20/12/2025
Varese, 1918
Seguì il contorno delle labbra con la punta di un dito, come se volesse ridisegnarle. Si p***e nel blu degli occhi, nel candore della pelle. Se quell’immagine non fosse stata riflessa nello specchio, e se non fosse appartenuta a lei, si sarebbe avvicinata fino a sfiorarla con un bacio. Anna Esposito sbatté appena le ciglia. Quando si accorse che qualcun altro era comparso a fianco della sua figura, doversi girare fu come svegliarsi di colpo da un sogno meraviglioso. «Vieni pure.» Un bimbo dai capelli scarmigliati le si avvicinò. «Dov’è ciò che ti ho chiesto?» posò le mani sulle sue spalle, inspirando involontariamente l’odore dei suoi abiti. Era una fragranza di sapone residuo, ma c’era anche sudore e l’umidità stantia dei dormitori maschili. Lui tolse un foglio da una tasca e le mostrò le parole di un canto. Anna lo prese con disprezzo e giocherellò con un angolo fino a rovinarlo. Lo fece sparire fra le pieghe della veste. «Non è questo, lo sai bene.» «Non mi è permesso consegnare la seta» rispose Tommaso tenendo gli occhi bassi. Anna percepì il suo desiderio, il bisogno disperato di strapparle un accenno di dolcezza. Nonostante ciò, rafforzò la presa iniziando a fare pressione con le dita. «Guarda la tua faccia allo specchio» lo esortò, spingendolo verso il vetro per obbligarlo a esaminarsi. «Suscita ribrezzo.»
(Notte Muta! dal 1 febbraio in kindle e cartaceo)