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PARCHEGGI, IL TAR RIAPRE 6 ATTIVITA’Cosa succede a Bacoli?Succede che come “il Signore ha dato, il Signore ha tolto” (Gi...
13/09/2025

PARCHEGGI, IL TAR RIAPRE 6 ATTIVITA’

Cosa succede a Bacoli?

Succede che come “il Signore ha dato, il Signore ha tolto” (Giobbe 1,21) alla stessa maniera il TAR ha dato ma il giorno dopo ha tolto, ha tolto validità ai dinieghi di luglio-agosto permettendo la riapertura di ben 6 attività di parcheggio.

Una “mazzata” per il Comune che è necessario ricostruire con calma per evitare confusioni e tifoserie cosicché tutti i cittadini possano rendersi conto delle cose come stanno davvero.

Il 10 settembre - per cominciare - la VI Sezione del TAR ha confermato le ordinanze di demolizione emesse dal Comune ad inizio luglio per 4 aree parcheggio - alcune per via dell’asfalto, altre del brecciame, alcune per via dello stabilizzato, altre delle “pagliarelle” - in quanto “l’impianto difensivo - preesistenza da lunghissimo tempo della destinazione a parcheggio e sostanziale aderenza dello stato dei luoghi a quello constatato dai Carabinieri nel 2025 - appare privo di adeguato conforto probatorio oltre che non rilevante (risalendo il vincolo sull’area ad epoca senz’altro precedente)” ed in quanto “non appare desumibile dagli atti la preesistente natura e conformazione dell’area in questione” né a dimostrarlo, secondo il Giudice Amministrativo, possono essere invocati i contratti e le ricevute del CIC, i tributi corrisposti al Comune, le SCIA rilasciate dall’Ufficio Commercio, le visure del Catasto in quanto hanno peso in sede civile, tributaria e commerciale ma “non mai e non già assumendo veruna significanza a latere edilizio, né tampoco, paesaggistico” (ordinanze del 10 settembre 2025, Registro Ricorsi 3572, 3601, 3993, 3743).

Secondo R. Vampa - consigliere estensore dei quattro provvedimenti - invece “l’ordito delle opere abusive: i) da un canto si appalesano ad occhio altre rispetto a quelle descritte nella domanda di condono; ii) concretano una radicale trasformazione dell’area priva di qualsiasi titolo abilitativo di matrice edilizia ovvero paesaggistica” oltre all’assenza di una “valutazione di compatibilità con i valori ambientali e paesaggistici ivi insistenti per tramite della Vinca” per cui il TAR ha convalidato l’operato del Comune al quale rivolge tuttavia una sottile ma pregnante critica per via dello:

“elefantiaco, ed in parte contraddittorio, incedere dell’azione dell’Amministrazione rimasta inerte per un lungo lasso temporale, non tempestivamente precludendo le violazioni inferte ai valori paesaggistici, ambientali ed edilizi a cagione dell’agire abusivo”.

In pratica il TAR imputa al Comune di non aver prevenuto l’abusivismo - ma và?! - come non l’ha fatto l’attuale Amministrazione dato che i sigilli - cioè l’attività di controllo di luglio - non sono stati messi dai Vigili ma dai Carabinieri della Forestale.

Ma una vera e propria “doccia fredda” sul Comune è arrivata il giorno dopo, l’11 settembre, quando la III Sezione del TAR ha questa volta accolto il ricorso di ben 6 attività - “Tetris”, “Nautica Marina Piccola”, “Saturday”, “Lido Enea”, “Miseno Service”, “Costruzioni Srl” - che avevano contestato sia i ripetuti dinieghi ed ordinanze del Comune - 3, 4, 8, 14, 21, 31 luglio e 5, 11, 13, 21 agosto, una persecuzione! - sia i pareri negativi della Regione e della Soprintendenza (ordinanze dell’11 settembre, Reg. Ricorsi 3528, 3794, 4006, 4036, 4098, 3534).

Secondo infatti C. Casalanguida - consigliere estensore dei sei provvedimenti - “valutata la temporaneità dell’opera svolta e la limitata portata delle opere necessarie per la realizzazione dei parcheggi temporanei, considerate, secondo il Decreto Coesione, attività di edilizia libera”, considerati gli interessi del Comune ma “ritenuto prevalente quello alla “sicurezza e fluidità della circolazione veicolare e pedonale” da assicurare mediante adeguate aree di sosta” che il Comune non ha finora garantito in alternativa ai parcheggi chiusi, si “può ovviare a ciò disponendo che il Comune consenta l’esercizio dell’attività di parcheggio e ciò anche in ragione del limitato tempo residuo della stagione estiva”.

Quindi il TAR, la III Sezione del TAR “accoglie l’istanza e per l’effetto, sospende l’efficacia degli atti impugnati disponendo che il Comune consenta l’esercizio dell’attività di parcheggio” fissando un ulteriore udienza - per discutere del merito - il 5 marzo 2026.

Parallelamente, lo stesso giorno e la stessa Sezione, per il parcheggio a Miseno, essendo già fissata una camera di consiglio per il 24 settembre, ha rinviato a questa data la discussione del ricorso ma - attenzione - al tempo stesso “conferma l’efficacia delle misure già adottate con i provvedimenti monocratici” del 22 agosto che ordinavano la riapertura dell’attività nonostante le ingiunzioni del Comune (ordinanza dell’11 settembre, Reg. Ricorsi 3534).

Ricapitolando, quindi, il TAR ha dato ragione di fatto alla Forestale - e non al Comune - che aveva rilevato abusi in 4 parcheggi - cosa abbastanza scontata considerata la giurisprudenza sull’abusivismo peraltro in aree vincolate - ma il giorno dopo lo stesso TAR ha dato ragione a 6 attività - tra cui 3 parcheggi di quelli precedentemente “condannati” - bocciando ripetutamente i provvedimenti del Comune che con caparbia ripicca si era ostinato ad impedire la riapertura di questi parcheggi, uno sforzo inutile.

Perché, come dicevamo all’inizio, il TAR ha dato, il TAR ha tolto… Ma il Comune, in ogni caso, ha abbuscato!

PS: le spese legali del Comune che ha perso questi ricorsi e che adesso potrebbe essere tenuto al risarcimento dei danni, chi le pagherà? Ovvio, noi cittadini contribuenti!

𝗟’𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗟 𝗣𝗔𝗣𝗣𝗜𝗖𝗘
𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶, 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗕𝗲𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶

SOS CUMANA: interruzione ed ipotesi
12/09/2025

SOS CUMANA: interruzione ed ipotesi

SOS CUMANA: INTERRUZIONE ED IPOTESI

Alla vigilia dell’avvio dell’anno scolastico e con la piena ripresa delle attività lavorative, la linea Cumana risulta ancora interrotta nel tratto centrale. Attualmente sono in funzione due tronchi: Torregaveta–Arco Felice e Bagnoli–Montesanto. La nuova tratta, recentemente inaugurata e collocata ai piedi del Monte Olibano, rimane invece sospesa a seguito di una frattura del costone roccioso prodotta da un evento tellurico. Il collegamento tra Arco Felice e Bagnoli è garantito da un servizio di navette sostitutive.

Resta tuttavia aperto un interrogativo tecnico: perché i convogli provenienti da Torregaveta non vengono attestati alla stazione di Gerolomini, immediatamente precedente al tratto interrotto? La circolazione è infatti regolata da un sistema di sicurezza avanzato, l’impianto ACEI con telecomando, che consente la gestione dei treni in maniera automatizzata e in condizioni di massima tutela. Fino a qualche tempo fa era prassi che gli elettrotreni raggiungessero il punto di sospensione della linea, per poi ripartire nel senso opposto in sicurezza.

In questa cornice si inserisce l’iniziativa delle associazioni "Il Coordinamento delle Periferie" e "Il Pappice" che hanno formalmente richiesto a EAV di chiarire le motivazioni alla base della scelta gestionale. Secondo le associazioni civiche, le cause potrebbero essere ricondotte a tre ordini di fattori:

- le difficoltà di applicazione delle procedure interne da parte dello staff aziendale recentemente assegnato alle Linee Flegree;

- l’adeguamento alle normative ANSFISA - Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria - che potrebbero imporre requisiti più stringenti;

- la mancanza di specifici apparati tecnologici - ad esempio i ripetitori di segnali a bordo treno - necessari ad innalzare ulteriormente gli standard di sicurezza.

In attesa di risposte ufficiali, le associazioni sottolineano come, in linea teorica, sia possibile gestire la tratta con il cosiddetto “regime di blocco telefonico”, procedura tradizionale ancora contemplata nei casi di indisponibilità degli apparati centrali (ACEI e telecomando). L’adozione temporanea di tale modalità consentirebbe di attestare i convogli a Gerolomini, limitando così i disagi per l’utenza in questa delicata fase di ripartenza delle attività scolastiche e lavorative.

Appare dunque auspicabile che EAV, di concerto con ANSFISA, fornisca quanto prima un chiarimento ufficiale sui criteri tecnici e normativi che regolano l’attuale limitazione della circolazione, così da garantire trasparenza, rassicurare i pendolari e delineare tempi certi per il ripristino della piena funzionalità della linea.

Geppino Basciano

Torregaveta, 12/09/2025
Il Coordinamento delle Periferie

BRADISISMO, LA SINERGIA DELL’IPOCRISIACosa succede a Bacoli?Succede che basta fare una cronologia dei sismi degli ultimi...
11/09/2025

BRADISISMO, LA SINERGIA DELL’IPOCRISIA

Cosa succede a Bacoli?

Succede che basta fare una cronologia dei sismi degli ultimi mesi per constatare come il bradisismo non solo sia sempre presente - salvo una “pausa” in agosto - ma stia anche evolvendo con scosse più frequenti, più forti e più superficiali:

- 27 settembre 2023, 4.2; - 2 ottobre 2023, 4.0; - 20 maggio 2024, 4.4; - 26 luglio 2024, 4.0; - 13 marzo 2025, 4.4; - 15 marzo 2025, 3.9; - 30 giugno 2025, 4.6; - 18 luglio, 4.0; - 1° settembre, 4.0 dopo uno sciame sismico di 94 micro-terremoti.

E’ una situazione che - senza fare allarmismo - desta comunque preoccupazione nei cittadini più accorti che vorrebbero capire cosa stia accadendo e soprattutto sapere che fare in caso di necessità.

Cosa vedono invece i cittadini?

Da una parte vedono il Comune che allenta la “guardia” dopo le scosse - fateci caso, i controlli si fanno più sbrigativi, i centri di assistenza non vengono allestiti, il COC viene convocato pro forma - mentre il coordinamento del “Centro Operativo Comunale” - in sostanza il braccio operativo del Sindaco in caso di emergenza - è stato tolto alla Comandante di Polizia Municipale, surclassandola di fatto nonostante - gli va riconosciuto - sia stata proprio lei fin dal 2021 ad aver voluto e fatto funzionare il COC (decreto Sindaco 12 del 22 febbraio 2025): trattasi - probabilmente - della stessa “guerra fredda” - diventa via via più evidente - contro la Comandante che il 25 agosto ha denunciato il Comune presso il giudice del lavoro.

Dall’altra parte vedono Stato e Comune litigare su chi abbia detto cosa, quando l’abbia detto, perché l’abbia detto, insomma a chi è meglio dell’altro come - l’avete dimenticato? - il battibecco, con botta e risposta, tra il Sindaco ed il Ministro N. Musumeci dopo il crollo del costone dell’isolotto di Pennata a luglio: alla faccia della sinergia istituzionale!

Che in realtà né lo Stato né il Comune brillano per coerenza sulla questione bradisismica e basta vedere questi due semplici esempi:

- Il Governo ha istituito una “zona di intervento bradisismica” - un cerchio intorno alla Solfatara in cui è vietata l’edificazione ed in cui sono previsti maggiori controlli - che comprende solo alcune zone del nostro Comune, come se fosse possibile dividere un quartiere dall’altro, come se una scossa venga avvertita o faccia più danni a Bacoli o Baia che a Cuma o Ca****la (Decreto Legge 91 del 2 luglio 2024) ;

- Il Comune, dal canto suo, nel suo PUC, utilizzando anche questo escamotage, proprio ai limiti di questa zona governativa, a Cuma e Ca****la, ha progettato una proficua e redditizia - per i proprietari fondiari e le ditte edili, ovviamente - colata di 124.500 mc di cemento armato per realizzare 300-350 nuovi appartamenti in proprietà privata su zona vincolata ed esposta al bradisismo quanto i nostri costoni al Poggio, a Pennata o a Cento Camerelle.

Alle pendici dei quali, sempre per decisione del Comune, a Marina Grande, sono stati sparati i fuochi pirotecnici per la festa di S. Anna: siamo proprio certi che i costoni non ne abbiano risentito?

In questi casi il bradisismo non c’è? C’è per chiedere soldi al Governo e fare lavori o assunzioni di dipendenti ma poi scompare così da consentire la speculazione edilizia di palazzinari e proprietari nonché grandi elettori degli attuali politici?

Ipocriti.

PS per l’isolotto di Pennata: il Comune ha dimenticato che le fasce costiere sono demanio marittimo non suscettibile né di possesso né di usucapione (art. 1145 codice civile)? Il Comune ha dimenticato il divieto di edificazione entro la fascia di 300 metri dal demanio marittimo e dal ciglio più elevato dal mare (lettera a, art. 82 DPR 616/1977 come modificato dalla Legge 431/1985)? Insomma il Comune dice che il costone ceduto è privato ma ne siamo proprio sicuri?

𝗟’𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗟 𝗣𝗔𝗣𝗣𝗜𝗖𝗘
𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶, 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗕𝗲𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶

Cosa succede a Bacoli? FOGNE E ZANZARE
10/09/2025

Cosa succede a Bacoli? FOGNE E ZANZARE

PARCO CERILLO A RISCHIO CHIUSURACosa succede a Bacoli?Succede che il “Parco Cerillo” sembra stia davvero per chiudere pe...
09/09/2025

PARCO CERILLO A RISCHIO CHIUSURA

Cosa succede a Bacoli?

Succede che il “Parco Cerillo” sembra stia davvero per chiudere perché non più nelle condizioni di poter continuare con questa esperienza frequentata da tanti giovani e non.

La cooperativa sociale “Tre Foglie” che dal 4 marzo 2017 ha sostituito l’ATS delle quattro originarie associazioni cui era stata affidata il 4 marzo 2015 l’area a seguito di un controverso bando, che durante i successivi tre anni ha ripulito e reso fruibile il Parco, che tutt’oggi tiene aperta e viva con diversi eventi - tutti gratuiti - questa “Oasi Pubblica di Ambiente e Cultura”, adesso non arriva più a fine mese.

Non ce la fa solo con un bar di solo 37 mq - che lavora specialmente l’estate - a fronte di un fitto di 8 mila euro (art. 2, convenzione) da versare ogni anno al Comune - particolare questo spesso sottaciuto - cui si aggiungono 2 mila euro di assicurazioni e 40 mila euro di spese per la cura del verde.

Costi - questo è il punto - necessari soprattutto per sopperire alle mancanze del Comune che resta indifferente alla vicenda.

Quando infatti il 12 settembre 2022 l’Amministrazione aveva emesso un nuovo bando per l’affidamento dell’area - cosa giustissima - e nessuno vi aveva partecipato, quando poi la stessa Amministrazione aveva avviato una procedura negoziata con 4 associazioni e nessuna aveva risposto, è stato allora il Comune a ricontattare il 10 novembre 2022 la cooperativa “Tre foglie”.

Siglando con essa il 1° febbraio 2023 una nuova convenzione valida per 6 anni con la quale aveva “limitato” le competenze delle “Tre Foglie” al solo bar, alla sola area-bar di 600 mq, alla sola guardiola - adiacente la Villa, 40 mq - riservandosi il Comune la manutenzione straordinaria degli “orti sociali” di 5 mila mq destinati ad attività socio-educative e quindi “estranei” al bar che restava così la sola fonte di entrate per far fronte alla manutenzione ordinaria dei beni affidati (art. 1 e 6 convenzione).

Peccato che il Comune questa manutenzione non l’abbia mai garantita nonostante la bellezza di 24 pec di sollecito inviate - come d’obbligo secondo la convenzione - alle quali l’Ufficio Patrimonio però non ha mai risposto (art. 8 convenzione)...

Peccato che il Comune solo a marzo 2025 si sia limitato alla potatura di qualche alberi con una spesa di 9.760 euro alla “Il Giardiniere Sas” di Pozzuoli quando ne servirebbero sei volte tanti per un’area verde - l’intero Parco - di circa 14 mila mq (determina 272 del 20 febbraio 2025)...

Peccato che il Comune non abbia ancora aggiustato o sostituito l’altalena, scivolo e seggiolini a molla - nonostante sia una spesa minima - che erano stati donati nel 2018 dall’associazione “Insieme per l’Infanzia” ai tanti bambini cresciuti nel Parco...

Peccato che il Comune abbia voluto entrare nel calendario degli eventi di quest’estate senza però stanziare un euro - quando solitamente un paio di migliaia di euro non si negano a nessuna associazione purché servizievole e servile - sembra perché indispettito dal carattere “antipatico” ed “indipendente” dei fruitori del Parco… Permalosi!

Comunque a fronte delle mancanze del Comune - e di un neanche troppo velato ostruzionismo dell’Amministrazione - dinanzi l’evidente calo turistico-commerciale di questa estate - il 35-50 % ma nel Centro Storico, per alcune attività, addirittura il 70% - adesso le spese di gestione hanno superato le entrate.

Spese che neanche è possibile ammortizzare sul lungo tempo - investendo ad esempio su un ampliamento del bar - in quanto il contratto scade tra tre anni e sul futuro non ci sono certezze…

Il rischio di chiusura allora è davvero reale anche se questo significa perdere un’esperienza di inclusione sociale che fa rete con altre eccellenze napoletane del Terzo settore e anche se questo significa licenziare ragazzi con contratti a tempo indeterminato o soci della cooperativa, soggetti svantaggiati o con patologie.

Vedremo se nei prossimi mesi si troverà un accomodamento, se il Comune vorrà fare delle aperture per evitare un’altra “chiusura” col rischio - in questo caso - che senza manutenzione - non garantita finora dal Comune - il Parco torni abbandonato come dieci anni fa.

Vedremo se ciò sarà possibile o se prevarrà il consueto istinto vendicativo che intende eliminare le residue tracce degli ultimi oppositori e che vede nel Parco Cerillo la sopravvissuta ridotta dell’ex Vicesindaco S. Illiano quando invece l’attuale cooperativa non ha collegamenti con la precedente ATS.

Forse è troppo chiedere che l’Amministrazione non sia mossa da ripicche e cattiverie ma se la questione di “Parco Cerillo” diviene una contesa politica, l’eterna sfida tra il vecchio ed il nuovo - chi sono i vecchi e chi i nuovi? - allora non ci speranze.

In questo caso il destino del Parco è segnato.

𝗟’𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗟 𝗣𝗔𝗣𝗣𝗜𝗖𝗘
𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶, 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗕𝗲𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶

Cosa succede a Bacoli? Miseno e l'onorevole delle meraviglie Francesco Emilio Borrelli
08/09/2025

Cosa succede a Bacoli? Miseno e l'onorevole delle meraviglie Francesco Emilio Borrelli

FUSARO, UNA PISTA NON TRASPARENTECosa succede a Bacoli?Succede che la chiusura della pista ciclabile del Fusaro - vicend...
06/09/2025

FUSARO, UNA PISTA NON TRASPARENTE

Cosa succede a Bacoli?

Succede che la chiusura della pista ciclabile del Fusaro - vicenda che sembra si stia risolvendo con interventi in corso sia sulle travi fradice sia sulla vegetazione incolta - è rivelatrice anche di un’altra seria mancanza delle istituzioni locali: la trasparenza.

Da una parte infatti il “Centro Ittico Campano” si era limitato a degli insignificanti fogli A4 appesi fuori i cancelli chiusi con un laconico comunicato: “Avviso Zona Interdetta”.

Dall’altra parte il Comune aveva pubblicato sull’Albo Pretorio un’ordinanza riguardante la pista che però non era consultabile in quanto “atto soggetto al trattamento della Privacy” (ordinanza n. 143 del 29 agosto).

Tutto qui tanto che i cittadini hanno potuto apprendere maggiori informazioni - su motivi e tempi della chiusura - solo grazie a giornalisti ed alle Associazioni.

E solo su questa pagina venivano a conoscenza che il Comune aveva ordinato al CIC:

“di porre in essere, ad horas, tutte le misure necessarie per la rimozione della situazione di pericolo per la pubblica e privata incolumità, ivi comprese tutte le misure necessarie al fine di prevenire la diffusione del VIRUS WEST NILE”.

Quindi, non solo CIC e Comune - che poi sono sempre la stessa cosa, anzi la stessa persona - non garantivano un’adeguata informazione ai cittadini venendo meno ai loro doveri di trasparenza verso l’utenza in merito la gestione di un bene pubblico.

Ma sia il CIC sia il Comune - cosa ancora più grave - avevano sottaciuto che - tra i motivi della chiusura - vi erano ragioni di salute pubblica cioè misure di contrasto alla diffusione del virus “West Nile”, misure volute dalla Regione Campania (prot. 367659 del 23 luglio 2025), misure che andavano divulgate alla cittadinanza e non tenute nascoste!

Un’omissione gravissima che il 4 settembre abbiamo denunciato con una pec alle Autorità di garanzia della trasparenza nelle Pubbliche Amministrazioni - Commissione per l’accesso civico della Presidenza del Consiglio, Difensore civico della Regione e della Città Metropolitana - nonché a quelle Sanitarie e di Polizia.

Guarda caso, proprio ieri, il giorno dopo il nostro esposto, l’ordinanza è divenuta finalmente consultabile sull’Albo Pretorio e la Segretaria Comunale ci ha risposto con un pec precisando (prot. 26182 del 5 settembre 2025):

“L’iter procedimentale della predetta ordinanza, sulla piattaforma digitale in uso all’ente, è stato avviato, per mero errore materiale, con l’impostazione di “privacy”, in quanto l’Area V di competenza, adotta normalmente ordinanze in materia di edilizia privata soggette ad oscuramento dei dati sensibili”.

Secondo la dott. T. De Rosa - “per mero errore materiale” - l’ordinanza è stata “scambiata” dall’Ufficio Tecnico Privato come una qualsiasi diffida di chiusura - tipo quelle inviate a ristoranti e parcheggi - e quindi soggetta alla privacy.

Invece si trattava non solo di un provvedimento di salute pubblica ma anche di una misura diretta al CIC che è una Società del Comune e non una qualsiasi “Spa” da chiudere…

Non ci resta che credere alla buona fede degli Uffici ma se siffatti errori continuano a verificarsi è anche colpa della fretta, della superficialità, della mancanza di verifiche interne alla macchina comunale, verifiche che sono in capo alla Segretaria Comunale.

La quale - gli va riconosciuto - ha avuto almeno la trasparenza - appunto - di rispondere cosa che invece il CIC si ostina a non fare.

Si compiace infatti l’Amministratore, S. Cosentini, di considerare il CIC alla stregua di una società privata, di un bene di famiglia quando invece egli amministra - per conto dei cittadini! - oltre un quinto del territorio comunale.

Il fatto che decida a chi rispondere e chi no, utilizzando una parzialità nelle relazioni pubbliche pari solo allo snobismo di certe sue iniziative, non ci scoraggia ma ci motiva ancora di più.

Ci sprona a smontare, pezzo dopo pezzo, contratto dopo contratto, concessione dopo concessione, quel grande carrozzone immobiliare che è il CIC e che da anni foraggia la peggiore politica clientelare di Bacoli.

𝗟’𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗟 𝗣𝗔𝗣𝗣𝗜𝗖𝗘
𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶, 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗕𝗲𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶

PIANO TRAFFICO, AFFIDATO L’AGGIORNAMENTOCosa succede a Bacoli?Succede che finalmente il Comune ha avviato l’aggiornament...
05/09/2025

PIANO TRAFFICO, AFFIDATO L’AGGIORNAMENTO

Cosa succede a Bacoli?

Succede che finalmente il Comune ha avviato l’aggiornamento del “Piano Traffico” come avrebbe dovuto fare da anni e come recentemente imposto dal TAR ma - al momento - non si sa se recepirà anche le novità del PUC dello scorso anno.

Andiamo però con ordine… Il “Piano Generale del Traffico Urbano” (PGTU) - adottato durante l’Amministrazione A. Illiano (delibera consiliare n. 13 del 30 gennaio 1998) - è stato aggiornato già due volte, prima dall’Amministrazione E. Schiano (delibera Giunta n. 365 dell’11 dicembre 2013) poi dal Commissario F. Tarricone (delibera n. 52 del 23 agosto 2018).

Da allora, per 7 anni, corrispondenti tutti all’attuale Amministrazione (primo e secondo mandato) il PUT non è stato mai aggiornato nonostante la legge ne imponga una revisione biennale.

E nonostante il Comune - specialmente da questo marzo, a seguito della chiusura dei parcheggi disposta in applicazione del PUC - abbia un disperato bisogno di un aggiornato dispositivo del traffico e della sosta - tutt’altra cosa rispetto il temporaneo e limitato “dispositivo Leone” - come del resto gli è stato imposto dalla Giustizia Amministrativa.

Infatti il TAR ha più volte decretato che in riferimento al traffico estivo - a seguito della chiusura dei parcheggi - “gli effetti in termini di viabilità supportati anche da episodi di bradisismo, depongono per per l’adozione da parte del comune di misure conseguenziali e di disciplina complessiva sin da subito coerenti con le scelte generali e di pianificazione” cioè per l’adozione di un PUT coerente al nuovo PUC (decreto Presidente III Sezione, RR.PP.CC. 1330 del 19 giugno 2025).

Adesso dopo anni di silenzio e mesi di caos il Comune sembra correre ai ripari con l’Area V che ha recentemente determinato “di affidare l’incarico di “aggiornamento degli strumenti di pianificazione Piano Generale del Traffico Urbano” alla società di ingegneria IN.CO.SE.T. Srl, con sede in Cava de’ Tirreni (SA) per complessivi € 31.085,60” (determina 1501 dell’11 agosto 2025).

Perfetto… Come sempre osserveremo il Piano una volta aggiornato e pubblicato quando sarà sottoposto - come per il PUC - alle deduzioni dei cittadini e quindi alle controdeduzioni del Comune: verificheremo allora, nei fatti, se le previsioni vengono incontro alle esigenze di diminuzione del traffico che - abbiamo scoperto! - non è mai scomparso dalla nostra Città.

Ci lascia perplessi però il fatto che nelle motivazioni del provvedimento di affidamento l’Ufficio Tecnico specifici:

“Che l’aggiornamento biennale fissato al 23/08/2020 avrebbe dovuto recepire quanto statuito con deliberazione avente ad oggetto “Adesione del Comune di Bacoli all’esercitazione EXE 2019 Rischio Vulcanico ed approvazione di preliminare di piano Rischio” è slittato causa emergenza pandemica da COVID 19”.

Premesso che il COVID è finito nel 2021 - quindi per i successivi 4 anni l’Amministrazione ha lasciato la Città sprovvista di un Piano - il Comune vuole limitare l’aggiornamento soltanto alle nuove - importantissime, per ca**tà - previsioni del Piano di evacuazione?

Come tuttavia ci ricorda il TAR, il nuovo PUT dovrebbe essere conforme, dovrebbe adeguarsi anzitutto al principale strumento urbanistico del territorio, approvato un anno fa: il PUC.

Il quale “rivoluziona” la viabilità locale prevedendo la scomparsa dei parcheggi a Miseno-Miliscola, la pedonalizzazione dell’attuale via Miliscola, la creazione di una strada interna ed arretrata.

Previsioni significative che impattato sull’attuale PUT che - in molti dimenticano - prevede ancora sia il ticket estivo sia Centro Storico e Porto aperti cioè senza ZTL: come si pensa allora di “circoscrivere” le modifiche del PUT al bradisismo senza affrontare il fatto che Miliscola, Baia, Bacoli sono o saranno di fatto delle “isole pedonali” ?

Sarebbe opportuno che questi 31 mila euro dei cittadini non vengano buttati per piani poi inattuabili perché in contrasto con altre - discutibili - scelte imposte dal Comune bensì siano usati per affrontare un problema serio come quello del traffico.

Traffico che non è scomparso - come l’Amministrazione vorrebbe far credere - altrimenti cosa sono tutte queste auto in fila, la scorsa domenica, per lasciare Miseno?

Da dove escono fuori?

𝗟’𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗟 𝗣𝗔𝗣𝗣𝗜𝗖𝗘
𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶, 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗕𝗲𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶

TPL al collasso - Il paradosso flegreo: la mobilità cede al rischio...
04/09/2025

TPL al collasso - Il paradosso flegreo: la mobilità cede al rischio...

PARADOSSO FLEGREO: QUANDO LA MOBILITA’ CEDE AL RISCHIO

Nel cuore dell’area flegrea, dove il suolo respira e talvolta trema, la mobilità dovrebbe essere il primo presidio di sicurezza. Eppure, proprio lì dove il rischio geologico impone rapidità, efficienza e resilienza, il sistema di trasporto intermodale si arresta. Il programma speciale nato con la legge finanziaria n. 887 del 1984, pensato per affrontare il bradisismo con una rete di trasporti integrata e sicura, oggi mostra tutte le sue crepe. Non nel terreno, ma nella progettazione.

Le scosse sismiche superiori ai 4 gradi di magnitudo, come da protocollo, impongono la sospensione automatica del servizio ferroviario. È accaduto di recente, e con la fratturazione del Monte Olibano, la linea è stata chiusa. Un nodo strategico per l’evacuazione e la gestione dell’emergenza è rimasto paralizzato. Il paradosso è evidente: il piano pensato per proteggere la popolazione si blocca proprio quando dovrebbe entrare in funzione.

A rendere il quadro ancora più critico, la chiusura delle stazioni di Baia e Pozzuoli Centro, l’eliminazione di quelle di Cantieri, Cappuccini e Terme La Pietra. Luoghi che non sono solo fermate, ma snodi vitali per la mobilità urbana e costiera. La loro inattività limita l’accesso ai servizi essenziali, isola intere comunità e mina lo spirito stesso del programma intermodale: garantire spostamenti rapidi e sicuri in un territorio ad alto rischio.

La mobilità sostenibile, che avrebbe dovuto essere lo strumento di adattamento al rischio, si rivela fragile. Il Piano speditivo di emergenza, che prevede scenari di evacuazione basati sull’efficienza del trasporto pubblico, rischia di diventare un esercizio teorico. Perché senza treni, senza stazioni, senza alternative, l’emergenza non si gestisce: si subisce.

Serve una revisione profonda, non un rattoppo. Non basta costruire infrastrutture se non si garantisce la loro operatività in condizioni critiche. Occorre un sistema flessibile, integrato, capace di adattarsi al contesto geologico mutevole dell’area flegrea. Un modello che non si limiti a reagire, ma che anticipi, assorba e superi lo stress.

La sicurezza non è un’opzione. È un diritto. E in un territorio dove la terra può cambiare forma da un giorno all’altro, la mobilità deve essere il primo strumento di protezione. Non il primo a cedere.

Geppino Basciano

Torregaveta, 04/09/2025
Il Coordinamento delle Periferie

PARCHEGGI, CANOE E DOCCE FREDDE…Cosa succede a Bacoli?Succede che sono fermi i lavori alla nuova “area di ammassamento” ...
03/09/2025

PARCHEGGI, CANOE E DOCCE FREDDE…

Cosa succede a Bacoli?

Succede che sono fermi i lavori alla nuova “area di ammassamento” limitrofa al campo sportivo di Cuma ed al futuro “centro canoe” sulle spoglie dell’ex liceo di Casevecchie.

A Cuma i lavori - 500.000 euro della Città Metropolitana - si sono interrotti in attesa della Commissione paesaggistica e della Soprintendenza con la quale il Comune - a fine luglio - ha concordato di realizzare una pavimentazione drenante eco-compatibile sulle due rampe di accesso alla strada per questa che sarà un’area per i mezzi della Protezione Civile in caso di bradisismo e non come - equivocamente si dice - un parcheggio d’interscambio.

A Casevecchie invece l’opera è ferma in quanto la Regione non ha concesso ancora la Vinca o - volendo essere più precisi - il Comune ha mandato a Napoli prima uno screening di Vinca che non è stato ritenuto sufficiente, cui è seguita una Vinca appropriata sulla quale si aspetta una risposta dell’Ufficio VAS.

Cosa che crea un problema abbastanza serio dato che l’opera è stata finanziata con fondi del PNRR - finora sono stati spesi 1.848.638,51 euro - e che quindi una dilazione dei tempi ed un mancato rispetto della “tabella di marcia” potrebbe portare ad una verifica della Corte dei Conti.

Staremo a vedere ma se sul fronte dei parcheggi pubblici le cose rallentano, su quello dei parcheggi privati invece il Comune incassa due sonore bocciature dal TAR che ha dato ragione prima al parcheggio a Miseno e poi a quello dell’ex Tetris (decreti 1835/2025 del 22 agosto e 1842/2025 del 27 agosto 2025).

Dinanzi l’ennesimo niet del Comune alla SCIA, nonostante fosse stata ripetuta la conferenza dei servizi, nonostante lo stesso TAR avesse decretato in maniera cautelare la non indispensabilità della Vinca, il Presidente della III Sezione ha:

“Rilevato che l’area in questione è allo stato libera, che per l’esercizio dell’attività di parcheggio non risulta necessaria la realizzazione di alcuna opera; ritenuto che il parere della Soprintendenza non risulta ostativo allo svolgimento della suddetta attività (posto che questa non richiede l’effettuazione di lavori)”

E quindi il Giudice Amministrativo - in attesa di decidere nel merito durante l’udienza del 24 settembre - ha annullato cautelarmente i dinieghi del Comune - così che le attività hanno potuto riaprire - precisando che:

“non potranno essere opposte nuove ragioni ostative dal Comune (in considerazione del principio dello one shot)”.

Una vera e propria “doccia fredda” per il Comune.

Altro dettaglio meritevole d’attenzione è che nel motivare i suoi provvedimenti, il Presidente M. M. Liguori ha precisato che:

“per l’esercizio dell’attività di parcheggio non risulta necessaria la realizzazione di alcuna opera per cui appare dubbio il contrasto con l’art. 24 delle NTA del PUC, posto a fondamento del nuovo diniego adottato dal Comune di Bacoli”.

Quindi - e non lo diciamo noi ma il TAR - è il PUC “a fondamento del nuovo diniego adottato dal Comune” per ammissione - peraltro - del Comune stesso.

Trattasi dell’ultima dimostrazione che le chiusure - a partire dalle diffide del 21 marzo - sono volute e motivate dal Comune in attuazione del PUC che è quindi la principale - anche se non unica - causa di quanto avvenuto.

Questo fa chiarezza sulle responsabilità dell’Amministrazione che tanto ha voluto - e vuole tuttora - questo PUC, una chiarezza che sarebbe indispensabile anche in un altro caso che - come spesso accade - sta andando nel “dimenticatoio” di un “Paese Barzelletta” come il nostro…

Parliamo del tristemente fangoso “Green Park” al Fusaro dove - eravamo rimasti - col PM R. Barela che aveva disposto il “dissequestro temporaneo” per permettere alla ditta responsabile dello sversamento abusivo di brecciame, di rimuoverlo entro sette giorni (dispositivo 18848 del 23 luglio 2025).

Ebbene dopo oltre un mese il brecciame sta sempre là così come stanno sempre là le affermazioni del responsabile della ditta che l’ha sversato, il quale - interrogato dalla Forestale - ha dichiarato che:

“Aveva inteso di essere stato implicitamente autorizzato all’intervento dall’Amministrazione del Comune di Bacoli”.

Il punto è proprio questo: chi dell’Amministrazione è stato?

𝗟’𝗔𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗜𝗟 𝗣𝗔𝗣𝗣𝗜𝗖𝗘
𝗗𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗗𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶, 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼, 𝗕𝗲𝗻𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶

Indirizzo

Piazza Marconi
Bacoli
80070

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