
30/05/2025
Da cinquemila anni a Caltagirone, ininterrottamente, si producono ceramiche dallo stile inconfondibile.
Questo dato - la sua storia millenaria - rende già unica
tale tradizione ceramica che può contare anche su un altro elemento di originalità: alla produzione di piatti, vasi, pavimenti, piastre votive ed altro, decorati secondo i gusti del proprio tempo e tutti segnati da superfici piane o uniformi, si aggiunge quella di maioliche a decoro plastico, dove oltre al colore, sono la forma scultorea e il rilievo a definire l’identità dei manufatti.
Statue di Santi, lucerne antropomorfe, vasi da giardino prosopomorfi, candelieri, balconate, figure presepiali, lavabi da sacrestia, acquasantiere, fiasche, dove lo smalto dà colore, sottolinea, esalta forme plastiche che costituirebbero già, da sole, elemento decorativo.
L’autore, oltre che dei vasi di committenza ecclesiastica legati al tema della sacralità dell’acqua, ripercorre l’evoluzione di alcune tra le più significative maioliche plastiche: le acquasantiere, i lavabi da sagrestia e le pile di acquasanta; propone un metodo di ricerca che possa aiutare a dare una prima identità alle botteghe che li hanno prodotti; racconta il vitale rapporto tra tradizione ed innovazione, contemporaneità e sperimentazione.