La Madia Travelfood

La Madia Travelfood La Madia Travelfood è, da oltre 40 anni, la rivista italiana per la ristorazione e l'accoglienza di qualità

La Madia Travelfood è da oltre 40 anni, ossia prima di qualsiasi altro mezzo in Italia, la rivista specializzata a cui la ristorazione di qualità fa riferimento e alla quale attribuisce assoluta credibilità. La Madia Travelfood è anche l’organo ufficiale dell’Unione Europea dei Gourmets e dell’Accademia Nazionale Italcuochi che annovera nel suo organico chef stellati, fondata con Gianfranco Vissan

i. Gli
inserzionisti sono da sempre le più famose aziende italiane che in questo mensile hanno trovato un alleato sicuro, pubblicitariamente efficace. Ad ognuno viene fornito il tipo di collaborazione che meglio si attaglia alle loro esigenze di comunicazione e immagine.
inserzionisti sono da sempre le più famose aziende italiane che in questo mensile hanno trovato un alleato sicuro, pubblicitariamente efficace. Ad ognuno viene fornito il tipo di collaborazione che meglio si attaglia alle loro esigenze di comunicazione e immagine.

𝐒𝐞𝐫𝐠𝐢𝐨 𝐌𝐞𝐢𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝑪𝒖𝒄𝒊𝒏𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐Sergio Mei è un Maestro di Cucina senza tempo, non solo per ciò che ha cucinato, ...
14/10/2025

𝐒𝐞𝐫𝐠𝐢𝐨 𝐌𝐞𝐢
𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝑪𝒖𝒄𝒊𝒏𝒂 𝒔𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐

Sergio Mei è un Maestro di Cucina senza tempo, non solo per ciò che ha cucinato, ma per come ha scelto di vivere la cucina: con etica, rigore e un rispetto assoluto per le materie prime e per le persone che le lavorano.
Negli ultimi due o tre decenni, quando la cucina italiana cercava una via tra innovazione e tradizione, lui ha tracciato un solco profondo: non ha mai rinnegato le radici classiche, ma le ha illuminate con intelligenza, misura e un tocco personale che non aveva bisogno di clamore.

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Sergio Mei è un Maestro di Cucina senza tempo, non solo per ciò che ha cucinato, ma per come ha scelto di vivere la cucina...

È morto Aimo Moroni, a 91 anni. Con lui se ne va una parte fondante della nostra storia gastronomica, quella della grand...
06/10/2025

È morto Aimo Moroni, a 91 anni.

Con lui se ne va una parte fondante della nostra storia gastronomica, quella della grande cucina fatta di tradizione e ricostruzione autentica.
Toscano, arrivato a Milano nel dopoguerra con la tenacia di chi crede nel lavoro fatto bene, Aimo costruì con Nadia Giuntoli un sogno che divenne luogo, e poi simbolo: la trattoria aperta nel 1962 in via Montecuccoli, diventata Il Luogo Aimo e Nadia.
Un nome che dice tutto: il “luogo” come spazio fisico, ma anche come idea di appartenenza, di radici, di continuità.

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È morto Aimo Moroni, a 91 anni. Con lui se ne va una parte fondante della nostra storia gastronomica, quella della grande cucina fatta di tradizione e ricostruzione autentica.

𝐅𝐮𝐥𝐯𝐢𝐨 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥𝐢𝐧𝐢𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐, 𝒄𝒖𝒔𝒕𝒐𝒅𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒗𝒆𝒓𝒐Fulvio Pierangelini è, per chiunque conosca e ami la grande cuc...
06/10/2025

𝐅𝐮𝐥𝐯𝐢𝐨 𝐏𝐢𝐞𝐫𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥𝐢𝐧𝐢
𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐, 𝒄𝒖𝒔𝒕𝒐𝒅𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒗𝒆𝒓𝒐

Fulvio Pierangelini è, per chiunque conosca e ami la grande cucina, uno chef di assoluta eccellenza, faro per chi opera nella ristorazione di qualità e mentore per le nuove generazioni.
La sua cucina nasce dal silenzio, dalla pazienza, dalla capacità di ascoltare la materia e il tempo.
Al Gambero Rosso di San Vincenzo, chi entrava trovava un rito sospeso, dove ogni ingrediente — dal pane fatto in casa, fragrante e croccante, al pesce pescato quella mattina, dall’olio al pomodoro — era parola chiara, senza artifici.

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Fulvio Pierangelini è uno chef di assoluta eccellenza, faro per chi opera nella ristorazione di qualità e mentore per le nuove generazioni.

04/10/2025

🎙️ 𝐔𝐧𝐚 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐩𝐢𝐥𝐥𝐨𝐥𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐄𝐥𝐬𝐚 𝐌𝐚𝐳𝐳𝐨𝐥𝐢𝐧𝐢 𝐚 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐕𝐢𝐬𝐬𝐚𝐧𝐢.

Si parla di formazione, ma non come percorso scolastico.

Una storia fatta di famiglia, di fatica, di cucina vissuta da dentro, di viaggi e incontri..

Gianfranco racconta da dove è partito, chi lo ha formato, e cosa vuol dire davvero imparare questo mestiere.

📽️ Guarda il nuovo episodio.

I vini botritizzati sono l'aristocrazia dei passiti: nettari ottenuti da acini colpiti dalla forma nobile di una muffa, ...
04/10/2025

I vini botritizzati sono l'aristocrazia dei passiti: nettari ottenuti da acini colpiti dalla forma nobile di una muffa, la Botrytis Cinerea. Tale fungo, appartenente alla famiglia delle Moniliacee, è un parassita che affligge molte piante legnose ed erbacee; sulla vite può dar luogo a due manifestazioni ben distinte, dalle quali derivano risultati opposti per la qualità dell’uva.

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Muffati sinonimo di Sauternais? Ormai non più

03/10/2025

Gildo Bocchini – 47 anni di eccellenza al Gstaad Palace

Si chiama Ermenegildo “Gildo” Bocchini, originario di Cesena, ed è una leggenda vivente nell’ospitalità di lusso. Per quasi cinquant’anni ha incarnato il volto, l’anima e il servizio impeccabile del Gstaad Palace. 

📜 Un percorso di dedizione
• È entrato al Gstaad Palace nei primi anni, diventando 1. Maître d’Hôtel nel 1990, posizione che ha mantenuto fino al suo pensionamento. 
• Ha lavorato con costanza e discrezione, curando ogni dettaglio del servizio in sala. Cinque ristoranti sotto la sua responsabilità, ospiti da tutto il mondo. 

🌟 Cosa lo distingue
• Stile sobrio ma raffinato: Bocchini non puntava al clamore, ma alla qualità, all’eleganza discreta, al sorriso sincero che accompagna ogni momento del pasto. 
• Accoglienza italiana: un tocco mediterraneo nel cuore delle Alpi, che si riflette anche nel ristorante intitolato a lui, “Gildo’s Ristorante”, dove la cucina italiana e l’ospitalità diventano “il saluto finale” di una lunga carriera. 

🔄 Il passaggio del testimone

Nel 2017 Bocchini ha lasciato il suo ruolo di primo Maître per andare in pensione. 
Al suo posto è subentrato Andrea Buschini, che negli anni precedenti era stato suo collaboratore stretto, imparando i segreti del servizio in sala. 

💡 Perché ricordarlo

Gildo Bocchini non è solo un professionista del servizio: è un simbolo di costanza, passione e cura per l’ospite. Nella sua lunga carriera ha visto cambiare tutto (cucine, tendenze, ospiti), ma la sua missione è sempre stata la stessa: far sentire ogni cliente accolto, coccolato, importante.

𝐆𝐮𝐚𝐥𝐭𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐢𝑰𝒍 𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒂 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒄𝒖𝒄𝒊𝒏𝒂 𝒊𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂𝒏𝒂Gualtiero Marchesi è considerato il fondatore ...
28/09/2025

𝐆𝐮𝐚𝐥𝐭𝐢𝐞𝐫𝐨 𝐌𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐬𝐢
𝑰𝒍 𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒂 𝒄𝒂𝒎𝒃𝒊𝒂𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒄𝒖𝒄𝒊𝒏𝒂 𝒊𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂𝒏𝒂

Gualtiero Marchesi è considerato il fondatore della nuova cucina italiana.

Nato a Milano nel 1930 e scomparso nel 2017, ha lasciato un'impronta profonda non solo per la sua tecnica impeccabile e la sua visione estetica, ma per aver rivoluzionato l’approccio alla cucina come forma culturale, artistica e intellettuale.

La sua carriera è costellata di primati: è stato il primo chef italiano a ottenere tre stelle Michelin, e il primo a restituirle, come gesto critico verso il sistema dei riconoscimenti gastronomici.

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Gualtiero Marchesi è considerato il fondatore della nuova cucina italiana. Ha lasciato un'impronta profonda non solo per ...

𝑰 𝒗𝒊𝒏𝒊 𝒓𝒐𝒔𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐: 𝒕𝒊𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒕𝒆𝒏𝒖𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐, 𝒅𝒂𝒍 𝒔𝒂𝒍𝒂𝒔𝒔𝒐 𝒂𝒊 𝑽𝒊𝒏 𝒅𝒆 𝒍𝒂 𝒏𝒖𝒊𝒕 - 𝒅𝒊 𝑺𝒆𝒓𝒆𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒐 𝒆 𝑹𝒐𝒈𝒆𝒓 𝑺𝒆𝒔𝒕𝒐Prima ...
23/09/2025

𝑰 𝒗𝒊𝒏𝒊 𝒓𝒐𝒔𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐: 𝒕𝒊𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒕𝒆𝒏𝒖𝒊 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒏 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐, 𝒅𝒂𝒍 𝒔𝒂𝒍𝒂𝒔𝒔𝒐 𝒂𝒊 𝑽𝒊𝒏 𝒅𝒆 𝒍𝒂 𝒏𝒖𝒊𝒕 - 𝒅𝒊 𝑺𝒆𝒓𝒆𝒏𝒂 𝑳𝒆𝒐 𝒆 𝑹𝒐𝒈𝒆𝒓 𝑺𝒆𝒔𝒕𝒐

Prima di entrare maggiormente nel merito circa i rosa d’Italia, vale la pena esporre la questione con una debita premessa. Riflessi corallini o cerasuoli, bagliori invitanti o pallide e romantiche note rosa: il fascino discreto del vino rosato si lascia percepire da più angolazioni, come un prisma sfaccettato che rimanda immagini multiformi e mai univoche.

Le ragioni sono molte: sono pochissimi i vitigni che possano dirsi rosati di nascita, a parte la famiglia delle Schiave, il Bombino Nero, per certi versi il Lambrusco di Sorbara e parzialmente il Grignolino.

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I vini rosa crescono: tinte più tenui che in passato. Prima di entrare più nel merito, vale la pena esporre la questione con...

Durerà due anni e costerà quasi 22 milioni di euro la fase due del progetto “Acetate to food”, che mira a convertire la ...
23/09/2025

Durerà due anni e costerà quasi 22 milioni di euro la fase due del progetto “Acetate to food”, che mira a convertire la CO2 in proteine che sfamino il mondo. A renderle appetibili ai diversi palati è stato chiamato Rasmus Munk, chef di Alchemist, entusiasta dell’impresa.

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Durerà due anni e costerà quasi 22 milioni di euro la fase due del progetto “Acetate to food”, che mira a convertire la CO2 in proteine che sfamino il mondo. A renderle appetibili ai diversi palati è stato chiamato Rasmus Munk, chef di Alchemist, entusiasta dell’impresa.Rasmus Munk è abitu...

𝐌𝐚𝐮𝐫𝐨 𝐔𝐥𝐢𝐚𝐬𝐬𝐢,𝒊𝒍 𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑽𝒊𝒕𝒂Ci sono uomini che nascono per lasciare un segno, non tanto nella pietra o...
21/09/2025

𝐌𝐚𝐮𝐫𝐨 𝐔𝐥𝐢𝐚𝐬𝐬𝐢,
𝒊𝒍 𝑴𝒂𝒆𝒔𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒆𝒍 𝑴𝒂𝒓𝒆 𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑽𝒊𝒕𝒂

Ci sono uomini che nascono per lasciare un segno, non tanto nella pietra o nel marmo, ma nel cuore delle persone. Mauro Uliassi è uno di loro. Non è soltanto un cuoco, non è soltanto un uomo di mare: è un visionario che ha trasformato la sua vita in un’opera d’arte commestibile, scolpita con coltelli, padelle e la luce dorata dell’Adriatico.
La sua storia comincia tra le vie di Senigallia, piccola città di mare che sembra sospesa tra il respiro del vento e il battito delle onde.

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Mauro Uliassi non è soltanto un cuoco, non è soltanto un uomo di mare: è un visionario che ha trasformato la sua vita in un'opera d'arte...

𝑶𝒓𝒂𝒏𝒈𝒆 𝑾𝒊𝒏𝒆: 𝒐 𝒍𝒊 𝒔𝒊 𝒂𝒎𝒂 𝒐 𝒍𝒊 𝒔𝒊 𝒐𝒅𝒊𝒂 - 𝒅𝒊 𝑹𝒐𝒈𝒆𝒓 𝑺𝒆𝒔𝒕𝒐Da alcuni anni ha fatto “irruzione” un’inedita categoria di vini c...
19/09/2025

𝑶𝒓𝒂𝒏𝒈𝒆 𝑾𝒊𝒏𝒆: 𝒐 𝒍𝒊 𝒔𝒊 𝒂𝒎𝒂 𝒐 𝒍𝒊 𝒔𝒊 𝒐𝒅𝒊𝒂 - 𝒅𝒊 𝑹𝒐𝒈𝒆𝒓 𝑺𝒆𝒔𝒕𝒐

Da alcuni anni ha fatto “irruzione” un’inedita categoria di vini che si rifà in certe aree al recupero di un arcaico protocollo di vinificazione contadina, in altre alla filologica rivisitazione dell’approccio georgiano all’enologia, in altre ancora a un mero fenomeno di modaiola emulazione. Occorre quindi fare un po’ di chiarezza.

I bianchi “macerativi” non sono un modo alternativo di produrre vini bianchi, ma sono una tipologia a sé, che pertanto merita un proprio nome: orange wine.
Va detto che spesso chi produce bianchi “macerativi” sceglie di non produrre più bianchi “normali”, sostenendo che la tecnica della macerazione sia l’unica vera strada per produrre dei vini identitari. È chiaro che un approccio di questo tipo è puramente ideologico.

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Orange Wine - da alcuni anni ha fatto “irruzione” un’inedita categoria di vini che si rifà in certe aree al recupero di...

𝑰 𝒗𝒊𝒏𝒊 𝒗𝒖𝒍𝒄𝒂𝒏𝒊𝒄𝒊: 𝒍'𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒍𝒊𝒄𝒆 - 𝒅𝒊 𝑨𝒍𝒆𝒔𝒔𝒂𝒏𝒅𝒓𝒐 𝑹𝒐𝒔𝒔𝒊Ci sono vini che raccontano una storia. E poi ci son...
16/09/2025

𝑰 𝒗𝒊𝒏𝒊 𝒗𝒖𝒍𝒄𝒂𝒏𝒊𝒄𝒊: 𝒍'𝒂𝒏𝒊𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒇𝒖𝒐𝒄𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒄𝒂𝒍𝒊𝒄𝒆 - 𝒅𝒊 𝑨𝒍𝒆𝒔𝒔𝒂𝒏𝒅𝒓𝒐 𝑹𝒐𝒔𝒔𝒊

Ci sono vini che raccontano una storia. E poi ci sono quelli che la incarnano.
I vini vulcanici non si limitano a riflettere il terroir da cui provengono: lo evocano con forza viscerale, con quella tensione tra vita e distruzione che solo la terra forgiata dal magma può offrire.

Bere un vino nato su un vulcano è come camminare a piedi nudi su una colata lavica secolare: si sente il calore sotto la cenere, la forza silenziosa di un suolo che non dimentica.

Non si tratta di moda, o almeno, non solo.

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I vini vulcanici non si limitano a riflettere il terroir da cui provengono: lo evocano con forza viscerale, con quella tensione tra vita e...

𝐂𝐡𝐞𝐟 𝐈𝐠𝐥𝐞𝐬 𝐂𝐨𝐫𝐞𝐥𝐥𝐢𝐈𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞C’è un momento, in ogni grande storia, in cui il maestro smette di cu...
15/09/2025

𝐂𝐡𝐞𝐟 𝐈𝐠𝐥𝐞𝐬 𝐂𝐨𝐫𝐞𝐥𝐥𝐢
𝐈𝐥 𝐟𝐮𝐨𝐜𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞

C’è un momento, in ogni grande storia, in cui il maestro smette di cucinare solo per sé e comincia a cucinare attraverso gli altri.

Igles Corelli questo lo ha sempre saputo. La sua vita tra fornelli e stelle Michelin non è stata soltanto un cammino personale: è stata una semina generosa, un atto d’amore verso la cucina italiana e verso chi sarebbe venuto dopo di lui.

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Chef Igles Corelli:il fuoco che accende nuove fiamme. C’è un momento, in ogni grande storia, in cui il maestro smette di cucinare solo per...

𝑷𝒂𝒓𝒐𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐, 𝒑𝒂𝒓𝒐𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒐𝒏𝒐: 𝒔𝒆 𝒍𝒐 𝒅𝒊𝒄𝒆 𝒊𝒍 𝑷𝒂𝒑𝒂, 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒖𝒏 𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂𝒈𝒍𝒊𝒐 - 𝒅𝒊 𝑴𝒂𝒓𝒊𝒂 𝑪𝒉𝒊𝒂𝒓𝒂 𝒁𝒖𝒄𝒄𝒉𝒊Nell’epoca in ...
13/09/2025

𝑷𝒂𝒓𝒐𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒔𝒄𝒐𝒏𝒐, 𝒑𝒂𝒓𝒐𝒍𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒐𝒏𝒐: 𝒔𝒆 𝒍𝒐 𝒅𝒊𝒄𝒆 𝒊𝒍 𝑷𝒂𝒑𝒂, 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒖𝒏 𝒅𝒆𝒕𝒕𝒂𝒈𝒍𝒊𝒐 - 𝒅𝒊 𝑴𝒂𝒓𝒊𝒂 𝑪𝒉𝒊𝒂𝒓𝒂 𝒁𝒖𝒄𝒄𝒉𝒊

Nell’epoca in cui tutti comunicano – di continuo, su tutto, ovunque – la vera differenza non la fa chi parla di più, ma chi sceglie bene come parlare.
A ricordarlo, con la forza e la lucidità di chi sa leggere il tempo che stiamo vivendo, è stato Papa Leone nella prima udienza generale dopo la pausa estiva.

Un messaggio potente, che travalica i confini della fede e si impone come un monito culturale e sociale: viviamo – ha detto il Pontefice – in una società “malata di bulimia da connessione”, dove le parole diventano armi, le emozioni vengono manipolate, e la comunicazione, invece di avvicinare, isola.

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Nell’epoca in cui tutti comunicano – di continuo, su tutto, ovunque – la vera differenza non la fa chi parla di più, ma chi...

12/09/2025
09/09/2025

Settembre è quel soft launch di stagione che sa di rame e di cuore caldo. 🫶🏻

09/09/2025

L'industria della gastronomia ama dipingere un quadro poetico: cucina moderna, chef stellati, menù sofisticati e titoli come se fossero medaglie d'onore.
"Chef" è diventato un segno di ego inflazionato, oggetto di vanità, non di funzione.

Il problema è che la realtà del cuoco laureato è un'altra: faccia sudata, mani callose, ore interminabili e stipendio che copre a malapena la sopravvivenza.
I corsi di gastronomia costano Paghiamo per sognare, per credere di entrare in un mondo elegante, pieno di tecniche squisite e infinite possibilità creative.

Ma quando si conclude il corso, la realtà bussa alla porta come un pugno: tirocini brevi, compiti ripetitivi, supervisione precaria e spesso nessuna vera preparazione al mercato.

L'esperienza non si compra
con un alto canone mensile.

Chi si forma cuoco si imbatte in un mercato crudele:
il glamour della cucina gourmet non paga le bollette, non rispetta il corpo o la mente.

Il titolo di "chef" si usa indiscriminatamente, anche se la funzione esercitata è lavare piatti, tagliare cipolle e caricare pentole calde per ore.

La valorizzazione è simbolica;
il salario è minimo.
L'ascesa professionale è quasi un mito.

E così si crea un ciclo di frustrazione: investiamo tempo, denaro e sogni in un corso che promette successo, ma che regalano solo stanchezza. Il mercato del lavoro non è al passo con la formazione, e chi insiste a seguire la strada della cucina si sottopone a viaggi estenuanti, poco riconoscimenti e costante precarizzazione.

Non è affascinante, non è arte poetica.

È un duro lavoro, fisico e mentale, che pochi comprendono, apprezzano o retribuiscono come dovrebbero. Mentre il titolo di "chef" circola come trofeo di vanità, i veri cuochi combattono invisibili, spesso anonimi, dentro cucine che divorano corpi e sogni.

La gastronomia vende sogni, ma chi cucina vive la realtà. E questa realtà non si decora con dolman o titolo pomposo. E sudore, resistenza e sopravvivenza.

Iza Souza🙏

𝐂𝐡𝐞𝐟 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐕𝐢𝐬𝐬𝐚𝐧𝐢𝑰𝙡 𝙥𝒊𝙤𝒏𝙞𝒆𝙧𝒆 𝒄𝙝𝒆 𝒉𝙖 𝙖𝒄𝙘𝒆𝙨𝒐 𝒍𝙖 𝙘𝒖𝙘𝒊𝙣𝒂 𝒊𝙩𝒂𝙡𝒊𝙖𝒏𝙖L’inizio: l’Umbria come radice e destinoCivitella del...
09/09/2025

𝐂𝐡𝐞𝐟 𝐆𝐢𝐚𝐧𝐟𝐫𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐕𝐢𝐬𝐬𝐚𝐧𝐢
𝑰𝙡 𝙥𝒊𝙤𝒏𝙞𝒆𝙧𝒆 𝒄𝙝𝒆 𝒉𝙖 𝙖𝒄𝙘𝒆𝙨𝒐 𝒍𝙖 𝙘𝒖𝙘𝒊𝙣𝒂 𝒊𝙩𝒂𝙡𝒊𝙖𝒏𝙖

L’inizio: l’Umbria come radice e destino

Civitella del Lago, 1951.

L’Umbria dei colli e del Lago di Corbara, fatta di silenzi e campagne, è la culla di un bambino che diventerà voce roboante della cucina italiana. Gianfranco Vissani nasce in una famiglia che conosce la fatica e il valore delle cose semplici. Da subito dimostra carattere, un temperamento forte, curioso, insofferente alle mezze misure. La sua scelta, quasi predestinata, è quella di iscriversi all’Istituto alberghiero di Spoleto, una fucina severa che forma generazioni di cuochi.

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Chef Gianfranco Vissani. Il pioniere che ha acceso la cucina italiana. L’inizio: l’Umbria come radice e destinoCivitella del Lago, 1951.

09/09/2025

Call now to connect with business.

La multinazionale Syrve ha elaborato una tecnologia straordinaria e affidabile che consente alle aziende del settore del...
08/09/2025

La multinazionale Syrve ha elaborato una tecnologia straordinaria e affidabile che consente alle aziende del settore della ristorazione di migliorare la quotidianità e di costruire un forte vantaggio commerciale, logistico e finanziario.

Syrve introduce soluzioni moderne a sfide di lunga data rendendole più semplici, più facili e più intelligenti che mai, fornendo gli strumenti necessari per operare con fiducia. Tutti i processi del ristorante, in un’unica piattaforma intelligente: controllo di gestione e AI lavorano insieme per aumentare l’efficienza e migliorare i risultati economici.

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AI al ristorante: spieghiamo come l’Intelligenza Artificiale può essere impiegata a beneficio del proprio locale, in abbinamento a...

𝑻𝒖 𝒔𝒄𝒆𝒏𝒅𝒊 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 - 𝒅𝒊 𝑬𝒍𝒔𝒂 𝑴𝒂𝒛𝒛𝒐𝒍𝒊𝒏𝒊La parabola dello chef-star, fenomeno che per anni ha oscurato sia il ristorat...
06/09/2025

𝑻𝒖 𝒔𝒄𝒆𝒏𝒅𝒊 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒆 𝒔𝒕𝒆𝒍𝒍𝒆 - 𝒅𝒊 𝑬𝒍𝒔𝒂 𝑴𝒂𝒛𝒛𝒐𝒍𝒊𝒏𝒊

La parabola dello chef-star, fenomeno che per anni ha oscurato sia il ristoratore tradizionale che l’oste del tempo che fu, è forse in fase discendente. Il pubblico, e persino molti addetti ai lavori, sembrano riscoprire l’importanza di un patto non scritto: la complicità tra chi cucina e chi si siede a tavola per mangiare e stare bene. Non certo per visitare un museo di opere d’arte, presunte o reali.
La cucina dovrebbe finalmente smettere di essere un monologo autocelebrativo, finalizzato a glorificare l’ego di un artista, e tornare a essere la fucina dove si costruisce un dialogo sincero con il commensale.

Il vero successo di un ristorante non andrebbe misurato sulle stelle o sui piatti “wow”, bensì sul numero di persone che ne escono con il sorriso, con il cuore caldo e un ricordo vivido di ciò che hanno assaporato.
Una prova di questo cambiamento? Gli chef che, dopo il successo anche mediatico, aprono locali più informali e “accessibili” accanto ai loro stellati, o tornano alle trattorie d’origine.

Forse c’è un pizzico di strategia in queste mosse, che tuttavia riflettono anche un desiderio reale di riconnettersi con il pubblico. Dopo aver volato troppo in alto, gli chef del fine dining pare sentano il bisogno di rimettere i piedi per terra o, meglio, sotto al tavolo, accanto ai clienti.
La speranza è che sempre più cuochi seguano l’esempio di chi ha avuto il coraggio di fare un passo indietro rispetto all’ego e due passi avanti verso i clienti.

Dopo un lungo distacco, chef e ospite si potrebbero ritrovare su basi di rinnovata fiducia. E chissà, il futuro della gastronomia potrebbe davvero riportare al centro quella figura un po’ dimenticata ma mai del tutto scomparsa: l’oste, il trattore o il ristoratore dal sorriso accogliente, capace di farti sentire nel posto giusto al momento giusto, come a casa ma con la magia di una cucina professionale ed empatica.

In un’epoca in cui tutto cambia a ritmi vertiginosi, certi valori restano immutati: una franca cortesia, la condivisione, il piacere di far felici gli altri a tavola. Sono questi gli ingredienti che né stelle né reality potranno mai sostituire.
Paradossalmente, la vera rivoluzione potrebbe consistere proprio in un ritorno alle origini.
E allora, ben venga questa retromarcia di alcuni chef: un minore narcisismo ai fornelli e un’anima percepibile nei piatti e in sala.

Come insegna la saggezza antica, “amor gastronomico” significa cucinare per qualcuno, non per se stessi: il cliente non cerca un idolo da venerare, bensì un suo pari di cui fidarsi.
E la cucina italiana, per rimanere grande, ha bisogno proprio di questo: meno star e più stelle negli occhi dei clienti soddisfatti.

Il cerchio si chiude: lo chef potrebbe tornare a essere cuoco e oste insieme, artista e servitore, innovatore ma anche custode delle nostre tradizioni più rappresentative. Un ruolo più umano e completo, in cui la gloria personale cede il passo all’esperienza condivisa. Se questo ripensamento prenderà piede, avremo ristoranti dove di nuovo ci si sentirà ospitati anziché intimiditi, nutriti nel corpo e nello spirito.
In fondo, è per questo che amiamo la cucina, ed è proprio da qui che si dovrebbe ripartire.

Editoriale tratto dal n.375 de La Madia Travelfood:

Tu scendi dalle stelle - L'editoriale del direttore Elsa Mazzolini. La parabola dello chef-star, fenomeno che per anni ha oscurato...

05/09/2025

La Madia Travelfood è la prima rivista in Italia specializzata nel settore Food, a cui la ristorazione di qualità fa riferimento e alla quale attribuisce assoluta credibilità.

A Siniscola, a due passi dalla spiaggia di Berchida – tra le più conosciute e amate della Sardegna – Su Meriacru rappres...
05/09/2025

A Siniscola, a due passi dalla spiaggia di Berchida – tra le più conosciute e amate della Sardegna – Su Meriacru rappresenta da quarant’anni un punto di riferimento per chi cerca autenticità e qualità.

Una realtà familiare che, con il passaggio di testimone tra genitori e figli avvenuto negli ultimi dodici anni, ha trovato una nuova identità, capace di coniugare radici e innovazione senza mai forzare il cambiamento.

La cucina oggi porta la firma di Giovanni Carzedda, chef che lavora sul solco della tradizione ma con uno sguardo attento alla contemporaneità.

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A Siniscola, a due passi dalla spiaggia di Berchida – tra le più conosciute e amate della Sardegna – Su Meriacru rappresenta da quarant’anni un punto di riferimento per chi cerca autenticità e qualità.

05/09/2025

È nato 𝐎𝐧𝐝𝐞, un ristorante che celebra la bellezza e la ricchezza del mare italiano in una cornice di assoluta raffinatezza, nel cuore pulsante di Firenze.

Situato all’interno di Palazzo del Nero, uno dei due edifici rinascimentali che compongono 𝐅𝐨𝐮𝐫 𝐒𝐞𝐚𝐬𝐨𝐧𝐬 𝐇𝐨𝐭𝐞𝐥 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 e affacciato sul verde incanto del Giardino della Gherardesca, 𝐎𝐧𝐝𝐞 si presenta come una nuova destinazione per gli appassionati di cucina mediterranea e non solo.

03/09/2025

Chef Gianfranco Vissani
Il pioniere che ha acceso la cucina italiana

L’inizio: l’Umbria come radice e destino

Civitella del Lago, 1951.

L’Umbria dei colli e del Lago di Corbara, fatta di silenzi e campagne, è la culla di un bambino che diventerà voce roboante della cucina italiana. Gianfranco Vissani nasce in una famiglia che conosce la fatica e il valore delle cose semplici. Da subito dimostra carattere, un temperamento forte, curioso, insofferente alle mezze misure. La sua scelta, quasi predestinata, è quella di iscriversi all’Istituto alberghiero di Spoleto, una fucina severa che forma generazioni di cuochi.

Giovanissimo, inizia la gavetta: Venezia (Excelsior), Cortina (Miramonti Majestic), Firenze (Grand Hotel), Napoli (Zì Teresa). Ogni tappa è un mattone: rigore francese, cura della brigata, disciplina assoluta.

La cucina, per Vissani, non è mai stata un rifugio romantico, ma una palestra di carattere, un campo di battaglia in cui dominano precisione e sacrificio.

Casa Vissani: il palcoscenico

Negli anni Settanta rientra nella sua Umbria e costruisce il suo mondo: Casa Vissani. Non è solo un ristorante: è un laboratorio, un teatro, un luogo dove la tradizione umbra incontra la grande scuola francese. La sua cucina è tecnica, radicata, ma capace di sorprendenti impennate creative. Conquista critici e guide, fino a raggiungere la doppia stella Michelin (1999–2019), un traguardo che certifica la sua grandezza.

Ma Casa Vissani non è mai stata solo un posto dove si mangia: è un’istituzione. Un luogo che racconta la materia prima italiana, che difende la qualità ma non teme l’invenzione.

L’Umbria diventa vetrina mondiale
attraverso i suoi piatti.

La rivoluzione: Vissani in televisione

La cucina italiana, prima di lui, era raccontata solo nei libri o nelle rubriche femminili. Con lui, esplode in televisione. Dagli anni Novanta in poi, Vissani porta la sua voce potente, la sua mimica teatrale, la sua ironia dissacrante in trasmissioni come UnoMattina, Domenica In, Linea Verde, La Prova del Cuoco. Persino l’Iron Chef giapponese lo invita a duello nel 1995: un cuoco italiano sul ring della cucina globale.

Qui sta la sua rivoluzione: è il primo grande cuoco mediatico italiano, il prototipo di quello che diventeranno tutti gli altri a seguire.

Se oggi parliamo di chef-star, lo dobbiamo a lui.

Non solo cucinava: raccontava. Non solo impiattava: teatralizzava. La cucina smetteva di essere retrobottega per diventare narrazione pubblica.

Filosofia del gusto: italianità e rigore francese

Dietro il personaggio, c’è una filosofia precisa. Vissani ha sempre visto la cucina come arte del rigore: niente scorciatoie, solo disciplina, studio e rispetto assoluto della materia prima. La sua formazione classica, intrisa di tecnica francese, non gli ha mai impedito di restare profondamente italiano.

Nelle sue parole e nei suoi piatti, si percepisce la volontà di raccontare un’Italia schietta, verace, orgogliosa, ma con la raffinatezza che solo la grande scuola francese poteva trasmettere. La sua cucina è un equilibrio tra terra e mente: un’Italia resa universale.

Il personaggio: carisma e temperamento

Vissani non è mai stato un cuoco da sfumature tenui. È uomo di forte temperamento: carismatico, travolgente, ironico, ma anche autoritario, spigoloso, capace di suscitare ammirazione e critica. In brigata era maestro severo, ma generoso nel trasmettere sapere.

Questo dualismo — tra dolcezza e durezza, tra sorriso e furore — lo ha reso autentico.

• È stato il padre della mediaticità in cucina, il primo ad aprire la strada agli chef in prima serata.
• È stato difensore della materia prima italiana, trasformandola in linguaggio universale.
• È stato maestro di generazioni, un riferimento per chi ha scelto di fare cucina ad alti livelli.

Più che un semplice cuoco, Vissani è stato un archetipo: l’uomo che ha insegnato che la cucina non è solo mestiere, ma identità, racconto, spettacolo, passione.

È nato 𝐎𝐧𝐝𝐞, un ristorante che celebra la bellezza e la ricchezza del mare italiano in una cornice di assoluta raffinate...
03/09/2025

È nato 𝐎𝐧𝐝𝐞, un ristorante che celebra la bellezza e la ricchezza del mare italiano in una cornice di assoluta raffinatezza, nel cuore pulsante di Firenze.

Situato all’interno di Palazzo del Nero, uno dei due edifici rinascimentali che compongono 𝐅𝐨𝐮𝐫 𝐒𝐞𝐚𝐬𝐨𝐧𝐬 𝐇𝐨𝐭𝐞𝐥 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞 e affacciato sul verde incanto del Giardino della Gherardesca, 𝐎𝐧𝐝𝐞 si presenta come una nuova destinazione per gli appassionati di cucina mediterranea e non solo.

𝐎𝐧𝐝𝐞 porta a Firenze i profumi e i sapori della Riviera, creando “un nuovo mondo dalle mille sfumature blu del mare” all’interno di un vero e proprio museo vivente qual è la proprietà del 𝐅𝐨𝐮𝐫 𝐒𝐞𝐚𝐬𝐨𝐧𝐬 𝐇𝐨𝐭𝐞𝐥 𝐅𝐢𝐫𝐞𝐧𝐳𝐞, con il suo parco monumentale tra i più imponenti della città.

Leggi l’articolo nella versione digitale a questo link:

Nel cuore pulsante di Firenze, dove l’arte rinascimentale incontra l’eccellenza dell’ospitalità, nasce Onde, un ristorante che celebra...

È uscito il nuovo numero di settembre/ottobre de La Madia, in buona parte dedicato ad uno specifico approfondimento sui ...
03/09/2025

È uscito il nuovo numero di settembre/ottobre de La Madia, in buona parte dedicato ad uno specifico approfondimento sui vini orange, oggi sempre più richiesti, e sul rilancio dei vini rosé, con le etichette più significative.
Importante anche il focus di Alessandro Rossi sui vini vulcanici e divertente la disamina dei nomi di fantasia, anche goliardica, scelti dalle cantine per le loro bottiglie.

In evidenza un grande reportage sul nuovo ristorante Onde nel cuore di Firenze, fiore all’occhiello del Four Seasons Hotel, ma interessante la rivoluzione filosofica che spazia dal primitivismo all’avanguardia, operata dallo chef Edoardo Tilli di Podere Belvedere a Pontassieve, nel trattamento delle carni.
A Frascati invece si descrive Contatto, un ristorante dotato di una grotta composta da pareti in lava vulcanica a base di tufo e minerali vari, dove lo chef Luca Ludovici elabora una cucina con i prodotti maturati in quella sorta di cella frigorifera spontanea, che regala sapori impareggiabili.
A Terracina invece “Seguire le botti” ospita i clienti direttamente tra le botti della cantina dell’agriturismo, ricco dei prodotti del proprio orto, mentre a Pisa l’Osteria del Tumi propone una cucina toscana in salsa sudamericana grazie allo chef Luis Romero Caballero.

Le rubriche vertono sui pericoli attuali della comunicazione social, sulle insidie che si annidano nel carrello della spesa e su come l’intelligenza artificiale può aiutare il lavoro di ogni ristorante.

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La Madia Travelfood è la prima rivista in Italia specializzata nel settore Food, a cui la ristorazione di qualità fa riferimento e alla quale attribuisce assoluta credibilità.

𝗖𝗼𝘁𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗹𝗮𝗻𝘇𝗮𝗻𝗮, 𝗹𝗶𝗺𝗼𝗻𝗲, 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗼𝗿𝗹𝗮 𝗲 𝘀𝗮𝗹𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝗺𝗼𝗱𝗼𝗿𝗼 𝗣𝗶𝗰𝗰𝗮𝗱𝗶𝗹𝗹𝘆A Cortile Pepe a Cefalù, la melanzana si...
22/08/2025

𝗖𝗼𝘁𝗼𝗹𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗹𝗮𝗻𝘇𝗮𝗻𝗮, 𝗹𝗶𝗺𝗼𝗻𝗲, 𝗹𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗼𝗿𝗹𝗮 𝗲 𝘀𝗮𝗹𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗽𝗼𝗺𝗼𝗱𝗼𝗿𝗼 𝗣𝗶𝗰𝗰𝗮𝗱𝗶𝗹𝗹𝘆

A Cortile Pepe a Cefalù, la melanzana si fa regina del piatto.
Croccante fuori, delicata dentro, con note agrumate e dolci.

𝐈𝐧𝐠𝐫𝐞𝐝𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢
Per la cotoletta di melanzana
• 2 melanzane tunisine
• pangrattato fresco q.b.
• basilico q.b.
• olio extravergine di oliva q.b.
• sale e pepe q.b.
Rimuovere la buccia dalle melanzane e tagliarle a fette dello spessore di circa 2-3 cm. Condire con sale e pepe, quindi passarle nell’olio extravergine di oliva e nel pangrattato aromatizzato con basilico. Cuocere la cotoletta in una padella con un foglio di carta da forno a fuoco basso, fino a dorare la superficie.

Per il latte di mandorla
• g. 100 di mandorle pelate
• g. 100 di acqua
• scorza di limone q.b.
In un contenitore, mettere le mandorle e l’acqua e lasciarle in frigorifero per circa 12 ore. Frullare il tutto con un mixer e setacciare. Correggere con sale e pepe e completare con scorza di limone.

Per la salsa di pomodoro piccadilly
• kg. 1 di pomodori piccadilly
• basilico q.b.
• aglio q.b.
• olio extravergine di oliva q.b.
Sbollentare i pomodori per rimuovere la buccia. Marinare con olio extravergine di oliva, aglio e gambi di basilico per circa 30 minuti. Cuocere in forno a 160 °C per 40 minuti e passare al passapomodoro. Si otterrà una salsa liscia e saporita.

Per la marmellata di limone
• g. 300 di limoni tagliati a fette
• g. 200 di zucchero
• acqua q.b.
Tagliare i limoni a fette, coprire con acqua e lasciare riposare per 24 ore. Ripetere l’operazione per eliminare l’amaro. Cuocere coperti d’acqua fino a ebollizione, scolare e conservare l’acqua di cottura. Aggiungere lo zucchero e cuocere per 40 minuti. Se necessario, aggiungere acqua di cottura dei limoni.

𝐂𝐨𝐦𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐢𝐚𝐭𝐭𝐨
Adagiare il latte di mandorla sul fondo del piatto, aggiungere la cotoletta di melanzana e completare con la salsa di pomodoro piccadilly e un pizzico di basilico. Terminare con dei puntini di marmellata di limone.

A Cortile Pepe, la melanzana si fa regina del piatto. Croccante fuori, delicata dentro, con note agrumate e dolci.

𝗧𝗼𝗿𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗹𝗹’𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗿𝗶𝗽𝗶𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝘁𝗮𝘁𝗲, 𝗮𝗹𝗶𝗰𝗶, 𝘂𝘃𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮 𝗲 𝗽𝗶𝗻𝗼𝗹𝗶Un equilibrio sorprendente tra dolce e salato...
22/08/2025

𝗧𝗼𝗿𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗹𝗹’𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗿𝗶𝗽𝗶𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝘁𝗮𝘁𝗲, 𝗮𝗹𝗶𝗰𝗶, 𝘂𝘃𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮 𝗲 𝗽𝗶𝗻𝗼𝗹𝗶

Un equilibrio sorprendente tra dolce e salato, che racconta la Sicilia più autentica attraverso ingredienti semplici e creatività. Il ristorante che propone questo piatto è Cortile Pepe a Cefalù.

𝐈𝐧𝐠𝐫𝐞𝐝𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢
Per la sfoglia
• g. 250 di farina 00
• g. 185 di tuorli d’uovo (circa 12 uova)
Impastare gli ingredienti in una planetaria fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Avvolgere la pasta nella pellicola trasparente per evitare che si asciughi e lasciarla riposare in frigorifero per circa 30 minuti.

Per il ripieno
• 2 patate grandi
• 1 scalogno
• 4 alici sott’olio
• uva passa q.b.
• prezzemolo q.b.
• finocchietto selvatico q.b.
• sale q.b.
• pepe q.b.
Cuocere le patate in acqua bollente per circa 40 minuti, raffreddarle e passarle allo schiacciapatate.
Rosolare lo scalogno e le alici sott’olio in una casseruola, aggiungere la patata schiacciata e amalgamare. Completare il ripieno con le erbe aromatiche tritate finemente, l’uva passa, il sale e il pepe.

Preparazione dei tortelli
Stendere la sfoglia fino a uno spessore di circa 2 mm. Posizionare delle palline di ripieno da circa g. 30 sulla sfoglia, coprire con l’altra parte di pasta e coppare con un coppapasta per dare una forma circolare ai tortelli.

Per la crema di pinoli
• g. 100 di pinoli tostati
• g. 50 di brodo vegetale
• g. 100 di olio di semi
Tostare i pinoli in forno preriscaldato a 175 °C per 6-7 minuti. Emulsionare i pinoli (tenendone da parte una parte per la decorazione) con olio di semi e brodo vegetale utilizzando un mixer a immersione fino a ottenere una crema liscia. Aggiungere sale e pepe a piacere.

𝐂𝐨𝐦𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐢𝐚𝐭𝐭𝐨
Cuocere i tortelli e ripassarli in padella con b***o, gambi di prezzemolo e un filo di colatura di alici.
Disporre la crema di pinoli sul piatto, completare con i pinoli rimasti, della mollica di pane tostata e del finocchietto selvatico.

Un equilibrio sorprendente tra dolce e salato, che racconta la Sicilia più autentica attraverso ingredienti semplici e creatività. Il ristorante che propone questo piatto è Cortile Pepe a Cefalù.

Indirizzo

Via G. Pacchioni
Cesena

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 17:00
Martedì 09:00 - 17:00
Mercoledì 09:00 - 17:00
Giovedì 09:00 - 17:00
Venerdì 09:00 - 17:00

Telefono

+39054723821

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