17/12/2025
E non lasciare a bocca asciutta le tue amiche appassionate di romance spicy.
Sweet Child O’ Mine riecheggiava fra le mura del club. I riff di chitarra raggiunsero un crescendo travolgente e poi tacquero. Eve tirò un sospiro di sollievo. — Meno male. È troppo alta.
— Oh, aspetta — ribatté Ryan.
La canzone ricominciò. — Ce l’ha in riproduzione automatica?
— Sì, e ha minacciato di spararmi se mi azzardo a spegnerla. La pi***la non gliel’ho vista in mano, ma non mi stupirebbe se l’avesse nascosta da qualche parte. Sarò onesto, non ho idea di cosa fare. Lo lascerei stare, ma il resto del mio staff sarà qui tra un paio d’ore per iniziare a sistemare il locale. Dovrei cancellare la serata?
— No. Lasciami parlare con lui. Riesci ad abbassare il volume, senza che lui se ne accorga?
Si incamminarono. Ian era seduto su una sedia, di sp***e, al centro del palco, lo sguardo rivolto verso la Croce di Sant’Andrea. Si era rimboccato le maniche della camicia e in una mano reggeva un bicchiere con qualche dita di liquido color ambra. La bottiglia giaceva ai suoi piedi.
A Eve giunsero inquietanti vibrazioni.
Sì, Ian non stava affatto bene.
Non era certo uno che parlava molto, né lei lo aveva mai avuto come paziente. Apparentemente, la versione di seduta psicoterapeutica secondo Ian consisteva nell’affogare i propri pensieri nell’alcol, sfondandosi i timpani con ballate metal.
Eve, tuttavia, si sarebbe approcciata come amica, o meglio, come sottomessa. Probabilmente le altre si erano limitate a offrirgli del sesso, che poi era l’unica cosa di cui lui non aveva bisogno. Un Dominatore cercava altro. Si tolse le scarpe e la giacca che piegò, per poi appoggiarla su un tavolo, dopodiché sciolse le forcine che tenevano raccolti i capelli.
Ryan la guardava a braccia incrociate. — Ci hanno già provato le altre sub.
— Le altre sub non gli vogliono bene. Ian è come un fratello per me. Non gli offrirò il mio corpo, Ryan. Adesso lasciateci soli.
— Eve, non so se sia una buona idea. Lui sarà anche il capo, ma io sono il Dom Residente, e sono responsabile della sicurezza di ogni sub, qui.
— E io possiedo una quota di questo club, in quanto membro fondatore. Ryan, apprezzo la tua premura, ma Ian Taggart non farebbe mai del male a una sottomessa. Mai. E sicuramente non ne farà a me. Ti prego. Se vuoi il mio aiuto, bisogna che mi lasci fare il mio lavoro.
Lui rivolse un cenno alle ragazze in lacrime che si erano radunate a un tavolo, e che lo seguirono come pulcini dietro la chioccia. Dio, erano così giovani. Una di loro, con il viso rigato dal mascara che le lacrime le avevano sciolto, pigolò: — Mi dispiace, signore. Ci ho provato.
Ryan scosse la testa come a dire “te l’avevo detto”. — Immagino che non fosse dell’umore giusto per una lap dance.
Mentre raggiungeva Ian sul palco Eve constatò con sollievo che il volume si era leggermente abbassato.
— Ehi, rialza la mia fottuta musica! — gridò Ian.
— Ha chiamato Axl Rose. Rivuole indietro il suo disco, tesoro. — Eve si sentiva a un passo dalle lacrime, mentre guardava il suo amico, colui che era come una famiglia che aveva fatto di tutto per salvarla.
— Vai via, Eve. Muoio dalla voglia di fare a pezzi qualcuno, e non comincerò certo da te. Ho già fatto piangere abbastanza sottomesse, per oggi.
Lei gli si parò davanti. Con il suo metro e ottanta, i capelli biondi, gli occhi azzurri e il fisico asciutto e possente, Ian si presentava come un vichingo di prim’ordine, dalla bellezza sfarzosa. Un demone bisognoso di un conforto che non sempre era pronto ad accettare…
Link al primo commento per scoprire se Ian riuscirà a fare i conti con il passato👇
Immagine:AI