09/10/2025
Questa storia nasce da una chiacchierata telefonica con Michele, 36 anni, pastore originario di Lugosano, in provincia di Avellino. Dopo essersi imbattuto in un nostro post su Facebook, ha sentito il desiderio di raccontarci la sua esperienza. Ci ha fatto molto piacere sapere che il nostro racconto sulla transumanza lo ha ispirato a condividere la sua storia, e abbiamo accolto con entusiasmo la sua voce. Oggi la raccontiamo anche a voi!
Michele è cresciuto in una famiglia di contadini e allevatori. Tra tutti gli animali, fin da piccolo, si è sentito più legato alle pecore. Dopo alcuni anni di lavoro in fabbrica, ha deciso di tornare alle sue radici. Suo padre aveva dovuto chiudere l’azienda di famiglia, e così Michele ha ricominciato da zero: prima con poche mucche e qualche pecora, poi scegliendo di dedicarsi completamente al gregge.
Oggi l’azienda è familiare: solo lui e sua moglie, che lo aiuta ogni giorno nel lavoro con gli animali. Il padre non può più affiancarlo, colpito dall’Alzheimer, ma lei lo sostiene da sempre, fin da quando erano fidanzati. È un mestiere duro, fatto di sacrifici e giornate che non conoscono vacanza, ma Michele non ha mai avuto dubbi: la pastorizia per lui non è solo un lavoro, è un modo di vivere.
Quest’anno, per la prima volta, ha portato il gregge in transumanza sui Monti Dauni, seguendo un tratto dell’antico Regio Tratturo Pescasseroli–Candela. «È stata un’esperienza bellissima — ci racconta —. Quando sono passato con gli animali, la gente è uscita di casa, scattava foto, faceva video. Mi hanno detto che forse erano più di ottant’anni che un gregge non attraversava quel tratto».
L’accoglienza che ha trovato in quei paesi lo ha colpito profondamente: persone curiose e sincere che gli hanno trasmesso calore e rispetto per un mestiere antico.
Michele sa che il futuro del suo lavoro è fragile, e non lo nasconde: «Purtroppo è un mestiere che sta scomparendo. Spero solo che un giorno i miei figli possano portare avanti quello che io ho creato, perché io ho ricominciato da niente».
E mentre il suo gregge avanza lungo i sentieri del Regio Tratturo, Michele continua il cammino di chi, passo dopo passo, tiene viva una tradizione che rischia di perdersi — ma che, anche grazie a lui, ancora resiste.