24/07/2025
PHOTOGALLERY CALABRIA | L'archeologo britannico Mortimer Wheeler, considerato uno dei padri dello scavo stratigrafico moderno, sosteneva che "l'archeologia è una scienza che deve essere vissuta, deve essere 'condita' con l’umanità. Un’archeologia morta, non è altro che polvere secca sollevata dal vento", con ciò volendo sottolineare l'importanza di comprendere l'elemento umano nelle scoperte archeologiche e di comunicare tali risultati al pubblico. E' quanto abbiamo vissuto nel Parco archeologico di Torre del Mordillo, a Spezzano Albanese, osservando i giovani archeologi della canadese Mount Allison University, guidati dalla prof.ssa Ilaria Battiloro e dal ricercatore Mattia D'Acri (Princeton University) che, con uno scavo speciale dedicato ai visitatori e il recupero di alcuni oggetti ritrovati nell'area di una ampia capanna dell'Età del Bronzo (un grande peso da telaio in terracotta, i frammenti di una enorme giara, alcuni ami da pesca metallici e una brocca ansata), hanno spalancato davanti alle nostre menti una magica finestra spazio-temporale che, riportandoci a oltre 3 mila anni fa, ci ha consentito di ''vedere" una donna che tesseva, un uomo che stoccava derrate alimentari per l'inverno, un altro che si preparava ad andare a pesca nei vicini fiumi o lungo la poco distante costa jonica o qualcuno che versava da bere durante un momento conviviale. E' questa la grande poesia dell'archeologia.
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NEWS: appuntamento venerdì 25 luglio alle 20.30 (accoglienza ore 20.00) presso il Parco Archeologico di Torre del Mordillo (Spezzano Albanese, CS) con la serata dedicata ad astronomia, letteratura ed archeologia (gli archeologi illustreranno al pubblico gli esiti della campagna di scavo 2025). Accesso libero.