BIKENEWS.IT Cycling News Since 2000 DC

BIKENEWS.IT Cycling News Since 2000 DC Ciclismo on line - Cycling News - eventi, gare, video ed immagini di Ciclismo.

Pagina Facebook del giornale on line BIKENEWS.IT, fondato nell'anno 2000 da Andrea Magnani, figlio d'arte di un ex professionista del Team Salvarani diretto negli anni '60 da Luciano Pezzi, squadrone che ha annoverato fra le sue file campioni del rango di Gimondi, Taccone, Pambianco, Adorni, Motta ed altri. La passione per il ciclismo ha portato questo giornale, uno dei primi nella storia di inter

net, a diventare un punto di riferimento storico nel settore, ancor prima che le testate giornalistiche su cartaceo creassero le loro pagine on line. Oggi BIKENEWS.IT è sempre gestita da Andrea con la collaborazione fiorente di Cristian Gualandris (struttura tecnica) e Francesca e Michele Lugeri (pubblicazione di contenuti).

04/08/2025

Ieri sono morte tre persone, uccise da un automobilista che le ha investite mentre pedalavano, e sono quasi 24 ore che leggo i commenti più assurdi e insensati sotto alle pagine delle varie testate che ne hanno diffuso la notizia.

Commenti che danno l’esatta misura dell’arretramento culturale sempre più preoccupante che investe la nostra “Bella Italia” e che lasciano trasparire la mancanza di un concetto fondamentale: i più forti hanno la responsabilità della cura dei più deboli. Questo è un principio che dovrebbe essere alla base di una società moderna ed equa.

Ad ogni modo mi concentrerò su alcuni dei bias emersi dai commenti. Chi guida un’automobile (e spesso sento le stesse obiezioni da parte di “colleghi” ciclisti quando si mettono alla guida) parte dal presupposto ERRATO che avere un mezzo pesante li ponga nella condizione di precedenza su tutto e tutti quando, in realtà, è l’esatto contrario!

I PEDONI SI LANCIANO: Quello che viene descritto come “lancio” (o tuffo a pesce, come ho letto da qualche parte) altri non è che il sacrosanto diritto ad attraversare. Un pedone ha il diritto di muovere il primo passo. L’automobilista che approccia le strisce pedonali DEVE rallentare a prescindere. Il pedone NON ha il dovere di segnalare in nessun modo che starà per attraversare in quanto, sulle strisce, ha precedenza assoluta su tutto e tutti. Quando non vedete un pedone, probabilmente, è perché siete distratti, state andando troppo forte, o altri automobilisti come Voi, stanno occupando gli spazi in maniera anomala.

I CICLISTI NON GIRANO IN FILA INDIANA: Girare in fila indiana DIMINUISCE la sicurezza di chi pedala. In tutta Europa è consigliato procedere in coppia per occupare una porzione di carreggiata adeguata al rendersi più visibili e, soprattutto, non dare a chi sopraggiunge l’idea che ci si passi a prescindere. Le statistiche non mentono: muoiono e vengono investiti i ciclisti solitari o che procedono in fila indiana schiacciati sul margine destro della strada.

BISOGNA STARE SCHIACCIATI A DESTRA SUL MARGINE DELLA STRADA: Altro errore e altra convinzione da rivedere. Si ha il diritto di occupare uno spazio adeguato sulla carreggiata proprio per non dare, a chi sopraggiunge, l’impressione che ci si passi sempre e comunque. Chi sopraggiunge si metterà dietro e attenderà le condizioni di sicurezza per effettuare il sorpasso. Condizioni che devono riguardare in primis la sicurezza di chi è sulla bici visto che, chi è in auto, è già protetto dalla carrozzeria della vettura e, se colpisse il ciclista, al massimo si farebbe qualche graffio alla vernice.

LA VELOCITÀ NON CONTA: Quando sento dire che “a 30 o a 50 all’ora non cambia nulla” o “in autostrada a 100 o 150 se devo morire muoio lo stesso” mi sanguinano le orecchie. La velocità è la prima causa di morte ed è, soprattutto, elemento che può fare la differenza in caso di incidente, tra vivere e morire. In città bisogna adeguarsi alla velocità dei veicoli più lenti, quindi procedere a una media massima di 30 km/h oltre che obbligato (Sperando che le città30 diventino la norma) dovrebbe essere una norma di buon comportamento.

Ricordate: su quella strada, il prossimo a essere investito potrebbe essere vostro figlio/a, un amico/parente o voi stessi. Quando fate i prepotenti di fronte a queste disgrazie ricordate che al posto delle vittime, la prossima volta, potrebbe trovarsi un vostro caro.

02/08/2025

🇮🇹 L’istinto di un ciclista, quando cade, è quello di rialzarsi, verificare i danni e risalire subito in sella. È un gesto quasi istintivo, difficile da controllare (ed ecco perché, per fortuna, sono stati introdotti dei protocolli di stop e verifica degli atleti in diretta durante le cadute che accadono nelle gare ufficiali) ma che spesso può essere rischioso. Molti mi hanno chiesto se mi sia reso conto della gravità mentre venivo trasportato in ospedale. Onestamente “NO”. Un ciclista è abituato al dolore delle cadute, per quanto intenso e si pensa sempre che sia qualcosa di passeggero. Il vero momento di paura, immobilizzato sulla barella, è stato quando il medico mi ha comunicato la gravità delle fratture, sottoponendomi a una serie di test per il forte sospetto che potessero esserci compromissioni a livello midollare. Lì, più che dolore, ho provato “Paura”. Paura di non poter stare sulle mie gambe, di non poter camminare né risalire in sella.
Quando questi rischi sono stati scongiurati e ho potuto muovere gambe e braccia naturalmente, è stato come rinascere per una seconda volta. Benché il percorso sarà lungo e tortuoso, poterlo affrontare è di per se una cosa di cui essere grato.

🇬🇧 The cyclist's instinct, after a fall, is to get up, check the damage, and get back on the bike immediately. It's an instinctive action, difficult to control (this is why, fortunately, protocols have been introduced to stop and check athletes live during falls that occur in official races), but it can often be risky. Many have asked me if I realized how serious the injury was while I was being transported to the hospital: Honestly I said, "NO." A cyclist is accustomed to the pain, sometimes intense, and he always thinks it's just temporary. The real moment of fear, immobilized on the stretcher, was when the doctor told me the severity of the fractures, subjecting me to a series of tests due to the strong suspicion that there might be spinal cord damage. There, more than pain, I felt "Fear." Fear of not being able to stand on my own two feet, of not being able to walk or get back on the bike. When these risks were averted and I was able to move my legs and arms naturally, it was like being reborn a second time. Although the journey will be long and winding, being able to undertake it is in itself something to be grateful for.



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26/07/2025

🇮🇹 Quando lo scorso anno, pochi chilometri dopo il via sono scivolato in uno dei tratti sterrati della Transcontinental, ho stretto i denti e proseguito per 2500 chilometri perche quella prima partecipazione doveva servirmi ad accumulare l’esperienza necessaria per tornare e provare a raggiungere un risultato di prestigio.
Per quasi un anno mi sono allenato pensando a questo giorno. Da Santiago de Compostela avrei preso il via in una delle migliori forme della mia carriera. Io odio maledettamente l’uso del condizionale, per cui il lavoro più grande, ora è sul cercare di non pensare a ciò che sarebbe potuto essere ma “accogliere” questo incidente, seppur terribile, come parte del percorso.
Certo, gli interrogativi sono tanti, a partire dal “sarò in grado di tornare in bicicletta come prima?” La parte fisica è quella che mi preoccupa meno: la vera incognita rimane quella mentale, almeno finché non avrò agganciato di nuovo il pedale, lasciandomi alle spalle i ricordi del terribile impatto.
Sto già facendo il massimo di quanto mi è concesso per recuperare, sia fisicamente che, soprattutto, psicologicamente.
Saranno settimane, mesi, di duro lavoro.

🇬🇧 When last year, a few kilometers after the start, I crashed on one of the gravel sections of the Transcontinental, I gritted my teeth and continued for 2,500 kilometers because that first participation was meant to help me gain the experience necessary to return and try to achieve a prestigious result.
For almost a year, I trained hard with this day in mind. From Santiago de Compostela, I would start in one of the best shape of my career. I hate the use of the conditional, so the hardest work now is trying not to think about what could have been but to "welcome" this accident, terrible as it was, as part of the journey.
Of course, there are many questions, starting with "will I be able to get back on my bicycle like before?" The physical part is what worries me the least: the real unknown remains the mental one, at least until I can clip the shoes on pedals again and leave the memories of the terrible impact behind me.
I'm already doing the best I can to recover, both physically and, above all, psychologically.
There will be weeks, months, of hard work.

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17/07/2025

Il team di GCN Italia fa la sue condoglianze alla famiglia ed agli amici di Samuele Privitera.

Dopo la tremenda caduta avvenuta ieri durante la prima tappa del Giro della Valle d’Aosta, si è spento nella notte.

Ciao Samuele. 💔

17/07/2025

Poche ore dopo la tragedia della morte di Andreas Tonelli, biker esperto e guida MTB in Val Gardena, tra le sue amate Dolomiti, un’altra notizia ha squarciato la notte di chiunque ami il ciclismo e non solo: il giovanissimo Samuele Privitera, 19enne di belle speranze del ciclismo giovanile, ha perso la vita a seguito di una terribile caduta al Giro di Val d’Aosta.
In un momento in cui il rispetto per il dolore dei cari e dei tanti che amavano questi due ragazzi, è d’obbligo, non si può non dare seguito, nell’immediato futuro, a una serie di riflessioni sul tema della sicurezza personale e di chi pratica questo tipo di discipline.

La morte di due giovani ragazzi causa sempre un dolore e un dispiacere immenso e, almeno a me, lascia una scia di riflessioni e di tristezza cui abbiamo il dovere di dare seguito.

😢💔

13/07/2025
11/07/2025

🇮🇹 Se il dolore è fisico (e in questo momento non c’è un centimetro del corpo che non sia percorso da vere e proprie coltellate) la sua gestione è assolutamente mentale.
La sera è il momento peggiore: il sonno e la stanchezza combattono la loro guerra più grande contro i dolori lancinanti. Le fratture alle vertebre cervicali mi impediscono di masticare oltre un certo livello, trovare una posizione è impossibile e nella testa è come avere una squadra di trivellatori a lavoro.
Guardare le lancette dell’orologio sarebbe una tortura: il tempo non è più misurabile attraverso i secondi che (non) passano, ma dai respiri. Un respiro alla volta cercando di controllare il dolore.
Cercare di imprimere questi momenti, nero su bianco, e condividerli con voi che mi seguite da sempre, è in fondo un piccolo pozzo a cui attingere per alimentare la motivazione, mai così bassa.
Ad oggi, davanti a me, vedo l’orizzonte così dannatamente sfocato, come quando ero avvolto dal white out antartico.

🇬🇧 If the pain is physical (and right now there isn’t a centimeter of my body that isn’t being crisscrossed by real stabs), its management is completely a mental affair.
Nighttime is the worst one: sleep and fatigue wage their greatest war against the excruciating pain. The fractures in my cervical vertebrae prevent me from chewing beyond a certain level, finding a position is impossible, and in my head it’s like having a team of drillers at work.
Watching the hands of the clock would be torture: time is no longer measured by the seconds that (don’t) pass, but by breaths. One breath at a time, trying to control the pain.
Trying to capture these moments, black on white, and share them with you who have always followed me, is ultimately a small well from which to draw to fuel my motivation, which has never been so low.
Today, in front of me, I see the horizon so damned blurry, like when I was enveloped in the Antarctic whiteout.

09/07/2025

🇮🇹 Vorrei potervi ringraziare uno ad uno: ho ricevuto migliaia di messaggi, in pubblico ed in privato e sono stato travolto dal vostro affetto. Non posso nascondervi che avete contribuito a rendere meno profondo il buco nero in cui sento di essere sprofondato. Vorrei poter rispondere a tutti uno ad uno, ma pur non riuscendovi vi leggo uno ad uno.
Per chi lo ha chiesto: la situazione è stabile, l’emorragia non preoccupa e, nella sfortuna, il profondo taglio alla testa ha permesso al sangue di uscire quasi completamente.
Per il resto la frattura alle due vertebre richiederà molte settimane quasi completamente immobile con collare h24.
Per la parte che riguarda, invece, il morale, dovrò cercare di prendermi cura della botta fortissima, e affrontare la paura e il terrore che mi continua a riproporre davanti agli occhi il film della caduta a ciclo continuo da oltre tre giorni.
Forse questa sarà l’avventura più difficile che mi troverò a dover affrontare. Ho sempre cercato di condividere con voi gli aspetti più oscuri e complessi della mia attività, non nascondendo mai le difficoltà che un atleta si trova a vivere più nelle sconfitte che nelle vittorie. Grazie per l’affetto e la vicinanza.

🇬🇧 I wish I could thank you all individually: I've received thousands of messages, public and private, and I've been overwhelmed by your love. I can't deny that you've helped to lessen the black hole I feel I've fell into. I wish I could respond to everyone individually, but even if I can't, I'll read you one by one.
For those who asked: the situation is stable, the bleeding isn't worrying, and, fortunately in the bad luck, the deep cut to my head has allowed the blood to drain almost completely.
As for the rest, the fractured vertebrae will require many weeks of almost complete immobility with a 24-hour neck brace.
As for morale, I'll have to try to heal this devastating blow and face the fear and terror that has been replaying the image of the fall over and over again for over three days.
This may be the most difficult adventure I'll ever have to face. I've always tried to share with you the darkest and most complex aspects of my career, never hiding the difficulties an athlete faces, more so in defeat than in victory. Thank you for your love and support.

📸 My first in 1996 at the age of 15 with a broken hand

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Uno sguardo sereno, paterno. Più di un direttore tecnico a detta di tutti.
Da ragazzi fu una scoperta vedere in tv Vito Di Tano ricoperto di fango vincere il mondiale dilettanti a Saccolongo (patria della Alan, la storia del ciclocross) e scoprirlo ferroviere e vederlo sempre e solo dilettante.
In età adulta una presenza rassicurante, che ora mancherà.
Addio a Vito Di Tano, qui nella sua Monopoli al Mondiale 2003.

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Bagno Di Romagna

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Storia di BIKENEWS.IT

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Il 2 giugno 2019 inoltre Andrea Magnani ha ricevuto uno “speciale” riconoscimento dall’Aassociazione del Giornalisti Sportivi, dal Sindaco di Verona e dal Direttore del Giro Mauro Vegni, per aver raccontato in questi anni sulle pagine di BIKENEWS.IT la STORIA del GIRO D’ITALIA e con questo premio la Redazione rinnova il suo ringraziamento per la preziosa collaborazione instaurata in 18 corse rosa, con RCS Sport.

Appuntamento alle prossime avventure raccontando l’epopea di campioni tutti del ciclismo!