Edizioni stelle cadenti

Edizioni stelle cadenti blog di Nicoletta Crocella
http://ragionandoci.wordpress.com/

Non sono stata molto precisa nel commentare la foto di Anhel, e quindi penso che sia meglio vedere la sua presentazione,...
30/05/2025

Non sono stata molto precisa nel commentare la foto di Anhel, e quindi penso che sia meglio vedere la sua presentazione, perche' si tratta di una foto preziosa, una prova di profondita' e di semplicita' insieme: racconta quel che vivi, sii testimonia di quel che vedi... Ancora una volta l'artista e' testimonio e vate del suo tempo! Questa giovane donna piena di talento ha raccolto la sapienza della vita e del campo per offrirci questa splemdida prova di se' con una semplice fotografia, accurata ma non finta, senza trucchi o maschere

Rocio Caracola Cosmica, colectivo artistico Drama
30/05/2025

Rocio Caracola Cosmica, colectivo artistico Drama

Ieri sono stata alla inaugurazione dellas mostra di fotografia . Il titolo della mostra :Ricchezze naturali e culturali ...
30/05/2025

Ieri sono stata alla inaugurazione dellas mostra di fotografia .
Il titolo della mostra :Ricchezze naturali e culturali dello Yocatan, colte con lo sguardo di dieci fotografi emergenti: giovani di talento, sensibili e interessati al loro intorno.
Fotógrafos:
Alondra Manrique
Jespin
D' Huh
Mangel
Jesús Israel Chan
Jose Huipio
Anhel Chan
Tessie Méndez
Allesandra Carrilla
Esteban Dupinet

Le fotografie sono tutte eccellenti, tecnicamente curate, e propongono aspetti dell’ambiente naturale e culturale dello Ycatan,
Non mancano gli aspetti paesaggistici, ritratti con amore e la volonta’ di sottolineare le bellezze del proprio luogo. E quindi Valladolid, la sua chiesa centrale che pero’ in questa foto che gioca con i riflessi e lo specchiarsi, potrebbe essere qualsiasi altra , quasi un archetipo tra sacro e magico.
Sempre a Valladolid come non immortalare ancora una volta la Mestiza, statua centrale della piazza che rappresenta un po’ il cuore della citta’, l’amore si nota nell’accuratezza, nello sguardo no diretto ma quasi discreto, che racconta senza strafare in una foto pulita .imteressante.
Quasi nascosto si discosta dalla descrizione del paesaggio la foto di due contadini con un tacchino, animale amato e curato in ogni fattoria dello Ycatan.
Di fronte la foto dell’anziano Nelo, una foto coinvolgente, poetica quasi a sua insaputa. L’autrice sottolinea la presenza dell’anziano, ma e’ il contesto che rende a mio parere poetica la foto: il vecchio e’ come appoggiato al tronco di un grande albero anch’esso rovinato e segnato dal tempo. Di lato una croce di legni lavorati dal tempo e da usi differenti appoggiata al tronco. La luce e’ discreta e rivela senza esagerare,
Poi vi e’ il cenote nascosto, questi buchi che raccolgono acqua e divengono grotte , sono una caratteristica della zona, che non ha fiumi, ma un patrimonio di acque sommerse che ogni tanto affiorano nei cenote aprendosi in grotte ricche di storia e di energie.
E sopra la classica foto dei fuochi che accompagnano ogni festa e ogni processione, con l’esplosione di luici e colori
Di fronte Il moviemnto di un gruppo che balla nel vento, una impressione di luce, di amicizia e armonia nel movimento appena suggerito,
proseguendo il cane guardiano della strada: un cane di strada che controlla il passaggio di persone e cose, un frammento di vita, qui i cani vivono facilmente per strada, e spesso qualcuno se en occupa, offrendo cibo e cure. In efetti questo guardiano sembra solo, ma non sofferente o spasventato, e’ anche lui un elemento della natura
Di fronte la ultima foto si discosta dalla narrazione per entrare nel vivo della natura e dell’essenza di questa terra: il mais di molti colori fotografato alla raccolta. Ho visto molte foto di questo mais, delle diverse pannocchie con colori e intensita’ diverse, ma tutte erano un poco costruite, questa invece e’ colta nel momento della raccolta, quando non stai ad allineare una per una le pannocchie, e il loro verso pu`cambiare, possono essere messe di traverso. Anel, l’autrice, nel suo commento sottolinea come proprio la diversita’ significhi ricchezza, le differenze nell’unita’ sono un dono de ella invita a ricordare come la unita’ dei diversi e’ una strada verso la crescita e la salvezza di tutti.

Ayer fui a la inauguración de la exposición de fotografía.
El título de la exposición: Riquezas naturales y culturales de Yocatán, capturadas a través de la mirada de diez fotógrafos emergentes: jóvenes talentosos, sensibles e interesados ​​por su entorno.
Las fotografías son todas excelentes, técnicamente precisas y muestran aspectos del entorno natural y cultural de Ycatán.
No faltan los aspectos paisajísticos, retratados con cariño y ganas de resaltar la belleza de su lugar. Y así Valladolid, su iglesia central que sin embargo en esta foto que juega con los reflejos y los espejos podría ser cualquier otra, casi un arquetipo entre lo sagrado y lo mágico.
Siempre en Valladolid como no inmortalizar una vez más a la Mestiza, la estatua central de la plaza que representa un poco el corazón de la ciudad, el amor se nota en la exactitud, en la mirada no directa pero casi discreta, que cuenta sin exagerar en una foto limpia. Interesante.
Casi oculta en la descripción del paisaje se encuentra la foto de dos campesinos con un pavo muy colorido, un animal querido y cuidado en todas las granjas de Ycatlán.
Al frente la foto del anciano Nelo, una foto cautivadora, poética casi sin saberlo. El autor enfatiza la presencia del anciano, pero es el contexto lo que hace que la foto sea poética en mi opinión: el anciano está apoyado en el tronco de un gran árbol también arruinado y marcado por el tiempo. Al lateral, una cruz de madera trabajada por el tiempo y diferentes usos, apoyada sobre el tronco. La luz es discreta y revela sin exagerar,
Luego está el cenote escondido, estos agujeros que recogen agua y se convierten en cuevas, son una característica de la zona, que no tiene ríos, sino una herencia de aguas sumergidas que de vez en cuando afloran en los cenotes abriéndose en cuevas ricas en historia y energía.
Y encima la clásica foto de los fuegos artificiales que acompañan cada celebración y cada procesión, con la explosión de luces y colores.
Frente el movimiento de un grupo que baila en el viento, una impresión de luz, amistad y armonía en el movimiento recién sugerido,
continuando el perro guardián callejero: un perro callejero que controla el paso de personas y cosas, un fragmento de vida, aquí los perros viven tranquilos en la calle, y muchas veces alguien los cuida, ofreciéndoles comida y cuidados. De hecho este guardián parece solo, pero no sufre ni tiene miedo, él también es un elemento de la naturaleza.
La última foto se aparta de la narrativa para adentrarse en el corazón de la naturaleza y esencia de esta tierra: el maíz multicolor fotografiado durante la cosecha. He visto muchas fotos de este maíz, de las diferentes mazorcas con distintos colores e intensidades, pero todas estaban un poco construidas, esta en cambio está captada en el momento de la cosecha, cuando no estás alineando las mazorcas una a una, y su dirección puede cambiar, pueden estar colocadas torcidas. Anhel, la autora, en su comentario subraya cómo la diversidad en sí misma significa riqueza, las diferencias en la unidad son un don y nos invita a recordar cómo la unidad de los diferentes es un camino hacia el crecimiento y la salvación de todos.
Fotógrafos:
Alondra Manrique
Jespin
D' Huh
Mangel
Jesús Israel Chan
Jose Huipio
Anhel Chan
Tessie Méndez
Allesandra Carrilla
Esteban Dupinet

L’elenco di lutti in questo tempo orribile, e mio fratello che sbotta: “non c’e’ nessuno che li sostituiscer! Non ce la ...
24/05/2025

L’elenco di lutti in questo tempo orribile, e mio fratello che sbotta:
“non c’e’ nessuno che li sostituiscer! Non ce la faccio piu’”


E’ davvero duro questo tempo farcito di orrore e impotenza. L’avere sotto gli occhi tutti i giorni lo scempio della Palestina, si’ tutta la Palestina, non solo Gaza, non solo l’orrore e la fame, ma lo stillicidio quotidiano di violenze e morti…
Io che coltivo la speranza della volonta’, gli ho passato il video in cui Ali Rashid parla della sua vita e afferma “ la speranza e’ un dovere etico”, perche’ non possiamo arrenderci.
Intanto mi si e’ riacutizzato il dolore al cuore che conservo da quella telefonata della notte dell’8 agosto 2024, quando in poche parole un medico sconosciuto mi informava che mio marito era morto, mentre io aspettavo la sua dimissione perche’ guarito,.
Ecco ora con Ali, con cui ci eravamo sentiti pochi giorni fa, programmando un incontro questa estate, mi si e’ risvegliato lo stesso dolore, .
L’elenco di chi ci ha lasciato e’ lungo, ma a parte i morti quotidiani che sono una costante delle notizie del giorno, mettere insieme le persone che hanno avuto un significato particolare nelle lotte di questo tempo e’ estremamente straniante.
E a me, che tra poco compio 81 anni viene in mente che anche il mio tempo e’ finito, che e’ davvero ora di passare il testimone alle generazioni piu’ giovani, accettando che l’impotenza ci avvolge e che sono loro che devono trovare il loro cammino di liberazione.
In parte questo e’ vero, ogni generazione ha altri linguaggi, altri strumenti, altre speranze e metodi differenti.
Poi rivado alla mia giovinezza, agli anni ribollenti che abbiamo vissuto e in cui piu’ o meno, con ingenuita’, improvvisazione, fiducia e speranza abbiamo cambiato il mondo e asperto nuove strade. E in quel tempo un vecchio filosofo accompagnava i giovani che manifestavano, e li appoggiava anche con la sua presenza, magari con i pantaloni imbottiti per proteggersi dal rigore dell’inverno. E se questo fatto fu lo spunto per deriderlo e buttare tutto in chiacchiere da parte del potere, lui se en infischio’ e continuo’ a sostenere con parole, scritti, presenza, le azioni dei ribelli..
Si’ eravamo noi i giovani ribelli, che avevamo bisogno di capire come collocarci, come muoverci nella realta’ che stavamo cambiando, e ora, divenuti i vecchi, non credo proprio che possiamo accettare il ruolo dei brontoloni che vedono tutto nero e criticano le scelte dei giovani, credo che abbiamo il diritto, e il dovere, di affiancare le lotte dei piu’ giovani, di comprendere, analizzare, anche riticare se serve, ma senza il furore della prima eta’, con l’ironia di Mario, che su Gaza scrive dell’esasperante attesa dell’alba, o il sorriso di Ali Rashid, che riusciva a parlare di Palestina con fermezza e dolcezza insieme, perche’ l’amore e’ una di quelle cose che non si possono lasciare da parte, e si’, anche con la fermezza e la serenita’ del vecchi Tupamaro Pepe Mujica, che ha attraversato il tempo della lotta e quello del governo della cosa pubblica senza scostarsi dall’essere se stesso, e sempre dalla parte degli ultimi.
Ecco, siamo vecchi, e siamo stanchi, queste morti che accompagnano le nostre giornate sono come un campanello, un avviso che il nostro tempo sta passando, ma intanto che siamo qui non resteremo in silenzio ad osservare lo sfascio, l’opportunismo e la decadenza, ma piu’ che mai continueremo a mantenere accesa una parola di speranza, un impegno, perche’ nessuno si senta solo nella sua lotta, e insieme riusciamo anche a comprendere i nuovi meccanismi compreso lo spegnere il pc e i telefoni per creare un silenzio digitale che scuota come un miliardo di strilli l’inerzia e l’incoscienza dei potenti.
Non possiamo puntare sui potenti, non possiamo aspettare il nuovo Che, il salvatore del mondo, tra l’altro chi ci prova ha vita breve, e allora bisogna che siamo tutte e tutti, le nuove Rose Luxemburg, i nuovi Tupamaros, i nuovi e le nuove partigiani, tutti i giorni, ogni giorno, e scriveremo ancora lettere che qualcuno un domani legga a testimonianza di questi tempi. Non staremo accanto al fuoco ad aspettare la fine: bruceremo d’amore fino all’ultimo respiro, e poi tocchera’ a voi nostre eredi muovervi nel mondo per renderlo un luogo migliore dove sia bello vivere e si possa persino occuparci dei bambini e delle bambine, offrie una speranza alle nuove generazioni.
L’esasperante attesa dell’alba deve essere colorata dalle mille luci delle nostre fiammelle per fermare il genocidio e la modalita’ di strage e scempio che sembra voler imperare nel mondo.,
Con dolore, ma con immenso amore, in memoria di chi ci ha lasciato, ma con la certezza del nostro essere partre di questo mondo e capaci di illuminarlo

14/04/2025
24/03/2025

la poesia e' un atto di resistenza!!!!

Mercoledi 19 MARZOCerimonia DI APERTURA DEL CAMMINO VERSO L’EQUINOZIO DI PRIMAVERACi troviamo insieme, in un cerchio sac...
21/03/2025

Mercoledi 19 MARZO
Cerimonia DI APERTURA DEL CAMMINO
VERSO L’EQUINOZIO DI PRIMAVERA
Ci troviamo insieme, in un cerchio sacro invitando gli elementi e gli ancestri ad accompagnarci per liberare le energie appesantite e accumulate dagli eventi dell’inverno e aprire i nuovi cammini,
Una limpia iniziale, tutte le shaumadoras iniziate sono convocate con la loro copalera per scambiarci un rituale di pulizia profonda e di apertura del cammino: Il fumo del copal ci accompagna, vela per svelare e liberare il non visto.
Accendiamo un fuoco al centro del circolo, affidandogli cio’ che vogliamo lasciare indietro, e poi chiedendogli di portare nell’universo i progetti e le attese, perche’ tutto si apra con i germogli ed i fiori della primavera e si inizino nuovi cammini di crescita e le energie scorrano liberamente.
In circolo apriamo i nostri cuori, poche parole di augurio, di attesa, ringraziando per tutto quello che abbiamo ricevuto, e lasciando andare per fare spazio a nuove energie e nuovi progetti.
Gli eventi astronomici di questo periodo presentano un nucleo di energie che ci portano a scuotere le nostre certezze, abbiamo avuto la Luna Piena con eclissi ed ora si prepara l’equinozio, quell’incontro di giorno e notte in equilibrio che segna il passaggio, in questo emisfero, alla crescita della luce che procede e lentamente qualche minuto al giorno avanza.
E’ un momento complesso a livello astrale ed a livello internazionale, le energie si muovono in modo inatteso e con risvolti sconosciuti.
Se ci guardiamo in giro, nulla e’ come sembra, i cambiamenti attesi non avvengono mai come ce li aspettavamo, e ci troviamo di fronte alla necessita’ di decodificare i messaggi e di capire fino in fondo il significato delle parole. Mai come in questo momento le parole sono usate per corrompere, confondere, e quindi diventa necessario interrogarci, mettere in discussione, chiedere , ascoltare e poi trarre le nostre conclusioni.
E’ il momento di ringraziare, chiedere perdono, e amare, mai come ora la sintesi delle formule di Ho po no pomo hanno un senso e sono una indicazione.
Ci troviamo alle cinque e trenta, nel giardino della casa di Nicoletta, e accendiamo il fuoco, al termine anche un giro con i tarocchi e poi lo scambio di cibo,sano, bibite e quant’altro vogliamo mettere insieme da condividere.
Con amore

MIERCOLES 19 DE MARZO
CEREMONIA DE APERTURA DEL CAMINO
HACIA EL EQUINOCCIO DE PRIMAVERA
Nos encontramos juntos, en un círculo sagrado invitando a los elementos y a los ancestros a acompañarnos para liberar las energías agobiadas y acumuladas por los acontecimientos del invierno y abrir nuevos caminos.
Una limpia inicial, todas las shaumadoras iniciadas son convocadas con su copalera para intercambiar un ritual de limpieza profunda y apertura de camino: El humo del copal nos acompaña, un velo para revelar y liberar lo invisible.
Encendemos un fuego en el centro del círculo, confiándole lo que queremos dejar atrás, y luego pidiéndole que traiga los proyectos y expectativas al universo, para que todo se abra con los capullos y las flores de la primavera y se inicien nuevos caminos de crecimiento y las energías fluyan libremente.
En círculo abrimos el corazón, unas palabras de buenos deseos, de espera, de agradecimiento por todo lo recibido y de dejar ir para dejar espacio a nuevas energías y nuevos proyectos.
Los acontecimientos astronómicos de este período presentan un núcleo de energías que nos llevan a sacudir nuestras certezas, tuvimos la Luna Llena con eclipse y ahora se prepara el equinoccio, ese encuentro del día y la noche en equilibrio que marca la transición, en este hemisferio, al crecimiento de la luz que avanza y avanza lentamente, algunos minutos al día.
Es un momento complejo a nivel astral e internacional, las energías se mueven de manera inesperada y con implicaciones desconocidas.
Si miramos a nuestro alrededor, nada es lo que parece, los cambios esperados nunca ocurren como esperábamos y nos encontramos ante la necesidad de decodificar los mensajes y comprender plenamente el significado de las palabras. Nunca antes las palabras habían sido utilizadas para corromper, confundir, y por eso se hace necesario decodificar, cuestionarnos, interrogarnos, preguntar, escuchar y luego sacar nuestras conclusiones.
Es hora de agradecer, pedir perdón y amar, nunca antes la síntesis de las fórmulas de Ho po no pomo habían tenido sentido y son una indicación.
Nos reunimos a las cinco y media, en el jardín de la casa de Nicoletta, y encendemos el fuego, al final también una ronda con las cartas del tarot y luego el intercambio de comida, comida saludable, bebidas y todo lo que queramos juntar para compartir.
Con amor

Ho posto all’inizio l’invito alla cerimonia che ho fatto qui a Valladolid per mantenere anche il tono un poco legato al tempo e ai tempi. Certo, inizia la primavera, e intanto esplodono le contraddizioni di un mondo sempre più strangolato dalla violenza indifferente alla sorte delle persone.
La giornata di oggi e’ segnata da una ripresa pesante dei bombardamenti a Gaza, e dall’ottusa determinazione della componente sionista di distruggere, allontanare, deportare, insomma di liberare la Palestina dai palestinesi, e la cosa sconvolgente e’ che il mondo sta a guardare, trova scuse e alibi per un genocidio, le reazioni quando ci sono, sono flebili e esitanti, come se i governanti del mondo non avessero la forza di prendere posizione chiara e netta sulla distruzione che sta avvenendo. E non e’ nemmeno accettabile che queste esitazioni siano provocate dall’appoggio USA ad Israele, perché abbiamo visto, stiamo vedendo in questi giorni, come si può reagire, anche con toni decisi, quando la cosa interessa davvero e mette in discussione una narrazione magari discutibile, ma sostenuta con molta determinazione. C'è invece una posizione di connivenza con lo stato sionista genocida che ci chiama tutte e tutti in causa, perché la sensibilità e la solidarietà dei popoli non trova le gambe per camminare persino ora che una relazione dell’ONU conferma ciò che da tempo andiamo ripetendo sul fatto che ci sia un genocidio in corso, una volontà di distruggere, fermare le possibilità riproduttive, la sistematica uccisione di neonati e la demolizione di strutture sanitarie.
Ecco io credo che sia nostro dovere non stare in silenzio mentre tutto questo avviene, e che sia necessario mettere in moto tutti i mezzi alla nostra portata, per fermarli. Uno strumento che potrebbe avere grande impatto e’ il boicottaggio. Si sentono alcune voci di atleti e persino di artisti che rifiutano premi dati da Israele, ma tutto ciò e’ poco e poco raccontato, perché non possa contagiare altri. Certo a essere i primi e’ faticoso, ma credo che altri seguiranno e che tutte e tutti noi dovremmo sostenere queste scelte coraggiose e che sia necessario procedere ad un boicottaggio determinato su tutti i prodotti che fanno capo ad USA e Israele. Questo vuol dire fare una spesa attenta, oculata, consapevole. Penso che per diffondersi e essere efficace, già il boicottaggio e’ temuto e funziona, anche se avviene ancora in maniera ridotta, penso comunque che ci voglia un progetto diverso di mondo, una idea di vita sganciata dalle multinazionali onnivore, ma legata maggiormente alla natura, alle produzioni locali, sforando sui prodotti cinesi per l’inevitabile. Questa affermazione rischia di apparire molto provocatoria, ma ovviamente ha il suo senso se pensiamo che la Cina in realtà non occupa e non si impone, e che alla fine i suoi prodotti sono all’altezza di quelli blasonati, e in campo commerciale e’ presente, e molto, senza imporsi e rapinare nessuno.
Certo anche la Cina e’ uno spauracchio, perché’ e’ vissuta come l’altra, la nuova potenza che avanza comprando, e commerciando invece che usare le armi per occupare. Può darsi che sia un’altra forma di imperialismo, ma credo che dovendo scegliere sia meglio orientarsi li’, tenendo presente pero’ di sostenere i prodotti dei produttori locali per non arrivare ad un appiattimento universale. Difficile? Forse, ma bisogna vedere quali priorità ci diamo, che scelte andiamo facendo, che tipo di vita e di futuro vogliamo costruire. Penso che orientarsi verso le piccole produzioni locali voglia dire anche dare una virata alle cose che riteniamo necessarie e al tipo di vita che vogliamo fare: ad esempio meno cibi conservati, che magari arrivano dall’altra parte del mondo e più prodotti locali, riscoprire anche nei cibi lo scorrere delle stagioni, ciò che matura, fiorisce, germoglia nel suo momento e con esso misurarsi per orientare il nostro cibo e persino i nostri abiti. Non e’ necessario avere un centinaio di magliette fatte non si sa dove e sfruttando chi le produce, ma basta averne meno ma solide, che durano e sono più’ belle, magari con interventi creativi nostri o di nostri vicini artisti, in modo da avere qualcosa di speciale. Un’altra cosa e’ essere consapevoli dei messaggi che si trasmettono anche con gli abiti che indossiamo, dalle magliette che dichiarano la nostra solidarietà alla Palestina o quelle dei nativi americani, che ricordano che sono loro gli abitanti originari di quel territorio, e che tutti gli altri sono immigrati, e quando fermi l’immigrazione che fai, fermi anche te, fai ritorno alla madre patria dei tuoi avi? O ti impegni che da qui in poi si rompa il filo della violenza e si accettino rimescolamenti e migrazioni? “Nostra patria e’ il mondo intero” credo che dovrebbe essere una consapevolezza che ci accompagna non a spianare le differenze, ma ad ascoltare, incontrare, misurarsi con altre culture, i diversi modi di vivere e di vestirsi, godendo anche della bellezza che l’intreccio di cura e capacita’ rende disponibile per noi, con una certa attenzione anche ai furti culturali e alle distorsioni che alcuni stilisti mettono in atto usando la creatività dei popoli e la loro abilita’, per appropriarsene e stravolgere.
Siamo arrivate al punto: questa primavera che germoglia con le bombe, questo equinozio cosi’ poco in equilibrio in questo mondo distorto richiedono un impegno ed una scelta da parte di tutte e tutti noi, consapevoli che il sistema vuole spingerci all’angolo, del lavora-consuma-crepa, dandoci anche una continua insicurezza del lavoro ed alimentando le necessita’ che oggi riteniamo indispensabili alla vita, senza preoccuparsi di tutti i popoli marginali che sono esclusi e che sono costretti a sopravvivere, quando ce la fanno, con il nulla che viene lasciato loro. Dobbiamo ripartire da li’, dalle necessita’ fondamentali, dai bisogni reali e dai modi di vita possibili, sottraendoci alle formule decise altrove, perché tutte le volte che seguiamo la pubblicità del sistema cadiamo nella loro trappola ed e’ sempre più difficile uscirne. Ma fuori c'è la vita, l’aria, gli animali e le piante, e la nostra capacita’ di convivere invece che di rapinare e stare sopra.
So benissimo che e’ un processo lungo, irto di passi avanti e poi indietro, di trappole lungo il cammino, ma ora l’urgenza ci dice da dove partire, dal boicottaggio sistematico e quindi dalla necessita’ di nuove occasioni usando fantasia e creatività in solidarietà con i popoli oppressi.
Buon equinozio, buona primavera cercando un nuovo equilibrio che alimenti la pace e la convivenza e non il conflitto e la guerra.

Indirizzo

Via Aniene 40
Bassano In Teverina
01030

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