
30/03/2025
Ho appena finito di vedere adolescence.
Mi ha letteralmente presa e scaraventata in una realtà ancora lontana ma non troppo dalla mia . Sia da figlia che da madre .
Sono figlia di una generazione che si sente adolescente ancora a 40 anni e sono madre mentre mi sento ancora adolescente .
Ma cos'è un adolescente ?
Un essere umano ibrido a metà tra il lasciare per sempre l'isola dell'infanzia e approdare nella terra dell adultitá. Insidiosa e piena di buche e dirupi fatti di responsabilità e immagini di se che ci dicono debbano essere già ben definite .
L'adolescente è un cantiere aperto, un nervo scoperto , una ferita esposta , troppo fragile e incline a contaminazione esterna, assorbente come una spugna .
L'adolescente è già frutto. Frutto della sua infanzia, e del contesto sociale e culturale e del tempo .
Ma un adolescente e figlio di genitori , che sono essi stessi figli di qualcuno . Con le loro storie . Siamo tutti eternamente legati da catene fittissime, idee,convinzioni e Traumi ereditati da padre in figlio .
Non si può, ancora una volta, parlare di colpa ma credo che la serie voglia farci riflettere sui frutti che stiamo raccogliendo dopo che generazioni tossiche hanno messo al mondo figli che hanno messo al mondo figli senza mai provare a sanare ferite profondissime e contagiose.
Ad un certo punto si pone l'accento sul Padre e sul nonno per arrivare poi alla figura di Jamie. Che ha la "colpa" di essere il frutto marcio e tossico di generazioni cresciute con idee rigide sulle relazioni e identità personali, omofobia e mascolinità tossica .
Un frutto marcio già alla nascita ? Cattivo? No. Per me no. Ma questa è un'altra delle infinite tematiche che il regista riesce a estrapolare in sole 4 puntate . Chi commette reati molto gravi non è un CATTIVO da eliminare.
Ma torniamo a noi.
Jamie crolla quando viene messo in discussione il ruolo del padre, quando sente lesa la sua eterosessualità.
Ci viene raccontato un degradè generazionale che sfuma dal nonno violento che picchia e non ha nessuna relazione con il figlio , che diventerà poi padre, che invece, vuol essere un genitore migliore per Jamie ma che porta su di sé i segni di quel padre che lo ha reso un rigido macho e non ha il coraggio di vedere che suo figlio, piccolo sporco di gelato , puro , non è interessato alle etichette da maschio .
Ma lo obbliga a provare tutti gli sport più fisici e mascolini per poi non avere il coraggio di supportarlo quando questi commette errori e va incontro a fallimenti.
Prova vergogna per non avere un figlio "portato" o "bravo" come gli altri. E Ancora, incapace di riconoscere e validare le SUE emozioni e quindi in eterna lotta tra la rabbia esplosiva e cieca e le richieste poi di perdono continue per essere stato "cattivo". Atteggiamento che ritroveremo, identico in Jamie durante il colloquio con la psicologa.
Tutto sfuma su Jamie , frutto di 2 generazioni di Traumi irrisolti e mascolinità tossica . Bambino che DEVE raggiungere la vetta del macismo a tutti i costi, contemporaneamente stare al passo coi coetanei ed essere "forte".
DEVe essere maschio per forZa, deve rendere suo padre orgoglioso a tutti i costi. Il giudizio del padre è l'unica cosa che conta. Ma non sa chi è.
Perché è anche figlio di una generazione molto più sensibile e profonda:
Chi sei Jamie ? Ti piacciono le donne ? Ti piace il calcio ? Guardi i p***o ? Hai mai visto delle t***e ? Ti piace disegnare ? Ti vedi brutto? Sei popolare ? Hai una ragazza ? Vuoi una ragazza ? Lo sai che ti prendono in giro ? Sei pronto ad un rifiuto? Sei sui social ? Anche lì vieni preso in giro ?
Giungiamo alla fine .
Con la mia personale interpretazione .
Questi genitori dovevano fare di meglio ? Potevano essere migliori ?
Sono colpevoli ? La colpa e dei giovani ?
No .
Tutti loro hanno fatto il meglio di cui erano capaci . Il meglio che potevano fare incastonati nelle rispettive società d appartenenza .
Ma, c'è un ma .
Bisogna sempre chiedersi cosa c'è aldilà del proprio naso, noi generazione ibrida abbiamo il dovere di curare e bloccare le catene tossiche generazionali che ci trasciniamo dietro.
Provare a salvare i nostri figli e noi stessi.
L'ultima scena e un capolavoro.
I toni del blu sono ovunque , ad unire quel papà e quel figliolo in un unica grande sfumatura.
Il cosmo nella stanza, un vortice di pianeti e stelle ad indicare la vastità che c'è dentro quel piccolo umano.
A destra la stanza da adulto : liscia e semplice con un tocco di giallo, un accenno di cambiamento, lo schermo del PC e le nuove passioni .
A sinistra, il bambino . La carta da parati, le stelle , il letto e l'orsetto sotto le coperte .
Appiccicati sulla porta, degli stickers di ufo e alieni . Misteri e imperscrutabilità.
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