La vita a Colori

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Non toccare chi ha più di sessant'anni, sessant'anni e dintorni .... Non siamo solo un’altra generazione: siamo veri sop...
17/11/2025

Non toccare chi ha più di sessant'anni, sessant'anni e dintorni ....
Non siamo solo un’altra generazione: siamo veri sopravvissuti. 😎
Duri come pane raffermo, rapidi come la ciabatta di una nonna arrabbiata —
quella che volava con precisione chirurgica.
A cinque anni capivamo l’umore del genitore dal rumore del coperchio sulla pentola.
A sette, avevamo già le chiavi di casa e le istruzioni:
«C’è da mangiare in frigo. Scaldalo, ma non rovesciare niente.»
A nove preparavamo il pranzo
Stavamo fuori tutto il giorno, senza cellulare,
con un programma preciso: bicicletta e rientro a casa prima che facesse buio.
Le ginocchia, coperte di croste e cicatrici, erano una mappa vivente delle nostre avventure.
E siamo sopravvissuti.
Le sbucciature si curavano con la saliva o con una foglia di piantaggine.
E quando ci lamentavamo, la risposta era:
«Se non c’è sangue, non è niente.»
A merenda mangiavamo pane e olio
Bevevamo dal tubo dell’acqua del giardino —
un sistema immunitario che oggi farebbe scuola — e se avevamo qualche allergia, nessuno ci badava.
Sappiamo come togliere le macchie di erba, di sugo, di biro o di ruggine,
perché “non si usciva di casa vestiti male”, neanche per andare a giocare.
E poi… abbiamo visto e vissuto cose che oggi sembrano preistoria:
– la radio col manopolone,
– la TV in bianco e nero,
– il giradischi con i vinili,
– il mangianastri, le cassette,
– il walkman e i CD…
e oggi ascoltiamo migliaia di canzoni dallo smartphone, ma a volte rimpiangiamo il suono della cassetta che frusciava e si riavvolgeva con una penna.
Con la patente appena presa attraversavamo l’Italia con la 126 ,senza aria condizionata, senza hotel, senza navigatore.
Solo una cartina stradale dell’ACI e un panino avvolto nella stagnola.
Eppure arrivavamo sempre a destinazione.
Senza Google Translate. Con un sorriso e due parole in dialetto.
Siamo l’ultima generazione cresciuti con una adolescenza senza internet,senza powerbank, senza ansia da “batteria al 2%”.
Ci ricordiamo il telefono a disco nel corridoio,
i quaderni di ricette scritte a mano,
e i compleanni segnati sul calendario della cucina.
Nella nostra infanzia e adolescenza :
– si aggiustava tutto con lo scotch, una graffetta o una molletta,
– avevamo un solo canale TV (poi due), e non ci annoiavamo
– “sfogliavamo” l’elenco telefonico, non le notifiche,
– e una chiamata persa voleva dire :
“Ti ho pensato.”
Siamo diversi.
Abbiamo una specie di “amianto emotivo”,
un sistema immunitario forgiato tra freddo, strada e poco zucchero, e riflessi da ninja metropolitano.
Non stuzzicare un sessantenne.....
Ha visto più cose di te, ha vissuto più in profondità.
E in tasca ha ancora una caramella Rossana rimasta lì “per ogni evenienza”.
È sopravvissuto a un’infanzia senza seggiolino, senza casco, senza crema solare.
Alla scuola senza LIM, senza computer, con il sussidiario in cartella.
Alla giovinezza senza social, senza filtri, senza selfie.
Non cerca risposte su Google: si fida del suo istinto.
E ha più ricordi di quanti tu abbia foto nel cloud.

"Di nuovo problemi (questa volta decisamente più complessa la situazione) dovranno vedere se inserire defibrillatore sot...
17/11/2025

"Di nuovo problemi (questa volta decisamente più complessa la situazione) dovranno vedere se inserire defibrillatore sottocutaneo😤
ps
"avessi avuto il cuore ammodo, vedevi te che roba su quella bicicletta "
Mario Cipollini

Sono passati dieci anni dalla morte di Maria Grazia Capulli 💔 Oggi avrebbe 65 anni.
17/11/2025

Sono passati dieci anni dalla morte di Maria Grazia Capulli 💔

Oggi avrebbe 65 anni.

Alla fine di una conferenza stampa, un giornalista chiese a Merkel e Sarkozy: “Avete fiducia che l’Italia metterà in at...
17/11/2025

Alla fine di una conferenza stampa, un giornalista chiese a Merkel e Sarkozy:

“Avete fiducia che l’Italia metterà in atto le riforme promesse da Silvio Berlusconi?”
Sarkozy incrociò lo sguardo di Merkel.

Lei sorrise appena, lui la seguì. Poi entrambi scoppiarono a ridere.

Pochi secondi, ma bastarono per fare il giro del mondo: un momento che divenne il simbolo della crisi di credibilità dell’Italia in Europa.

Oggi, con il tempo a mettere tutto in prospettiva,
c’è chi osserva — con un pizzico di ironia — che l’ultimo a ridere sia stato proprio Silvio Berlusconi, dall’alto.

Che ne pensi?

"Meno male che c’è Sinner a rendere orgogliosi gli italiani. Perché quello che è accaduto alla nostra nazionale di calci...
17/11/2025

"Meno male che c’è Sinner a rendere orgogliosi gli italiani. Perché quello che è accaduto alla nostra nazionale di calcio è sintomo di qualcosa di più ampio: la distruzione del patriottismo da parte della sinistra ha colpito anche i nostri calciatori".
Italo Bo****no

"Torino, è stato un piacere giocare qui ancora una volta. Ancora una volta, voglio dire, in questa finale l’energia è st...
17/11/2025

"Torino, è stato un piacere giocare qui ancora una volta. Ancora una volta, voglio dire, in questa finale l’energia è stata incredibile. Ovviamente la maggior parte di voi tifava per Jannik, ma allo stesso tempo siete stati davvero rispettosi, e questo lo apprezzo molto, davvero. Abbiamo giocato, sapete, questa finale e tutta la settimana qui… quindi grazie mille. Spero davvero di rivedervi l’anno prossimo. Grazie, Torino"
Carlos Alcaraz

“Non c’è possibilità di paragone. Meloni studia, è la migliore allieva di Togliatti, come lui è realista. E ha capito, c...
17/11/2025

“Non c’è possibilità di paragone. Meloni studia, è la migliore allieva di Togliatti, come lui è realista. E ha capito, come prima di lei De Gasperi, che il modo migliore di fare la politica interna è fare la politica estera. Sull’altro fronte vedo il vuoto politico, solo slogan che inseguono l’ultima notizia dei giornali.

Quando Schlein ha detto che la democrazia è a rischio mi sono cadute le braccia”.

- su e .

Pensi abbia ragione o no?

"Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da...
17/11/2025

"Il nostro desiderio è andarcene insieme, lo stesso giorno. L’idea che a una delle due capiti prima è molto difficile da sopportare.
Io e Ellen vogliamo che le nostre ceneri vengano mischiate un giorno con quelle di nostra madre e possano essere conservate tutte e tre insieme.
L'urna comune fa risparmiare spazio. Al giorno d'oggi si dovrebbe risparmiare spazio ovunque. Anche al cimitero".
Alice e Ellen Kessler

SI SONO INVENTATI IL CONDONO EDILIZIO A 7 GIORNI DAL VOTO: SONO IRRESPONSABILI E CIALTRONI. NON FARANNO NULLA A sette gi...
17/11/2025

SI SONO INVENTATI
IL CONDONO EDILIZIO A 7 GIORNI
DAL VOTO: SONO IRRESPONSABILI
E CIALTRONI. NON FARANNO NULLA
A sette giorni dal voto per le regionali si sono inventati il condono. Sono al governo da tre anni, cos’hanno fatto? Nulla. Sono degli irresponsabili. Vogliono usare i fondi sociali europei per aumentare le pensioni al minimo. Non si può fare. Nel 2020 noi raddoppiammo le pensioni minime per due mesi per tutelare i più fragili. Sono dei ciucci.
Vincenzo De Luca

Un pomeriggio qualunque, mentre facevo la spesa con Juno — il mio pastore tedesco di dieci anni, con indosso il suo imbr...
17/11/2025

Un pomeriggio qualunque, mentre facevo la spesa con Juno — il mio pastore tedesco di dieci anni, con indosso il suo imbrago da cane di servizio — ho notato una donna che ci seguiva da lontano. Non c’era nulla di minaccioso nel suo sguardo, solo una tristezza profonda e silenziosa che ci accompagnava da uno scaffale all’altro.
Una volta usciti nel parcheggio, finalmente si è avvicinata. La voce tremante, quasi un sussurro.
«Mi scusi se la disturbo… ma lui si chiama Juno?»
Mi sono irrigidito all’istante. «Come fa a saperlo?»
E lì, accanto ai carrelli, ha cominciato a piangere.
«Sono stata la sua famiglia affidataria quando era cucciolo», ha detto tra le lacrime. «L’ho cresciuto da quando aveva otto settimane fino ai diciotto mesi, poi l’ho affidato per l’addestramento come cane guida. Sono passati nove anni. Non ho mai smesso di pensare a lui, nemmeno un giorno.»
Ha tirato fuori il cellulare. Mi ha mostrato delle foto: Juno da piccolo, con quegli stessi occhi curiosi. E poi un’ultima immagine di lei che lo tiene stretto tra le braccia, entrambi in lacrime, il giorno dell’addio.
«Mi avevano detto che non aveva completato l’addestramento», ha continuato, con un sorriso timido tra le lacrime. «Troppo socievole, dissero. Mi sono sempre chiesta che fine avesse fatto.» Poi il suo sguardo è caduto sull’imbrago. «E adesso, che lavoro fa?»
«Fa l’allerta per il diabete», le ho risposto. «Mi ha salvato la vita sedici volte.»
Non avevo previsto di dirlo. È uscito da solo, come se il cuore avesse parlato prima della mente.
Si è portata una mano alla bocca, di nuovo in lacrime. «Ha senso», ha sussurrato. «Anche da cucciolo capiva quando qualcosa non andava. Mi portava il telefono ogni volta che suonava l’allarme del mio farmaco. Nessuno glielo aveva insegnato. Lo sapeva e basta.»
Abbiamo parlato per venti minuti. Mi ha raccontato storie che solo chi ha amato profondamente può conoscere: di come rubava i calzini, di quanto temesse l’aspirapolvere, di come dormisse sulla schiena con le zampe in aria.
Prima di andare via, si è inginocchiata. Juno è andato subito verso di lei, scodinzolando, e ha poggiato la testa sulla sua spalla. Come se il tempo non fosse mai passato.
«Grazie per averne cura», gli ha sussurrato. Poi mi ha guardato: «E grazie per avermi mostrato che si trova esattamente dove doveva essere.»
Ora le mando una foto di Juno ogni settimana.
E sì, dorme ancora sulla schiena, con le zampe rivolte al cielo.
A chiunque abbia mai accolto, cresciuto o amato un cane che poi ha dovuto lasciare andare: sappiate questo — loro non vi dimenticano. Vivete per sempre nel loro cuore.

17/11/2025

La dodicenne, sorda e bisognosa di farmaci salvavita, è stata trovata nell’abitazione della madre a Bochum: durante l’intervento avrebbe brandito due

"L'unica cosa che ho fatto con Paola Egonu è parlare con lei. Nella prima conversazione le ho detto: 'Non mi interessa E...
17/11/2025

"L'unica cosa che ho fatto con Paola Egonu è parlare con lei. Nella prima conversazione le ho detto: 'Non mi interessa Egonu. Mi interessa PAOLA.'
Ho iniziato così. Per parlare con lei come ragazza.
Abbiamo parlato di molte cose che ovviamente rimangono tra di noi..della sua storia di tutto e poi le ho messo un soprannome. Io la chiamo PANTERA.

Le dico 'Panther, come stai Panther?'...e le ho detto, sai perche ti chiamo pantera? Perche poi sai, lei mi ha detto che la criticavano anche per il fatto che cammina piano. Perche quando le cose vanno male, tutto è male: "Hai visto le pantere come sono? Passo felpato, camminano piano...però quando attaccano NON VANNO PIANO.

Ecco tu quando attacchi devi essere come una pantera, a me non mi frega nulla se cammini piano..'
Ecco la chiave dell'empatia è questa. Cercare argomenti che muovono l'altro, non i propri.
Io non posso motivare l'altro con le MIE motivazioni. Io devo cercare la motivazione dell'altro.
A volte si fanno discorsi del tipo..'Voi, dovete essere dei professionisti..' ma che vuol dire?
I professionisti arrivano in orario, si allenano, finiscono, fanno la doccia e se ne vanno.
'Io NON voglio PROFESSIONISTI, voglio ragazze con un SOGNO, che è diverso!".
Uno non inventa niente, cerca dentro di loro "come posso per fare per farle dare il massimo"
L'essere umano impara per feedback"

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Bari

Sito Web

https://www.afavoredivento.it/

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