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Tra i cinque brani selezionati del nostro spazio   di questa settimana c'è anche   di  in onda a rotazione ogni ora al m...
19/09/2025

Tra i cinque brani selezionati del nostro spazio di questa settimana c'è anche di in onda a rotazione ogni ora al minuto '15 tutti i giorni per 7 giorni

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19/09/2025

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19/09/2025

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19/09/2025

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Il cantautore torna dopo due anni con un pezzo che suona come un bilancio aperto e come una promessa sospesa, prodotto d...
16/09/2025

Il cantautore torna dopo due anni con un pezzo che suona come un bilancio aperto e come una promessa sospesa, prodotto da Davide Simonetta.

Dopo l’ultimo progetto "Sensazione Stupenda", sceglie questo singolo per segnare l'inizio di una nuova fase con tanto di annunci live nei palasport per la primavera del 2026.

Il pezzo ha sonorità tipiche del suo stile: una scrittura personale ma riconoscibile, che mescola nostalgie anni ’80, synth, chitarre, ritmi caldi, ma contemporanei.
Mette a n**o l’universalità dell’essere umano: desiderio e timore, insieme, sogni, paure, emozioni, forse rimpianti.

Dipinge scene quotidiane: la musica in macchina, la sigaretta, il mascara che cola, la notte, la fame. Sono dettagli che sembrano piccoli, ma diventano immagini potenti perché parlano di ciò che resta, di ciò che non si vuole lasciar sparire. C'è il riconoscimento che il tempo passa, che le energie cambiano, ma anche la voglia di conservare memoria e affetto.

Ci sono momenti in cui chiede spazio, non per cancellare il dolore, ma per tenerne traccia. È un invito: "lasciami portare con me il peso, un pezzo di amore, anche quando si finisce, anche quando le conversazioni cambiano, quando ci sono scarpe in saldo, quando non vuoi parlare con me ma vuoi partire"

La voce di Tommaso qui è calda, avvolgente, vulnerabile. È la sua cifra: non un'interpretazione distante ma una confessione vicina, quasi intima. Il contrasto tra leggerezza e peso emotivo è continuo e l’equilibrio regge proprio perché Paradiso non nasconde né edulcora.

Un brindisi all’amore che resta, anche quando la fine sembra vicino. È una canzone che fa male dolcemente, che ti ricorda che è necessario tener vivi i frammenti: del passato, dell’amore, dei sogni, dei fallimenti. Paradiso non solo scrive di ciò che è stato: ci fa sentire che quel che è stato merita almeno un poco della nostra cura presente. Il bisogno di condividere un pezzo del cuore che non si vuole perdere.

Addio a... ROBERT REDFORD (1936-2025)
16/09/2025

Addio a... ROBERT REDFORD (1936-2025)

Siamo nel pieno degli anni Settanta, quando Baglioni sta compiendo il passo da cantautore “giovane romantico” a poeta ma...
13/09/2025

Siamo nel pieno degli anni Settanta, quando Baglioni sta compiendo il passo da cantautore “giovane romantico” a poeta maturo della canzone italiana. Dopo "Questo piccolo grande amore", che lo ha consacrato, arriva questa canzone scritta insieme ad Antonio Coggio, insieme a un nuovo album che segna un’evoluzione: la leggerezza si fa introspezione, l’amore non è più solo scoperta ma anche assenza, vuoto, attesa. Il titolo, non a caso, richiama Il sabato del villaggio di Leopardi: il giorno che precede la festa, pieno di promesse e malinconie.

Il brano si apre con un’immagine che resta impressa: “Passerotto non andare via / nei tuoi occhi il sole muore già”. La persona amata è fragile come un uccellino, pronta a spiccare il volo. È il simbolo di un amore che si teme di perdere, che scivola tra le mani.

Le strofe sono un mosaico di ricordi: il vento sfidato insieme, i voli come gabbiani, la sensazione di onnipotenza giovanile. Tutto questo però appartiene al passato. Le suppliche, le immagini naturali evocano un sentimento totalizzante, ma già incrinato.
Il ritornello è un’esplosione di dolore fisico: Non è più solo amore, è dipendenza vitale, la confessione di un vuoto che diventa insostenibile.
Una giornata qualunque che diventa simbolo del tempo che scivola via, delle occasioni che non tornano, della vita che corre senza aspettare nessuno.

Baglioni canta con un’intensità davvero inconsueta. È una voce che accarezza, che confessa, che accompagna all'esplorazione del sentimento più intenso. Proprio questo rende la canzone più struggente: non è un grido disperato, è un guaito che scava più a fondo.

È rimasta una delle canzoni più amate del cantautore romano e non a caso: tutti abbiamo vissuto un sabato pomeriggio così, lento, sospeso, pieno di assenze. Una riflessione sulla fragilità del tempo, su ciò che resta e su ciò che sfugge.

#1975

Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi! Mauro Botticelli, Valentina D'acri
13/09/2025

Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi! Mauro Botticelli, Valentina D'acri

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