra realtà e virtuale. Quando il conforto arriva da un’entità artificiale, il giovane può sviluppare una dipendenza dal dialogo digitale, perdendo progressivamente la capacità di instaurare rapporti umani autentici. Non va poi sottovalutato il tema della privacy: affidare a un’intelligenza artificiale informazioni intime e personali significa spesso condividerle con server e sistemi non sempre trasparenti nella gestione dei dati. Il punto non è demonizzare la tecnologia, ma comprendere che non può e non deve sostituire la relazione umana. L’IA può avere un ruolo di primo ascolto e di “filtro” nei momenti di crisi, però il passo successivo dovrebbe sempre essere un contatto reale con uno psicologo o un educatore. È urgente quindi avviare un’educazione digitale consapevole, che aiuti i ragazzi a distinguere tra ciò che è utile e ciò che può diventare pericoloso, e soprattutto è necessario che le istituzioni investano seriamente in un accesso equo e diffuso al supporto psicologico umano. Nessun algoritmo, per quanto evoluto, potrà mai sostituire uno sguardo empatico e una relazione autentica.

* Chiara Vergani , insegnante, pedagogista, formatrice sulle problematiche del bullismo, specializzata in criminologia e tutela del minore. È parte integrante di OFFICINA MEDITERRANEA .

10/06/2025

𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐍𝐂𝐇𝐈𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎 𝐄 𝐂𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄
Recensioni che accendono i sensi
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𝙍𝙚𝙘𝙚𝙣𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙉° 𝟰𝟱
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🎨✨ 𝗜𝗟 𝗟𝗜𝗡𝗚𝗨𝗔𝗚𝗚𝗜𝗢 𝗜𝗡𝗩𝗜𝗦𝗜𝗕𝗜𝗟𝗘 𝗗𝗜 𝗜𝗡𝗘𝗦 𝗗𝗘 𝗟𝗘𝗨𝗖𝗜𝗢: 𝗤𝗨𝗔𝗡𝗗𝗢 𝗟’𝗔𝗥𝗧𝗘 𝗗𝗜𝗩𝗘𝗡𝗧𝗔 𝗔𝗡𝗜𝗠𝗔
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Recensione a cura di OFFICINA MEDITERRANEA

Ines De Leucio non si limita a creare opere: lei compone alfabeti emotivi, tracciati interiori che parlano direttamente al cuore e al corpo. La sua ricerca artistica non è mai sterile rappresentazione, ma piuttosto un attraversamento profondo dell’esistenza, un viaggio che parte dalla materia – argilla, stoffa, pelle – per arrivare all’invisibile.

Artista eclettica, performer e ceramista, Ines si muove tra linguaggi espressivi con la stessa naturalezza con cui l’anima trasmigra nei sogni. La sua poetica nasce da un’urgenza: quella di raccontare il non detto, il non visto, il non ascoltato. Il corpo, spesso protagonista delle sue installazioni e performance, diventa il luogo sacro della trasformazione. È lì che prende forma il suo “linguaggio invisibile”: fatto di simboli, suoni, segni che parlano una grammatica arcaica, primordiale, capace di toccare le corde più intime dello spettatore.
Nelle sue opere convivono le radici e l’altrove: la terra di Irpinia e Sannio dialoga con i deserti australiani, le orme aborigene con le tracce delle donne silenziate dalla Storia. Ines riporta alla luce ciò che è stato dimenticato, escluso, marginale. Le sue mani impastano argilla e memoria, creando maschere, forme, volti che parlano di maternità, di magia, di resistenza. Ogni lavoro è rito, ogni gesto è preghiera laica.
Il suo approccio, che unisce arte, terapia e pedagogia, diventa strumento potente di cura. Non a caso ha dato vita a percorsi educativi e formativi dove la ceramica si fa veicolo di ascolto e liberazione emotiva, e dove le persone vengono accompagnate in un processo di riappropriazione simbolica del proprio vissuto.

Officina Mediterranea - ha avuto l’onore di collaborare con Ines De Leucio in occasione della prima edizione del concorso 𝙇𝙖 𝙈𝙖𝙜𝙞𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙉𝙖𝙩𝙖𝙡𝙚 – 𝙈𝙖𝙩𝙚𝙧𝙖 2024. Con grande sensibilità artistica, Ines ha premiato i primi tre classificati della sezione poesia, consegnando loro opere uniche da lei realizzate, simbolo di un connubio tra parola e materia, tra arte e sentimento.

La sua presenza è stata un valore aggiunto, testimonianza concreta di quanto l’arte autentica possa ancora oggi nutrire la comunità, costruire ponti, generare bellezza.
Officina Mediterranea guarda con profondo rispetto all’opera e al percorso umano di Ines De Leucio, artista del confine, della metamorfosi, dell’invisibile. In un tempo che corre verso la semplificazione e il consumo rapido di immagini, la sua arte ci impone uno sguardo diverso: lento, profondo, rituale.
Un invito a ricordare che l’arte – quella vera – non si limita a decorare il mondo, ma lo attraversa, lo trasfigura, lo guarisce.
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Vi proponiamo una bella intervista fatta all'artista da parte della giornalista Antonia Di Nardo per conto di Plus magazine
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https://www.facebook.com/share/p/1Acm3LZmtj/
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08/06/2025

🎯 𝗔𝗟𝗟𝗔 𝗦𝗖𝗢𝗣𝗘𝗥𝗧𝗔 𝗗𝗘𝗟 𝗦𝗨𝗗 – 𝗤𝗨𝗔𝗥𝗧𝗔 𝗧𝗔𝗣𝗣𝗔: 𝗔𝗚𝗡𝗢𝗡𝗘 (𝗜𝗦)
✍ Rubrica culturale di OFFICINA MEDITERRANEA
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🌄 Dopo aver attraversato borghi, mari e colline del Sud, la nostra rubrica fa tappa nel cuore dell’Alto Molise, ad , scrigno di arte, storia e antiche tradizioni.

🔔 Conosciuta come la città delle campane, Agnone ospita la storica Pontificia Fonderia Marinelli, tra le più antiche al mondo. Ma questo borgo non è solo memoria e artigianato: è anche spiritualità, cultura popolare, architettura, gastronomia e paesaggio.

🔥 Tra le fiaccole della 'Ndocciata, l’arte sacra e le strade di pietra, Agnone racconta l’anima autentica delle aree interne del Sud, spesso dimenticate, ma ricche di identità e valore.

📽️ Vuoi conoscerla meglio?
Guarda la puntata del nostro format VIENI AL SUD interamente dedicata ad Agnone, presentata dall’architetto Francesco Manfredi, con ospiti d'eccezione:
👉 Daniele Saia , sindaco della città di Agnone
👉 Fausto Cimmino, architetto
👉 Antonio Camperchioli , guida turistica

🎥 Clicca qui per vedere la puntata completa
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OFFICINA MEDITERRANEA TRA AMICI Officina Mediterranea - Molise

08/06/2025

𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐈 𝐈𝐍𝐂𝐇𝐈𝐎𝐒𝐓𝐑𝐎 𝐄 𝐂𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄
Recensioni che accendono i sensi
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𝙍𝙚𝙘𝙚𝙣𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙉° 𝟰𝟰
𝗗𝗔𝗟 𝗠𝗔𝗡𝗢𝗦𝗖𝗥𝗜𝗧𝗧𝗢 𝗔𝗟 𝗦𝗨𝗢𝗡𝗢: 𝗶𝗹 𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗦𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲
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Recensione a cura di OFFICINA MEDITERRANEA .

Ci sono sogni che chiedono tempo, pazienza e passione per diventare realtà. Il CD firmato da Francesco Salime , frutto di un desiderio coltivato per oltre trent’anni, è una testimonianza viva di tutto questo: un lavoro discografico interamente dedicato all’ensemble di sassofoni, dal sopranino al basso, che unisce ricerca storica, didattica e amore per la musica.

Docente e figura storica del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli , Salime ha voluto dedicare questa sua prima pubblicazione proprio alla “seconda casa” che lo ha accolto e formato, e in particolare alla biblioteca dell’istituzione, custode di un inestimabile patrimonio musicale. Cinque composizioni manoscritte, riscoperte tra i fondi storici del Conservatorio, sono state adattate da lui per ensemble di sassofoni, restituendo al presente opere che rischiavano l’oblio.

La sua lunga attività didattica, intrecciata con esperienze maturate in Francia, è evidente in ogni dettaglio di questa produzione: serietà, amore per l’insegnamento e cura nella trasmissione della conoscenza hanno formato generazioni di allievi e ensemble.

Salime è oggi membro del direttivo nazionale di Officina Mediterranea , e attivo anche nel Circolo di Officina Mediterranea - Calabria , dove continua a promuovere cultura, ricerca e musica. Non stupisce che a Napoli, città che egli considera la sua patria d’adozione e che ha sempre difeso con fierezza, sia nato e cresciuto questo progetto: un omaggio non solo alla musica, ma anche al valore della memoria, dello studio e dell’identità culturale.

Questo CD non è solo una registrazione: è un ponte tra passato e presente, un atto d’amore per la musica e per le radici profonde che la sostengono.
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OFFICINA MEDITERRANEA

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