
04/08/2025
Ieri sono morte tre persone, uccise da un automobilista che le ha investite mentre pedalavano, e sono quasi 24 ore che leggo i commenti più assurdi e insensati sotto alle pagine delle varie testate che ne hanno diffuso la notizia.
Commenti che danno l’esatta misura dell’arretramento culturale sempre più preoccupante che investe la nostra “Bella Italia” e che lasciano trasparire la mancanza di un concetto fondamentale: i più forti hanno la responsabilità della cura dei più deboli. Questo è un principio che dovrebbe essere alla base di una società moderna ed equa.
Ad ogni modo mi concentrerò su alcuni dei bias emersi dai commenti. Chi guida un’automobile (e spesso sento le stesse obiezioni da parte di “colleghi” ciclisti quando si mettono alla guida) parte dal presupposto ERRATO che avere un mezzo pesante li ponga nella condizione di precedenza su tutto e tutti quando, in realtà, è l’esatto contrario!
I PEDONI SI LANCIANO: Quello che viene descritto come “lancio” (o tuffo a pesce, come ho letto da qualche parte) altri non è che il sacrosanto diritto ad attraversare. Un pedone ha il diritto di muovere il primo passo. L’automobilista che approccia le strisce pedonali DEVE rallentare a prescindere. Il pedone NON ha il dovere di segnalare in nessun modo che starà per attraversare in quanto, sulle strisce, ha precedenza assoluta su tutto e tutti. Quando non vedete un pedone, probabilmente, è perché siete distratti, state andando troppo forte, o altri automobilisti come Voi, stanno occupando gli spazi in maniera anomala.
I CICLISTI NON GIRANO IN FILA INDIANA: Girare in fila indiana DIMINUISCE la sicurezza di chi pedala. In tutta Europa è consigliato procedere in coppia per occupare una porzione di carreggiata adeguata al rendersi più visibili e, soprattutto, non dare a chi sopraggiunge l’idea che ci si passi a prescindere. Le statistiche non mentono: muoiono e vengono investiti i ciclisti solitari o che procedono in fila indiana schiacciati sul margine destro della strada.
BISOGNA STARE SCHIACCIATI A DESTRA SUL MARGINE DELLA STRADA: Altro errore e altra convinzione da rivedere. Si ha il diritto di occupare uno spazio adeguato sulla carreggiata proprio per non dare, a chi sopraggiunge, l’impressione che ci si passi sempre e comunque. Chi sopraggiunge si metterà dietro e attenderà le condizioni di sicurezza per effettuare il sorpasso. Condizioni che devono riguardare in primis la sicurezza di chi è sulla bici visto che, chi è in auto, è già protetto dalla carrozzeria della vettura e, se colpisse il ciclista, al massimo si farebbe qualche graffio alla vernice.
LA VELOCITÀ NON CONTA: Quando sento dire che “a 30 o a 50 all’ora non cambia nulla” o “in autostrada a 100 o 150 se devo morire muoio lo stesso” mi sanguinano le orecchie. La velocità è la prima causa di morte ed è, soprattutto, elemento che può fare la differenza in caso di incidente, tra vivere e morire. In città bisogna adeguarsi alla velocità dei veicoli più lenti, quindi procedere a una media massima di 30 km/h oltre che obbligato (Sperando che le città30 diventino la norma) dovrebbe essere una norma di buon comportamento.
Ricordate: su quella strada, il prossimo a essere investito potrebbe essere vostro figlio/a, un amico/parente o voi stessi. Quando fate i prepotenti di fronte a queste disgrazie ricordate che al posto delle vittime, la prossima volta, potrebbe trovarsi un vostro caro.