23/07/2025
Il libro "Mosè e il Monoteismo" di Sigmund Freud, edito da Harmakis Edizioni, è un'opera postuma e complessa, considerata uno dei testi più controversi e affascinanti dello psicanalista.
In quest'opera, Freud non si limita a un'analisi storica o religiosa, ma applica i suoi principi psicoanalitici alla figura di Mosè e all'origine del monoteismo ebraico. La sua tesi centrale è provocatoria: Mosè non sarebbe stato ebreo, ma un nobile egiziano che avrebbe imposto al suo popolo un culto monoteista derivante da Akhenaton. Dopo la sua morte violenta, il popolo ebraico avrebbe represso questo evento traumatico, che riemerge poi nella loro storia e nella loro religione attraverso la "rimozione" e il "ritorno del rimosso", concetti chiave della psicoanalisi freudiana.
Freud esplora temi come il rapporto padre-figlio, il senso di colpa, l'autorità, la formazione del carattere di un popolo e l'influenza dell'inconscio collettivo sulla storia e sulla cultura. È un'opera che intreccia storia, religione, antropologia e, ovviamente, psicoanalisi, offrendo una prospettiva unica e spesso dibattuta sull'origine della fede monoteista.
La cura della versione italiana e l'introduzione di Leonardo Paolo Lovari, come indicato sulla copertina, arricchiscono l'edizione di Harmakis con un'analisi critica e un contesto utile per comprendere meglio le complesse tesi freudiane.
In sintesi, si tratta di un'opera fondamentale per chiunque sia interessato alla psicoanalisi, alla storia delle religioni e al pensiero di Freud, che continua a stimolare dibattiti e riflessioni.
https://amzn.to/4mfq1cl