
29/07/2025
IN MEZZO ALL'INFERNO
Nella mole di notizie che ci frana addosso ogni mattina, ce n’è stata una quasi invisibile come una briciolina di pane che tuttavia va estratta dal mucchio e salvata.
Tre ragazzi dell’esercito israeliano dicono Basta uccidere per errore. Erano appostati, si sono viste tre figure in movimento, il comandante ha dato l’ordine e loro hanno sparato. Quando hanno scoperto che erano due bambini con la mamma hanno detto basta.
Troppo tardi? Sì, troppo tardi. Troppo pochi? È vero, troppo pochi. Non servirà a niente? Certo, non servirà (quasi) a niente. Eppure.
Hanno saputo disobbedire sapendo di andare incontro a una dura punizione.
Dovevano finire nel carcere militare, invece – decisione inedita – non ci finiranno (vorrà pur dire qualcosa una tale eccezione nell’implacabile linguaggio dell’esercito!).
La madre di uno di loro ha dichiarato a un importante quotidiano israeliano «Hanno distrutto i nostri figli».
D’accordo: i tre ragazzi dovrebbero spingere fino in fondo gli incubi che impedivano loro il sonno fino a vedere che sempre si uccide per errore. L’errore è nell’atto ancor prima che nel bersaglio. E la madre dovrebbe estendere la sua visione di distruzione fino a vedere che tanti altri figli, anche tanti figli degli altri sono stati distrutti.
Sì, ma come insegna il grande maestro, nel tanto inferno che ci circonda bisogna riconoscere ciò che inferno non è, e salvarlo. Questi tre ragazzi – di cui non sappiamo nome, storia, dolore, incubi, coraggio – inferno non sono e bisogna riconoscerli. È una briciolina di pane per i granai di un tempo un po’ meno feroce.