
23/05/2025
Intorno a una tavola misteriosa… il mondo ha trattenuto il respiro.
In teatro, un silenzio carico di magia. Il pubblico sembrava avere paura persino di applaudire, come se ogni gesto potesse rompere l’incanto. Un momento sospeso, vivo, potente.
“Le Quattro Stagioni e la Tavola Perduta” ha preso vita davanti ai nostri occhi grazie all’energia e al talento di ragazze e ragazzi straordinari.
Con la loro voce, il loro corpo, il loro cuore, hanno raccontato una storia che ci ha fatto viaggiare tra i regni delle stagioni, tra armonia e conflitto, tra luce e ombra.
E non erano soli. Ogni elemento ha contribuito a costruire questo piccolo miracolo: musica digitale, percussioni, coro, coreografie e scenografie si sono intrecciati in una narrazione collettiva, intensa e visivamente magnetica.
Io ho avuto l’onore di curare la regia insieme al mio amico e collega Mino Profico, oltre al modulo di doppiaggio e visual, portando in scena immagini, suoni e visioni che hanno accompagnato i ragazzi nel loro viaggio creativo.
Un grazie di cuore a Patrizia Carra e Antonella Quarta: senza di voi, tutto questo non sarebbe stato possibile.
Grazie a Sud Service di Giacomo Quarta, e nelle persone di Emiliano e Devis, per la vostra competenza, disponibilità e professionalità.
E grazie al Fondazione Nuovo Teatro Verdi, che ha accolto questo sogno sul suo palcoscenico, trasformandolo in emozione condivisa.
Quando l’arte entra nelle scuole, non si limita a insegnare: trasforma. Dona voce, forza, visione. E semina bellezza dove germoglierà per sempre.
Lo spettacolo è andato in scena.
E ora che le luci si sono spente, resta quella sensazione rara e preziosa: la certezza di aver vissuto qualcosa che ci porteremo dentro a lungo.