17/10/2025
Niccolò Fabi emoziona il Teatro Colosseo di Torino con Libertà negli occhi, regalando al pubblico una serata da sold out. Il 15 ottobre, il cantautore romano ha portato in scena uno spettacolo raffinato e intenso, trasformando il concerto in un’esperienza di ascolto intima, capace di unire silenzio, emozione e partecipazione. Sul palco con lui una band affiatata, composta da collaboratori di lunga data e nuovi compagni di viaggio, gli stessi che hanno preso parte alla realizzazione dell’ultimo album da cui il tour prende nome.
La scaletta alterna brani del nuovo lavoro a canzoni simbolo del suo repertorio, in un equilibrio perfetto tra introspezione e intensità collettiva. Non una semplice successione di successi, ma un percorso sonoro che accompagna lo spettatore dentro un viaggio emotivo, dove ogni brano diventa tappa di un racconto condiviso.
L’atmosfera in sala è sospesa, dominata da un ascolto profondo. Fabi si posiziona lateralmente sul palco, lasciando che la musica e le parole diventino protagoniste, in un invito implicito a rallentare e a riscoprire la bellezza dell’essenzialità.
Accanto a lui suonano Roberto Angelini, Cesare Augusto Giorgini, i torinesi Alberto Bianco e Filippo Cornaglia e Riccardo Parravicini, tutti coinvolti anche nella registrazione dell’album, frutto di dieci giorni di isolamento creativo in una baita in Val di Sole. Da quella quiete è nato un lavoro che riflette sulla libertà e sull’ascolto, temi che sul palco torinese si sono tradotti in suoni caldi e intensi, capaci di toccare corde profonde.
Lontani sembrano gli anni delle prime esibizioni romane, quando Fabi suonava insieme a Max Gazzè e Daniele Silvestri al Locale. Eppure, in questo tour, riaffiora qualcosa di quello spirito originario: la curiosità, la voglia di sperimentare, di cercare nuovi suoni e nuove forme di racconto. Oggi la maturità e l’esperienza hanno affinato la sua scrittura e la sua presenza, ma lo spirito resta intatto. Ogni brano è una poesia che smuove emozioni profonde, un piccolo frammento di verità condivisa che, anche solo per la durata di un concerto, restituisce libertà allo sguardo e soprattutto all’ascolto.
ELISABETTA CANAVERO