14/09/2025
IL MONTECCHIO CALCIO SENZA ROMANO ALEARDI
[Rosanna Frizzo] Il Montecchio Calcio, la società calcistica più blasonata in città, che ci aveva abituati a gareggiare nella prestigiosa categoria della Serie D, ad un passo dal professionismo, quest’anno, dopo una dolorosa retrocessione, riparte dall’Eccellenza. Niente di male, capita e i Montecchiani, lungo tutti i cento anni della squadra biancorossa si sono abituati a rapide risalite delle classifiche, ma anche a brutti capitomboli con relative retrocessioni.
Quest’anno, però, qualcosa di diverso c’è: sugli spalti del Cosaro non ci sarà Romano Aleardi, il Presidente. Mentre i ragazzi di Mr. Plumitallo giocheranno, lui si godrà il meritato riposo, dopo aver sostenuto per ben 36 anni la squadra castellana.
Trentasei anni di amore, di passione vera, soprattutto di lavoro e di impegno, specie economico.
Dirigere una squadra semi professionistica ad alto livello richiede, infatti, un grosso impegno finanziario che da imprenditore di successo Romano ha sostenuto con un intento ben chiaro: portare in alto il nome di Montecchio, far crescere nella città il movimento del calcio, secondo i valori che sono propri del gioco riconosciuto come il più bello del mondo.
In trentasei anni il Montecchio è passato dal rischio Terza Categoria alla serie D. Ha sfiorato la C2 e comunque non è mai andato sotto la Promozione.
La squadra più prestigiosa appunto della città, una importante realtà del calcio veneto che Romano ha amato come una cosa preziosa, a volte andando anche contro i suoi interessi.
Un presidente d’altri tempi che certo non scendeva a compromessi, ma faceva tutto per il gioiellino che aveva creato e fatto crescere.
C’è una bella foto (che accompagna questo post) di lui nel volume di Nevio Zanni, La bella Montecchio, in cui appare un giovane Romano, nel 1961, citato come allenatore della squadra del Montecchio che partecipava al trofeo Primavera. Aveva 18 anni ed era anche più giovane di alcuni suoi giocatori, ma lui non poteva scendere in campo come gli altri. Già allora Romano lavorava duramente, ponendo le basi del successo che gli ha in seguito permesso di diventare il Mecenate del nostro calcio.
Dopo una breve pausa in cui lo aveva sostituito il nipote Mattia, Romano è tornato in campo e per nulla al mondo ci si sarebbe aspettati la svolta della scorsa primavera quando ha deciso di lasciare.
Un fulmine a ciel sereno, ma soprattutto una bella gatta da pelare per tutto il calcio montecchiano. Nella scelta improvvisa si è inserito poi un altro colpo di scena.
Da gran signore, come è, Romano se ne è andato senza chiedere nulla se non che il calcio Montecchio continuasse ad esistere. Ha rifiutato offerte che venivano da fuori paese ed ha venduto il suo gioiello per 1 euro.
Non solo, lo ha affidato al giovane e promettente presidente dell’Alte Calcio, Ivan Chiari, ma soprattutto ha chiamato in causa l’Amministrazione affinché si faccia garante delle sorti di una società che ha fatto la storia di Montecchio, nella speranza si possa realizzare il suo grande sogno: la collaborazione tra le quattro società attualmente operanti, per la creazione di un importante movimento calcistico giovanile a sostegno delle Prime squadre per abbattere i costi proibitivi del mercato del calcio odierno. Per dare a tutti i giovani l’opportunità di praticare sport, ma anche di compete a livelli alti.
Domenica 14 settembre Aleardi forse non sarà sugli spalti a seguire il suo Montecchio, ma il suo augurio e il suo tifo, il contributo della sua esperienza e forse anche il conforto di un sostegno concreto saranno garantiti anche a distanza. Alla nuova società, al nuovo presidente e all’Amministrazione il compito di non far morire il suo sogno, che in fondo è il sogno di tanti nostri ragazzi: arrivare in alto.