Marisa Paola Fontana

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Marisa Paola Fontana Non dipingo cose, dipingo le differenze tra le cose Nessuna abile invenzione può rimpiazzare un elemento fondamentale come l’immaginazione. Fontana Marisa Paola

Nella grafica e nella pittura nella fotografia amo strutturare via via un figurativo molto personale, che si fonda su spunti suggeriti dalla realta’. Particolare spazio nelle mie opere trovano le figure femminili. Cariche di significato simbolico, assorte nei loro pensieri, con lo sguardo fisso perduto nel vuoto a dare un senso di solitudine alle intere scene, quasi a dimostrazione di come il ben

essere materiale ci renda più soli e non porti a nessun dialogo
la mia composizione e ciò che vi rappresenta rimane senza dubbio reale, ma a guardar meglio la sensazione di irrealtà, o meglio interiorità, fa perdere le redini della temporalità e della gravità. Amo evocare nei miei quadri gli infiniti scenari possibili che si aprono nel immaginario dello spettatore sulle vicende dei personaggi. Nelle mie immagini desidero seminare indizi. Non vi e’ volutamente alcuna risposta nelle scene raffigurate a cio’ che puo’ indurre lo spettatore a perdersi nell’ immaginazione per completare la narrazione, sono un fotogramma di una scena in divenire.

Bellissimo
26/07/2025

Bellissimo

Il marketing geniale della BBC per "Dracula" — un capolavoro della pubblicità urbana. Di giorno — semplici picchetti di legno. Al tramonto — l’ombra nitida di Dracula. Niente magie digitali, solo il sole e un calcolo geniale. Semplice. Inaspettato. Indimenticabile!

Sembrava solo una bellissima conchiglia… invece era uno degli animali più letali al mondo.Una ragazza di 29 anni era in ...
26/07/2025

Sembrava solo una bellissima conchiglia… invece era uno degli animali più letali al mondo.

Una ragazza di 29 anni era in cerca di conchiglie quando ne ha trovata una splendida, lucida, dal disegno marmoreo. L’ha raccolta, osservata, persino scossa. Poi, l’ha rimessa in acqua, ignara del pericolo.

Solo ore dopo ha scoperto la verità: quella conchiglia nascondeva una Conus marmoreus, una lu**ca di mare tra le più velenose del pianeta.

È dotata di un arpione velenoso capace di paralizzare in pochi minuti.
Un solo esemplare può contenere tossine sufficienti per uccidere fino a 700 persone. E non esiste antidoto.

Il pericolo è raro, ma reale: questi animali pungono solo se manipolati… ed è proprio ciò che è accaduto.

La ragazza, scossa, ha condiviso tutto online per lanciare un messaggio chiaro:
mai toccare ciò che non si conosce.

Anche la meraviglia più innocente può nascondere un pericolo invisibile.

La madre di Monica Bellucci, Brunella Briganti, classe 1943. Eleganza e bellezza sembrano essere di famiglia. 💫👩‍👧
24/07/2025

La madre di Monica Bellucci, Brunella Briganti, classe 1943. Eleganza e bellezza sembrano essere di famiglia. 💫👩‍👧

L’idrogeno verde è visto come una delle energie del futuro, ma produrlo richiede molta acqua pulita: circa nove litri pe...
23/07/2025

L’idrogeno verde è visto come una delle energie del futuro, ma produrlo richiede molta acqua pulita: circa nove litri per ogni chilo di gas.

Questo è un problema serio, soprattutto dove l’acqua è già scarsa. Ma c’è chi ha trovato una soluzione interessante.

Un gruppo di scienziati ha dimostrato che si può usare anche l’acqua sporca per produrre idrogeno. Non solo: “gli agenti inquinanti in essa contenuti” aiutano a rendere il processo ancora più efficiente.

Il sistema sfrutta i metalli pesanti e altri contaminanti come catalizzatori. Gli elettrodi, fatti con scarti agricoli, attirano i metalli disciolti nell’acqua.

Quando passa la corrente elettrica, l’acqua si divide in idrogeno e ossigeno. I metalli sugli elettrodi creano una sorta di “catalizzatore cocktail” che accelera la reazione, meglio anche dei catalizzatori tradizionali e costosi.

Un modo semplice per immaginare il futuro dell’energia che potrebbe far riflettere molti.

*Lo sapevi che Albert Einstein*     aveva un rituale piuttosto curioso?Si addormentava tenendo letteralmente una chiave ...
21/07/2025

*Lo sapevi che Albert Einstein*
aveva un rituale piuttosto curioso?
Si addormentava tenendo letteralmente una chiave in mano.
Ecco come funzionava:
Einstein si sedeva sulla sua poltrona preferita, tenendo una chiave sospesa sopra un piatto di metallo poggiato a terra.
Nel momento in cui iniziava ad assopirsi—quello stato a metà tra la veglia e il sonno—la sua mano si rilassava.
La chiave cadeva con un rumore secco sul piatto… e lui si svegliava di colpo.
Perché tutta questa fatica?
Perché quel momento magico tra la veglia e il sonno—lo stato ipnagogico—è una miniera d’oro per le nuove idee.
La mente inizia a creare connessioni inaspettate, immagini vivide, lampi di ispirazione… ma se si scivola completamente nel sonno, quasi sempre tutto svanisce.
Einstein aveva intuito qualcosa che oggi la neuroscienza conferma: interrompere quella transizione aiuta a trattenere le scintille della creatività.
Bastano pochi secondi in quella “zona di confine” per afferrare un’idea brillante prima che scompaia.
E non era l’unico.
Anche Salvador Dalí e Thomas Edison sperimentavano tecniche simili.
Oggi, alcuni scienziati hanno riprodotto l’esperimento—con risultati sorprendenti:
sogni più vividi, creatività potenziata, memoria più acuta e maggiore produttività.
Quindi, se un giorno vedi qualcuno che si appisola stringendo una chiave…
non pensare subito che abbia perso la testa.
Potrebbe essere a un passo dalla sua prossima grande scoperta.

🏝️🦭❤️‍🩹🥹Ferita ed esausta, Panchita arrivò da sola sulla riva di un hotel alle Galápagos, con il corpo segnato da una re...
19/07/2025

🏝️🦭❤️‍🩹🥹
Ferita ed esausta, Panchita arrivò da sola sulla riva di un hotel alle Galápagos, con il corpo segnato da una rete da pesca e l’anima spezzata dal dolore.

Quello che sembrava essere la sua fine… si trasformò in un nuovo inizio.

Per tre lunghi mesi, il personale dell’hotel la nutrì, curò le sue ferite e le restituì la fiducia.

Giorno dopo giorno, la leonessa marina recuperava le forze…
ma costruiva anche un legame invisibile con chi le aveva offerto rifugio.

Quando tornò in mare, non sparì come fanno gli altri animali selvatici.
Al contrario: Panchita tornò.

Ogni mattina, dopo aver nuotato libera nelle acque profonde, torna nello stesso posto dove, un tempo, fu salvata.
Si sceglie la sua solita sedia, fa un pisolino al sole… e poi torna in mare.

Solo per ripetere lo stesso rituale il giorno dopo.

La sua non è solo la storia di una guarigione miracolosa,
ma un ricordo vivente del potere dell’empatia tra specie diverse
e del fatto che, a volte, i legami più forti…
non hanno bisogno di parole.

L'acqua scorre sempre verso il basso. Sempre. Eccetto in un posto in Italia dove 2000 anni fa i Romani riuscirono a farl...
17/07/2025

L'acqua scorre sempre verso il basso. Sempre. Eccetto in un posto in Italia dove 2000 anni fa i Romani riuscirono a farla salire verso l'alto.

Sembra impossibile, vero? Eppure ad Alatri, in provincia di Frosinone, c'è un antico acquedotto romano che sfida apparentemente la gravità. L'opera, realizzata alla fine del II secolo a.C. dal censore Lucio Betilieno Varo, nasconde un segreto ingegneristico straordinario.

Il trucco? Un sistema di sifoni idraulici. Immagina di soffiare in una cannuccia immersa nell'acqua: la pressione fa salire il liquido. I Romani applicarono questo principio su scala monumentale, sfruttando la pressione della colonna d'acqua per far superare dislivelli e ostacoli naturali.

Non è magia, è pura fisica applicata con un'intelligenza che ci stupisce ancora oggi. L'acqua non viola le leggi di gravità, ma viene "spinta" dalla pressione del sistema stesso, purché il punto di arrivo sia più basso della sorgente.

La cosa più affascinante? Questo non era un caso isolato. I Romani utilizzarono tecniche simili in tutto l'Impero, dimostrando una comprensione dell'idraulica che definiremmo moderna.

Ecco perché quando parliamo di "ingegneria romana" non esageriamo mai abbastanza. 2000 anni fa avevano già capito come piegare la natura alle loro necessità, senza violarne le leggi ma sfruttandole con genialità.

Migliaia di anni prima dei condizionatori, in Persia avevano già risolto il problema del caldo.Sto parlando delle 'torri...
15/07/2025

Migliaia di anni prima dei condizionatori, in Persia avevano già risolto il problema del caldo.

Sto parlando delle 'torri del vento' - delle strutture architettoniche che riuscivano a abbassare la temperatura interna di oltre 10°C rispetto all'esterno. E indovina un po'? Senza consumare nemmeno un watt di energia.

Il principio era geniale nella sua semplicità: catturavano le correnti d'aria naturali, le incanalavam negli edifici e creavano un sistema di ventilazione passiva che funzionava meglio di tanti sistemi moderni.

Mentre noi nel 2024 accendiamo il condizionatore e guardiamo terrorizzati la bolletta della luce, loro avevano già capito come sfruttare il vento per stare freschi. Spesso abbinavam queste torri a canali d'acqua sotterranei per aumentare l'effetto rinfrescante tramite evaporazione.

Davvero impressionante come certe soluzioni 'primitive' fossero in realtà incredibilmente avanzate. L'architettura come tecnologia pura, senza sprechi energetici.

Forse dovremmo guardare più spesso al passato per trovare ispirazione per il futuro sostenibile.

LE UOVA DEL POLIPO.queste sono UOVA, di "POLPO" durante una bassa Marea. Si possono trovare depositate tra le rocce del ...
13/07/2025

LE UOVA DEL POLIPO
.queste sono UOVA, di "POLPO" durante una bassa Marea.
Si possono trovare depositate tra le rocce del mare...si schiudono alla fine di agosto, inizio settembre.
La mamma che le ha deposte è sempre LI' vicino, le controlla e non si muove nemmeno per andare a cercare cibo perchè le uova senza di lei non sopravviverebbero...
Quando si schiudono, solo allora, Lei esce dal suo rifigio sotto lo scoglio, per incontrare i suoi figli e morire, malnutrita ed esausta...poco dopo...
Questa Madre, Vive solo per arrivare a questo momento.

😔 Molti di quelli che "vanno a polpi" non sanno o a loro non importa nulla...la vedono lì sotto, ferma, stanca ed inerme...la cattureranno...e le sue uova andranno distrutte...😔

No, non possiamo ergerci sempre a divinità che decidono del destino degli altri esseri che popolano il nostro Pianeta...no, noi uomini, non possiamo e non dobbiamo più farlo!...🙏

(Testo tratto dagli scritti di Alejandra Lorenzo)
immagine dal web

Puzzano terribilmente e invadono le nostre spiagge, ecco cosa sonoQuello di cui stiamo parlando sono le velelle. Che cos...
11/07/2025

Puzzano terribilmente e invadono le nostre spiagge, ecco cosa sono
Quello di cui stiamo parlando sono le velelle.
Che cosa sono e perché puzzano? Finiscono per popolare le nostre spiagge e l’odore che diffondono è sgradevole: ma cosa sono? Gli esperti biologi marini ci spiegano tutto. Si tratta, semplicemente, di organismi galleggianti: vivono sulla superficie e hanno una ‘forma’ a ‘vela’, da cui prendono il nome.

LA CITTÀ DELLE 100 (E PIÙ) TORRIPotrebbe sembrare irreale, ma un luogo del genere è esistito davvero e si trova in Itali...
11/07/2025

LA CITTÀ DELLE 100 (E PIÙ) TORRI

Potrebbe sembrare irreale, ma un luogo del genere è esistito davvero e si trova in Italia. Nonostante oggi ne siano rimaste in piedi solo pochissime e 2 in particolare la rendano famosa in tutto il mondo, questa città italiana divenne famosa per lo stupefacente skyline che si vedeva da chilometri di distanza fin dal medioevo. Furono costruite infatti più di 180 torri, alcune alte oltre 95 metri, che dominavano su tutta la città.

Queste strutture non servivano solo per la difesa, ma anche come simboli di potere e prestigio. Le famiglie nobili le costruivano in una sorta di competizione per mostrare la loro ricchezza e le loro conoscenze architettoniche.

Tra le più famose ancora in piedi ci sono la Torre degli Asinelli (97 metri) e la Torre Garisenda (60 metri), entrambe pendenti e situate nel cuore della città. Sebbene solo una ventina di torri siano sopravvissute fino ad oggi, quasi mille anni fa Bologna sembrava una sorta di Manhattan medievale.

Riuscite a immaginare una torre medievale alta 97 metri? È all'incirca l'altezza di un moderno edificio di 35 piani. Assolutamente sbalorditivo.

Un fotografo subacqueo ha catturato un momento straordinario: una femmina di cavalluccio marino nell’atto di trasferire ...
08/07/2025

Un fotografo subacqueo ha catturato un momento straordinario: una femmina di cavalluccio marino nell’atto di trasferire le sue uova al compagno, che le custodirà nella sua sacca ventrale fino alla nascita dei piccoli.

I cavallucci marini sono noti per la loro monogamia e rappresentano una delle forme più tenere d’amore nel mondo animale. Ogni mattina, all’alba, si incontrano per celebrare il loro legame con una danza rituale che può durare oltre cinque minuti. Con le code intrecciate e i colori che si accendono di sfumature vivaci, si salutano con affetto in un tenero rito del “buongiorno”.

Durante la giornata nuotano uno accanto all’altro, scambiandosi piccoli gesti affettuosi, “arrossendo” persino dopo una lite per poi fare subito pace. Amano la buona cucina e non si fanno mancare nulla: possono arrivare a mangiare oltre tremila gamberetti in un solo giorno!

In questa specie unica, è il maschio a portare avanti la gravidanza e a dare alla luce i piccoli. Tra loro l’amore è un patto eterno, fatto di dedizione, complicità e straordinarie abitudini che ci ricordano quanto la natura sappia essere meravigliosa

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Nella grafica e nella pittura nella fotografia amo strutturare via via un figurativo molto personale, che si fonda su spunti suggeriti dalla realta’. Nessuna abile invenzione può rimpiazzare un elemento fondamentale come l’immaginazione.

Particolare spazio nelle mie opere trovano le figure femminili. Cariche di significato simbolico, assorte nei loro pensieri, con lo sguardo fisso perduto nel vuoto a dare un senso di solitudine alle intere scene, quasi a dimostrazione di come il benessere materiale ci renda più soli e non porti a nessun dialogo

la mia composizione e ciò che vi rappresenta rimane senza dubbio reale, ma a guardar meglio la sensazione di irrealtà, o meglio interiorità, fa perdere le redini della temporalità e della gravità. Amo evocare nei miei quadri gli infiniti scenari possibili che si aprono nel immaginario dello spettatore sulle vicende dei personaggi.

Nelle mie immagini desidero seminare indizi. Non vi e’ volutamente alcuna risposta nelle scene raffigurate a cio’ che puo’ indurre lo spettatore a perdersi nell’ immaginazione per completare la narrazione, sono un fotogramma di una scena in divenire.