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30/07/2025

C’è stato chi, pur di lasciare la Turchia, ha fatto un viaggio stipato in una cisterna di gasolio vuoto. I viaggi secondo gli investigatori hanno movimentato un centinaio di persone. Il prezzo da pagare poteva variare da 4 a 5mila euro. Quattro le persone arrestate e altre cinque deferite in stato di libertà. È questo il bilancio dell’operazione Yolcu, condotta dagli uomini della Squadra mobile di Bergamo e coordinata dalla procura (pm Marchina e Rota). Sono tutti di cittadini curdi i responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante della transnazionalità, e di riciclaggio. A capo dell’organizzazione due fratelli, M.K. 31 anni e A.K. di 43 anni: entrambi in carcere. Ai domiciliari con braccialetto elettronico H.Y., 39 anni, e A.S., 41 anni, soprannominato Ali Babà. Manca all’appello una persona che operava in Svizzera.

Ieri i poliziotti hanno effettuato perquisizioni in due kebab, a Seriate e Bergamo (dove arrivavano i soldi) e nelle abitazioni e nelle pertinenze degli indagati (a Comun Nuovo, Zanica, Bergamo e Bonate Sopra). Sequestrate tre auto, usate per trasportate i clandestini, e 10mila euro.

L’indagine è stata avviata nel novembre 2023, alla luce del numero sempre maggiore di turchi che si presentavano all’Ufficio immigrazione per richiedere asilo politico. Un flusso anomalo. L’inchiesta ha consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione dedita alla gestione di un flusso illecito di persone lungo la “rotta balcanica“. In particolare, il gruppo criminale pianificava e faceva sì che diversi migranti provenienti dal Kurdistan turco riuscissero a entrare illegalmente in Italia con l’obiettivo di proseguire poi il loro viaggio verso altri paesi europei: in particolare Austria, Germania, Francia e Svizzera.

La banda agganciava i clandestini in Turchia per farli arrivare via aereo da Istanbul a Sarajevo dove, tramite altre cellule, venivano trasportati su furgoni e camion sino al confine bosniaco-croato e da qui al confine italo sloveno. Un’ultima parte di viaggio particolarmente pericolosa: per eludere i controlli della polizia, i migranti, spesso donne e bambini, erano costretti ad attraversare zone boschive e montane a piedi, lungo percorsi non tracciati. Come al valico di Maslianico (Como). Una volta raggiunta l’Italia (a Trieste) entrano in gioco i soggetti indagati. I migranti venivano trasportati nella provincia di Bergamo (dove venivano alloggiati per una notte a Zanica) in attesa di future destinazioni. Pagavano in denaro direttamente in Turchia e i trafficanti ricevevano i soldi per mano di alcuni gestori di kebab. Le indagini proseguono.

Francesco Donadoni

C’è stato chi, pur di lasciare la Turchia, ha fatto un viaggio stipato in una cisterna di gasolio vuoto. I...

NEMBRO (Bergamo) La vacanza al mare che si trasforma in un dramma. In un incidente ha perso la vita Pietro Adobati, 19 a...
30/07/2025

NEMBRO (Bergamo)

La vacanza al mare che si trasforma in un dramma. In un incidente ha perso la vita Pietro Adobati, 19 anni, di Nembro. La disgrazia nella notte tra lunedì e ieri nell’isola di Pag (Croazia), nella località di Jakisnica, una delle destinazioni turistiche più amate dai giovani e non solo italiani, per trascorrere un periodo al mare. Secondo quanto riferito dalla Questura della Regione della Lika e di Segna, il diciannovenne era in sella a un quad quando ha perso il controllo del mezzo. Dopo aver sbandato, avrebbe invaso la corsia opposta schiantandosi contro una vettura guidata da una turista tedesca di 44 anni che non è riuscita ad evitare l’impatto con il quad. Il violento scontro ha coinvolto la parte posteriore del quadriciclo, provocando conseguenze fatali per il giovane conducente. Inutili i tentativi di rianimare il giovane da parte del personale sanitario. I genitori e i fratelli maggiori di Pietro, saputa la notizia, sono partiti per la Croazia.

Pietro Adobati si trovava in vacanza con gli amici per festeggiare il diploma appena conseguito al liceo Amaldi di Alzano Lombardo. Sono stati proprio gli amici che si trovavano con lui a informare i familiari su quanto accaduto. Il diciannovennenne e la famiglia erano molto inseriti nella comunità parrocchiale e Pietro giocava da anni nella Asd David dell’oratorio di Nembro. "Era un ragazzo brillante – ricorda l’ex curato di Nembro, don Matteo Cella, che sul suo profilo Facebook ha postato un’immagine di Pietro da bambino (nella foto) e un ricordo –. Ha sempre frequentato la parrocchia, aveva preso esempio dai fratelli più grandi e dalla famiglia, che in oratorio erano delle colonne portanti".

Francesco Donadoni

NEMBRO (Bergamo) La vacanza al mare che si trasforma in un dramma. In un incidente ha perso la vita Pietro...

30/07/2025

Bergamo – Operazione della Finanza di Bergamo che ha eseguito un sequestro preventivo delle quote societarie riconducibili ai fratelli Massimo e Cristian Vitali, 56 e 50 anni, di Cisano Bergamasco, indagati per bancarotta fraudolenta: Cristian come socio unico della società Vita srl e Massimo come presidente del consiglio di amministrazione della Vitali spa. Il sequestro preventivo «di tipo impeditivo» è di 50 milioni in quote societarie in parte della Vitali spa e in parte della Expand srl. Ora il gip Lucia Graziosi nominerà un amministratore giudiziario, a cui saranno affidate le quote sotto sequestro.

Il gruppo Vitali ha realizzato moltissime infrastrutture pubbliche, dalle strade ai ponti, passando per le piste di vari aeroporti, a Bergamo e in tutta Italia. Attualmente sta realizzando il tracciato dell’eBrt, il bus elettrico tra Bergamo e Verdellino. È al centro anche di importanti progetti futuri, come l’autostrada Bergamo-Treviglio e l’interporto. Tra gli altri si è aggiudicato anche l’appalto per il progetto di Porta sud.

Al centro dell’indagine delle Fiamme gialle, coordinata dal pm Schininà, c’è il fallimento della Vita srl che è stata svuotata, secondo l’ipotesi accusatoria, degli asset di valore attraverso un’operazione di scissione societaria che risale al marzo 2022. In base alla ricostruzione degli investigatori, la maggior parte dell’attivo, oltre 31 milioni, è stato trasferito alla Expand insieme ai dipendenti e ai contratti stipulati con i professionisti. In questo modo, nella Vita srl sono rimasti solo i debiti che hanno portato all’apertura di una procedura di liquidazione giudiziale a maggio 2023.

Con Cristian Vitali come socio unico, Vita è risultata amministrata da un ottantenne malato di Alzheimer, una testa di legno, per gli inquirenti, il cui nome era già comparso in altre indagini simili (del tutto slegate ai Vitali).

Durante le indagini sono emerse condotte distrattive, soldi usciti dalla Vita srl ormai in dissesto per pagare, da parte di Cristian Vitali, ristoranti, vacanze, spese mediche, strutture balneari. Tra le contestazioni anche quella di avere tenuto la contabilità in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento di affari.

Il provvedimento ha riguardato le quote societarie della Vitali spa e della Expand srl. Al centro dell’indagine della Finanza la Vita srl: sarebbe stata fatta fallire intenzionalmente

Terno d’Isola, 29 luglio 2025 – È passato un anno esatto da quando Sharon Verzeni veniva uccisa durante una passeggiata ...
29/07/2025

Terno d’Isola, 29 luglio 2025 – È passato un anno esatto da quando Sharon Verzeni veniva uccisa durante una passeggiata serale per le vie di Terno d'Isola. Una triste ricorrenza che il Comune della Bergamasca - spiega su Facebook il sindaco Gianluca Sala - ha deciso di "ricordare con discrezione, nel rispetto del raccoglimento e della riservatezza che un momento tanto intimo e doloroso merita".

Una targa in via Castegnate

In via Castegnate, la strada principale del paese, dove la 33enne venne accoltellata a morte nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024, "come indicato dalla famiglia, si è deciso di commemorare Sharon con una veglia privata. Don Angelo Giudici, parroco di Terno d'Isola, ha accompagnato i presenti in un commosso momento di preghiera", riferisce il sindaco. E sempre sul luogo del delitto il Comune ha inaugurato una targa commemorativa, accanto alla quale "chiunque lo desideri può sostare, lasciare un pensiero, condividere una preghiera, donare un fiore o manifestare un segno silenzioso di vicinanza", dice Sala, spiegando che si tratta di "uno spazio alla memoria della nostra concittadina, vittima di un atto tragico che ha lasciato un segno profondo nella nostra sensibilità. Un gesto semplice ma carico di significato, concordato con le persone care a Sharon, per rinnovare il nostro impegno collettivo contro ogni forma di violenza e per custodire il ricordo di chi non c'è più".

Sangare capace di intendere e volere?

Per l'omicidio è a processo il 31enne Moussa Sangare, che - fermato un mese dopo - ha prima confessato di aver ucciso Sharon 'senza un motivo', per poi ritrattare lo scorso marzo davanti alla corte d'Assise di Bergamo. Si torna in aula il 22 settembre, quando il perito nominato dai giudici stabilirà se Sangare, condannato pochi giorni fa a 3 anni e 8 mesi per maltrattamenti nei confronti di mamma e sorella, fosse capace di intendere e di volere quando un anno fa ha colpito e ucciso Sharon.

“Uno spazio per la memoria” e un “impegno contro la violenza” l’ha definita il sindaco Gianluca Sala, spiegando di aver concordato con la famiglia il luogo della posa, nella via principale del paese dove la giovane donna venne aggredita nella sera tra il 29 e il 30 luglio 2024

Bergamo, 29 luglio 2025 – Tragedia durante una vacanza in Croazia.Nella notte di lunedì 28 luglio, un bergamasco di 19 a...
29/07/2025

Bergamo, 29 luglio 2025 – Tragedia durante una vacanza in Croazia.

Nella notte di lunedì 28 luglio, un bergamasco di 19 anni è morto dopo un violento schianto contro un’auto, mentre era alla guida di un quad, nella località di Jakišnica, nel nord dell’isola di Pag.Francesca Ariazzi morta in vacanza a Ibiza: il malore e il ricovero (forse tardivo) in ospedale

La dinamica e le cause dell’incidente sono ancora tutta da chiarire. Dalle prime informazioni, però, sembra che il giovane abbia perso il controllo del mezzo e, dopo aver sbandato, il quad avrebbe invaso la corsia opposta e sarebbe stato centrato sul lato posteriore da un’automobile, condotta da una donna di 44 anni.

L’impatto è stato fatale: il ragazzo è morto sul colpo, prima dell’arrivo dei soccorsi. I tentativi di rianimazione si sono rivelati inutili.

Le autorità croate hanno aperto un’indagine per chiarire quanto accaduto e le eventuali responsabilità.

Lo schianto è avvenuto sull’Isola di Pag. Il giovane avrebbe perso il controllo del mezzo finendo nella corsia opposta e scontrandosi con un’automobile. Impatto violentissimo che non gli ha lasciato scampo

Bergamo, 29 luglio 2025 – Utilizzavano l’Italia come punto d’appoggio e “trampolino di lancio” per il trasferimento irre...
29/07/2025

Bergamo, 29 luglio 2025 – Utilizzavano l’Italia come punto d’appoggio e “trampolino di lancio” per il trasferimento irregolare di migranti curdi in numerosi Paesi dell’Europa centro-settentrionale. Sono queste le accuse rivolte a nove persone – quattro arrestate e cinque denunciate a piede libero – nell’ambito dell’operazione “Yolcu”, condotta dalla squadra mobile della questura di Bergamo con il coordinamento della Procura della Repubblica locale.

Tutti gli indagati sono cittadini di etnia curda residenti nella provincia di Bergamo e sono ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con l'aggravante della transnazionalità, oltre che di riciclaggio di denaro.

I provvedimenti

Nel corso della mattina, sono state eseguite perquisizioni e sequestri presso le abitazioni e altri locali a disposizione degli indagati. Tra i beni sequestrati ci sono anche tre veicoli, che sarebbero stati impiegati per il trasporto dei migranti.

L'indagine, avviata nel 2023, ha preso avvio in seguito a un anomalo aumento di richieste di asilo politico da parte di cittadini turchi presso l'Ufficio Immigrazione di Bergamo. Da qui, gli investigatori hanno ricostruito l'esistenza di una presunta rete criminale ben organizzata, impegnata nel traffico illecito di migranti lungo la cosiddetta "Rotta balcanica".Da Traorè a Cissè. Storie di chi ce l’ha fatta e adesso sogna la serie A

Il metodo

Secondo quanto accertato, il gruppo criminale pianificava l'ingresso irregolare in Italia di numerosi migranti provenienti dal Kurdistan turco, con l'intento di proseguire verso altri paesi dell'Europa centro-settentrionale.

Il modus operandi prevedeva l'aggancio dei migranti in Turchia, dove venivano imbarcati su voli per Sarajevo. Una volta giunti nella capitale bosniaca, grazie al supporto di cellule locali dell'organizzazione, venivano caricati su furgoni e camion diretti verso il confine croato e, successivamente, trasportati fino a quello italo-sloveno.

L’inchiesta della squadra mobile avviata in seguito a un aumento anomalo delle richieste di asilo politico effettuate da cittadini turchi all’ufficio immigrazione della città orobica

Si chiamava Stefano Poli, aveva 57 anni, ed era originario di Colzate. Appassionato di montagna ha perso la vita domenic...
29/07/2025

Si chiamava Stefano Poli, aveva 57 anni, ed era originario di Colzate. Appassionato di montagna ha perso la vita domenica mentre assieme a due amici stava raggiungendo la cima del Diavolo di Tenda, nel territorio di Carona. L’escursionista precipitando per un centinaio di metri. Insieme a due amici della Valle Seriana Stefano Poli aveva raggiunto il rifugio Calvi, erano poi passati vicino al lago rotondo e avevano in seguito utilizzato il sentiero che portava al passo di Valsecca, per dirigersi infine verso la vetta. Secondo una prima ricostruzione i tre stavano procedendo lungo la cresta e mancava ormai poco per arrivare sulla sommità del rilievo. Ad un certo punto Poli, che si trovava in fondo alla comitiva, per qualche motivo ha perso l’appiglio. Forse per un distacco di roccia, oppure un cedimento. È caduto per circa cento metri. Quando si sono accorti di ciò che era avvenuto, i due compagni di scalata hanno subito cercato di chiamare i soccorsi, ma si sono dovuti spostare in quanto i loro dispositivi in zona non prendevano. Scattato l’allarme sul posto la centrale operativa del 118 ha inviato il personale medico e nel frattempo è stato richiesto l’elisoccorso partito dalla base di Brescia. Inoltre è stato allertato anche Soccorso alpino che ha inviato una squadra di tecnici. Ma quando i sanitari hanno raggiunto il luogo dove era caduto per il 57enne non c’era più nulla da fare e il medico ha potuto solo constarne il decesso.

Troppo gravi le lesioni riportate dall’uomo, il cui corpo è stato trasferito, con il nulla osta del magistrato di turno, al cimitero di Carona per il riconoscimento. Sul posto dove è avvenuta la disgrazia c’erano anche i carabinieri della stazione di Branzi per effettuare i rilievi del caso e ricostruire le dinamiche dell’accaduto. L’elicottero dei soccorritori è poi tornato sul Diavolo per recuperare gli altri due escursionisti, rimasti lì in attesa. Stefano Poli, che di mestiere faceva il piastrellista, dopo aver svolto altri lavori come dipendente in passato, era un vero e proprio appassionato di montagna. Oltre alla camminata e alla corsa, si era cimentato numerose volte in passato in arrampicate e scalate. Conosceva molto bene infatti i sentieri di Carona. Figlio unico, non era spostato né aveva figli, ma passava praticamente tutto il suo tempo libero in quota, dove spesso conduceva le attività in compagnia di amici e conoscenti. Francesco Donadoni

Soccorsi vani per l’alpinista Stefano Poli, 57 anni, originario di Colzate. Era con due amici

La battaglia continua. Non si ferma la lotta del gruppo consiliare Alzano Futura e dell’associazione Alzano viva per str...
29/07/2025

La battaglia continua. Non si ferma la lotta del gruppo consiliare Alzano Futura e dell’associazione Alzano viva per stralciare l’edificabilità di un’area verde della frazione Nese di Alzano Lombardo, al confine con Ranica, situata in prossimità del torrente Nesa e della roggia Serio Grande, per classificarla invece come agricola. Una querelle che va avanti da diversi mesi.

Sono quasi mille, 925 per la precisione, di cui oltre 800 alzanesi, le persone che hanno apposto la propria firma sulla richiesta per "salvare il prato di Nese". Nei giorni scorsi hanno presentato al municipio di Alzano l’osservazione al nuovo Pgt (Piano governo del territorio).

Come spiega Danilo Donadoni, primo firmatario della richiesta, "sono state consegnate al Comune le osservazioni riguardanti l’area, classificata edificabile, ora a prato e vocata a far parte di un corridoio ecologico. Queste osservazioni ricalcano e si aggiungono a quelle già presentate lo scorso giugno da due associazioni del territorio. I fogli con le firme e le osservazioni sono state spedite anche ai responsabili della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio di Bergamo e Brescia e al presidente della Provincia".

La raccolta firme andrà avanti anche in queste settimane "perché parecchi cittadini chiedono di firmare contro l’insensato consumo di suolo. Ulteriori sottoscrizioni saranno depositate alla fine del mese di luglio". Il destino dell’area è già stato al centro nelle scorse settimane di un’aspra polemica tra i due gruppi e l’amministrazione comunale. "Si attende ora – sottolineano i promotori – una risposta concreta da parte delle istituzioni". M.A.

La battaglia continua. Non si ferma la lotta del gruppo consiliare Alzano Futura e dell’associazione Alzano viva per stralciare l’edificabilità...

VALGOGLIO (Bergamo) – Le aperture del Governo sull’energia nucleare e la ricerca dell’uranio per soddisfare il proprio f...
28/07/2025

VALGOGLIO (Bergamo) – Le aperture del Governo sull’energia nucleare e la ricerca dell’uranio per soddisfare il proprio fabbisogno energetico hanno ravvivato l’interesse di numerose aziende e hanno riacceso i riflettori sulla Bergamasca, più precisamente sul comune di Valgoglio e la frazione di Novazza, in Valle Seriana, dove nel 1959 fu scoperto il primo giacimento in Italia, attualmente l’unico sfruttabile nel nostro Paese: la miniera fu utilizzata prevalentemente per attività scientifiche e venne chiusa dopo il referendum sul nucleare del 1987, a seguito della tragedia avvenuta a Chernobyl.

La possibilità che venisse effettivamente sfruttata per l’estrazione e il successivo impiego dell’elemento provocò una divisione nella gente del posto, tra chi vedeva tutto ciò come un’opportunità e chi era invece preoccupato per le ricadute negative sulla salute. L’incidente di Chernobyl e la successiva chiamata alle urne degli italiani, che bocciarono il nucleare, pose la parola fine ai progetti estrattivi. Ora, però, la situazione si ripropone e gli abitanti tornano a temere per la propria salute. Regione Lombardia, infatti, ha pubblicato sul suo bollettino ufficiale l’avviso per rilasciare il permesso di ricerca dell’uranio e minerali accessori nel territorio.

BERGAMO//INGRESSO MINIERE DI URANIO A NOVAZZA CON SINDACO DI VALGOGLIO ANGELO BOSATELLI//FOTO DE PASCALE

“Non stiamo parlando di attività estrattiva, ma di studio e ricerca – si affretta a precisare il sindaco Angelo Bosatelli –. Non bisogna creare allarmismo”. C’è una società, la Canoel Italia Spa – che dal 2012 si occupa di estrazione di gas e produzione di energia –, che ha chiesto di avere il permesso di ricerca mineraria. E come previsto dalla normativa la Regione ha pubblicato un avviso rivolto ad altri soggetti che potrebbero avere il medesimo interesse. Entro 45 giorni dalla pubblicazione dell’avviso (ovvero dalla giornata di mercoledì), potranno farsi avanti. La zona interessata copre una superficie di 2.733.049 metri quadrati.

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“Seguiremo la vicenda in modo stretto, ci siamo già interfacciati con la Regione – promette Bosatelli –. Il nostro interesse è che tutto avvenga secondo i criteri di sicurezza, nel massimo rispetto dell’ambiente e della salute degli abitanti. Se mai si dovesse arrivare all’estrazione del minerale, il Comune coinvolgerà i cittadini e decideremo con loro il da farsi”. A complicare la situazione c’è il fatto che l’area di accesso alla miniera è al momento posta sotto sequestro, dopo che i Carabinieri forestali, nel febbraio scorso, vi hanno scoperto una discarica abusiva. “Ho già fatto sapere – conclude Bosatelli – che mi metterò di traverso se verrà messo un solo chiodo prima che l’area sia bonificata e pulita”.

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BOTTANUCO (Bergamo) – Bruno Verzeni lavora in giardino. Riassesta il tetto e la grondaia della casa di Bottanuco. Un ann...
28/07/2025

BOTTANUCO (Bergamo) – Bruno Verzeni lavora in giardino. Riassesta il tetto e la grondaia della casa di Bottanuco. Un anno dopo. E sempre la convivenza con un dolore che è ormai un compagno di vita. Il dolore per Sharon, la figlia che gli è stata strappata a coltellate in un’afosa notte di luglio.

Signor Verzeni, un anno senza Sharon.

“Ci manca ogni giorno, ogni momento. Invece di migliorare un po’, è tutto uguale. Anzi, è sempre peggio. Non finirà mai”.

Lei non ha mai pronunciato una sola parola d’odio per l’uomo accusato di essere l’assassino di sua figlia.

“Per ca**tà. Quello che mi dispiace è che da lui non sia mai arrivato un gesto di pentimento, una parola di scuse. Neppure dai suoi familiari. Cosa dire? La famiglia avrà avuto altri problemi. Ma un gesto, una parola. Mi spiace soprattutto per loro”.

Com’è oggi la vostra vita?

“La vita va avanti. Deve andare avanti. Ci sono anche delle consolazioni, come il secondo bambino di mia figlia Melody. Nascerà a dicembre, sarà maschio”.

I genitori e il compagno di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa in strada a Terno d'Isola, durante i funerali della donna a Bottanuco nel Bergamasco, 3 agosto 2024. ANSA/MICHELE MARAVIGLIA

Nel nome di Sharon è nato anche un fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza.

“Lo abbiamo costituito con un gruppo missionario e altri gruppi della parrocchia di Bottanuco. Lo scopo è quello di aiutare le donne che in Africa subiscono maltrattamenti e quelle che riescono a uscire dalla tratta e si rivolgono alle organizzazioni che operano in Africa. Verseremo quello che riusciremo a raccogliere a un’associazione di Salsomaggiore. Si chiama ‘Talita Kum’, una frase di Gesù che significa ‘Fanciulla, alzati’ (espressione in aramaico, secondo la Bibbia la frase che Gesù pronuncia per resuscitare la figlia di Giairo - Ndr). Non metteremo assieme chissà che cifra, però cercheremo di fare qualcosa”.

Il padre di Sharon Verzeni: “Non provo odio per il suo assassino. Il fidanzato Sergio Ruocco? Ho trovato un altro figlio”

Sergio, il compagno di Sharon, vive ancora con voi?

“Da un paio di settimane è tornato a Terno d’Isola, nella casa dove abitava con Sharon. Dorme lì. Passa da noi, continuiamo a vederci. Cerca di riprendere la sua vita. Lavora. Il sabato sera esce con gli amici”.

L’ultimo ricordo di Sharon.

“L’ultimo messaggio, l’ultimo saluto alla mamma. Un sms: ‘Attenta alle scale mobili’. Voleva ricordarle un infortunio che le era capitato”.

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Lei è credente. Quanto è stato aiutato dalla fede?

“Ci sono stati i tempi del ripensamento. Momenti difficili. Una dura prova. Sempre quel pensiero: ‘Perché mia figlia, perché proprio lei?’. Ma se uno la fede l’ha dentro non la perde. La comunità di Bottanuco ci è stata vicina. Ancora adesso, tutte le volte che si celebra una messa per ricordare Sharon, le persone sono presenti. A Terno d’Isola il sindaco ha collocato una fioriera sul luogo dell’omicidio. È stata una cosa bella”.

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Quale altro rimpianto si porta dentro, oltre a quello, infinito, di avere perduto Sharon?

“A maggio o giugno di quest’anno si sarebbe sposata. Il giorno del suo funerale, nonostante il caldo, ho messo la giacca, la cravatta. Se l’avessi portata all’altare mi sarei vestito così. L’ho portata all’altare in un altro modo”.

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Milano, 28 luglio 2025 – Regione Lombardia ha dato il via libera al progetto 'Le chiavi di casa' per destinare due allog...
28/07/2025

Milano, 28 luglio 2025 – Regione Lombardia ha dato il via libera al progetto 'Le chiavi di casa' per destinare due alloggi popolari del Comune di Bergamo all'AIPD - Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down, grazie a una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco.

Progetto per l'Inclusione e l'Autonomia

L'iniziativa nasce dall'esigenza di rendere più accessibili le opportunità abitative per le persone con disabilità, ma anche di rigenerare il patrimonio immobiliare della città di Bergamo.

I due alloggi del Comune, situati in via Borgo Santa Caterina, saranno destinati all'AIPD per un periodo di 15 anni. La stessa associazione si farà interamente carico dei costi di manutenzione e dell'assegnazione degli appartamenti.

"Questo progetto - ha dichiarato l'assessore Franco - è un esempio concreto di come l'housing sociale possa contribuire a rendere la nostra società più inclusiva. Si tratta di un passo importante verso una maggiore autonomia per le persone con sindrome di Down, le quali non dovranno corrispondere alcun canone di affitto. La casa non è solo un tetto, ma uno spazio in cui costruire indipendenza, relazioni e dignità".

AIPD, gli scopi dell’associazione

L'AIPD, da anni attiva sul territorio di Bergamo, è impegnata per favorire l'inclusione sociale e l'autonomia delle persone con Sindrome di Down. Con il progetto 'Le chiavi di casa', l'associazione offre un'opportunità di vivere in modo indipendente, promuovendo al contempo un modello di abitare che mira alla rigenerazione e alla valorizzazione dei beni comuni.

La Giunta lombarda ha deliberato il via libera all’accordo che prevede l’assegnazione, per 15 anni, a titolo gratuito, due abitazioni all’Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down che effettuarà la gestione e manutenzione

Bergamo, 28 luglio 2025 – Fermati dai carabinieri della Tenenza di Cologno Monzese due uomini che i giorni scorsi avevan...
28/07/2025

Bergamo, 28 luglio 2025 – Fermati dai carabinieri della Tenenza di Cologno Monzese due uomini che i giorni scorsi avevano commesso furti a Dalmine e Seriate.

I militari li hanno intercettati nella Bergamasca, ma i due cittadini di 36 e 32 anni –insieme a una donna di 28 anni – irregolari sul territorio, non si sono fermati all’alt e hanno dato via a un inseguimento terminato a Brugherio, in provincia di Monza e Brianza.

Una volta riusciti a fermarli, i carabinieri hanno trovato nel bagagliaio numerosi oggetti rubati. Parte della refurtiva, tra cui preziosi, materiale elettronico, abbigliamento ed accessori griffati, è stata già restituita ai proprietari. I fermati sono stati portati in carcere. La donna solo denunciata.

I colpi in alcune abitazione della Bergamasca: arrestati un 36enne e un 32enne, denunciata una 28enne

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