01/08/2025
INVECE SÌ, BELLE-NECESSARIE-OPPORTUNE
È stata un’esperienza curiosa ascoltare il registrato degli interventi nell’ultimo Consiglio comunale. Buffa e triste insieme.
Siamo nella sede più significativa delle istituzioni di Cesena, la sede più rappresentativa della rappresentanza politica eletta da quasi centomila cittadini.
Il tema rovente, tra tutti gli altri, questa volta sono diventate le Cucine Popolari. A Cesena ormai tutti sanno cosa e come sono. Invece no. Pensavamo che fosse un’iniziativa per dare un luogo a un’idea: invitare a tavola coloro che fanno fatica anche a mangiare perché hanno perduto tutto o non l’hanno mai avuto.
Pensavamo così. Invece questa realizzazione (perché l’aspetto “disturbante” è che l’idea ha avuto una realizzazione veloce ed efficiente) non è altro che uno spot elettorale dell’Assessora Baredi, ha scandalosamente rivelato il Consigliere Casali. Dimostrazione del dolo: tutti i voti che Baredi ha preso nelle ultime elezioni.
Avrà avuto tanti voti anche per questo? Oltre che per la sua storia politica, senz’altro anche per questo. Il concetto è facile: se qualcuno fa qualcosa che ai cittadini sembra bello e necessario i cittadini lo votano. Ma adesso il Comune – che non ha mai sovvenzionato con un euro le Cucine, nemmeno quando ha loro chiesto di preparare i pasti per gli alluvionati e gli sfollati durante l’alluvione del ‘23 con 500 pasti al giorno – sta per contribuire insieme alle Cucine medesime, alla sistemazione di un nuovo spazio per il loro servizio perché quello attuale è insufficiente.
E qui cadono i sospetti, i pericoli, i possibili imbrogli, un andazzo ambiguo, l’eventuale malaffare dei voti carpiti. Ma per fortuna loro, Fratelli d’Italia, eserciteranno «tutto il loro potere d’indagine per fare luce su questa modalità». Quale modalità? Fare qualcosa di così ben fatto che poi ti approvano in tanti?
Del resto, poveretti, si comprende il sistema di pensiero all’origine di queste considerazioni senza una struttura coerente. Navigano in una parte politica dove di spot puramente elettorali se ne intendono, e di spot anche pessimi e costosissimi (tipo Albania o, per andare ancor più sul macro, il Ponte sullo stretto…)
Loro, Fratelli d’Italia di Cesena, «faranno luce» in questo buio, perché le Cucine Popolari «non sono né belle né necessarie né opportune, cioè, sarebbero belle ma non sono né necessarie né opportune». E perché? «Perché sono solo uno spot» ha “dimostrato” il Consigliere Imperato con geometrica logica.
Ma è l’ulteriore dichiarazione di Casali a spiegare meglio la loro difficoltà: «Finché tutto rimane nel privato, ognuno è libero di esprimere e declinare la ca**tà secondo la propria sensibilità. Ma quando la questione tocca la cosa pubblica, la faccenda diventa più rilevante».
Ecco, è difficile comprendere la vera natura e la forza delle Cucine ragionando su questa strada. I Consiglieri Casali, Imperato, Sirotti Gaudenzi dovrebbero compiere un gran salto. Dalla moralistica concezione della ca**tà (privata eppure spesso esibita) che i “buoni” fanno ai “poveri”, alla grande idea di una giustizia sociale. Un doppio salto mortale che fa atterrare in un’aria politica d’alta quota e molto diversa. Molto diversa ad esempio da quella del famoso sindaco che per risolvere il problema degli extra-comunitari che dormivano sulle panchine fece togliere le panchine; o di quelli che più perfidamente ancora fanno installare panchine con un divisorio a metà seduta. Così hanno il risultato di una città pulita e ordinata, spot molto votato anche questo che però non pulisce niente.
Insomma, se io non ho nel mio vocabolario culturale, politico, mentale una parola o un concetto, mi è impossibile afferrare un discorso e una pratica che partano da esso, come ad esempio credere alla impegnativa costruzione di una organizzazione non per l’estetica dell’essere caritatevoli, e nemmeno per grattare un voto dalla miseria altrui, ma per amore della giustizia sociale, cioè per il ripristino di un ordine rotto.
È una banalità evidente a tutti che un corpo non può stare bene “a pezzi”. Se mi fanno male i piedi anche la mia testa non sta bene. Così il corpo di una città. Ecco perché appare perfino superfluo dirlo, ma alle Cucine (e alle organizzazioni simili) e ai suoi tantissimi volontari dovremmo essere grati tutti, perché così tutti viviamo meglio, addirittura anche coloro che non ne capiscono la logica.
E questa volta il Comune contribuirà con un’Associazione di volontariato a ripristinare almeno un po’ un ordine rotto?
Orgogliosi di far parte di questo Comune che raccoglie e alimenta un’idea semplicissima e luminosa. Infatti “spot” in italiano significa anche “riflettore che proietta un cerchio luminoso in una zona”.