Crypt Of Emotions

Crypt Of Emotions Fanzine Digitale di Musica Estrema - Recensioni dal 2009e.v. Stay Pure! Stay Brutal!!!

Dopo aver fondato Aristocrazia Webzine,assieme ad altri patiti di musica estrema,averne condiviso lo spirito e la volontà di promuovere la musica con passione,mi sono ritrovato a dover combattere contro le mode,le invidie e peggio di tutto il mainstream. Per questo ho lasciato che quella “barca” affogasse,che prendesse una deriva a cui volevo star ben lontano,facendo cancellare totalmente tutte le

mie recensioni. Nel corso degli anni ho riscoperto che ho sempre lo stesso spirito battagliero di qualche anno fà e che potevo percorrere questa nuova strada,sempre con l’intenzione di star accanto alla musica fin dove mi possa sostenere il mio scarso talento di recensore,ma del tutto orgoglioso di una fiamma che univocabilmente arde da piu di 35 anni;una fiamma che arde nel sottosuolo piu impervio e oscuro,una fiamma che brucia al interno di una Cripta.

Trollskogen - Fløyen, Ekkoet av Fossene..., Jordasskaret, Snøen Kommer..., Et Siste Blikk, Synet av Granetns Vidder, Gje...
31/08/2025

Trollskogen - Fløyen, Ekkoet av Fossene..., Jordasskaret, Snøen Kommer..., Et Siste Blikk, Synet av Granetns Vidder, Gjennom Trollskogen... ( Crypt of Emotions - 2024e.v/2025e.v.)

Trollskogen è una creatura nata sul monte Fløyen a Bergen da cui prende il nome...

Il habitat naturale sono le 7fjell e quindi ama raccontare i suoi pellegrinaggi in chiave musicata...
A differenza di altri gruppi, non ama la visibilità, anzi già il nome A. ne testimonia la riservatezza, come un vecchio troll che non desideri essere notato, visto... ma solo raccontato.

Ecco, secondo me questa è la vera forza di questo progetto, abbracciare la Svart Folkekunst e divenirne parte essa stessa.
Ogni momento è comunione con la natura e la tradizione popolare archetipa, riprodotto in prima battuta, spesso registrando con mezzi di scarsa qualità, ma direttamente sui sentieri che percorre, dove catturare ed incastonare le vibrazioni del monte e del bosco, vero attore principale di ogni apparizione del troll di Bergen.

Non troveremo.quindi un black metal, perfetto, laccato o piccione, ma solo connessione grezza, istintiva e viscerale.
Qualità che oggi giorno il b.m. sta perdendo a favore del mainstream più becero.

Chitarre in presa diretta e stacchi acustici sono le.linee guida.del percorso, dove A. grida fino a lacerarsi la gola... ma questo non è più solo musica, è spirito; spirito che.non può essere trattenuto, perché vivo, libero, selvaggio ed oscuro..

Se qui di mai andrete.sul monte Fløyen, sappiate xhe.un vecchio troll si aggira, non cercate di scorgerlo, ascoltatelo, avrà molte storie da.raccontarvi.

Akh

Exaltatio Diaboli – Indomitus   (CD/ Darken Than Black Prod. 2024e.v.)1. Il Lascito Del Pellegrino   04:34   2. L'assedi...
25/07/2025

Exaltatio Diaboli – Indomitus (CD/ Darken Than Black Prod. 2024e.v.)

1. Il Lascito Del Pellegrino 04:34
2. L'assedio Dell'Anima 05:42
3. Katharsis 05:37
4. Rasna Henthu Macstrevc 05:49
5. Ataraxia 03:29
6. Katabasis 05:49
7. Memento 03:57
8. Lion's Awake (Lebensborn cover) 04:26
9. Indomitus 04:46

Durata: 44:09

Dopo un po’ di tempo rinverdisco questo spazio, il motivo è semplice ho trovato che questo album degli Exaltatio Diaboli sia passato un po’ troppo sotto traccia. Questo non è sempre un male intendiamoci, ma in questo caso credo che il valorizzare questo formato in maniera odierna potrebbe dare una spinta ed un chiarimento specifico a chi seguira l’evoluzione dei vari progetti degli artisti legati alla Rasna Henthu Macstrevc.

Ho se ntito dire in giro che questo album possiede vocazione Italica perché cantato in italiano… beh… certo direbbe mio Zio… il cantato in italiano porta con se metriche specifiche e richiami al retaggio culturale complesso, articolato e ricco di cultura, per la quale ogni regione potrebbe avere una storia a se.
Ma non considero questo il punto.

Fra le sfaccettature eterogenee di questo disco si eleva la chiave Italica per tutta una serie di implicazioni che trasudano fuori dai testi, ma anche dalle note, in quanto è lo Spirito fulgido del lavoro e del messaggio cristallizzato all’interno delle tracce a essere pregno di ardore Italico ed in special misura Estrusco.

Si perche questo lavoro ha le sue radici, ficcate dentro la Terra d’Umbria… dopo 5 lunghi anni di esilio L.C., tornò ai propri lidi e venne folgorato letteralmente dal fausto sentimento spirituale di ricongiungimento ai lidi dei suoi Avi ancestrali. Allora dai Sassi, dalle Grotte, dai sentieri bruciati e ricchi di rovi, nelle rovine della civiltà Etrusca… nacquero spontanei i brani, col profumo di selvatico, col sentore spietato della fierezza indomita che attendeva per manifestarsi in musica e Anima.

È Italica, per la scossa energetica che si è veicolata dentro i catalizzatori che poi hanno registrato queste energie, che poi non hanno piu potuto ignorarne le esistenze, sfidando da li in poi i registri sepolti nei gioghi del tempo; quasi facendo una sorta archeospiritualità in chiave musicata.

Impossibile non avvertire una scossa interiore nel sentire i testi divampare aristocraticamente su chi ascolta ignavio, mentre regala dosi di generoso altruismo chi con orecchio fino scorge quella vibrazione che ha sempre quel fascino lunare... come vedere i raggi di Luna che traspaiono oltre l'argenteo satellite, per benedire le zone d'ombra e di certe intuizioni.

Italico perché pregnamente Umbro, i testi si riempiono di luoghi e cromosomi di un tessuto che scende fin giu nelle radici di uno Spirito locale, che i nostri sentono come proprio e che viene sintetizzato dallo stemma del Rasna Henthu Macstrevc, ovvero lo scudo con l’ulivo. Stemma che diviene Simbolo, che diviene la Sacralizzazione di questo contesto specifico, dove il legno lavorato per attitudine marziale, accoglie il legno vivo che genera i frutti sospesi da cui trarre gli olii per benedire e consacrare ogni lavoro che uscirà con questo marchio.

Quindi, tornando alla proposta musicale, non possiamo che analizzare tutto secondo questa lente, trovando generose bordate, telluriche strabordanti di quella epicità che è foriera di una vitalità votata alla ricerca e alla ricoperta di vibrazioni che lambivano i nostri, ma che fino a questo momento mai avevano concretizzato cosi pienamente con un flusso continuo.
Per avvallare questa tesi, direi che questo fulgorante Indomitus, è stata l’alba fiammeggiante per quello che è stato il ritorno di A.M.B.S., dove la melodia silvana e le nozioni ctonie si sono unite nelle grotte delle necropoli, e fra incensi e preghiere, le ombre di antichi retaggi sono tornate a palesarsi (in questo senso vi consiglio vivamente di ascoltare anche il lavoro di Lucusfauni, dove tali fumi si respirano con effervescente ebbrezza).

Quindi fra critiche mai lasciate in sospeso e la celebrazione del sangue umbro, troviamo passaggi melodici, contaminati da tensioni disarmoniche che mai scalfiscono la validità e la pienezza del riffing, tratti che sono un trademark decisamente riconoscibile del lavoro chitarristico di L.C. dove “Il Lascito Del Pellegrino “ e “L'assedio Dell'Anima “ e “Katharsis” , o ancora “Indomitus” risuoneranno interiormente come corde tese, proprio perché è li ove i brani sono stati fecondati e concepiti.

“Rasna Henthu Macstrevc” merita invece un appello a parte, qui il carattere e la melodicità acquistano immediatamente fattori che si elevano oltre, solo il main riff si incarna in tutto quanto fino ad ora espresso, ma divenendo cristallino, pura Luce di questo veicolo ancestrale che si permea di Saturno e Giove, di Tuchulcha e Aisna… per evocare gli spiriti delle porte di pietra ad svelare i segreti dei Numi. Quindi questo si palesa in un brano che non solo diviene centrale, ma nel declamare lucumonico, diene oltre, diviene Manifesto e Simbolo… ed ogni nota, ogni frase implica una energia che diviene perenne, sia monito, sia identificazione.
Una identità che gli Exaltatio Diaboli, condividono generosamente con tutti, affini e nemici, ovviamente come detto sopra colmando di ambrosia il calice dei lupi e di fumiganti liquami venefici per gli ovini.

Le vocals alternano parti accalorate e sentite, ricolme di passione estatica, a tratti crudeli e demonizzanti, dove le culture sinistre divengono il lasciapassare per una nascente e florida identità dove il centro è l’Essere in se stesso, inteso come atanor della propria Via, Incedibile e quindi Indomabile, dove gli incendi interiori servono la causa per giungere a quella purezza di intenti che non potrà mai più indietreggiare di fronte a niente… portando il seme di Satana, elargitore di conoscenze misteriche e percorsi esoterici fino al culmine delle proprie energie personali.

Secondo me, in tempi di carestia spirituale e false speranze belliche, i letali propositi di questiùo Indomitus dovrebbero essere apprezzati per la schiettezza e l’arroganza con cui “gentilmente” ci vengono tiratii in faccia.

Quindi se non digerite il Black Metal Italico nelle sue complesse interiorità, non siate stolti, perché in questi lidi nebbiosi e lunari, sullo scudo con l'ulivo, potrete certo dire di ritrovare rinnovato ed antico il Verbo del più seminale Black Metal.

Agio o Satana!

Aisna Lucifer!

Rasna Henthu Macstrevc!

Nocturnal Depression/Kaiserreich (Split 7" - Sounds Of Cold Silence/Wotanstahl Klangschmiede 2010e.v.)Lato A:Dead Childr...
14/10/2023

Nocturnal Depression/Kaiserreich (Split 7" - Sounds Of Cold Silence/Wotanstahl Klangschmiede 2010e.v.)

Lato A:

Dead Children - Nocturnal Depression 06.49

Lato B:

Solitudes Of Infinite - Kaiserreich 06.37

Durata:13.26

I 7" hanno da sempre un fascino magnetico; forse perchè agli albori dei generi musicali piu' estremi erano il preludio a qualcosa di piu' sostanzioso, ovvero il full leght, oppure era il vedere la materializzazione di gruppi introvabili, nel piccolo formato vinile presso etichette misconosciute da parte di ascoltatori attenti e vogliosi di confrontarsi con le realta' underground, a rendere magico tale formato.
Non saprei, ma cio' che mi piace sottolineare è che anche i Kaiserrech ed i Nocturnal Depression non sono restati impassibili di fronte alla possibilita' di realizzare un 7" anche in tempi in cui lo “scarico legale e non” di file musicale ha la prevalenza.

I francesi Nocturnal Depression si attestano il lato A, con una canzone che ha nel feeling la sua arma migliore non nascondendo certe loro influenze (Burzum, Bathory in primis) che pero' vengono riviste e piegate ad una interpretazione personale seppur ortodossa, il brano si attesta su un midtimes dall'incedere vagamente epico con un arpeggio distorto che rende l'atmosfera sognante (aggettivo che a mio avviso lega i due pezzi all'interno di questo lavoro), una lieve accelerazione scuote i nervi dell'ascoltatore per far da preludio ad un stacco ben congeniato in cui il basso esce in maniera prepotente in cui mi viene richiamato alla mente i primissimi Fleurety, per asprita' dell'apertura (vocale in particolar modo) che viene modellata da un affievolirsi ritorno alla melodia, in cui l'assolo finale ci spinge verso la fine della canzone in maniera quasi lieve.

I nostrani Kaiserreich si aggiudicano il lato opposto, anche smaniosi di potersi mettere in discussione dopo il gia ottimo "KRRH".
Il brano si presenta atipico fin dall'arpeggio iniziale che mi riporta alla mente il mai troppo osannato "Always..." degli olandesi The Gathering, percio' un atmosfera dilatata e onirica ci si para davanti, sensazione che perdura anche dopo che il gruppo irrobustisce la proposta, che a tratti si affianca anche a certe soluzioni care ai vecchi Katatonia per indice melodica e viscerale.

Il brano gode di ottima fattura, è pone subito l'accento sul fatto che i Kaiserreich non abbiano nessuna voglia di autoclonarsi o restare al palo delle loro influenze, sperimentando idee nuove al loro stile ed a certe insinuanti voci di Darkthrone dipendenza (riuscendoci pienamente).

Questo lato piu' riflessivo dei Kaiserreich (nonostante la voce di Serpent Est sia sempre molto aspra e tirata) non fa' che ampliare la mia curiosita' sul lavoro in prossima uscita' ,ma intanto mi fa' valutare piu che positivamente l'operato fin qui ascoltato.

Due brani dal sapore sottile e impalpabile a tratti, non so' quanto possano essere episodi legati a questa esperienza, oppure se realmente entrati a far parte dei cromosomi dei due gruppi, fatto sta che sia un onesto lavoro fatto per regalarsi in primo luogo una scheggia di magia ed in tempi assolutamente sospetti come questi non è assolutamente poco.

Akh

The Third Eye Of The Serpent - Spires Of Golden Dawn ( Digitale Crypt Of Emotions 2023e.v)1.Burning Into An Eternal Fire...
15/08/2023

The Third Eye Of The Serpent - Spires Of Golden Dawn ( Digitale Crypt Of Emotions 2023e.v)

1.Burning Into An Eternal Fire 06:06
2.Unchained Souls 07:17
3.Spires Of Golden Dawn 04:22

Durata: 17:45

Esordio del progetto The Third Eye Of The Serpent dive tre veterani della scena italiana si incontrano per realizzare un Ep dalle tinte classicamente nere.

Nocturnal Fog (Mourning Soul, Exaltatio Diaboli), R.M. (aka Roberto Mura, già con Urna, Arcana Coelestia, ma che molti assoceranno pure all'ottimo lavoro svolto con la pagina FB Museo del Black Meral Iraliano) e il molto attivo Akh, ci donano un ottimo lavoretto dove melodie ed oscurità si fondono per ricreare un omaggio alle sonorità scandinave puramente anni "90ev.

Si parte con una song dal forte sapore Gorgoroth prima maniera, dove le cavernose vocals di Roberto ed il basso di Noctunal Fog impreziosiscono il riffing ispirato delle chitarre; celebrando la purezza di tre cuori che ardono in una Fiamma Infernale con una Fede perpetua.

"'Unchained Souls" ha una forte reminiscenze swedish, ma raramente ho ritrovato un brano dal incedere così melodioso sorretto da un drumming così efferato, discreta pure la struttura che nonostante i sette minuti abbondanti riesce a mantenere sempre desto l'ascoltatore con break e ripartenze votate alla violenza funesta.

La conclusiva titletrack, riunisce il meglio dei due precedenti pezzi, unendo parti furiose e furibonde ad intrecci chitarristici che mai perdono la visione illuminante del gruppo, ovvero riuscire a far sorgere il terzo occhio del Serpente dentro ognuno di noi.

Una dedizione mistica e viscerale, classica e rinnovata, intima e violentissima, questi sono i: The Third Eye Of The Serpent.

Una Fiamma che arde Eternamente!

Akh

Syngjandi úlfur  - Undir Nordurstjornunum  (Crypt Of Emotions   2023e.v.)1. Norðurljós   02:402. Undir Nordurstjornunum ...
28/07/2023

Syngjandi úlfur - Undir Nordurstjornunum (Crypt Of Emotions 2023e.v.)

1. Norðurljós 02:40
2. Undir Nordurstjornunum Pt.I 03:53
3. Undir Nordurstjornunum Pt.II 05:16
4. Hljómsveit Dauðans 02:11
Durata: 14:00


A sorpresa fuoriesce il quinto demo dei Syngjandi úlfur... per certi versi affievoliscono le sonorità folk per abbracciare l'impeto dei gemelli Blóðugur Gyðingur... ma con riflessi epici che i secondi non posseggono...

Ritroviamo sicuramente alcuni riferimenti acustici che ci hanno fatto apprezzare in precedenza il progetto di Ansuz, come nella breve parte iniziale o nella seconda parte di “Undir Nordurstjornunum” ma prevalentemente parlano le chitarre distorte.
Chitarre che hanno un filo comune probabilmente appunto come se fossero un brano unico separato in due elementi per meglio raccontare il viaggio sotto la volta stellata delle terra nordiche, perché come potrebbe sembrare di esperienza vissuta dall’artista raccontata in forma musicata.

Direi che è molto suggestiva pure la copertina scelta, dove la prua di una Drakkar, scorre le acque contornate dai fiordi scandinavi verso un cielo notturno che drappeggia il vascello del Drago.

Come accennavamo ci suono sferzate di batteria veramente molto sostenute, come mai accaduto in precedenza al “Lupo Cantante”, donando una asciuttezza ed un impatto inediti, per quanto un alone guerresco ed epico si fonda sulle title tracks: con un gusto che potrebbe piacere ai sostenitori dei Perished di “Seid”.

Altro elemento inedito direi lo si trova nella conclusiva “Hljómsveit Dauðans “ canzone costruita con i synth, che si avvicina per certi versi al periodo ambient di Burzum, sia per la sua vena minimalista, sia per le forti venature di Dark Folk.

I Lupi stavolta hanno deciso di addentrarsi in lidi inesplorati ed impervi, rimanendo pur sempre selvaggi e selvatici, senza la minima intenzione di addomesticarsi.

Un Ottimo Rientro per chi li sostiene da sempre.

Akh

Occulta Struttura – Appendice K (Autoprodotto)1.       Integration Of 369   03:082.       Nar Sjalen Blir Svart…   03:06...
23/07/2023

Occulta Struttura – Appendice K (Autoprodotto)

1. Integration Of 369 03:08
2. Nar Sjalen Blir Svart… 03:06
3. Introspektion Av Hat 03:31
4. Gryningen Av Den Svarta Morgonen 05:09
5. Twilight Of The Ashes 08:03

Durata: 22:57

Torna Occulta Struttura, combo attivo da tempo che viceversa permane al di fuori di coordinate temporali.

Torna probabilmente facendo un passo a ritroso dopo alcuni lustri di sperimentazione e coinvolgimenti Industriali (sicuramente da ascoltare il loro “Appendice D” in tal senso), invece in questa sede tornano a parlare unicamente gli strumenti elettrici ed acustici, anche la batteria pare più “suonata” ed umana, per quanto sia suonata sempre a bpm ben oltre la norma.

A questo punto capirete già che ci ritroviamo 5 brani che assaltano brutalmente l’ascoltatore, certo non ritroviamo forse la schizofrenia strutturale dei Division “Nord” sempre del nostro Akh, ma la compattezza e la monoliticità dei brani è incontestabile già a partire dalla iniziale “Integration Of 369” con alcuni passaggi old style che riportano a brevi retaggi Death, ma sono solo sfumature e scorci in mezzo a scarrellate di furibonde impennate Black Metal.

Probabilmente dobbiamo valutare anche un certo ritorno a sonorità maggiormente svedesi, il che si evidenzia anche dalle seguenti “Nar Sjalen Blir Svart…”, “Introspektion Av Hat” e “Gryningen Av Den Svarta Morgonen” in cui già a partire dai titoli si comprende fortemente l’influenza esercitata da tale paese.

Ci ritroviamo in questo caso di fronte a tre combinazioni diversificate di tipica scuola svedese, con più chitarre che si sovrappongono per creare un muro di suono imponente e distruttivo evidentemente teso a ricreare un reticolo melodico nefasto e scuro, dove prendere i lambi della Morte e spingendoli fino a dentro le culle degli infanti, come il più torbido degli Spiriti Divini.

Si comprende certamente che occulta Struttura in questa veste maggiormente classicheggiante, non lesina per violenze ed impatto, dove solo lo Spirito pugnace più puro della Fiamma Nera può trovare sollievo e rinfrancamento in questa esecuzione marziale.

Chiude “Twilight Of The Ashes” che suona precisamente come l’epitafio di questo Demo, il brano ha in se alcuni dicono certi versi dei primi Watain, indubbiamente decisamente più pestati e furiosi.

Rimane il brano più “sperimentale” del lotto, dove dopo una parte iniziale monolitica, si apre una fase acustica di scuola Dissection (altra grande influenza dalla band) per variare poi su uno stacco acustico pennato dal sapore inedito, che trova tonalità al di fuori dei sacri nomi che vi saranno balzati alla mente fi dal primo ascolto, per trovare una chiusura finale che sembra visitare la trascendenza tipica del primo Varg Vikerness.

Un lavoro che a mio avviso che nonostante una veste più “ortodossa” da parte del gruppo, ci presenta un campionario di riff ed arrangiamenti spesso degni di nota, una montagna di note spaccaossa e che spingono sovente ad energie negative a votate al più incondizionato annichilimento: per 23 minuti di totale consacrazione allo spettro della Morte, alla Violenza più efferata e alle Fiamme più intense degli Inferi.

Come riusci bene a sintetizzare un collega:

“C”è solo Negatività e Distruzione con Occulta Struttura”.

Akh

Division “Nord” - Wacht Am Rhein (Ep Autoprodotto 2023e.v.)01 Die Wacht Am Rhein - Intro - SS - Gebirgs  Division “Nord”...
02/06/2023

Division “Nord” - Wacht Am Rhein (Ep Autoprodotto 2023e.v.)

01 Die Wacht Am Rhein - Intro - SS - Gebirgs Division “Nord” 3:42
02 Wacht Am Rhein – Outro 04:14

Durata: 07:56

Nuovo progetto dedicato a sonorità Fast, War & Furious , come sottolineato lo stile si appoggia chiaramente e senza troppe grosse diversificazioni a gruppi storici quali Nid.Div.187, Marduk, Mor Dagor ed Endstille.

Questo è quello che troveremo senza grosse sorprese di genere, inizia e chiude la celebre canzone “Die Wacht Am Rhein” che si accosta nominalmente alla famigerata operazione che la Divisione montana “Nord” innescò nelle Ardenne durante la II WW.

I due pezzi, possiedono caratteristiche peculiari del sottogenere chiamato in causa, quindi riff che privilegiano Violenza e brutalità richiamando la scuola svedese ma senza nessun richiamo melodico, la batteria suona come una mitragliatrice a nastro, mantenendo comunque una forte dinamica nei piatti e nel tocco.

Mi hanno decisamente soddisfatto le strutture, che trovo ben congeniate e perennemente in cambiamento, facendo girare i riff molto rapidamente in successioni che nonostante le loro brevità colpiscono come Panzer in corsa e predicono Blastkrieg di una notevole densità.

Gli stacchi sembrano ben congeniati seppur molto minimali, ma come detto in questi pochi minuti non vi è molto tempo per rifiatare, l’assalto è netto e definito e viene sublimato con l’intro ed outro ad opera della chiusura in chiave “patriottica”.

Niente di nuovo sotto le pendici delle Ardenne quindi, ma se volete dar un’attimo di tregua a “Panzer Division Marduk” o “Impergium” avrete magari tempo per ricaricare le munizioni e tornare a devastare gli speakers o i timpani di chi vi sta nelle vicinanze.

Solo Guerra e Macerie con la Division “Nord”

Akh

U.L.S. -GN-z11 (Ep Digitale, Crypt of Emotions 2023e.v.)GN-z11 -  6:42Irradiamento - 20:21Durata: 27:03"Another journey ...
26/03/2023

U.L.S. -GN-z11 (Ep Digitale, Crypt of Emotions 2023e.v.)

GN-z11 - 6:42
Irradiamento - 20:21

Durata: 27:03

"Another journey into the deepest landscape of the Universe", così si ripresentano gli Under Light of Sound dopo il monolitico Ton618.

Ci ritroviamo nuovamente ai confini del Cosmo, accerchiati da suoni e loop, da droni alieni e sottofondi noise, una costante della loro produzione.

Anche in questo caso, si esplora il confine più lontano conosciuto all'uomo, infatti GN-z11 è la galassi più antica e distante che si sia mai potuto vedere, sicuramente la forma più vicina al Big Bang che sia stata scoperta.

I suoni che la rappresentano sono una ben calibrata miscela di claustrofobia e dilatazione, cosa che in maniera più distesa ritroveremo pure nella seguente "Irradiamento" per quanto si trovino elementi che si avvicinino ad una sorta di melodia apocalittica, quasi di stampo Martial.

Abbiamo quindi uno scorcio oscuro ed ipnotico della visione di U.L.S. e dei confini più reconditi delle galassie, un viaggio musicale che rispecchia una vocazione pionieristica, isolata, scevra da consulenze urbane per allinearsi verso un percorso personale, in un viaggio senza ritorno.

Oscurità, asfissia, gelo e magnificenza dell' isolamento, sono i passi salienti per giungere a capire il trionfalismo ermetico di questo lavoro.

Come il suo predecessore un gran lavoro da parte di Vekathul & Co., ma un lavoro che non irradierà tutti.

A buon intenditore poche parole!

Akh

Bolgen - Hrjotr (Digitale Autoprodotto 2022e.v.)1. On The Threshold 01:412. Flight Of Draugar 05:213. Weigh The Void 06:...
01/01/2023

Bolgen - Hrjotr (Digitale Autoprodotto 2022e.v.)

1. On The Threshold 01:41

2. Flight Of Draugar 05:21

3. Weigh The Void 06:00

4. Circular Echoes 03:58

Durata: 17:00

Torna Bolgen con un secondo Ep a nome “Hrjotr” (traduzione di “Terribile” , indicando uno dei moltissimi nomi del Padre degli Dei norreni Odino)

Rispetto al precedente “Obscure Sunset” si avvertono moltissimi cambiamenti, sia nella produzione molto scura e potente, ma indubbiamente nel songwriting.

Il concept sia lirico che grafico/artistico viene completamente realizzato dal nuovo membro Lorenzo Marangoni, per offrire una proposta ad altissima densità da parte del combo fiorentino che si vede in questo senso completamente libero ed autonomo in ogni sfaccettatura, acquisendo ulteriore potenziale anche in maniera assolutamente inedita rispetto alle altre bands. Non possiamo che rimarcare questa scelta e l’incredibile lavoro grafico che Bolgen ha realizzato fin dalla suggestiva e pregna cover.

Come dicevamo poc’anzi, il modo di scrivere si è sicuramente scurito avvicinandosi molto fortemente a certo Death Metal svedese con accenti folk neanche troppo velati, come si evidenzia in tutta “Flight Of Draugar”, dove le chitarre arrotano l’ascoltatore con quell’impatto tipicamente della scuola di Stoccolma.

La voce di Mauro Davide, anch’essa vira su tonalità più basse e urlate, meno lancinanti rispetto al precedente Ep, ma decisamente sostenute e pur sempre aspre e ricche di carica estrema, con la precisa intenzione di dar battaglia, seguendo indubbiamente il concept del disco che verte sulla “Caccia Selvaggia” nordica.

“Hrjotr” si arricchisce ulteriormente anche grazie alle collaborazioni, che rendono molto particolare la proposta, che seppur si allontana dalla tipologia del canonico Black Metal, si arricchisce di cromatismi vari; vedi il cameo vocale di Michele Nocentini (Niam, ex Arcadia, ed ex Soulgrind) che risulta affilato e lanciato nelle sue venature Core, oppure alle parti soliste lasciate in carico ai tecnicismi di Khrisna, che portano una sorta di miscelanza fra Metal estremo e Fusion, per certi versi vicino ai Cynic, rendendo i cromatismi sonori assolutamente inediti in questi contesti.

La seguente “Weigh The Void” è il brano più nero del lotto, ma anche in questo senso prende un impulso sfaccettato nei suoi arrangiamenti, avvicinandosi a qualcosa di progressivo ed acido con una certe sequenza di basso che mi riporta alla mente un certo Skoll. la parte centrale di brano vede un refrain dal incipit indubbiamente epico dal forte sapore Howardiano e del tema sul Master Ring, che riporta ennesimamente al concept e alle sue sfaccettature liriche, affilate e critiche.

La chiusura vede ulteriormente la ribalta della parte solista che aggiunge una forza e una creatività assolutamente di rilievo, innestato su un riffing dal sapore Soulgrind nel suo gusto melodico ricercato.

Chiude il cerchio, un brano Dark Ambient dove la mano ed il talento di Cristiano De Silva esce allo scoperto valorizzando ciò che sembra essere l’uscita dalla oscura notte di caccia appena trascorsa, lascindo i sui echi in balia di suoni tenui e a man mano sempre più solari, come a descriverci il corso di un nuovo giorno che dovrà servir da monito e nuova consapevolezza.

Un album sicuramente da ascoltare, ricco di sfaccettature e dalle molteplici chiavi di lettura, un eccellente ritorno per questi fiorentini.

Un'”Onda” foriera di morte lambisce le casse dello stereo… chi sortirà vivo dalla Caccia?

Akh

Blóðugur Gyðingur - Blóðugur Gyðingur (Demo Tape, Digitale, Autoprodotto 2022e.v)1. Intro/ Blóðugur Gyðingur   4.542. Sv...
24/09/2022

Blóðugur Gyðingur - Blóðugur Gyðingur (Demo Tape, Digitale, Autoprodotto 2022e.v)

1. Intro/ Blóðugur Gyðingur 4.54
2. Svarta Plauga 5.34

Durata: 10:28

il duo Ansuz Ehiwaz continua imperterrito a sfornare Black Metal per pochi..., grezzi ed ortodossi tirano fuori i Blóðugur Gyðingur e ci sottoscrivono questi versi...

blóð, blóð sem rotnar og deyr, blóð sýkt og drýpur, blóð og sár fyrir gyðinga...

Il duo già affermato con Syngjandi Úlfur e Iskristall, acquisisce una ulteriore pedina in questo progetto, tal Jurgen aka (Jëra) alle spoken words e testi.

Ci ritroviamo indubbiamente davanti ad una produzione decisamente spinta e dalla indubbia vena iconoclasta, un Black Metal feroce dai break stoppati, appoggiandosi quindi a suoni più gravi e cavernosi, in classico stile "Blasphemous".

Frustate, bastonate, ingiurie, e urla ai danni del "cristo" le si trovano lungo lo svolgimento dei 2 brani presenti, su cui il trio macina riff granitici, taglienti ed asciutti, alle volte riportandomi alla mente i Marduk della fascia mediana.

Capirete immediatamente che lo scopo è unicamente di violentare il "giudeo sanguinante" (questo il significato del moniker), e farlo con una brutalità quasi eccessiva.

Ehiwaz devo dire trova forte ispirazione, creando fills di batteria atipici al suo stile, come accade nella spietata "Svarta Plauga" e suonando alcune parti di chitarra, anch'esse abrasive e sostenute. Diciamo che dopo i progetti precedenti, non credevo nelle corde di Ansuz/Ehiwaz tanta volontaria efferatezza.

Le vocals di Ansuz e Jëra, vomitano blasfemia e perversioni di ogni sorta, talvolta arrivando a sputare direttamente sul microfono, un modo indubbiamente chiaro per dimostrare tutto il loro odio e nichilismo nei confronti della cristianità.

Un lavoretto veloce, duro, asciutto e decisamente picchiato. Se questa Arte del Black Metal ha per voi un senso, prestategli un'orecchio, chissà che gli "islandesi" non possano donarvi 10 minuti di violentissima letizia.

I Lupi sono tornati ed il sangue delle loro prede lorda trionfalmente i loro manti.

Akh

Occulta Struttura - Appendice D (Demo Autoprodotto Cdr, Tape  Crypt Of Emotions Prod.)- Intro - Dies Iræ ( The Day Of Wr...
09/07/2022

Occulta Struttura - Appendice D (Demo Autoprodotto Cdr, Tape Crypt Of Emotions Prod.)

- Intro - Dies Iræ ( The Day Of Wrath) 2:36
- Divinity, Reset! 7:26
- Anti Egregorian Chant 8:19
- Visione Della Stella Assenzio 5:05
- Indeterminated Shadows Of Horns (Atonement - World Burns) 14:27

Durata: 37:54

Chi segue la Cripta avrà avuto modo di leggere varie opinioni su Occulta Struttura, band che opera da lustri nel sotterraneo più profondo e torbido, con nessuna volontà ad aperture né sotto il profilo comunicativo, né tanto meno dell'esposizione mediatica.

Ci ritroviamo quindi questa Appendice D, ricca della personalità che Occulta Struttura è sempre stata fiera di promulgare, fatta di estremisto, violenza, odio e nichilismo.

Più volte infatti, anche i rari che seguono la band, si sono ritrovati attoniti e spaesati di fronte al sistema anticonvenzionale operato dal gruppo, che in questa sede vede lo "storico" Akh (Chitarre, Programmi, Rumori...) e il magistrale Vekathul (Synth, Droni, Programmazione).

Non vi negeremo, che questa Appendice mietera vittime e lascerà molti feriti sul campo al loro nefasto destino, probabilmente incontrando pochi consensi, ogni segmento di questo lavoro infatti, sembra organizzato per violentare, demolire, mistificare, con un disprezzo che trova pochi eguali.

Una bomba nucleare di ### megatoni, rilasciata con malvagità e completa consapevolezza, su un fronte che definire iconoclasta è assolutamente limitante ( basti ascoltare la conclusiva "Indeterminated..." per capire bene a cosa ci si riferisca).

Asmodeus dei Rexor, dichiara apertamente:
"È la cosa più malvagia che abbia mai sentito!"

Ticino1 stimato recensore ed organizzatore di eventi metallici elvetico, afferma: "Sempre anticonvenzionale e controcorrente i grandi Occulta Struttura."

Impossibile non concordare dopo avere sentito "Divinity, Reset!" o la atipica "Anti Egregorian Chant " con il suo narrato melodico e schizofrenico, dove le chitarre in maniera occulta macinano riff, selvaggi, brutali, acidi, con un risentimento al limite dello psicopatico.

Un Demo, dal sapore mistico e disturbante, dove molti elementi vengono assemblati per giungere al climax ideale, che è quello di sottolineare come ogni divinità ed ogni essere umano vivente non abbiano diritto a nessuna forma di esistenza ("Visione..." è un manifesto in questo senso).

Appendice D é un lavoro con cui ho goduto pienamente sia a livello concettuale, che esecutivo ed è sinonimo di Estremo nel termine più puro e sovversivo.

Una profonda emanazione del Black Metal primordiale nella sua più indipendente evoluzione.

Come viene affermato in chiusura:
"I Open My Heart... To This Chant Of Destruction".

Come avviene oramai da lustri gli Occulta Struttura, appaiono, colpiscono e tornano ad occultarsi fino al prossimo rilascio...

Stay Pure! Stay Brutal!!!

Akh

Eccomi reduce dall'ascolto beh, un lavoro davvero denso, bello nervoso e scuro.

Anti Egregorian Chant assolutamente interessante, con quel mix di sulfurei e luciferini retrogusti svedesi, così come ho trovato particolarmente azzeccata la parte iniziale di Visione della Stella Assenzio e credo che quel tipo di soluzione elettronica varrebbe la pena di esplorarla ancora di più.

Mi piace parecchio vedere come in generale con Occulta Struttura sia sempre evidente una voglia di evolvere nell'espressione, pur rimanendo saldamente ancorata a una matrice profondamente nera e fedele a se stessa.

Veramente un gran bel lavoro.

Dope Fiend

Indirizzo

Via Onofrio Di Paolo 10
Castelfiorentino
50051

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