La Madia Travelfood

La Madia Travelfood La Madia Travelfood è, da oltre 40 anni, la rivista italiana per la ristorazione e l'accoglienza di qualità

La Madia Travelfood è da oltre 40 anni, ossia prima di qualsiasi altro mezzo in Italia, la rivista specializzata a cui la ristorazione di qualità fa riferimento e alla quale attribuisce assoluta credibilità. La Madia Travelfood è anche l’organo ufficiale dell’Unione Europea dei Gourmets e dell’Accademia Nazionale Italcuochi che annovera nel suo organico chef stellati, fondata con Gianfranco Vissan

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inserzionisti sono da sempre le più famose aziende italiane che in questo mensile hanno trovato un alleato sicuro, pubblicitariamente efficace. Ad ognuno viene fornito il tipo di collaborazione che meglio si attaglia alle loro esigenze di comunicazione e immagine.
inserzionisti sono da sempre le più famose aziende italiane che in questo mensile hanno trovato un alleato sicuro, pubblicitariamente efficace. Ad ognuno viene fornito il tipo di collaborazione che meglio si attaglia alle loro esigenze di comunicazione e immagine.

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒕𝒐𝒖𝒓𝒊𝒔𝒎, 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒊𝒂 - 𝒅𝒊 𝑬𝒍𝒔𝒂 𝑴𝒂𝒛𝒛𝒐𝒍𝒊𝒏𝒊Lo abbiamo invocato, dopo le chiusure pandemiche, come se foss...
24/07/2025

𝑶𝒗𝒆𝒓𝒕𝒐𝒖𝒓𝒊𝒔𝒎, 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒊𝒂 - 𝒅𝒊 𝑬𝒍𝒔𝒂 𝑴𝒂𝒛𝒛𝒐𝒍𝒊𝒏𝒊

Lo abbiamo invocato, dopo le chiusure pandemiche, come se fosse l’unica salvezza possibile, e adesso che il turismo è tornato con numeri da capogiro, ci chiediamo se sia davvero così salvifico.

L’Italia oggi sta in realtà affogando nel turismo. Lo vediamo soprattutto a Venezia, Firenze, Roma, ma anche a Positano, le Cinque Terre, Capri, Pompei, Siena e addirittura nei borghi più sperduti, magari segnalati dall’influencer del momento.

Così frotte di visitatori, di ogni lingua e provenienza, invadono quotidianamente i nostri centri storici, le calli, le piazze, le strade strette nate un tempo per ospitare carrozze e che oggi si trasformano in imbottigliamenti umani degni della metro di Tokyo. Ma qui non siamo a Tokyo, e neppure in un parco giochi.

Questo è diventato purtroppo il paese reale, ma è il paese che scompare sotto il peso del suo stesso successo. E non è solo colpa di Airbnb, delle crociere o del post poco opportuno. È l’intero sistema che è sbagliato, quando l’unico obiettivo è diventato fare numeri, macinare arrivi, riempire stanze, servire coperti.

Certo, è facile commuoversi con il bollettino degli incassi record: 134 milioni di arrivi, 451 milioni di presenze, 13% del PIL. Applaudono tutti. Ma qualcuno ha il coraggio di domandarsi a quale prezzo? Il prezzo lo pagano prima di tutto le città svuotate di residenti, sature di negozi di chincaglierie cinesi per turisti, snaturate nella loro anima.

Alberghi e ristoranti sono i grandi beneficiari, dicono. Forse, ma per quanto ancora?

Perché se l’unico cliente che entra in una città è quello che ci sta quattro ore, mangia un panino da tredici euro e dorme su un traghetto, come pensiamo di costruire valore? L’overtourism è una forma di consumo: ci consuma il paesaggio, le risorse, perfino l’identità. E intanto si abbassa la qualità: non c’è tempo per nulla, né per curare un servizio, né per fare formazione, né per spiegare al cliente che la pasta alla carbonara non prevede panna. Troppo lavoro, troppo in fretta, troppi turisti: “Bella l’Italia, ma troppo cara, troppo piena, troppo tutto”.

Ecco, il troppo. Il nostro problema è il troppo. Non ci manca la bellezza, non ci mancano le tradizioni, non ci manca il talento. Ci manca la misura, la capacità di dire basta, di dire “non tutto”, “non oggi”, “non qui”.

Ci manca la forza di ammettere che il turismo è una risorsa, ma non è né infinito, né benefico, se vissuto in questo modo.

E soprattutto non è un diritto per chiunque: non si ha diritto a entrare ovunque, a ogni ora, con qualsiasi mezzo; non si ha diritto di trasformare città e territori in distributori automatici di esperienze istantanee per i selfie.

E noi, professionisti dell’accoglienza, dobbiamo smettere di essere complici di questo scempio.

Se i centri storici diventano luoghi dove non si vive più ma si passa, allora stiamo tradendo l’anima dell’Italia.

Quindi ben vengano le misure impopolari: il numero chiuso, la tassa di soggiorno proporzionale, le limitazioni alle nuove licenze, le multe a chi affitta abusivamente, il blocco agli ombrellini delle guide. È ora che chi lavora nel settore prenda posizione, anche a costo di rinunciare a qualcosa.

In definitiva, “meno turismo, meglio turismo” potrebbe sembrare uno slogan controintuitivo, ma è la rotta da seguire per salvaguardare il futuro del settore. D’altronde, come ricorda un vecchio adagio, il troppo stroppia e anche nel turismo, raggiunto un certo limite, la quantità eccessiva finisce per annullare i vantaggi. L’Italia, con la sua lunga tradizione di ospitalità, può essere pioniera di un nuovo modello dove l’ospitalità di qualità vince sulla massa.

La sfida dell’overtourism potrà dirsi vinta se sapremo trasformare ogni visita in un valore aggiunto, e non in un peso insostenibile, per le nostre città e comunità.

È un percorso ambizioso, ma necessario: il solo che garantisca un futuro tanto ai luoghi quanto a chi li visita e a chi ci vive.
Non dobbiamo temere di perdere turisti. Dobbiamo temere di perdere noi stessi.

Editoriale tratto dal n.374 de La Madia Travelfood:

Overtourism, quando il troppo stroppia - L'editoriale del direttore Elsa Mazzolini. Lo abbiamo invocato, dopo le chiusure pandemiche, come...

23/07/2025

Un ringraziamento alla redazione di La Madia Travelfood e a Alessandra Meldolesi per il bellissimo racconto dedicato a Cortile Pepe.

Siamo felici e orgogliosi di vedere il nostro lavoro raccontato con tanta cura e attenzione!

Ricca di argomenti, è uscita la Madia di luglio/agosto.Oltre alle rubriche di aggiornamento, tra cui spicca la problemat...
23/07/2025

Ricca di argomenti, è uscita la Madia di luglio/agosto.

Oltre alle rubriche di aggiornamento, tra cui spicca la problematica su social che appiattiscono con post senz’anima la comunicazione dei ristoranti, gran parte del giornale è dedicato a una serie di ristoranti, da Une e Vissani in Umbria, a Moma e Pulejo a Roma, fino a Cortile Pepe su Cefalù e Materia a Cernobbio - molto diversi fra loro, ma accomunati da identità molto definite.

Il settore enologico si sofferma sui sistemi di affinamento, non trascurando un fenomeno ormai consolidato come quello dei film dedicati al vino.

📲 Scopri la versione digitale a questo link: https://www.lamadia.com/shop/la-madia-travelfood-n374-luglio-agosto-2025-versione-sfoglia-on-line/

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15/07/2025
Oldani è avanti da sempre: molti di noi ricordano questo suo piatto
14/07/2025

Oldani è avanti da sempre: molti di noi ricordano questo suo piatto

Dedico la mia Battuta (d'inizio) 2016 a che oggi ha dimostrato il Sinner che è... oltre ad aver chiuso la partita in meno di cinque ore e 29 minuti 😉

Teff, erborinato, chutney di mele, pere e amaranto soffiato

🥕


A Otra Vez a Roseto degli Abruzzi, si fa la vera cucina sp****la. A certificarlo, una targa direttamente dal Governo di ...
10/07/2025

A Otra Vez a Roseto degli Abruzzi, si fa la vera cucina sp****la. A certificarlo, una targa direttamente dal Governo di Spagna. A soli nove mesi dalla sua apertura, Otra Vez, ristorante di cucina iberica, ha conquistato un importante traguardo.

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La comunità enogastronomica laziale è sotto shock per la scomparsa di Mara Severin.Leggi l'articolo completo sul nostro ...
08/07/2025

La comunità enogastronomica laziale è sotto shock per la scomparsa di Mara Severin.

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04/07/2025
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03/07/2025

Donburi House annuncia un piano di sviluppo nazionale tra i più ambiziosi del settore della ristorazione tematica, che prevede l'apertura di 90 ristoranti giapponesi in Italia. L'espansione, resa possibile dagli investimenti delle famiglie torinesi Boffa e Chiesa, parte dal successo del format in città come Torino, Milano e Aosta.

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Aperitivo o gita fuori porta: “Un’estate al mare, voglia di remare, fare il bagno al largo, per vedere da lontano gli om...
02/07/2025

Aperitivo o gita fuori porta: “Un’estate al mare, voglia di remare, fare il bagno al largo, per vedere da lontano gli ombrelloni-oni-oni” recita il celebre tormentone di Giuni Russo, Un’estate al mare. Un ritornello iconico che, a distanza di oltre quarant’anni, continua a risuonare nei lidi italiani, simbolo intramontabile del desiderio di evasione, leggerezza e libertà, il quale accompagna l’arrivo della bella stagione. E infatti, con l’estate ormai alle porte, cresce la voglia degli italiani di prendersi una pausa dalla routine e ritagliarsi momenti di socialità e benessere.

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Aperitivo o gita fuori porta: cresce la voglia degli italiani di ritagliarsi momenti di socialità e benessere

Indirizzo

Cesena

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Lunedì 09:00 - 17:00
Martedì 09:00 - 17:00
Mercoledì 09:00 - 17:00
Giovedì 09:00 - 17:00
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