25/07/2025
Exaltatio Diaboli – Indomitus (CD/ Darken Than Black Prod. 2024e.v.)
1. Il Lascito Del Pellegrino 04:34
2. L'assedio Dell'Anima 05:42
3. Katharsis 05:37
4. Rasna Henthu Macstrevc 05:49
5. Ataraxia 03:29
6. Katabasis 05:49
7. Memento 03:57
8. Lion's Awake (Lebensborn cover) 04:26
9. Indomitus 04:46
Durata: 44:09
Dopo un po’ di tempo rinverdisco questo spazio, il motivo è semplice ho trovato che questo album degli Exaltatio Diaboli sia passato un po’ troppo sotto traccia. Questo non è sempre un male intendiamoci, ma in questo caso credo che il valorizzare questo formato in maniera odierna potrebbe dare una spinta ed un chiarimento specifico a chi seguira l’evoluzione dei vari progetti degli artisti legati alla Rasna Henthu Macstrevc.
Ho se ntito dire in giro che questo album possiede vocazione Italica perché cantato in italiano… beh… certo direbbe mio Zio… il cantato in italiano porta con se metriche specifiche e richiami al retaggio culturale complesso, articolato e ricco di cultura, per la quale ogni regione potrebbe avere una storia a se.
Ma non considero questo il punto.
Fra le sfaccettature eterogenee di questo disco si eleva la chiave Italica per tutta una serie di implicazioni che trasudano fuori dai testi, ma anche dalle note, in quanto è lo Spirito fulgido del lavoro e del messaggio cristallizzato all’interno delle tracce a essere pregno di ardore Italico ed in special misura Estrusco.
Si perche questo lavoro ha le sue radici, ficcate dentro la Terra d’Umbria… dopo 5 lunghi anni di esilio L.C., tornò ai propri lidi e venne folgorato letteralmente dal fausto sentimento spirituale di ricongiungimento ai lidi dei suoi Avi ancestrali. Allora dai Sassi, dalle Grotte, dai sentieri bruciati e ricchi di rovi, nelle rovine della civiltà Etrusca… nacquero spontanei i brani, col profumo di selvatico, col sentore spietato della fierezza indomita che attendeva per manifestarsi in musica e Anima.
È Italica, per la scossa energetica che si è veicolata dentro i catalizzatori che poi hanno registrato queste energie, che poi non hanno piu potuto ignorarne le esistenze, sfidando da li in poi i registri sepolti nei gioghi del tempo; quasi facendo una sorta archeospiritualità in chiave musicata.
Impossibile non avvertire una scossa interiore nel sentire i testi divampare aristocraticamente su chi ascolta ignavio, mentre regala dosi di generoso altruismo chi con orecchio fino scorge quella vibrazione che ha sempre quel fascino lunare... come vedere i raggi di Luna che traspaiono oltre l'argenteo satellite, per benedire le zone d'ombra e di certe intuizioni.
Italico perché pregnamente Umbro, i testi si riempiono di luoghi e cromosomi di un tessuto che scende fin giu nelle radici di uno Spirito locale, che i nostri sentono come proprio e che viene sintetizzato dallo stemma del Rasna Henthu Macstrevc, ovvero lo scudo con l’ulivo. Stemma che diviene Simbolo, che diviene la Sacralizzazione di questo contesto specifico, dove il legno lavorato per attitudine marziale, accoglie il legno vivo che genera i frutti sospesi da cui trarre gli olii per benedire e consacrare ogni lavoro che uscirà con questo marchio.
Quindi, tornando alla proposta musicale, non possiamo che analizzare tutto secondo questa lente, trovando generose bordate, telluriche strabordanti di quella epicità che è foriera di una vitalità votata alla ricerca e alla ricoperta di vibrazioni che lambivano i nostri, ma che fino a questo momento mai avevano concretizzato cosi pienamente con un flusso continuo.
Per avvallare questa tesi, direi che questo fulgorante Indomitus, è stata l’alba fiammeggiante per quello che è stato il ritorno di A.M.B.S., dove la melodia silvana e le nozioni ctonie si sono unite nelle grotte delle necropoli, e fra incensi e preghiere, le ombre di antichi retaggi sono tornate a palesarsi (in questo senso vi consiglio vivamente di ascoltare anche il lavoro di Lucusfauni, dove tali fumi si respirano con effervescente ebbrezza).
Quindi fra critiche mai lasciate in sospeso e la celebrazione del sangue umbro, troviamo passaggi melodici, contaminati da tensioni disarmoniche che mai scalfiscono la validità e la pienezza del riffing, tratti che sono un trademark decisamente riconoscibile del lavoro chitarristico di L.C. dove “Il Lascito Del Pellegrino “ e “L'assedio Dell'Anima “ e “Katharsis” , o ancora “Indomitus” risuoneranno interiormente come corde tese, proprio perché è li ove i brani sono stati fecondati e concepiti.
“Rasna Henthu Macstrevc” merita invece un appello a parte, qui il carattere e la melodicità acquistano immediatamente fattori che si elevano oltre, solo il main riff si incarna in tutto quanto fino ad ora espresso, ma divenendo cristallino, pura Luce di questo veicolo ancestrale che si permea di Saturno e Giove, di Tuchulcha e Aisna… per evocare gli spiriti delle porte di pietra ad svelare i segreti dei Numi. Quindi questo si palesa in un brano che non solo diviene centrale, ma nel declamare lucumonico, diene oltre, diviene Manifesto e Simbolo… ed ogni nota, ogni frase implica una energia che diviene perenne, sia monito, sia identificazione.
Una identità che gli Exaltatio Diaboli, condividono generosamente con tutti, affini e nemici, ovviamente come detto sopra colmando di ambrosia il calice dei lupi e di fumiganti liquami venefici per gli ovini.
Le vocals alternano parti accalorate e sentite, ricolme di passione estatica, a tratti crudeli e demonizzanti, dove le culture sinistre divengono il lasciapassare per una nascente e florida identità dove il centro è l’Essere in se stesso, inteso come atanor della propria Via, Incedibile e quindi Indomabile, dove gli incendi interiori servono la causa per giungere a quella purezza di intenti che non potrà mai più indietreggiare di fronte a niente… portando il seme di Satana, elargitore di conoscenze misteriche e percorsi esoterici fino al culmine delle proprie energie personali.
Secondo me, in tempi di carestia spirituale e false speranze belliche, i letali propositi di questiùo Indomitus dovrebbero essere apprezzati per la schiettezza e l’arroganza con cui “gentilmente” ci vengono tiratii in faccia.
Quindi se non digerite il Black Metal Italico nelle sue complesse interiorità, non siate stolti, perché in questi lidi nebbiosi e lunari, sullo scudo con l'ulivo, potrete certo dire di ritrovare rinnovato ed antico il Verbo del più seminale Black Metal.
Agio o Satana!
Aisna Lucifer!
Rasna Henthu Macstrevc!