D'Amore Fiorenzo

D'Amore Fiorenzo Amo i Social la grafica e le fotografie. Grafico e Social Media Manager

29/08/2025
02/08/2025

Agosto 1980 – Bologna
Velia e Salvatore erano marito e moglie. Partiti da Brusciano, come tante altre volte.
Una valigia, forse il profumo del caffè ancora addosso. Una stazione, un binario.

Poi il silenzio.
Poi il boato.
Poi il buio.
Velia aveva 50 anni. Salvatore 57.
Erano persone semplici. Di quelle che non fanno rumore.
Sette figli. Una famiglia intera spazzata via in un attimo. E con loro, altre 83 vite.
Senza un perché. O meglio: con troppi “perché” mai detti davvero.
La Strage di Bologna è una ferita aperta. Un dolore che non si spegne.
Perché quella bomba ha colpito tutti. Anche chi non era lì. Anche chi è nato dopo.
Perché quando lo Stato barcolla, quando la verità si mescola alle bugie,
si fa fatica a credere ancora nella giustizia.
Ma noi, qui, oggi, vogliamo ricordare. Con nomi. Con volti. Con dignità.
83 vitteme non so numeri, sono Italiani, sono la nostra storia.
E nessuna polvere potrà coprire la loro memoria.

Carli Velia in Lauro – Lauro Salvatore

Ciro Guadagno



08/07/2025

E allora continuiamo.
Dopo Ciccio ‘o Malepensiero, in tanti mi avete scritto.
Mi avete chiesto di non fermarmi. Di raccontare chi ha fatto grande questa Festa.
Oggi tocca a un nome che a Brusciano non si diceva, ma si sentiva.

Zio Bruno.
Non solo un nome. Un suono che ancora canta. Certe persone non si ricordano soltanto. Si raccontano. Perché hanno scritto pagine che non trovi da nessuna parte… ma nei vicoli, nelle canzoni, nei cuori. A Brusciano lo conoscevano tutti. Ma nessuno lo chiamava Sebastiano.

Era Zio Bruno. Punto. E bastava la voce. I versi. Il cuore.
Perché lui non raccontava la festa, la scriveva.
Un poeta vero. Di quelli che non hanno studiato letteratura,
ma hanno imparato a memoria la faccia della gente.

Che prendevano le emozioni, le speranze, e le facevano suono.
Se zumpava, se cantava, se chiagneva d'a gioia… scriveva lui.
E oggi, proprio come allora, quando partono certe note…
noi zumpiamo. Cantiamo. E a volte, sì, ci viene pure da chiagnere.
Chi porta nel cuore il Passo Veloce sa di cosa parlo.

Chi ascolta ancora 'O primmo ammore, 'O Miracolo, 'A guerra d'o '40… sta sentendo la sua voce.
Perché Zio Bruno ci ha messo l’anima. E quando un’anima è vera, non se ne va. Ma la sua storia non è solo musica. È famiglia. Lavoro. Rispetto. Tutti ricordano il ristorante e la pasticceria Cerciello.
La fatica. L’impegno. Le mani che costruivano e non si tiravano mai indietro.

Era uno che si era fatto da solo. E che non ha mai smesso di dare.
Io non ho avuto il privilegio di conoscerlo bene.
Ma ascoltando chi lo ha vissuto, ti rendi conto che non era uno come tanti. Era uno di quelli che lasciano tracce vere. E allora oggi, nel mio piccolo, lo racconto.
Con rispetto. Con gratitudine. Con affetto.

Perché ci sono presenze che non muoiono. Rimangono tra le strofe. Tra i gigli che si alzano verso il cielo. Tra le pietre di Casaromano. E in ogni voce che canta ancora, ...e mo’ se chiagne tristemente, a seguì ll’ordine d’o sergente. A Zio Bruno, che non ha mai avuto bisogno di applausi per essere ricordato.

'O SABBATO D"A FESTA

Me ricordo 'e quann' ero 'uaglione
'o 'sgpettavo tant"stu mumento: 'o sabbato d"a Festa 'e Sant' Antonio.
Nuje, tutte scaveze
e cohi c**o cazone ca bretella scesa,
ge curreva verso 'a Piazza,
'o centro d'o Paese.
Ce appiccecavame fra nuje
quanne genteveme 'a primma bbanda 'e museoa.
Chi diceva:
"Chiste è Cchiuviello ca sponta!"
N'ato, sceriannese 'e mmane:
"Chisto è 'o Parulano! ".
Se zumpava, ge cantava, se chiagneva d'a ggioia ..
e mmo'.... e mmo' se chiagne tristamente
a seguì ll'ordine d'o sergente!


22/06/2025

Certe storie non le trovi sui libri. Le trovi parlando con gli anziani, le ascolti da quelle persone che spesso e volentieri diamo per scontato che non possano offrici nulla. Invece sono veri e propri pozzi senza fondo di racconti ed aneddoti unici.

Ciccio ‘o Malepensiero
Non so spiegare bene perché, ma a un certo punto ho sentito il bisogno di cercare. Forse per capirla meglio, la nostra festa. Quella che anche se ogni tanto non ti convince, e a mio parere ci sarebbe tanto da cambiare, ti resta dentro lo stesso.
Da Bruscianese, la senti.

Ti ricorda casa, le ferie che finiscono sempre il 22 agosto, le bancarelle, l’odore del soffritto, e i tamburi che suonano pure quando non te l’aspetti.
Tra un racconto e l’altro, parlando con chi ne sa più di me, è uscito il suo nome: Ciccio. Ma nessuno lo chiamava così.

Per tutti era ‘o Malepensiero.

Si chiamava Francesco D’Amore, nato 1 gennaio 1903, morto 26 marzo 1984. Il primo Giglio che ha fatto era quello della Croce, nel 1949.
L’Italia veniva dal periodo dopo la guerra, ma qui a Brusciano la voglia di ballare non mancava mai.

Lui era uno di quelli sotto. Non uno spettatore. Uno che c’era. Che portava. Che si faceva sentire. Il soprannome pare nasca da una cosa successa tanti anni fa. Un suo amico si vide bruciare un pagliaio. All’epoca una cosa seria. E gli chiese: Ciccio, aiutami a capire chi può essere stato.
E lui: Io una mezza idea ce l’ho.

Quando poi scoprì che ci aveva preso in pieno, l’amico disse: Sei proprio ‘nu malepensiero... ma ‘ngarrat. Da allora, quel nome gli è rimasto addosso.
Un altro che lo conosceva mi raccontò che litigava spesso con la moglie. Perché ogni soldo guadagnato coi pomodori(erano contadini), lui lo metteva nei Gigli.
E mo che ce mangiam? O giglio prima ‘e tutt’.

Nel 1955 si parla ancora di lui, con la Paranza Malepensiero a via Roma, Barra. Di ufficiale non c’è molto, forse perché certe cose si tramandano a voce. E sinceramente? Forse è meglio così. Ciccio ‘o Malepensiero era uno di quelli che non cercava titoli. Bastava guardarlo quando stava là sotto, in spalla.

Le persone raccontano che, quando andavano a prendere la maglia, lui aveva un vero e proprio test: con la sua mano gigantesca avvolgeva le tua spalla e, se restavi in silenzio e non ti lamentavi, ottenevi; altrimenti, dovevi tornare l'anno dopo.

Il Giglio della Croce, quello a cui era legato, è roba seria. Il simbolo del quartiere Casaromano. Un crocifisso messo lì nell’1884 ancora oggi è il punto di partenza.
Nel 1949, il comitato della Croce riprese vita. E lui c’era. Uno di quelli che ci credeva davvero. Non c’erano foto, non c’erano video. Si viveva e basta. Si mangiava 'int e curtine, 'na braciola 'int o cuzzetiell, e poi via, sotto ‘o giglio.

Ancora oggi qualcuno lo nomina. In qualche vecchia foto, in una battuta, nei racconti dei più grandi. Non ho tutti i dettagli, non so tutto. Ma certe figure, anche se il tempo passa, restano. Ciccio non era solo un portatore e un capo paranza. Era parte viva del paese. Un pezzo di Brusciano. E ricordarlo non è nostalgia.
È rispetto. È amore.

Se anche tu hai un ricordo, una foto, un aneddoto su Ciccio 'o Malepensiero o sulla festa com’era una volta… Scrivilo nei commenti. Facciamo in modo di raccoglierli, affinché il tempo non li faccia svanire.

11/06/2025

Lui aspetta istruzioni… ma dal Comune non è arrivato nemmeno un ‘ciao’.


Immagine creata con AI

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LIBERTÀ DI OPINIONE O DIRITTO DI SPARARE A ZERO? Oggi tutti si sentono in dovere di dire la loro. Sotto i post, nei comm...
03/03/2025

LIBERTÀ DI OPINIONE O DIRITTO DI SPARARE A ZERO?

Oggi tutti si sentono in dovere di dire la loro. Sotto i post, nei commenti, nelle storie.

Come se fosse un diritto sacrosanto. Ma fermiamoci un attimo: è davvero così?
No. Avere un’opinione non ti dà automaticamente il diritto di imporla.

Viviamo nell’epoca del “Io dico la mia!”, ma spesso chi commenta:
Non ha letto tutto il contenuto. Non ha competenze sull’argomento.

Non cerca un confronto, vuole solo avere ragione.

La psicologia lo chiama “Effetto Dunning-Kruger”: meno sai, più credi di saperne.

E sui social questo fenomeno è esploso. Ma il web NON è una piazza pubblica senza regole.
Entrare in un post e commentare a caso è come entrare in casa di qualcuno e iniziare a urlare.

Non tutto merita una tua opinione.

Non tutto è una gara a chi urla più forte.

Ascoltare prima di parlare non è censura, è rispetto. E tu che ne pensi?

Tutti hanno davvero diritto di dire tutto, sempre e comunque?

02/03/2025

Grande Libro
02/03/2025

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