14/08/2025
Di-Vagando verso Nord – Giorno 50 3200 km andati – The End
Dal diario di Anna Rosa e e Elio Pagliaro
Arrivati a Trondheim, dopo 50 giorni e 3.200 km in sella, partiti da Milano, l’emozione è stata grande.
La meta di tanti pellegrini, la maestosa cattedrale di Nidarosdomen, ci è apparsa davanti come un abbraccio di pietra e storia. Lì, di fronte a quelle mura antiche, ci siamo guardati e ci siamo detti: «Il tempo è passato troppo in fretta… questi giorni sono volati».
Non ci siamo mai davvero fermati.
Ogni giorno era un piccolo capitolo di un’unica avventura: mo***re la tenda, accendere il fornello per qualcosa di caldo, addormentarsi sotto un cielo di stelle, svegliarsi all’alba, smo***re tutto e ripartire.
Lungo la strada, volti nuovi: altri viaggiatori, storie condivise, sorrisi scambiati prima di separarsi, ognuno verso la propria meta.
Negli ultimi giorni, le discese veloci e le salite ripide le ho sentite bruciare in ogni muscolo.
La stanchezza si accumulava, così come le fughe improvvise per evitare la pioggia o per trovare un po’ d’ombra.
Ma ogni tappa, affrontata con il vento in faccia, ci avvicinava al traguardo.
Ora siamo qui, avvolti nel pile, respirando l’aria fresca del Nord.
Domani, però, saremo a Roma, sotto un sole cocente dal quale non ci sarà scampo.
Le bici sono già smontate e imballate con cura, ogni vite e ogni pedale trattati come reliquie di questa avventura.
A Roma le rimonteremo e, dopo un treno per Caserta, torneremo ancora in sella per gli ultimi chilometri verso casa.
Poi… rivivremo il viaggio attraverso le foto, rendendoci conto di quanti siano stati i giorni e i chilometri percorsi.
Eppure, dentro di noi, resterà la sensazione che non siano stati abbastanza.
Forse inizieremo già a pensare alla prossima partenza.
Per ora le gambe chiedono ferie, e i nostri “cavalli alati” meritano riposo.
Oggi, per la prima volta, non pubblichiamo la foto di un paesaggio o di un tratto del nostro cammino in bici: oggi la foto è quella del ritorno… per poter partire ancora.
Perché ogni ritorno, in fondo, è solo il preludio di una nuova partenza.
Di-Vagando verso Nord – Giorno 50 3200 km andati – The End
Dal diario di Anna Rosa e e Elio Pagliaro
Arrivati a Trondheim, dopo 50 giorni e 3.200 km in sella, partiti da Milano, l’emozione è stata grande.
La meta di tanti pellegrini, la maestosa cattedrale di Nidarosdomen, ci è apparsa davanti come un abbraccio di pietra e storia. Lì, di fronte a quelle mura antiche, ci siamo guardati e ci siamo detti: «Il tempo è passato troppo in fretta… questi giorni sono volati».
Non ci siamo mai davvero fermati.
Ogni giorno era un piccolo capitolo di un’unica avventura: mo***re la tenda, accendere il fornello per qualcosa di caldo, addormentarsi sotto un cielo di stelle, svegliarsi all’alba, smo***re tutto e ripartire.
Lungo la strada, volti nuovi: altri viaggiatori, storie condivise, sorrisi scambiati prima di separarsi, ognuno verso la propria meta.
Negli ultimi giorni, le discese veloci e le salite ripide le ho sentite bruciare in ogni muscolo.
La stanchezza si accumulava, così come le fughe improvvise per evitare la pioggia o per trovare un po’ d’ombra.
Ma ogni tappa, affrontata con il vento in faccia, ci avvicinava al traguardo.
Ora siamo qui, avvolti nel pile, respirando l’aria fresca del Nord.
Domani, però, saremo a Roma, sotto un sole cocente dal quale non ci sarà scampo.
Le bici sono già smontate e imballate con cura, ogni vite e ogni pedale trattati come reliquie di questa avventura.
A Roma le rimonteremo e, dopo un treno per Caserta, torneremo ancora in sella per gli ultimi chilometri verso casa.
Poi… rivivremo il viaggio attraverso le foto, rendendoci conto di quanti siano stati i giorni e i chilometri percorsi.
Eppure, dentro di noi, resterà la sensazione che non siano stati abbastanza.
Forse inizieremo già a pensare alla prossima partenza.
Per ora le gambe chiedono ferie, e i nostri “cavalli alati” meritano riposo.
Oggi, per la prima volta, non pubblichiamo la foto di un paesaggio o di un tratto del nostro cammino in bici: oggi la foto è quella del ritorno… per poter partire ancora.
Perché ogni ritorno, in fondo, è solo il preludio di una nuova partenza.