03/12/2025
Il 7 dicembre prossimo - ad un anno dalla scomparsa di Mario Fezzi, cofondatore della nostra associazione – verrà assegnato l’Ambrogino d’Oro alla sua memoria dal Comune di Milano.
Noi abbiamo pensato di ricordarlo con un Convegno che si terrà, sempre a Milano presso la Camera del Lavoro, con il programma di cui all’allegata locandina dal titolo LEGGE DEL PIÙ FORTE versus DIRITTO DEGLI OPPRESSI: ANATOMIA DI UNA SCELTA.
Vorrebbe essere l’occasione anche per una riflessione collettiva sulle ragioni della sua scelta di difendere (solo) i lavoratori e le lavoratrici, e quindi - anche - sui motivi che hanno indotto tanti di noi 350 avvocati giuslavoristi a dedicare la nostra attività professionale a precise scelte di campo riconducibili alla ricerca della giustizia sostanziale, anche sacrificando maggiori possibilità di guadagno.
Abbiamo per questo voluto coinvolgere altri giuristi e colleghe che, all’interno di altre associazioni come MD, GD e ASGI, dedicano la loro vocazione professionale, in armonia con i - ed in attuazione dei - principi della nostra Carta costituzionale, alla tutela dei più deboli, siano essi lavoratori, lavoratrici, immigrati e immigrate.
Per alcuni di noi questa scelta si affianca a una opzione di impegno politico, per altri la incarna e sostituisce: per tutti può comunque considerarsi un impegno “militante”.
E, sempre a proposito del nostro mestiere, abbiamo deciso di dedicare una sessione alla scrittura: nel diritto, infatti, la funzione del linguaggio non è la descrizione dei fatti e delle norme ma è la creazione di consenso sui comportamenti e sui significati. Quando noi andiamo davanti a un giudice non dobbiamo descrivere il mondo ma dobbiamo rendere più attraente e vera la nostra narrazione, dobbiamo cercare di usare le storie dominanti per portare consenso alla nostra. Nel momento in cui portiamo una causa in tribunale mettiamo un pezzo di vita ferita nelle mani di un terzo imparziale, un/una giudice, sommerso/a di storie come la nostra. E dobbiamo trovare le parole giuste e i toni adatti per suscitare il suo interesse, per convincerlo/a a intervenire nel modo più adeguato.
Siamo partiti dai motivi che hanno portato Mario alla sua scelta, oltre mezzo secolo fa, ma lo scenario è oggi molto diverso. Si sono infatti sommati due movimenti epocali: l’individualizzazione di massa e la disintermediazione, con la letterale scomparsa dei partiti dei “lavoratori” e la progressiva crisi della rappresentanza sindacale, e al contempo con l’accessibilità a tecnologie digitali capaci di rendere diretti e immediati, ovvero di modificare in maniera sostanziale, i rapporti e le relazioni fra soggetti diversi. E ciò ha completamente modificato la qualità delle relazioni sociali, così come le forme di organizzazione sociale del lavoro e della produzione con il doloroso paradosso per cui il lavoratore/lavoratrice tanto più è solo/a e tanto meno sente la necessità di organizzarsi sindacalmente.
Ed è in questa sua solitudine che incontra l’avvocato/a che, spesso, attraverso la composizione in giudizio della causa di ogni singolo/a cliente, non mira a risolvere solo il suo caso personale, ma contribuisce a instaurare o rafforzare principi giuridici di portata generale che, una volta consolidatisi, potranno valere per altre persone incappate in identiche disavventure. Quella che, una volta, veniva definita politica del diritto.
Di questo si parlerà anche nella sessione denominata Dalla parte delle Carte e delle Corti: politica del diritto attuata proprio attraverso la giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di giustizia europea che, con le nostre iniziative, siamo riusciti ad ottenere: si pensi alla sostanziali correzioni subite, da parte dei giudici della Consulta, dal d.lgs. n. 23 del 2015 in meno di un decennio, e dallo stesso art. 18 dello Statuto come modificato dalla Legge Fornero, ovvero alle interpretazioni dai giudici comunitari in materia di lavoro interinale e sui contratti a termine nel settore agricolo.
E non si potrà certo ignorare il referendum sulla separazione delle carriere.
Ci piacerebbe vedervi di persona in tanti per parlare, oltre che dei grandi temi che occupano tutti i giorni i nostri pensieri, un po’ anche di noi.