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Puglia Rurale Pagina dedicata a una terrAutentica: madre protettrice di grandi tradizioni

È sempre più il sole a sollevare l’acqua che disseta la Puglia centromeridionale, consentendole di raggiungere le nostre...
28/07/2025

È sempre più il sole a sollevare l’acqua che disseta la Puglia centromeridionale, consentendole di raggiungere le nostre case con maggiore sostenibilità ambientale ed economica. Lo fa attraverso il rinnovato e ampliato impianto fotovoltaico che alimenta la stazione di pompaggio più grande d’Europa, Parco del Marchese, a Laterza (TA). E nel farlo, contribuisce a migliorare la qualità dell’aria con una riduzione di 1.140 tonnellate all’anno di anidride carbonica (CO₂) assicurata dal risparmio energetico. L’opera si inserisce nell’articolato piano di transizione energetica di Acquedotto Pugliese (AQP) per incrementare la sostenibilità di uno fra i più complessi sistemi acquedottistici del Continente.

Inaugurato nel 2010, l’impianto fotovoltaico di Parco del Marchese fino al 2024 ha prodotto oltre 18 Gigawattora (GWh) di energia verde, circa 1,3 all’anno, contribuendo a coprire i consumi di una stazione di pompaggio unica nel suo genere, da 7mila litri al secondo. “AQP – spiega Giuseppe Rizzi, responsabile dell’intervento - ha rinnovato l’impianto esistente da 1 Megawatt (MW), ampliandolo sino ad una potenza di 2,6 MW, con una produzione attesa di 3,7 GWh/anno. Il risparmio annuo dei consumi energetici è stimato nel 5%, ma già oggi, durante le ore centrali della giornata, quelle con maggior irraggiamento, l’impianto fotovoltaico copre il 25% del fabbisogno energetico della stazione di pompaggio. Il revamping ha previsto anche il riuso di strutture e zavorre esistenti e il conferimento dei vecchi moduli in un centro di raccolta e trattamento al fine di recuperare il 98% dei materiali, come silicio, vetro, alluminio e plastica”.

Il complesso sistema interregionale gestito da Acquedotto Pugliese – 24 mila km di reti idriche, 14 mila fognarie, 5 potabilizzatori, 185 depuratori e migliaia di altre opere tra impianti di sollevamento, serbatoi e partitori – necessita di una quantità di energia significativa. Nel 2024 l’azienda ha registrato un consumo energetico complessivo di 511,8 GWh, penalizzato in questa fase di crisi climatica da una minore disponibilità di risorsa dalle sorgenti campane, che portano l’acqua in Puglia per gravità, e dal conseguente incremento del prelievo da fonti più energivore come i pozzi e gli invasi. Quasi il 60% dei consumi dipende proprio dall’approvvigionamento idropotabile, circa il 35% dai processi di depurazione e il restante 5% da attività di fognatura e interne.

Per contenere l’impatto energetico, AQP nel corso degli anni ha realizzato un articolato sistema di autoproduzione da fonti rinnovabili. Al 2024, grazie a 7 impianti fotovoltaici (1,2 MWp), 9 centrali idroelettriche (5,2 MWp) e 3 impianti di cogenerazione da biogas (0,9 MWp) per complessivi 7,3 MW di potenza, nonostante una produzione limitata di alcuni di questi impianti per ampliamenti e revamping, la produzione complessiva di energia è stata di oltre 7 GWh, con una riduzione di 2.174 tonnellate di CO₂. Gli interventi completati o in conclusione nel solo 2025 presentano una potenza complessiva pari a 5,2 MW, a dimostrazione dell’impegno aziendale sui temi della sostenibilità e della transizione energetica.

Il percorso di sviluppo delle fonti rinnovabili in AQP prosegue con progetti strategici già avviati, tra cui gli impianti fotovoltaici dei potabilizzatori del Sinni, del Locone e di Conza - che si appresta diventare il primo impianto AQP a raggiungere l’obiettivo di neutralità energetica con consumo annuo nullo - e un programma di cogenerazione da biogas prodotto attraverso la digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, con l’obiettivo finale di raggiungere 40 GWh/anno di produzione di energia elettrica.

ITALIA IN FUMO: i dati del report di Legambiente  Nella Pen*sola nei primi sette mesi del 2025 bruciati 30.988 ettari di...
28/07/2025

ITALIA IN FUMO:
i dati del report di Legambiente

Nella Pen*sola nei primi sette mesi del 2025 bruciati 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio e con una media di 3,3 incendi al giorno

Il Meridione il più colpito con sei regioni in cima alla classifica per ettari percorsi dalle fiamme: Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna.

Incendiari, ecomafiosi e crisi climatica tra le cause degli incendi boschivi

Sotto attacco le aree naturali protette: andati persi da inizio anno 6.261 ettari di aree Natura 2000. Preoccupano i ritardi nell’attuazione dei Piani Antincendio Boschivo (AIB): 5 parchi nazionali hanno il piano scaduto e ancora in fase di rielaborazione

Legambiente: “La prevenzione è l’unica strategia per combattere gli incendi boschivi. 12 le proposte che avanziamo a partire da una strategia e governance integrata che metta al centro prevenzione, rilevamento, monitoraggio e contrasto attivo. È, inoltre, importante attuare e aggiornare il catasto delle aree percorse
dal fuoco ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo”.

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In Italia è SOS incendi. Dal 1° gennaio al 18 luglio 2025 nella Pen*sola si sono verificati 653 incendi che hanno mandato in fumo 30.988 ettari di territorio pari a 43.400 campi da calcio. Parliamo di una media di 3,3 incendi al giorno con una superficie media bruciata di 47,5 ettari. A scattare questa fotografia è Legambiente che oggi diffonde i dati del suo nuovo report “L’Italia in fumo” insieme a un pacchetto di 12 proposte e 5 buone pratiche da replicare a livello nazionale, affinché il Paese recuperi i ritardi in fatto di prevenzione e controlli e colmi la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali attraverso una strategia e una governance integrata che ad oggi manca all’appello. Stando al report di Legambiente, che ha analizzato e rielaborato i dati EFFIS (European Forest Fire Information System), dei ben 30.988 ettari di territorio bruciati nei primi sette mesi del 2025, 18.115 hanno riguardato ettari naturali (ossia aree boscate); 12.733 ha hanno interessato aree agricole, 120 ettari aree artificiali, 7 ettari aree di altro tipo.
Sud e Isole sotto scacco delle fiamme: Il Meridione si conferma l’area più colpita dagli incendi con sei regioni in cima alla classifica per ettari bruciati. Maglia nera alla Sicilia, con 16.938 ettari bruciati in 248 roghi. Seguita da Calabria, con 3.633 ettari in 178 eventi incendiari, Puglia con 3.622 ettari in 69 eventi, Basilicata con 2.121 ettari in soli 13 roghi (con la media ettari per incendio più alta: 163,15), Campania con 1.826 ettari in 77 eventi e la Sardegna con 1.465 ettari in 19 roghi. Tra le regioni del Centro e Nord Italia: ci sono il Lazio (settimo in classifica) con 696 ettari andati in fumo in 28 roghi e la Provincia di Bolzano (ottava in classifica) con 216 ettari in 3 roghi e la Lombardia.

Per l’associazione ambientalista ad oggi il Paese paga non solo lo scotto dei troppi ritardi, ma anche l’acuirsi della crisi climatica che amplifica il rischio di incendi boschivi e l’assalto delle ecomafie e degli incendiari. Secondo l’ultimo Rapporto Ecomafia diffuso il 10 luglio scorso, nel 2024 sono stati 3.239 i reati (incendi boschivi e di vegetazione, dolosi, colposi e generici in Italia) contestati dalle forze dell’ordine, Carabinieri forestali e Corpi forestali regionali, un dato però in calo del 12,2% rispetto al 2023. Sono 459 le persone denunciate (-2,1% rispetto al 2023), 14 invece quelle arrestate (+16,7% rispetto al 2023). L’analisi di questi fenomeni criminali è arricchita dalle attività, anche di carattere preventivo raccontate sempre nel Rapporto Ecomafia grazie al contributo elaborato dal Nucleo informativo antincendio boschivo del Comando Carabinieri per la Tutela forestale e dei Parchi. Il dettaglio delle notizie di reato conferma la prevalenza degli incendi di natura dolosa (1.197 su 2.612, pari al 45,8%), purtroppo per il 95% contro ignoti. Sempre di origine prevalentemente dolosa sono le notizie di reato relative a incendi di vegetazione non boschiva, 294 su 423, pari a circa il 70%, anche in questo caso quasi sempre contro ignoti.
“Per contrastare gli incendi boschivi – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – non basta concentrarsi sull’emergenza estiva o su singole cause, ma è fondamentale adottare un approccio integrato che integri prevenzione, rilevamento, monitoraggio e lotta attiva. Bisogna puntare sulla prevenzione attraverso una gestione territoriale efficace, che includa l’uso ecologicamente sostenibile delle risorse agro-silvo-pastorali. Ma è anche fondamentale promuovere e remunerare i servizi ecosistemici, sostenendo e rivitalizzando le comunità rurali nelle aree interne e montane affinché possano riappropriarsi di una funzione di presidio territoriale. Allo stesso tempo è importante applicare la normativa vigente per arginare qualsiasi ipotesi di speculazione futura sulle aree percorse dal fuoco, ed estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualsiasi rogo. È cruciale rafforzare le attività investigative per individuare i diversi interessi che spingono ad appiccare il fuoco, anche in modo reiterato. L’analisi approfondita dei luoghi colpiti e dei punti d’innesco accertati può costruire una mappa investigativa essenziale per risalire ai responsabili”.
Classifica regionale per roghi più distruttivi: Nel report Legambiente stila anche la classifica degli eventi maggiormente distruttivi che hanno coinvolto una superficie superiore ai 100 ettari vede ancora al primo posto la Sicilia con 49 incendi su un totale nazionale di 81, seguita da Puglia con 10 incendi e 1957 ettari andati in fumo, Basilicata, Sardegna, Campania con rispettivamente 5 roghi e 1880, 1089, e 824 ettari bruciati.

Aree naturali sotto attacco e ritardi Piani AIB: Preoccupano anche gli incendi scoppiati in aree naturali. Su 30.988 ettari di territorio bruciati, ben 6.260,99 hanno riguardo aree Natura 2000 in 198 eventi incendiari. Quella interessata dal rogo più grave è stata a Dualchi (Nu), che ha visto andare distrutti 439 ettari, tutti in area Natura 2000. A livello regionale, Puglia e Sicilia risultano le regioni più colpite da incendi in aree Natura 2000. La Puglia con 2.169 ettari andati in fumo per colpa di 43 incendi, la seconda, la Sicilia, con 1.547 ettari andati distrutti per causa di un numero maggiore di incendi, ben 62. Seguono in classifica la Sardegna (740 ettari in 6 incendi), la Campania (738 ettari in 27 incendi) e la Calabria (590 ettari in 40 incendi).

Un dato preoccupante a cui va aggiunto quello sui ritardi d’attuazione dei Piani Antincendio Boschivo (AIB) che per legge (art.8 l 353/2000) deve essere approntata per le aree naturali protette, nazionali e regionali. Secondo gli ultimi dati disponibili sul portale del MASE, aggiornati al 31/12/2024, su un totale di 24 Parchi nazionali sono 8 quelli che dispongono di un Piano AIB vigente, avendo completato l'intero iter di adozione, con l'inserimento nei Piani AIB regionali e l'emanazione del Decreto Ministeriale di adozione. 11 quelli con un Piano AIB approvato dall’Ente gestore, ma l'iter di adozione non è ancora concluso: in alcuni casi, i piani non sono conformi e sono in fase di rielaborazione; in altri, sono in attesa del parere del CUFA (Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri) e/o del CNVVF (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco) e dell'intesa regionale. 5 Parchi Nazionali (Val Grande, Stelvio, Dolomiti Bellunesi, Appennino Tosco Emiliano, Aspromonte) avevano un Piano AIB adottato ma recentemente scaduto, e il nuovo piano è attualmente ancora in fase di elaborazione. Inoltre, delle 67 Riserve Naturali Statali e al di fuori dei Parchi Nazionali (e quindi legalmente obbligate a dotarsi di un Piano AIB), solo 8 hanno completato l'iter di approvazione. Le rimanenti 59 Riserve hanno la procedura per il Piano AIB ancora in corso.

“Gli incendi – aggiunge Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente - sono un problema complesso che richiede un cambio di approccio radicale. Se da un lato l'Italia ha compiuto passi significativi nell’aggiornamento della legislazione, con norme che mirano a rafforzare le pene per i responsabili e a promuovere la prevenzione attraverso la pianificazione territoriale e la gestione del paesaggio, persistono criticità che ne limitano l’efficacia come la frammentazione delle competenze tra Stato, Regioni ed enti locali, spesso sovrapposte e non sempre coordinate. Ciò rappresenta un punto debole intrinseco, rallentando l’attuazione di strategie integrate e a lungo termine e su cui occorre al più presto lavorare. Non vanno dimenticate poi le buone pratiche in atto, che meritano di essere replicate, e il supporto che la tecnologia più dare nella partita della prevenzione come dimostra anche il progetto avviato in Abruzzo la scorsa estate con INWIT, e con cui stiamo collaborando, incentrato sull’utilizzo di servizi innovativi basati su IoT per contrastare gli incendi boschivi”.

12 proposte e 5 buone pratiche: Di fronte a questo quadro Legambiente oggi ha lanciato anche un pacchetto di 12 proposte chiedendo di: 1) Migliorare il coordinamento istituzionale per il governo integrato degli incendi boschivi e coinvolgere le istituzioni competenti per la gestione forestale. 2) Integrare le strategie di adattamento con la pianificazione forestale e quella antincendio boschivo. 3) Garantire la gestione sostenibile delle zone rurali per ridurre il rischio di incendio. 4) Adottare il pascolo prescritto per la prevenzione degli incendi. 5) Coinvolgere i cittadini e le comunità locali: Fire smart community e Fire smart territory. 6) Garantire dati e statistiche aggiornate e l’attuazione e aggiornamento del catasto delle aree percorse al fuoco. 7) Favorire il ripristino ecologico e funzionale delle aree percorse dal fuoco. 8) Integrare la pianificazione urbanistica con la prevenzione degli incendi boschivi. 9) Potenziare i presidi dello Stato nella lotta agli incendi boschivi. 10) Estendere le pene previste per il reato di incendio boschivo a qualunque tipologia di incendio. 11) Migliorare l’applicazione delle norme contro gli incendi boschivi; 12) Rafforzare i divieti previsti dalle norme nazionali e regionali.

Sul fronte buone pratiche, Legambiente nel report cita il “Fire smart community e fire smart territory”, il progettista del fuoco prescritto, la pianificazione integrata in Piemonte, i Piani specifici di prevenzione (PSP) della Regione Toscana per arrivare al progetto di INWIT con servizi innovativi basati su IoT per contrastare gli incendi boschivi. Azioni che meritano di essere replicate sul territorio nazionale.

Il report completo su www.legambiente.it

"La Foresta Umbra è uno dei più grandi tesori del nostro patrimonio naturale. Con i suoi oltre 10.000 ettari di superfic...
26/07/2025

"La Foresta Umbra è uno dei più grandi tesori del nostro patrimonio naturale. Con i suoi oltre 10.000 ettari di superficie, immersi nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, rappresenta un vero e proprio scrigno di biodiversità che custodisce una varietà di flora e fauna uniche nel panorama italiano. Un ecosistema antico, fatto di silenzi, suoni della natura, luce filtrata dai rami e sentieri che attraversano secoli di storia ecologica”. È il commento dell’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani, a margine dell’evento di presentazione del libro sostenuto da Regione Puglia-Dipartimento Ambiente e Asset, dal titolo “Foresta Umbra – l’anima verde della Puglia", nell'ambito del Festival Il Libro Possibile a Vieste questa mattina. Si tratta della nuova pubblicazione della Collana ASSET, Studi e Ricerche a cura della professoressa Alberta Zallone, attraverso una narrazione scientifica e visiva. Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, il dg di Asset, Elio Sannicandro, il direttore del Dipartimento Ambiente della Regione Puglia, Paolo Garofoli, e il sindaco di Vieste, Giuseppe Nobiletti.

“Siamo orgogliosi di poter valorizzare questa grande ricchezza attraverso un libro – ha proseguito l’assessora - che, finalmente, le dedica l’attenzione che merita, andando a colmare un vuoto nella divulgazione ambientale e offrendo uno strumento utile anche alla fruizione responsabile da parte dei visitatori. Ma accanto alla bellezza, non possiamo dimenticare la responsabilità: la Foresta Umbra deve essere protetta da chi la mette in pericolo con incuria o comportamenti dolosi, come purtroppo accade con gli incendi, purtroppo appiccati volontariamente o provocati da negligenza. È inaccettabile che pochi atti irresponsabili distruggano in poche ore un patrimonio costruito dalla natura in secoli”.

“In questo contesto, Regione Puglia ha un ruolo centrale nella tutela attiva e nella valorizzazione della Foresta Umbra – ha sottolineato -. Attraverso il coordinamento con il Parco Nazionale del Gargano e gli enti locali, promuoviamo e sosteniamo una strategia integrata di gestione forestale sostenibile, prevenzione incendi, manutenzione ambientale e valorizzazione ecoturistica. Con il nostro Piano Forestale regionale, finanziamo interventi per la messa in sicurezza dei boschi, la cura del sottobosco, il monitoraggio delle aree sensibili e la formazione del personale impegnato nella tutela ambientale. Anche le politiche per la Biodiversità e l’economia Circolare siamo in grado d’investire nella promozione della fruizione lenta e consapevole delle aree naturali, nella sensibilizzazione dei cittadini e delle scuole e nel sostegno alla ricerca scientifica”.

“La Regione Puglia è, inoltre, impegnata nella costruzione di una rete tra territori forestali, aree protette e comunità locali, per promuovere uno sviluppo che sappia conciliare tutela ambientale e valorizzazione culturale ed economica.

La Foresta Umbra è un bene comune – ha concluso l’assessora Triggiani -, da difendere ogni giorno. Ringrazio la professoressa Zallone e il professor Leone per aver donato a questo patrimonio naturale un’opera che lo racconta con rigore e sensibilità, invitandoci a conoscerlo meglio e a viverlo con rispetto. La Regione sarà sempre al fianco di chi protegge e valorizza questo straordinario angolo di Puglia".

Per il dg di Asset, Elio Sannicandro, si tratta di “un’opera editoriale che celebra la Foresta Umbra in tutte le sue dimensioni: storica, naturalistica, estetica e scientifica. Attraverso le fotografie di Alberta Zallone e contenuti approfonditi sulla biodiversità, la conservazione e i percorsi escursionistici, il volume promuove una fruizione consapevole e sostenibile di un ecosistema unico. L’iniziativa, curata da Asset Puglia, si inserisce in un più ampio impegno istituzionale per valorizzare e tutelare il patrimonio ambientale della Regione, contribuendo alla diffusione di una cultura della sostenibilità e della conoscenza del territorio”.

Cambiamento climatico:la Cina premia i ricercatori di TarantoRiconoscimento per la Cte Calliope nell’ambito della presti...
22/07/2025

Cambiamento climatico:
la Cina premia i ricercatori di Taranto

Riconoscimento per la Cte Calliope nell’ambito della prestigiosa International Conference on Climate Leadership. Taranto unica rappresentanza italiana.

Straordinario riconoscimento in Cina per la CTE Calliope di Taranto. Il direttore scientifico, Rodolfo Sardone, ha ricevuto il “Best Paper Award”, nell’ambito della prestigiosa International Conference on Climate Leadership, conferenza mondiale interamente dedicata al cambiamento climatico, organizzata ad Harbin nei giorni 21 e 22 luglio.



A confronto con enti e istituzioni, ricercatori provenienti da tutto il mondo. Tra loro, anche Sardone - selezionato quale unico rappresentante italiano – che ha presentato un contributo scientifico di grande rilievo, frutto della collaborazione tra CTE Calliope e ASL Taranto. Si tratta di uno studio sulle isole di calore urbane, fenomeni sempre più rilevanti per il loro impatto sulla salute pubblica, in particolare nelle aree metropolitane.

Durante il convegno, sono state illustrate le innovative tecniche di modellazione utilizzate da Calliope che integrano intelligenza artificiale e metodi avanzati di “data fusion”. Queste tecnologie permettono di combinare efficacemente i dati raccolti attraverso sensori proprietari sviluppati dall’hub di Taranto (finanziato da Mimit e Regione Puglia) con informazioni satellitari, consentendo analisi dettagliate e previsioni precise sui potenziali effetti del cambiamento climatico sulla salute urbana.

A promuovere la conferenza internazionale, University College London, Chinese Economic Association e Harbin Institute of Technology, leader mondiale nella ricerca aerospaziale, particolarmente attento alla pianificazione urbana sostenibile e caratterizzato da un crescente impegno nella transizione energetica dal carbone alle energie rinnovabili, oltre che nello sviluppo di tecnologie avanzate per batterie basate su terre rare.

Questo evento si caratterizza come piattaforma per il dialogo interdisciplinare e la condivisione di dati e risultati finalizzati ad accelerare i progressi verso emissioni zero, resilienza climatica e sviluppo sostenibile.

«Essere selezionati quali unici rappresentanti italiani – commenta Sardone – è per noi della CTE Calliope motivo di grande orgoglio. Un risultato eccezionale per il nostro hub di ricerca e innovazione che ha il cuore pulsante in una città complessa come Taranto, ma che si apre a livello globale. Il successo della presentazione evidenzia l’importanza della collaborazione internazionale e dell’uso della tecnologia per affrontare efficacemente le sfide globali del cambiamento climatico. A questo si aggiunge il premio ricevuto, tra i 500 paper partecipanti, che ci spinge ancor più verso la tutela della salute nell’ambito dell’approccio One Health. La due giorni rappresenta il primo convegno mondiale sul cambiamento climatico organizzato in Cina che sta puntando ad una riduzione delle emissioni di gas serra evolvendosi rapidamente verso modelli sostenibili e innovativi per la salute e le energie rinnovabili, realmente lontani dalla dipendenza dal gas e dal pericoloso uso del carbone. Dalla Cina è arrivato un messaggio forte: nel contesto attuale, la leadership climatica è una necessità e anche una visione ambiziosa che deve appartenere a governi, industrie, comunità e territori. E noi siamo molto felici di aver portato Taranto in questo parterre così autorevole».

Presentato in Regione Puglia il programma della X edizione de “Le Notti della Contea”, in programma a Conversano nei gio...
22/07/2025

Presentato in Regione Puglia il programma della X edizione de “Le Notti della Contea”, in programma a Conversano nei giorni 1, 2 e 3 agosto. Sarà Jimmy Ghione a interpretare il Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona

Sarà Jimmy Ghione a vestire i panni del Conte Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, protagonista del grande Corteo Storico Multiepoca che la sera di domenica 3 agosto chiuderà la decima edizione de “Le Notti della Contea”, l’attesa rievocazione storica organizzata a Conversano (Ba) dall’Associazione di Promozione Sociale SensAzioni del Sud e dal Gruppo Storico Città di Conversano, con il patrocinio della Presidenza della Regione Puglia, della Città di Conversano, del CERS, del CIANS e con la direzione artistica di Core Live Show.

Il programma dell’evento, che si svolgerà nelle sere di 1, 2 e 3 agosto 2025, è stato presentato in conferenza stampa a Bari, nella Sala “Di Jeso” del Palazzo della Presidenza della Regione Puglia, alla presenza dell’assessora alla Cultura della Regione Puglia Viviana Matrangola, del sindaco di Conversano Giuseppe Lovascio, dell’assessora alla Cultura e Turismo del Comune di Conversano Katia Sportelli, della presidente di SensAzioni del Sud Maria Manola Gungolo e del direttore artistico della manifestazione Gabriele Corianò.

Il tema conduttore del 2025 sarà “La Fede & l’Eresia”, un viaggio coinvolgente nelle tensioni e nei contrasti che hanno segnato la storia, tra spiritualità e inquisizione. Attraverso performance teatrali, approfondimenti storici e mostre, il pubblico sarà guidato alla scoperta delle dinamiche culturali e sociali che hanno modellato il pensiero dal Medioevo fino al Barocco. Per tre giorni, Piazza Castello e il Borgo Antico di Conversano si trasformeranno in un teatro a cielo aperto, animato da dame e cavalieri, monaci, mercanti, sbandieratori, giullari, falconieri, armigeri e artisti, che si alterneranno in un palinsesto ricchissimo, tra accampamenti militari, il mercato medievale, dimostrazioni di antichi mestieri, giochi e tanto altro. Momento culminante della manifestazione sarà il grande Corteo Storico Multiepoca, che vedrà sfilare circa 400 rievocatori provenienti da diverse regioni italiane lungo un percorso di oltre 3 chilometri.

Accanto alle rievocazioni e agli spettacoli, “Le Notti della Contea” si conferma anche importante occasione di valorizzazione e riscoperta del patrimonio storico e culturale di Conversano. Durante le serate dell’evento, i visitatori potranno prendere parte a visite guidate e approfittare delle aperture straordinarie del Torrione Maestro del Castello Aragonese e dell’Archivio Storico della Città di Conversano, custode di documenti preziosi e memorie.

Non mancheranno poi appuntamenti di approfondimento. Tra questi, la sera del 1° agosto alle ore 20:30, presso la suggestiva Balconata Giannetta in piazza XX Settembre, è in programma la presentazione del libro “Voci dell’Età di Mezzo” della scrittrice Chiara Pepe. Sempre sulla stessa balconata, il 2 agosto alle 20:30, si terrà un convegno di grande rilievo storico: “Il Matrimonio di Caterina Orsini e Giulio Antonio Acquaviva: un legame che ha plasmato Conversano”.

Ampio spazio sarà anche dedicato ai più piccoli. La manifestazione si aprirà venerdì 1° agosto con la tradizionale “Contesa delle Contrade”, a partire dalle ore 18:00, con sfide e giochi tra gli antichi casali di Conversano, spettacoli per bambini, giocoleria e teatro. Mentre l’area gastronomica, con pietanze medievali, birra artigianale e banchi del cambio moneta, accompagnerà i visitatori in un viaggio sensoriale alla scoperta della convivialità dell’epoca.

“Le rievocazioni storiche hanno il potere di rendere il passato un’esperienza viva, capace di rafforzare la memoria culturale e il senso di appartenenza. A Conversano, Le Notti della Contea svolgono da dieci anni questo ruolo prezioso, trasformando il centro storico in un palcoscenico di storia, arte, cultura e intrattenimento. - ha sottolineato l’assessora alla Cultura della Regione Puglia Viviana Matrangola - Lo scorso anno ho avuto il privilegio di partecipare al corteo in abiti storici, insieme a centinaia di rievocatori provenienti da tutta Italia. È stata un’esperienza molto intensa, che mi ha permesso di toccare con mano la forza di un evento capace di coinvolgere i cittadini, le associazioni e il tessuto culturale del territorio, e di attrarre migliaia di visitatori. Un’occasione di cultura, dunque, ma anche di sviluppo, che conferma il ruolo di Conversano come realtà culturale tra le più dinamiche della scena pugliese. Agli organizzatori de “Le Notti della Contea” voglio dire che la ricerca, la passione e la capacità di innovazione che, da dieci anni, riversano in questo progetto incarnano pienamente la visione di cultura della Regione Puglia come motore di bellezza e di coesione sociale. Il nostro invito per tutti i cittadini, residenti o temporanei che siano, è a immergersi nel borgo antico di Conversano dal primo al 3 agosto per vivere una bellissima esperienza di storia e di comunità”.

“Le Notti della Contea non è solo colore e intrattenimento, rappresenta la vita, la storia della nostra città, che rinasce e rivive momenti emozionanti e straordinari di un grande passato. – ha evidenziato il sindaco di Conversano Giuseppe Lovascio – Vorrei rivolgere un grande ringraziamento all’associazione SensAzioni del Sud, che ogni anno con il suo lavoro e creatività ci dona grandi emozioni.”

“Credo che il valore aggiunto delle Notti della Contea di quest'anno sia la connessione con gli istituti culturali del territorio, come il polo museale, l'archivio storico, la biblioteca civica Marangelli e le scuole. Si è creata una relazione che ha quindi coinvolto gli istituti che sono portatori del patrimonio dell'identità della nostra città, portandoli a dialogare con un evento che riguarda proprio la memoria e la storia della Città di Conversano” – ha aggiunto l’assessora alla Cultura e Turismo del Comune di Conversano Katia Sportelli.

“Ogni anno, in queste serate sospese nel tempo, la nostra città torna a parlare la lingua della sua storia. Dal Medioevo al Barocco, le strade, le piazze, i vicoli si animano di voci antiche, di luci, di suoni, di sapori che ci raccontano chi eravamo e che ci ricordano chi siamo. – ha dichiarato la presidente di SensAzioni del Sud Maria Manola Gungolo - Questa rievocazione non è solo un evento culturale: è un atto d’identità. È la nostra dichiarazione d’amore per Conversano. È la volontà di custodire e far rivivere un patrimonio che appartiene a tutti noi. E tutto questo è possibile grazie a una comunità viva, generosa, instancabile.”

“Ogni elemento di questa rievocazione, dai costumi alle luci, dai suoni ai movimenti, nasce da una profonda ricerca di significato, non solo estetica. - ha concluso il direttore artistico dell’evento Gabriele Corianò - Rievocare la storia significa ridare voce a chi non l’ha avuta, dignità a volti dimenticati, emozione a ciò che è stato. Questa è un’opera corale, frutto del lavoro appassionato di artisti, storici, tecnici, artigiani e volontari, a cui va il mio più sentito ringraziamento. Il nostro obiettivo non è solo raccontare il passato, ma emozionare. Se a fine serata tornerete a casa con gli occhi pieni di luce e la mente accesa da una domanda o da un ricordo, allora avremo davvero raggiunto il nostro scopo.”

“Le Notti della Contea” nasce nel 2014 e negli anni è diventato un evento di punta nel panorama delle rievocazioni storiche pugliesi. Sono partner dell’evento la Banca di Credito Cooperativo di Conversano, Tempocasa Conversano, Norba Rent, Ceramicarredo Battista, L’Abbate Macchine Edili.

Al Museo del Territorio di Alberobello, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per l’aggiornamento, l’attuazione e ...
22/07/2025

Al Museo del Territorio di Alberobello, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per l’aggiornamento, l’attuazione e il monitoraggio del Piano di Gestione del sito UNESCO “I trulli di Alberobello”. Il Documento fa seguito all’approvazione del Piano di Gestione del Sito, avvenuta nella mattina di ieri attraverso Delibera di Giunta dell’Amministrazione comunale.

Alla sottoscrizione hanno partecipato Maria Pianegiani (Ministero della Cultura - Ufficio Unesco), Viviana Matrangola (Regione Puglia), Federica Gotta (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari), Giuseppe Giulitto (Città Metropolitana di Bari) e Francesco De Carlo (Comune di Alberobello).

Il Piano di Gestione del Sito UNESCO è stato redatto da Ithaca e Fondazione LINKS, realtà specializzate nella progettazione di piani strategico-operativi per la salvaguardia e lo sviluppo del patrimonio artistico-culturale del nostro Paese, sotto il coordinamento dell’Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura. Il Piano comprende 26 piani operativi che interesseranno la città di Alberobello e la sua comunità a diversi livelli.

Il Protocollo, con durata quinquennale, impegna le istituzioni firmatarie a costituire un coordinamento stabile (Comitato di Pilotaggio) per monitorare l’attuazione degli interventi di tutela e valorizzazione del sito UNESCO, assicurandone il coordinamento con la programmazione strategica nazionale, regionale e locale. L’intesa non comporta oneri finanziari a carico della Regione.

Il sindaco di Alberobello Francesco De Carlo ha dichiarato che il Piano di Gestione del Sito UNESCO è “un provvedimento storico per la nostra città, che ha impegnato gli uffici in un lavoro intenso, durato più di due anni, di concerto con Ministero e Soprintendenza. Il Piano di Gestione è un documento strategico e di tutela che dovrà essere aggiornato nel corso degli anni, in base anche al progressivo conseguimento degli obiettivi stabiliti, per consentire alla storia della nostra città, alla bellezza dei suoi monumenti e alle nostre cittadine e cittadini, di oggi e di domani, di continuare a tramandare la nostra storia senza per questo sacrificare la vivibilità e l’autenticità del nostro territorio”.

L’assessora regionale alla Cultura Viviana Matrangola ha dichiarato: “Sono lieta di condividere un nuovo momento significativo con la comunità di Alberobello, con cui solo pochi mesi fa, a Roma, nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, abbiamo presentato la candidatura del progetto ‘Pietramadre’ a Capitale Italiana della Cultura 2027. La firma di questo protocollo è un momento di grande valore, che formalizza un impegno tra istituzioni e responsabilizza tutta la comunità nella cura e nella valorizzazione del proprio patrimonio. Una comunità che, come ricorda la Convenzione di Faro, diventa comunità patrimoniale perché promuove una relazione viva, partecipata e consapevole con il proprio patrimonio materiale e immateriale. Ringrazio tutte le realtà coinvolte per la sinergia che, a partire da un intenso lavoro di co-progettazione, ha dato forma a una governance multilivello: uno strumento essenziale per l’attuazione del Piano di Gestione e per trasformare la nostra eredità culturale in una risorsa viva, attiva e sostenibile, a beneficio delle generazioni presenti e future”.

Valeria Sabatelli, assessora alla Cultura, con delega ai Beni Culturali e UNESCO del Comune di Alberobello, ha sottolineato che “il Piano di Gestione UNESCO ‘I trulli di Alberobello’ è stato formalmente inviato al Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO con sede a Parigi per completare il suo iter. Si tratta di un documento di progettazione strategica ma soprattutto un piano di sviluppo operativo, nato dall’ascolto degli stakeholder, dei cittadini e dei nostri giovani studenti, che in alcuni momenti si sono rivelati persino più visionari degli adulti nel riconoscere il valore del camminare più lentamente per le strade della nostra città e volerlo proporre ai visitatori, nel ricordare il profumo dei biscotti nel trullo della nonna e nell’apprezzare la biblioteca di comunità come luogo di interscambio culturale e umano. Il Piano di Gestione offrirà una consapevolezza diversa sul valore della città e dei suoi cittadini”.

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