25/07/2025
PREMIO BRIAN: il premio collaterale dell'Uaar alla 82esima Mostra del Cinema di Venezia
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Dal 2006 l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) assegna ogni anno un premio per il miglior film presentato alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia
Il "Premio Brian", che prende il nome dal celebre film satirico dei Monty Python Brian di Nazareth, giunge quest'anno alla sua storica ventesima edizione. Il riconoscimento viene conferito al film che meglio promuova una visione laica del mondo e che, attraverso le lenti degli scopi sociali dell'Uaar, evidenzi i valori associati al laicismo: la razionalità e il pensiero scientifico, la democrazia, il pluralismo, l'autodeterminazione, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza discriminazioni di sesso, identità di genere, orientamento sessuale e concezioni filosofiche o religiose, nonché l'opposizione diretta a teocrazie e fondamentalismi su base confessionale.
Anche per l'82esima edizione della Mostra – in programma al Lido di Venezia dal 27 agosto al 6 settembre 2025 – l'Uaar parteciperà ufficialmente tra i premi collaterali, con una giuria selezionata per competenze artistiche e culturali, in particolare legate all'ambito cinematografico.
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A presiedere la giuria sarà Paolo Ferrarini, musicista e videomaker, affiancato da:
Enrica Berselli, artista
Glauco Almonte, critico cinematografico
Marina Fornasari e Carmelo Lucchesi, insegnanti di discipline artistiche
Irene Tartaglia, professionista dell'industria cinematografica e redattrice di recensioni
Micaela Grosso ed Emanuele Albera, esperti di cinema
Maria Teresa Crisigiovanni e Giuseppe Indelicato, curatori di mostre sulle arti visive
Francesco Crifò, linguista
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In tempi così bisognosi di voci che con coraggio si schierino a favore della laicità, con questa ventesima edizione il Premio Brian consolida la sua preziosa e concreta presenza nel panorama della cultura italiana, contribuendo a valorizzare – anche nel linguaggio universale del cinema – l'importanza della libertà di pensiero.