16/09/2025
Il cantautore torna dopo due anni con un pezzo che suona come un bilancio aperto e come una promessa sospesa, prodotto da Davide Simonetta.
Dopo l’ultimo progetto "Sensazione Stupenda", sceglie questo singolo per segnare l'inizio di una nuova fase con tanto di annunci live nei palasport per la primavera del 2026.
Il pezzo ha sonorità tipiche del suo stile: una scrittura personale ma riconoscibile, che mescola nostalgie anni ’80, synth, chitarre, ritmi caldi, ma contemporanei.
Mette a n**o l’universalità dell’essere umano: desiderio e timore, insieme, sogni, paure, emozioni, forse rimpianti.
Dipinge scene quotidiane: la musica in macchina, la sigaretta, il mascara che cola, la notte, la fame. Sono dettagli che sembrano piccoli, ma diventano immagini potenti perché parlano di ciò che resta, di ciò che non si vuole lasciar sparire. C'è il riconoscimento che il tempo passa, che le energie cambiano, ma anche la voglia di conservare memoria e affetto.
Ci sono momenti in cui chiede spazio, non per cancellare il dolore, ma per tenerne traccia. È un invito: "lasciami portare con me il peso, un pezzo di amore, anche quando si finisce, anche quando le conversazioni cambiano, quando ci sono scarpe in saldo, quando non vuoi parlare con me ma vuoi partire"
La voce di Tommaso qui è calda, avvolgente, vulnerabile. È la sua cifra: non un'interpretazione distante ma una confessione vicina, quasi intima. Il contrasto tra leggerezza e peso emotivo è continuo e l’equilibrio regge proprio perché Paradiso non nasconde né edulcora.
Un brindisi all’amore che resta, anche quando la fine sembra vicino. È una canzone che fa male dolcemente, che ti ricorda che è necessario tener vivi i frammenti: del passato, dell’amore, dei sogni, dei fallimenti. Paradiso non solo scrive di ciò che è stato: ci fa sentire che quel che è stato merita almeno un poco della nostra cura presente. Il bisogno di condividere un pezzo del cuore che non si vuole perdere.