10/08/2025
Sempre dalla parte della legalità!!!
In Costiera Amalfitana, il mare non è mai davvero a portata di mano. È giù, in fondo. A pagamento. Raggiungibile solo dopo una discesa tortuosa. Per arrivare in spiaggia ci si affida spesso a navette private: minibus da 12 posti che, in teoria, dovrebbero garantire un servizio comodo ed economico. Nella pratica, i mezzi partono stipati oltre il limite. Turisti stranieri spaesati, schiacciati contro i finestrini. Succede, per esempio, nel breve ma complicato tratto tra Cava de’ Tirreni e Vietri sul Mare, porta della Costiera. Cinque chilometri serviti da navette private: due euro a corsa, solo contanti – meglio se in monete – consegnati direttamente al conducente, che li raccoglie con gesti automatici, come fosse un chierichetto con la borsa della questua. Niente Pos, niente biglietto, nessuna ricevuta. Nessun controllo.
È sempre stato così. E quest’anno, complice il caldo estremo, la situazione è peggiorata. Le navette in circolazione sono cinque, con altrettanti autisti che si alternano alla guida. Ore e ore sugli stessi tornanti, spesso senza aria condizionata. Un concentrato di emergenze italiane: trasporto pubblico assente, sicurezza ignorata, turismo fuori controllo, disagio climatico sottovalutato. A metà luglio, questo cocktail è esploso. Uno dei mezzi è stato fermato dalla Guardia di Finanza. Mancavano il Registro elettronico Ncc e Taxi e il Foglio di servizio elettronico: documenti obbligatori con il nuovo codice della strada entrato in vigore a luglio 2024. La sanzione è stata pesante: sospensione del Documento di circolazione. Il giorno dopo, nessuna navetta ha più circolato. Il servizio si è fermato per oltre una settimana.
Un’interruzione improvvisa che alcuni residenti hanno interpretato come una protesta. Troppo rischioso, per gli operatori, continuare a lavorare senza i nuovi requisiti. E troppo evidente, per le autorità, far finta di non vedere. Del resto, che non si facciano scontrini «lo sanno tutti da sempre», ha detto un avvocato del posto, come fosse una consuetudine che non scandalizza più. L’illegalità non è percepita come problema. Il problema, semmai, è l’assenza del servizio.
L’articolo di Lorenza Ferraiuolo continua su L’Espresso