
25/02/2025
Penso di avere ascoltato Alessandro Grazian, ora solo Grazian, poco prima del primo Festival Lab del 2009. Da poco si era trasferito dalla sua Padova a Milano. Mi aveva stregato la sua “Soffio di nero”, tratta dal suo primo album “Indossai”, un brano sospeso tra il Pop e la Classica, caratterizzato da un arrangiamento con archi. Ho sentito subito Bindi, Tenco, Morricone, Alessandroni e De Andrè tutti insieme che ascoltavano insieme a me. Ho pensato che Grazian, allora ragazzo, fosse un genio, cosa che penso ancora oggi. Ha realizzato quattro album, diversi singoli, ha prodotto Torso Virile Colossale, un progetto orchestrale sul cinema Peplum. Ora collabora anche con L’Orchestrina di Molto Agevole, progetto di Liscio firmato Gabrielli/Casadei. Ha collaborato con il meglio della scena indie rock, da Rodrigo d’Erasmo a Federico Fiumani a Nada, da Enrico Gabrielli a Giulio Casale a Cesare Malfatti. Per me Grazian è un compositore che ha sempre un mistero tra la testa e le sue tasche. È anche tra i migliori interpreti dei brani di Luigi Tenco, pietra miliare del nostro cantautorato, che lui fa brillare con una tensione e un’intenzione contemporanea. Grazian per me e per il Festival Lab è una benedizione, la sua colonna errante, il buio in sala quando inizia la magia dell’arte.
https://youtu.be/o2zcZU_t0yA?si=3LrIi7eGHSBzIQdI