03/09/2025
𝐂’𝐞𝐫𝐚 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐮𝐧 𝐫𝐚𝐠𝐚𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐞𝐟𝐚𝐥𝐮̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐚𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐫𝐢 𝐢𝐧 𝐭𝐚𝐬𝐜𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐮𝐬𝐭𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞.
𝐒𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐦𝐚𝐯𝐚 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐏𝐨𝐫𝐭𝐞𝐫𝐚.
Figlio di un barbiere e di una madre infaticabile, conobbe presto la durezza della vita e la trasformò in forza. A diciott’anni salpò verso l’America: fabbrica di giorno, università di sera, sindacato nel tempo rubato al sonno. Difese gli operai, imparò la lingua delle lotte e capì che il sapere serve solo se diventa pane condiviso.
Quando tornò in Sicilia portava con sé una luce nuova: la laurea in Lettere e una passione ardente per Mazzini, l’idea che cultura e libertà camminino insieme. In classe insegnava storia e dignità; in città, da consigliere e vicesindaco, aprì strade al futuro, come l’Istituto Alberghiero, nato per dare lavoro e orgoglio ai giovani delle Madonie. La sera scriveva: saggi, memorie, cospirazioni democratiche, leggende di pietra che facevano parlare la Sicilia. E fondò case per le idee, come il Centro “Polis Kephaloidion”, perché la comunità avesse sempre un tavolo attorno a cui pensare.
Quando Domenico se ne andò, Cefalù gli dedicò una via; ma la sua vera strada resta quella che ha tracciato nel cuore di chi studia, insegna, amministra, sogna. Oggi, ogni volta che un ragazzo apre un libro, un insegnante accende una curiosità, un amministratore sceglie il bene comune, il suo passo torna a farsi sentire: lento, tenace, luminoso, come la cultura quando diventa impegno.