
05/08/2025
CACAO MERAVIGLIAO
Nel 1987, su Rai 2, parte Indietro tutta, varietà di Renzo Arbore, che prende in giro la televisione commerciale, i quiz popolari, gli sponsor invasivi.
Durante il programma è presente un finto sponsor, il più assurdo possibile: un cacao brasiliano dall’improbabile nome “Cacao Meravigliao”.
Il finto sponsor, inventato per sbeffeggiare le pubblicità in TV, viene promosso da ballerine brasiliane che ballano su una musichetta ossessiva che ripete quel nome surreale e inevitabilmente, diventa un tormentone.
Per tanti è chiaro che sia una gag, ma molti altri non lo hanno ben chiaro e cominciano a cercarlo nei supermercati; insomma, gli spettatori lo vogliono davvero.
Nel frattempo, a Vignola, la Toschi, azienda storica famosa per la frutta sotto spirito, che in quel momento sta provando a rilanciarsi, cerca un nome per un nuovo cacao da lanciare nel canale gelateria e pasticceria.
Cacao Meravigliao sembra perfetto, ma bisogna capire se si può usare e incredibilmente, viene fuori che non è stato registrato; né Arbore, né la Rai, nessuno ha pensato che un’idea così sciocca potesse uscire dallo schermo.
Toschi incarica una società specializzata nel deposito dei marchi, ma non è la sola: anche altri hanno avuto la stessa idea e la notizia arriva alla stampa, anche internazionale.
Tutto questo clamore spinge Toschi a chiedersi se valga la pena registrare il marchio Cacao Meravigliao, rischiando polemiche, diffide e l’effetto boomerang, oppure se sia meglio rinunciare.
Alla fine, l'azienda rinuncia ad aggiudicarsi il marchio e Cacao Meravigliao non esce nei negozi, almeno ufficialmente.
Questo perché in qualche modo qualcuno ne approfitta, ma senza una vera e propria registrazione del marchio.
Toschi si consola, ha comunque ottenuto una grande visibilità e l’azienda è tornata a far parlare di sé.
Anni dopo, non è chiaro quando, l’azienda siciliana Etna Gnam, un produttore artigianale, inizia a commercializzare una crema spalmabile chiamata “Cacao Meravigliao”, che sembra essere molto apprezzata, dato che è esaurita nello shop online.
Non male per un nome scelto per essere il più assurdo, buffo e meno vendibile possibile, le vie del marketing sono infinite.