29/10/2025
Per il 18% delle imprese, l’attività di incoming genera oltre il 60% del profitto.
Al centro delle strategie, la formazione professionale qualificata e la richiesta di una miglior gestione dei servizi pubblici. Lo affermano Roberta Garibaldi e SRM, nel Rapporto dedicato ai modelli di gestione, alle scelte di investimento e alla governance del turismo del vino da parte delle aziende vitivinicole italiane.
La crescita dell’enoturismo spinge le cantine a investire, dedicando sempre più risorse umane, adeguatamente formate, per soddisfare le esigenze dei wine lovers che oggi incidono in modo determinante – tra vendite dirette, acquisto di esperienze e fidelizzazione post-visita – sui ricavi aziendali. È un fenomeno in piena espansione, quello del turismo del vino, che per la prima volta è stato oggetto di un Rapporto dedicato ai modelli di gestione, alle scelte di investimento e alla governance italiana del turismo del vino. Lo studio è stato presentato oggi a FINE Marketplace Italy, il primo salone italiano interamente dedicato all'enoturismo, organizzato da Riva del Garda Fierecongressi in collaborazione con Feria del Valladolid. L’evento, inaugurato nella giornata odierna, alla presenza di istituzioni nazionali e internazionali, vede la partecipazione di oltre 70 realtà, tra cantine e destinazioni, da Italia e Spagna.
Il Rapporto, curato da Roberta Garibaldi (docente all’Università di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico) e da SRM Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, è il frutto del coinvolgimento di un campione formato da 200 imprese, composto al suo interno da un mix di player più grandi e strutturati per arrivare fino alle micro-imprese. Il campione è stato costituito per rappresentare le realtà più attive in ambito enoturistico. “Proprio la differenziazione dimensionale, insieme a quella territoriale, rappresenta una sfida cruciale per la coesione e la competitività di un comparto che, nell’enoturismo, vede un settore maturo, ma al tempo stesso in evoluzione”, hanno commentato gli autori dello studio.
Occupati, presenze ed impatto economico
I numeri evidenziano la crescita dell’importanza e dell’impatto della vocazione turistica delle cantine. Pur essendo ancora gestito nel 63% dei casi in maniera diretta dai titolari (solo il 12% ha creato una business unit dedicata e scorporata), ormai la metà delle cantine intervistate ha dedicato all’accoglienza dai 5 ai 9 addetti e, nel 17% dei casi, si va ben oltre i dieci addetti. Il turismo rappresenta quindi oggi un core dell’azienda, in cui l’occupazione è legata non solo alle degustazioni, ma anche alle attività di ristorazione e di pernottamento – offerte rispettivamente dal 36% e dal 30% delle aziende. Il Centro Italia ed il Mezzogiorno, in particolare, arrivano a toccare il 77% di aziende che hanno più di cinque addetti dedicati all’ambito turistico, contro il 59% del Nord-ovest e il 63% del Nord-est.
Tra le attività offerte dalle cantine, ovviamente, dominano le visite, le degustazioni e i corsi di preparazione al vino, ma sono molto diffuse esperienze diversificate, sia outdoor che manifestazioni culturali (59%), e l’organizzazione di eventi e cerimonie (22%). Per le visite, le degustazioni e i corsi, nel 51% dei casi il prezzo medio applicato è compreso tra 36 e 50 euro, mentre nel 23% supera i 50 euro.
La ricchezza delle esperienze offerte e il prezzo medio mostrano che, tra le cantine che hanno puntato sull’enoturismo, siamo lontani dal mondo di dieci anni fa, quando ci si limitava alla degustazione, spesso gratuita, in quanto percepita soltanto come un mezzo per vendere il vino. E l’evoluzione avvenuta ha avuto un impatto importante in termini economici: il 49% degli intervistati dichiara un’incidenza dell’enoturismo sul profitto aziendale fino al 30%, il 33% tra il 31% e il 60% e per il 18% delle cantine oltre il 60%.
Dal confronto internazionale si evince che le cantine italiane valorizzano più efficacemente il paesaggio vitivinicolo, proponendo visite in vigneto come asset esperienziale (90% vs 61% nel mondo) e visite in cantina (+22%).
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