12/06/2025
Attacco post-it alla parete ma con un metodo infallibile, o quasi 😅
È quello che racconto ai miei figli quando parto per i laboratori di facilitazione. Mi chiedono perché lasci a casa la valigia a rotelle con videocamere, batterie, microfoni e metta invece nello zaino foglietti colorati, bollini adesivi e pennarelli a punta larga.
𝐋𝐚 𝐟𝐚𝐜𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢. Ci sono centinaia di strutture da rielaborare secondo le esigenze. Il comune denominatore sono le domande stimolanti, la ferrea gestione dei tempi e l’ascolto di tutti i partecipanti, senza differenza di carica e ruolo.
Bastano poche regole condivise per contenere le parole di troppo e generare idee concrete. In qualche ora confrontiamo le proposte del gruppo, elenchiamo le azioni da sperimentare e creiamo gli scenari da esplorare.
La scorsa settimana ho portato la mia esperienza in un settore a me lontanissimo: quello della medicina e dell’industria farmaceutica.
𝗛𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗮𝘃𝘂𝘁𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹’𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗲𝘁𝗼𝗱𝗼 anche in contesti diversi dalla creatività digitale e produzione di contenuti, le situazioni a cui sono abituata.
È stata un’esperienza sfidante ma incredibilmente formativa.
Rivolgo i miei complimenti a KONCEPT che ha avuto il coraggio di portare la facilitazione in contesti inusuali e a Carlotta Iarrapino e Tessa Ercoli per l'incredibile squadra che hanno messo insieme.
Non riesco purtroppo a citare tutte le splendide colleghe facilitatrici, e qualche facilitatore, che hanno condiviso questa esperienza. Un saluto speciale va però a Pamela Nerattini - LinkedIn & Coaching e Scala