21/03/2025
Mercoledi 19 MARZO
Cerimonia DI APERTURA DEL CAMMINO
VERSO L’EQUINOZIO DI PRIMAVERA
Ci troviamo insieme, in un cerchio sacro invitando gli elementi e gli ancestri ad accompagnarci per liberare le energie appesantite e accumulate dagli eventi dell’inverno e aprire i nuovi cammini,
Una limpia iniziale, tutte le shaumadoras iniziate sono convocate con la loro copalera per scambiarci un rituale di pulizia profonda e di apertura del cammino: Il fumo del copal ci accompagna, vela per svelare e liberare il non visto.
Accendiamo un fuoco al centro del circolo, affidandogli cio’ che vogliamo lasciare indietro, e poi chiedendogli di portare nell’universo i progetti e le attese, perche’ tutto si apra con i germogli ed i fiori della primavera e si inizino nuovi cammini di crescita e le energie scorrano liberamente.
In circolo apriamo i nostri cuori, poche parole di augurio, di attesa, ringraziando per tutto quello che abbiamo ricevuto, e lasciando andare per fare spazio a nuove energie e nuovi progetti.
Gli eventi astronomici di questo periodo presentano un nucleo di energie che ci portano a scuotere le nostre certezze, abbiamo avuto la Luna Piena con eclissi ed ora si prepara l’equinozio, quell’incontro di giorno e notte in equilibrio che segna il passaggio, in questo emisfero, alla crescita della luce che procede e lentamente qualche minuto al giorno avanza.
E’ un momento complesso a livello astrale ed a livello internazionale, le energie si muovono in modo inatteso e con risvolti sconosciuti.
Se ci guardiamo in giro, nulla e’ come sembra, i cambiamenti attesi non avvengono mai come ce li aspettavamo, e ci troviamo di fronte alla necessita’ di decodificare i messaggi e di capire fino in fondo il significato delle parole. Mai come in questo momento le parole sono usate per corrompere, confondere, e quindi diventa necessario interrogarci, mettere in discussione, chiedere , ascoltare e poi trarre le nostre conclusioni.
E’ il momento di ringraziare, chiedere perdono, e amare, mai come ora la sintesi delle formule di Ho po no pomo hanno un senso e sono una indicazione.
Ci troviamo alle cinque e trenta, nel giardino della casa di Nicoletta, e accendiamo il fuoco, al termine anche un giro con i tarocchi e poi lo scambio di cibo,sano, bibite e quant’altro vogliamo mettere insieme da condividere.
Con amore
MIERCOLES 19 DE MARZO
CEREMONIA DE APERTURA DEL CAMINO
HACIA EL EQUINOCCIO DE PRIMAVERA
Nos encontramos juntos, en un círculo sagrado invitando a los elementos y a los ancestros a acompañarnos para liberar las energías agobiadas y acumuladas por los acontecimientos del invierno y abrir nuevos caminos.
Una limpia inicial, todas las shaumadoras iniciadas son convocadas con su copalera para intercambiar un ritual de limpieza profunda y apertura de camino: El humo del copal nos acompaña, un velo para revelar y liberar lo invisible.
Encendemos un fuego en el centro del círculo, confiándole lo que queremos dejar atrás, y luego pidiéndole que traiga los proyectos y expectativas al universo, para que todo se abra con los capullos y las flores de la primavera y se inicien nuevos caminos de crecimiento y las energías fluyan libremente.
En círculo abrimos el corazón, unas palabras de buenos deseos, de espera, de agradecimiento por todo lo recibido y de dejar ir para dejar espacio a nuevas energías y nuevos proyectos.
Los acontecimientos astronómicos de este período presentan un núcleo de energías que nos llevan a sacudir nuestras certezas, tuvimos la Luna Llena con eclipse y ahora se prepara el equinoccio, ese encuentro del día y la noche en equilibrio que marca la transición, en este hemisferio, al crecimiento de la luz que avanza y avanza lentamente, algunos minutos al día.
Es un momento complejo a nivel astral e internacional, las energías se mueven de manera inesperada y con implicaciones desconocidas.
Si miramos a nuestro alrededor, nada es lo que parece, los cambios esperados nunca ocurren como esperábamos y nos encontramos ante la necesidad de decodificar los mensajes y comprender plenamente el significado de las palabras. Nunca antes las palabras habían sido utilizadas para corromper, confundir, y por eso se hace necesario decodificar, cuestionarnos, interrogarnos, preguntar, escuchar y luego sacar nuestras conclusiones.
Es hora de agradecer, pedir perdón y amar, nunca antes la síntesis de las fórmulas de Ho po no pomo habían tenido sentido y son una indicación.
Nos reunimos a las cinco y media, en el jardín de la casa de Nicoletta, y encendemos el fuego, al final también una ronda con las cartas del tarot y luego el intercambio de comida, comida saludable, bebidas y todo lo que queramos juntar para compartir.
Con amor
Ho posto all’inizio l’invito alla cerimonia che ho fatto qui a Valladolid per mantenere anche il tono un poco legato al tempo e ai tempi. Certo, inizia la primavera, e intanto esplodono le contraddizioni di un mondo sempre più strangolato dalla violenza indifferente alla sorte delle persone.
La giornata di oggi e’ segnata da una ripresa pesante dei bombardamenti a Gaza, e dall’ottusa determinazione della componente sionista di distruggere, allontanare, deportare, insomma di liberare la Palestina dai palestinesi, e la cosa sconvolgente e’ che il mondo sta a guardare, trova scuse e alibi per un genocidio, le reazioni quando ci sono, sono flebili e esitanti, come se i governanti del mondo non avessero la forza di prendere posizione chiara e netta sulla distruzione che sta avvenendo. E non e’ nemmeno accettabile che queste esitazioni siano provocate dall’appoggio USA ad Israele, perché abbiamo visto, stiamo vedendo in questi giorni, come si può reagire, anche con toni decisi, quando la cosa interessa davvero e mette in discussione una narrazione magari discutibile, ma sostenuta con molta determinazione. C'è invece una posizione di connivenza con lo stato sionista genocida che ci chiama tutte e tutti in causa, perché la sensibilità e la solidarietà dei popoli non trova le gambe per camminare persino ora che una relazione dell’ONU conferma ciò che da tempo andiamo ripetendo sul fatto che ci sia un genocidio in corso, una volontà di distruggere, fermare le possibilità riproduttive, la sistematica uccisione di neonati e la demolizione di strutture sanitarie.
Ecco io credo che sia nostro dovere non stare in silenzio mentre tutto questo avviene, e che sia necessario mettere in moto tutti i mezzi alla nostra portata, per fermarli. Uno strumento che potrebbe avere grande impatto e’ il boicottaggio. Si sentono alcune voci di atleti e persino di artisti che rifiutano premi dati da Israele, ma tutto ciò e’ poco e poco raccontato, perché non possa contagiare altri. Certo a essere i primi e’ faticoso, ma credo che altri seguiranno e che tutte e tutti noi dovremmo sostenere queste scelte coraggiose e che sia necessario procedere ad un boicottaggio determinato su tutti i prodotti che fanno capo ad USA e Israele. Questo vuol dire fare una spesa attenta, oculata, consapevole. Penso che per diffondersi e essere efficace, già il boicottaggio e’ temuto e funziona, anche se avviene ancora in maniera ridotta, penso comunque che ci voglia un progetto diverso di mondo, una idea di vita sganciata dalle multinazionali onnivore, ma legata maggiormente alla natura, alle produzioni locali, sforando sui prodotti cinesi per l’inevitabile. Questa affermazione rischia di apparire molto provocatoria, ma ovviamente ha il suo senso se pensiamo che la Cina in realtà non occupa e non si impone, e che alla fine i suoi prodotti sono all’altezza di quelli blasonati, e in campo commerciale e’ presente, e molto, senza imporsi e rapinare nessuno.
Certo anche la Cina e’ uno spauracchio, perché’ e’ vissuta come l’altra, la nuova potenza che avanza comprando, e commerciando invece che usare le armi per occupare. Può darsi che sia un’altra forma di imperialismo, ma credo che dovendo scegliere sia meglio orientarsi li’, tenendo presente pero’ di sostenere i prodotti dei produttori locali per non arrivare ad un appiattimento universale. Difficile? Forse, ma bisogna vedere quali priorità ci diamo, che scelte andiamo facendo, che tipo di vita e di futuro vogliamo costruire. Penso che orientarsi verso le piccole produzioni locali voglia dire anche dare una virata alle cose che riteniamo necessarie e al tipo di vita che vogliamo fare: ad esempio meno cibi conservati, che magari arrivano dall’altra parte del mondo e più prodotti locali, riscoprire anche nei cibi lo scorrere delle stagioni, ciò che matura, fiorisce, germoglia nel suo momento e con esso misurarsi per orientare il nostro cibo e persino i nostri abiti. Non e’ necessario avere un centinaio di magliette fatte non si sa dove e sfruttando chi le produce, ma basta averne meno ma solide, che durano e sono più’ belle, magari con interventi creativi nostri o di nostri vicini artisti, in modo da avere qualcosa di speciale. Un’altra cosa e’ essere consapevoli dei messaggi che si trasmettono anche con gli abiti che indossiamo, dalle magliette che dichiarano la nostra solidarietà alla Palestina o quelle dei nativi americani, che ricordano che sono loro gli abitanti originari di quel territorio, e che tutti gli altri sono immigrati, e quando fermi l’immigrazione che fai, fermi anche te, fai ritorno alla madre patria dei tuoi avi? O ti impegni che da qui in poi si rompa il filo della violenza e si accettino rimescolamenti e migrazioni? “Nostra patria e’ il mondo intero” credo che dovrebbe essere una consapevolezza che ci accompagna non a spianare le differenze, ma ad ascoltare, incontrare, misurarsi con altre culture, i diversi modi di vivere e di vestirsi, godendo anche della bellezza che l’intreccio di cura e capacita’ rende disponibile per noi, con una certa attenzione anche ai furti culturali e alle distorsioni che alcuni stilisti mettono in atto usando la creatività dei popoli e la loro abilita’, per appropriarsene e stravolgere.
Siamo arrivate al punto: questa primavera che germoglia con le bombe, questo equinozio cosi’ poco in equilibrio in questo mondo distorto richiedono un impegno ed una scelta da parte di tutte e tutti noi, consapevoli che il sistema vuole spingerci all’angolo, del lavora-consuma-crepa, dandoci anche una continua insicurezza del lavoro ed alimentando le necessita’ che oggi riteniamo indispensabili alla vita, senza preoccuparsi di tutti i popoli marginali che sono esclusi e che sono costretti a sopravvivere, quando ce la fanno, con il nulla che viene lasciato loro. Dobbiamo ripartire da li’, dalle necessita’ fondamentali, dai bisogni reali e dai modi di vita possibili, sottraendoci alle formule decise altrove, perché tutte le volte che seguiamo la pubblicità del sistema cadiamo nella loro trappola ed e’ sempre più difficile uscirne. Ma fuori c'è la vita, l’aria, gli animali e le piante, e la nostra capacita’ di convivere invece che di rapinare e stare sopra.
So benissimo che e’ un processo lungo, irto di passi avanti e poi indietro, di trappole lungo il cammino, ma ora l’urgenza ci dice da dove partire, dal boicottaggio sistematico e quindi dalla necessita’ di nuove occasioni usando fantasia e creatività in solidarietà con i popoli oppressi.
Buon equinozio, buona primavera cercando un nuovo equilibrio che alimenti la pace e la convivenza e non il conflitto e la guerra.