21/07/2025
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«Una ordinanza della Corte di Cassazione di qualche giorno fa è destinata a restare negli annali della giurisprudenza.
Sulla base del principio del "tenore di vita precedente" un Tribunale aveva stabilito che un padre dal momento della separazione versasse alla figlia un assegno di mantenimento di 600 euro mensili, oltre al 50% delle spese straordinarie.
La famiglia, di tre persone, precedentemente aveva avuto un tenore di vita agiato, sia perché quel padre guadagnava molto più dei 1400 euro attuali, sia perché la madre guadagnava e guadagna il doppio di quella cifra.
Con la separazione e la diminuzione dello stipendio a 1400 euro l'uomo non era in grado di versare la cifra disposta.
La Suprema Corte, tenendo conto del principio che entrambi i genitori devono sì provvedere al mantenimento dei figli, ma in proporzione alle loro possibilità, ha rimesso alla Corte di Appello di rivedere la misura dell'assegno, tenendo conto delle condizioni economiche attuali dell'uomo
Si tratta di una decisione di grande equilibrio.
Sono tante le situazioni che vedono uomini mangiare alla caritas e dormire in macchina per non finire imputati di mancato versamento di assegni di mantenimento troppo esosi per le loro possibilità.
Riportare nell'alveo della sostenibilità gli assegni, magari eviterà quella br**ta pratica di rendersi nullatenenti che si vede a volte perseguire da alcuni mariti e padri
Perché se è vero che ci sono tanti uomini che quando lasciano la famiglia pensano di spegnere un televisore, senza alcun altro effetto, è pur vero che tanti si ritrovano per strada, non solo per mantenere i figli ma anche mogli giovani, perfettamente in grado di lavorare.
La materia è delicata, le situazioni sono tante e vanno esaminate con cura, una ad una, senza generalizzazioni e senza puntare il dito.
Occorre riequilibrare le situazioni tenendo conto della realtà di ogni famiglia, perché il mantenimento non sia una punizione, ma un modo di contribuire alla crescita di un figlio».
Di Elisabetta Capodilupo