La Parola

La Parola Da più di trent'anni parole, non chiacchiere. E una rivista mensile per una discussione pubblica delle idee

La Parola è una rivista di cultura politica che, da più di 30 anni, fa di democrazia, libertà, uguaglianza, solidarietà i suoi principi di riferimento, nel confronto fra le diverse anime della sinistra sociale e politica presenti nel territorio romagnolo.


«Primo compito di un partito che vuole rifare l'Italia e far

e
l'Europa è dare voce ai senza parola. Perché se non
gliela dà il partito, questa voce, non gliela dà nessuno». (Mario Tronti)


Sono grandi e urgenti i compiti che stanno davanti a coloro che vedono nella politica e nei partiti lo strumento per costruire una società più giusta e più libera per tutti, senza esclusioni. Perchè se qualcuno viene escluso, si infrange anche la giustizia "degli altri", non si chiama più giustizia. Questo è il ruolo che da decenni, senza stancarsi, La Parola tenta di svolgere tra ragione critica e dialogo: guardare criticamente, non lasciar perdere, non rinunciare, non cedere all’esistente. Le parole – e tanto più La Parola - non cambiano il mondo, ma possono cambiare le persone, il loro punto di vista, lo sguardo, la loro spinta a riconoscere e cambiare quel che non va.

PIOVE SU GAZA. E ANCHE SU DI NOIPiove su Gaza. Lo dice la pagina Meteo, così, svagatamente, come se si trattasse di Roma...
11/12/2025

PIOVE SU GAZA. E ANCHE SU DI NOI

Piove su Gaza. Lo dice la pagina Meteo, così, svagatamente, come se si trattasse di Roma, Parigi, Cesena… Dalla nuvoletta della pagina Meteo – indifferente alle conseguenze di quel che dice – scendono cinque goccine, quindi pioverà molto, pare soprattutto verso sera. Sarà triste la notte. Piove sulle tende. Quanti saranno quelli che hanno ancora dei muri, un tetto, una specie di casa? Nei prossimi giorni sono previste inondazioni, venti e grandine in tutta la regione. L’hanno chiamata Byron la tempesta che sta per arrivare.

Piove su Gaza e anche su Ramallah, in Cisgiordania, sulla guerra invisibile, ingiustificabile, indescrivibile di Israele che lì continua. La devastazione dei tuoi campi, la distruzione degli ulivi, l’incendio della casa, l’uccisione del bestiame, le botte e gli arresti arbitrari.
Perché?

Israele ha deciso di costruire 764 nuove unità abitative in Cisgiordania. Ma che pace è?
“No other land” è passato perfino in tivù. Chi non l’ha voluto vedere dovrebbe spiegare perché. Ma si sa, per chi non vuole sapere non basta neanche la verità dimostrata.

A quest’ora i teloni saranno già piegati dall’acqua. Ma piove anche su di noi quando guardiamo quelle immagini e sentiamo l’uomo più potente del mondo che vuole (e magari otterrà) la grazia senza processo per l’eroe-di-guerra.

PERÒ non si può dire solo Non possiamo far niente. Dire solo Tanto a cosa serve.
PERÒ in Cisgiordania c’è anche un piccolo villaggio palestinese, Ain Arik, circa 1.700 abitanti alle porte di Ramallah, dove resiste perfino una piccola comunità religiosa di ispirazione dossettiana…
E PERÒ a Ain Arik c’è anche una Associazione di donne palestinesi.
E sabato sera, 13 dicembre, alle 19, alle Cucine Popolari di Cesena ci sarà una cena di solidarietà per loro, le donne di Ain Arik. Come si fa a non esserci?

A volte anche sotto la pioggia battente arriva una piccola botta di speranza.

CENA di solidarietà CUCINE POPOLARI via Machiavelli 80 CESENA sab. 13 h. 19

MENÙ: Lasagne ai funghi, hummus, tabbuleh, ciambella con crema pasticcera
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LA GRAZIA NATALIZIAC’è gente in giro. C’è movimento nel centro di Cesena. C’è luce. E anche le luminarie, sì. Che una vo...
07/12/2025

LA GRAZIA NATALIZIA

C’è gente in giro. C’è movimento nel centro di Cesena. C’è luce. E anche le luminarie, sì. Che una voce dell’opposizione in città giudica “tristi e dai costi esorbitanti”: opinione rispettabile se non fosse che contemporaneamente sono definite “inadeguate per attirare turisti”. Bisogna mettersi d’accordo almeno con se stessi: se sono inadeguate le aumentiamo, se costano troppo le riduciamo. Ma quel che è triste davvero è il percorso logico di questa critica agli addobbi natalizi. “Ennesimo scivolone della Giunta cesenate” su cui si farà una interrogazione – addirittura! – perché “è un autogol su cui bisogna andare a fondo”.
E quale sia il fondo è presto detto: questi addobbi non rappresentano “la vera natura religiosa della più importante festa cristiana” perché “la sinistra non ama il Natale” e per colpa “dell’ondata relativista che dilaga in Europa”. Ci sarebbe un fondo vero da spiegare: quale sarebbe il motivo per cui una Amministrazione comunale dell’Italia nel 2025 dovrebbe aderire e rappresentare “la vera natura religiosa” di questa festa; che comunque, attenzione, in linea di dottrina, non sarebbe nemmeno “la più importante” per la cristianità, non importante come la Pasqua, e dunque, seguendo il ragionamento, è ancor più in tale ricorrenza che al Comune si dovrebbe chiedere di allestire rappresentazioni e addobbi anche più fastosi. E, soprattutto, istituire un certificato di fede per ognuno che si candidi come consigliere o sindaco di una città. Tuttavia, anche senza certificato, nella piazzetta del Duomo c’è una grande capanna per un bel presepe, e nessuno lo vieta. Ovviamente.
Ma la critica alle luminarie “tristi” diventa gaglioffa con l’accusa di scambiare per un inno al Natale i versi di una poetessa cesenate che sarebbero sconosciuti ai più e “poco comprensibili”. Per la verità questi versi sono ormai famosi di fama nazionale, come la nostra Mariangela Gualtieri, ma è il “poco comprensibili” che fa ridere. In realtà sono semplicissimi, di quella luminosa semplicità originaria delle cose tipica della poesia di Mariangela, semplicità ma stratificata, a strati, cosicché ognuno raggiunge un proprio piano, a seconda di quel che può, che sa, che è.
La gente che cammina sotto il “Bello mondo” alza gli occhi – e già questo sarebbe un atto da provocare e preservare -; poi sono così belle la nonna e la nipote che si fermano: la ragazzina filma col suo cellulare e la nonna a bassa voce sillaba rin-gra-ziare de-si-dero… Proprio sillabare forse si deve per scoprire che dentro a un grazie c’è una grazia; nel grazie per l’amicizia, per i bambini, per l’amore che muove tutto, resiste la grazia di una vita natalizia.

ESISTE UN PORTO SICURO PER LA NOSTRA VITA?Ancora stasera e domani pomeriggio al Bonci si può vedere “A Place of Safety”,...
29/11/2025

ESISTE UN PORTO SICURO PER LA NOSTRA VITA?

Ancora stasera e domani pomeriggio al Bonci si può vedere “A Place of Safety”, «un esempio raro e difficile di Teatro di parte» – come racconta Franco Pollini nella sua bella recensione sul prossimo numero del nostro giornale. Di quale parte? La parte dell’umanità.

Enrico Baraldi e Nicola Borghesi: chi conosce questi due nomi? Ai più suoneranno appena come due parole. Eppure non ci sono parole adatte per dire quanto sono bravi, loro e tutti gli altri che mettono in scena se stessi. Recitare la parte di se stessi, senza esibizioni, senza correzioni, senza patetismi né recriminazioni. Se stessi, dopo essere passati dentro l’esperienza di stare in mare senza amare il mare, di porgere il braccio a chi sta per affogare senza sapere bene chi è il salvato e chi il salvatore, di chiedere aiuto a chi dovrebbe darlo e invece non risponde.

È uno spettacolo (e si sente perfino il fastidio di chiamarlo “spettacolo”) pieno di domande e dolore, eppure ha la forza vitale e graffiante di restituire un po’ di fiducia nell’umanità, perché si scopre che tra gli altri, tutti gli altri qualsiasi e distratti, ci sono anche loro. E anche tutti gli spettatori del Bonci che non smettono più di applaudire e approvare.

Che peccato mortale sarebbe perderlo. Ci sono ancora posti, prima che vadano in giro per l’Europa.

STUDIARE CAPIRE LAMBIREOggi sarebbe la giornata contro la violenza sulle donne. E non è un bel sintomo: c’è bisogno di u...
25/11/2025

STUDIARE CAPIRE LAMBIRE

Oggi sarebbe la giornata contro la violenza sulle donne. E non è un bel sintomo: c’è bisogno di un giorno designato per ricordarsene. Così chi “deve", dice (e magari nemmeno dice) quelle tre o quattro parole a cui non crede.
Poi gli altri giorni sentiamo le loro stupidaggini in materia, una materia di cui non riescono neanche culturalmente a lambire il concetto. Immaginiamo una vera azione politica. Vera.

— «Diciottenne stuprata. Arrestati tre nordafricani. La Lega chiede la castrazione per fermare gli stupri», oggi ci ricorda esemplarmente il soave Salvini. Non gli interessa se siano davvero quei tre i colpevoli. E soprattutto non gli interessano le statistiche ISTAT e i dati che il Ministero pubblica. Non ha ancora capito che se voleva dire qualcosa di esemplare, doveva citare una violenza dentro una casetta abitata dalla cosiddetta “famiglia tradizionale”, con una coppia "regolare" ed eterosessuale. Lui non studia i dati ISTAT (e nemmeno altre cose).

— «Anche se oggi l’uomo deve accettare la parità con la donna, nel suo subconscio e nel suo codice genetico, trova sempre una certa resistenza». Eeeh purtroppo… cosa ci puoi fare al codice genetico? Ma lui saprà bene che cos’è il codice genetico? Cos’è il subconscio?

— «Femminicidi? Alcune etnie non hanno la nostra sensibilità verso le donne». Ma lui di che etnia sarà?

LA FAME DI HOBBESL’uomo dice Hobbes, è «fame futura famelicus», è famelico di fame futura. Vuole continuare ad avere fam...
22/11/2025

LA FAME DI HOBBES

L’uomo dice Hobbes, è «fame futura famelicus», è famelico di fame futura. Vuole continuare ad avere fame. Non vuole essere sazio.
Avere fame di vita è vivere di più che per la nuda sopravvivenza, mangiare-bere-dormire fino alla fine.
E noi, che siamo così tanto posteri rispetto a lui, siamo ancora qui a cercare la nostra fame, famelici di senso del mondo.

DOMANI 23 nov. ORE 16 FILOSOFIA PER TUTTI: Terza lezione su Hobbes, h. 16 Palazzo del Capitano - Cesena

ARIA FRESCA IN QUELLA SALADomani, domenica 16 novembre, alle 16, al Palazzo del Capitano di Cesena, ci sarà la seconda l...
15/11/2025

ARIA FRESCA IN QUELLA SALA

Domani, domenica 16 novembre, alle 16, al Palazzo del Capitano di Cesena, ci sarà la seconda lezione di Filosofia per tutti, Hobbes. Alla prima lezione c’erano 130 persone. Aria fresca si respirava in quella sala. Uno sguardo d’insieme su tutte quelle teste chiamate lì da un filosofo morto 345 anni fa attivava una specie di energia.
Perché mai, perché mettersi a indagare le pagine di Hobbes (che non è nemmeno così famoso come Platone)? Perché buttare una domenica pomeriggio tra le ortiche della filosofia? Che, poi, alla fin fine, a che cosa serve la filosofia?

A cosa serve. È sempre perfetta l’antica risposta del filosofo: non serve a niente perché la filosofia non è serva di nessuno. Poi, in seconda battuta, per lo meno spinge a chiedersi se tutto, proprio sempre tutto deve “servire” a qualcosa, a qualcuno. Infine, a essere brutali, un po’ di spirito critico come si forma? Nei comizi? Sui discorsi pubblici di chi ripete senza nemmeno pensare? Di chi ricalca all’infinito non-parole fritte e irrancidite, magari per creare una realtà che è senza realtà?
Circolano molte non-parole pericolose. Certe non-parole possono essere anche trappole, tagliole coi denti acuminati… Molto meglio aggirarsi tra due pagine di Hobbes, in compagnia delle migliori menti dei nostri antenati.

TORNA LA FILOSOFIA PER TUTTIDopo la viva partecipazione alle lezioni su Platone, domenica prossima 9 novembre ricomincia...
06/11/2025

TORNA LA FILOSOFIA PER TUTTI

Dopo la viva partecipazione alle lezioni su Platone, domenica prossima 9 novembre ricominciamo con Hobbes. Quattro lezioni per chi di filosofia non sa niente e vuole saperne qualcosa.
Perchè la filosofia smonta, squarcia, chiede.

ESPERIMENTO DI CHIMICA«Se vince Mamdani non mando più un dollaro a quella citt໫Ha vinto lui perchè non c'ero io in lis...
06/11/2025

ESPERIMENTO DI CHIMICA

«Se vince Mamdani non mando più un dollaro a quella città»
«Ha vinto lui perchè non c'ero io in lista»
Magari non sarà proprio simpatico, però quanto ad analisi politologiche e immediati rimedi, diciamo la verità, non è secondo a nessuno. Ma veramente nessuno.
(Però facciamo una prova più sicura di un esperimento chimico collaudato: se Obama avesse detto "Basta finanziamenti" a una città o uno Stato Repubblicano...
Ecco, qualcuno dovrebbe concludere l'ipotesi. Forza. Li aspettiamo)

HA FATTO ANCHE COSE BUONENon sarà, no, il Principe Liberatore. Il mondo è quel che è, lo vediamo (e in genere ne vediamo...
05/11/2025

HA FATTO ANCHE COSE BUONE

Non sarà, no, il Principe Liberatore. Il mondo è quel che è, lo vediamo (e in genere ne vediamo anche molto poco); chi può esserne immune? Ogni città, Stato, partito, leader, idea ci sta dentro. E figuriamoci quanto può essere spaventosamente difficile governare un enormissimo conglomerato di persone case strade uffici affari come new York che ha un bilancio di 116 miliardi di dollari (che fanno ve**re il capogiro), che ha il triplo della popolazione di Roma che a sua volta è la città più popolosa d’Italia e terza in Europa. Però!

Però come si fa a non essere contenti dell’elezione del nuovo sindaco in piena devastante età trumpiana?
Riuscirà a fare proprio tutto quel che dice? Probabilmente no. Ma anche “pensare” politicamente, immaginare quelle tre o quattro proposte che in Italia aspettiamo dalla sinistra è già una sorsata di ossigeno.
Non conosciamo nel dettaglio né lui né le democratiche che hanno vinto stanotte, la loro tempra, la tenuta, la forza che sapranno mettere in campo, ma come si fa a non essere contenti? E la contentezza è doppia perché nella loro vittoria hanno avuto grande parte i giovani.

Insomma neanche gli americani, che pur l’hanno votato, amano tutti quel tizio che parla e si muove come un bambino viziato e capriccioso, che parla una lingua aliena e riesce a dire «Io ho il diritto di fare tutto quel che voglio». Il diritto.
Sì sì, ha avuto un bell’effetto un anno di Trump. Va a finire che anche lui «ha fatto anche cose buone».

SCUOLA, MAGIS, MINUS, VENTENNI, TEATRINIIeri al teatro Bonci Ivano Dionigi ha parlato di Scuola, di magister-magis, di m...
27/10/2025

SCUOLA, MAGIS, MINUS, VENTENNI, TEATRINI

Ieri al teatro Bonci Ivano Dionigi ha parlato di Scuola, di magister-magis, di minister-minus, di una istituzione sempre aperta, senza separazioni né alternative tra saperi e classi sociali, e anche della bellezza dei ventenni a cui va riconosciuta la forza di spina dorsale unificante dell’Italia.

Ha parlato a tutti, alla nostra città, a chi la governa, meglio ancora a chi la governerà, al nostro Paese, a tutta la sinistra se sinistra è il sogno e il duro lavoro per dare a tutti fin dalla prima infanzia le stesse possibilità, ad ognuno il modo di costruirsi una vera comprensione di sé e del mondo, prima – prima, non dopo – di passare a tagliare le frange col metro storto del cosiddetto “merito”.
A giudicare dall’intensità e dalla durata degli applausi si direbbe che tutti, le molte centinaia di presenti abbiano compreso e condiviso le sue parole. Aria pura.
In realtà è stato un discorso facilissimo – perché chi è padrone delle proprie parole sa renderle limpide e convincenti come nessun ripetitore di formule pseudo-politiche sa fare – e difficilissimo insieme, perché per avviarsi verso la Scuola benedetta di cui parla Dionigi bisogna rovesciare il mondo. Questo mondo. Il mondo così come ora è fatto.
Non partorire l’ennesima riformina, introdurre l’ennesima educazione-a, fare l’ennesimo elenchino di argomenti obbligatori. Non cambiare per l’ennesima volta i nomi alle cose, ma rovesciare la direzione delle cose. Decidere che la scuola è il primo tema, la prima grande opera, la prima emergenza, il bacino verso cui far confluire finanziamenti veramente adeguati (per strutture e stipendi), e tutte le migliori intelligenze nostre e del mondo.

Rovesciare le cose vuol dire riconoscere che è nella Scuola – non nell’impresa, non nell’addestramento a un lavoro o al cosiddetto made in Italy, non nella gara al risparmio sempre sulla pelle di qualcuno, non nel triste teatrino pseudo-politico dove si gioca a ve**re bene nel ritratto – solo nella Scuola istituzione nutrice è la possibilità di salvezza (se ce n’è una) del pianeta umano, la possibilità di tempi meno gelidi e più ospitali per tutti, a cominciare dai più giovani che spesso vagano senza una strada.

Noi ovviamente non vedremo (non vedremmo) l’opera completa. Per le vere “grandi opere” succede sempre così: chi le comincia non ne vede la fine.
I lavori per il Duomo di Cesena cominciarono nella seconda metà del Trecento, e solo tra il Quattrocento e il Cinquecento fu completata la facciata.

Ma anche lavorare insieme per una magnifica opera duratura non può bastare per dare senso e gioia a una vita, a molte vite?

NELLA CITTÀ LIBERATAA quelli che non erano ancora nati e già qualcuno preparava per loro (soprattutto proprio per loro, ...
20/10/2025

NELLA CITTÀ LIBERATA

A quelli che non erano ancora nati e già qualcuno preparava per loro (soprattutto proprio per loro, in fondo) un mondo un po’ più decente, a quelli che pensano la memoria come una copia che diventa sempre più sbiadita come sono le copie delle copie delle copie, a loro ricordiamo – ricordiamo – che oggi è il 20 ottobre, il giorno della liberazione di Cesena a cui vogliamo conservare la nitidezza dell'originale. Liberazione non dagli UFO, ma dai fascisti e dai nazisti. E che da allora, nella città liberata, quei tizi non devono più circolare, né di giorno né di notte. E se potessero fare uno sforzo di pensiero, quelli che giocano a travestirsi da fantasmi che ritornano potrebbero magari addirittura capire che tutto questo conviene anche a loro, perfino.

Ecco perché “La parola” oggi è in piazza della Libertà di Cesena alle 18,30.

PENSIERINI PER UN BUON TEMA, NONOSTANTEA Ranucci hanno fatto saltare in aria due auto. A Cesena di notte girano abietti ...
19/10/2025

PENSIERINI PER UN BUON TEMA, NONOSTANTE

A Ranucci hanno fatto saltare in aria due auto.
A Cesena di notte girano abietti picchiatori di “stranieri”.
«Meloni può dire che il Pd è come Hamas senza perdere nemmeno un voto». (Cacciari).
«Siamo dentro a un vuoto. Ma a volte dentro i vuoti si celano grandi possibilità». (Cacciari)
«Nei giovani scesi in piazza ci sono energie inaspettate. E allora tutto è possibile». (Cacciari)

Se si sa dove prendere si può anche (un po’) copiare, se il tema alla fine è coerente.

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Cesena

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La Parola è una rivista di cultura politica che, da oltre 30 anni, fa di democrazia, libertà, uguaglianza e solidarietà i suoi temi fondanti, coniugati nel confronto fra le diverse anime della sinistra sociale e politica presenti nel territorio romagnolo. "Primo compito di un partito che vuole rifare l'Italia e fare l'Europa è dare voce ai senza parola. Perché se non gliela dà il partito, questa voce, non gliela dà nessuno". Dunque, seguendo le parole di Mario Tronti, sono grandi i compiti che stanno davanti alle persone che vedono nella politica dei partiti lo strumento per costruire una società più libera e più giusta. Questo ruolo di cerniera fra politica e società, è proprio quello che da anni La Parola tenta di svolgere, nella convinzione che questa sia la strada da percorrere.