13/07/2025
I SOLDI CI SONO. NASCOSTI, MA CI SONO
L'azienda ha avviato un piano di esuberi, cioè di prepensionare un po' di dipendenti e ha chiamato i sindacati a siglare un accordo, ormai qualche mese fa. Ma si e' dimenticata forse di avvisare i responsabili dell'ufficio del personale, che infatti girano attorno come per perdere tempo: chiamano le persone interessate, poi le richiamano, le richiamano ancora, poi stilano dei piani con dei numeri, poi dicono che non valgono, poi hanno già trovato, poi il dottore non firma, poi, poi, poi. Ma se i sindacalisti annunciarono che erano stati stanziati dodici milioni di euro per l'operazione, qual'e' il problema? Certo il dottore e il suo vice ogni tanto si distraggono, sensibili come sono ancora al fascino dell'umanità femminile, e certo non bisogna buttarli, i soldi, ma così...
Oppure è vero che soldi non ce ne sono? D'altra parte il testo dell'accordo, che i segretari si impegnarono a rendere pubblico, in bacheca non è mai stato messo. Una dimenticanza, sicuramente, con tutto quello che hanno da fare... Ma l'annuncio fu fatto, quindi finora rimane quanto detto. E allora? Allora niente, si consumano le scale per il continuo saliscendi di persone interessate, ma non ancora convinte.
Nel frattempo dicono che la produzione va male, troppi scarti, qualche reclamo, si impone agli impiegati e pure a qualche operaio di consumare le ferie per abbassare il passivo aziendale. Sembrerebbe insomma che veramente si stia salvando la baracca dal crollo. E invece... Invece hanno chiamato, per sostituire il capo contabile che dovrà rimanere assente per un po', uno da Torino: non uno qualsiasi, ma un ex dirigente in pensione, al quale dovranno pagare un contratto di consulenza adeguato alla sua vecchia paga, più vitto e alloggio e quant'altro. Era proprio necessario? Non si poteva per qualche mese sostituire il “ragioniere” aziendale con uno già a libro paga?
Si poteva, ma è meglio evitare. Da quella scrivania vengono tutti i dati, più o meno falsi, su cui poi si calcolano i vari premi di produzione e quella cosa strana che si chiama “cimb”, un premio legato ad alcuni parametri tipo produttività, qualità, sicurezza, ecc. Tutto dipende da quei dati, che nessuno può controllare. E' rimasto l'amaro ricordo di quel disgraziato direttore che, due o tre anni fa, prima a dicembre disse pubblicamente a tutti che l'anno era stato eccezionale, poi a maggio fece uscire dei numeri che davano un premio di produzione a dir poco misero. Più falsi di così...