Una città che ritorna a pensare in grande, che recupera la dimensione di un’ambizione collettiva, che si realizza lì dove le diverse componenti del suo discorso pubblico producono attrattività e competitività per il suo territorio. La nostra ambizione dunque è quella di informare e formare un pubblico affinché la comunità dei suoi cittadini assuma la consapevolezza di un cambiamento possibile, rea
listico e fattibile. Il cambiamento si realizza attraverso modelli di politiche culturali che si relazionano a una visione urbana della città. Non dimentichiamo che l’ultimo grande e autentico cambiamento di Bari è quello degli anni Trenta, e comunque dell’inizio del Novecento, quando una classe dirigente consapevole delle potenzialità di sviluppo di questo territorio ha reso possibile la realizzazione delle grandi trasformazioni urbanistiche che ancora oggi sono lì, a testimoniarlo: il lungomare, le grandi architetture, il porto, la fiera, i grandi teatri. In quegli anni anche il commercio aveva una dimensione industriale e la borghesia dell’epoca coltivava un’ambizione che si caratterizzava per profondità di pensiero e di azione. Ecco, noi vogliamo rinnovare questa ambizione collettiva che produca il senso di una contemporaneità che si avvale della tradizione, della grandezza del suo passato, non tralascia il presente, ma poi provi a parlare di futuro. Ma è necessario recuperare una scala valoriale e far ritornare al centro del dibattito cittadino la dimensione del fare perché questo è il presupposto per la realizzazione di nuovo capitale sociale, all’interno di un contesto politico che potremmo definire riformismo forte, che opera non sul compromesso ma sulla mediazione culturale di qualità che sempre si avvale del linguaggio della verità, che è l’unico linguaggio rivoluzionario.