Edizioni Rosacroce

Edizioni Rosacroce Pubblicazione e diffusione di testi del pensiero Ermetico, Gnostico e Rosacrociano

In questo momento, a inizio terzo millennio, la domanda di senso esistenziale incontra lo sgretolarsi dei sistemi di credenze e di comunicazione sociale

AI CONFINI DI MATRIXMatrix è una simulazione informatica, è la versione contemporanea del Mito della Caverna di Platone....
29/08/2025

AI CONFINI DI MATRIX

Matrix è una simulazione informatica, è la versione contemporanea del Mito della Caverna di Platone.
Qui Neo, come il prigioniero nella grotta, è incatenato in una caotica ruota per criceti, alle passioni, ai desideri, alle paure, all'ignoranza, che inchiodano a questa vita.

"Cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto".
Così si esprime l'Oracolo rivolgendosi a Neo, dissimulando la celebre citazione tratta dal cap.VII del Vangelo di Matteo.

Ed ancora , aggiunge:
"Il risveglio collettivo dalle illusioni, sarà la fine della forma attuale di Matrix."

Cosa si intende per "cercare"? A quale "porta", bussare?
Cosa si intende per risveglio?
La risposta di Neo: "la ricerca della realtà" al di là di Matrix,
È LA RICERCA DELLA VERITÀ INTERIORE, senza farsi manipolare dalle tentazioni, dalle illusorie promesse dell'Architetto di Matrix:
"Neo, se rinunci un attimo alla tua ricerca, io ti mostro i migliori trucchi per vincere, perché Matrix sta cercando una superstar!"

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IL CAMMINO LIBERATORE DELLA ROSACROCE
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IMMAGINE: matrix-Gerd Altmann auf Pixabay HD

LETTERA ALLA MORTEMuoio ogni giorno, consapevolmente e volontariamente, e mi preparo al passaggio finale: la morte fisic...
15/08/2025

LETTERA ALLA MORTE

Muoio ogni giorno,
consapevolmente e volontariamente,
e mi preparo al passaggio finale: la morte fisica.
Per chi crede nella materia come ultima ratio, la morte fisica è una minaccia fondamentale, un orrore oscuro, la distruzione definitiva. È la fine del mondo.
Per me, invece, la morte fisica – sebbene sia anche la fine del mondo come lo conoscevo – è un’avventura, una transizione, la manifestazione di qualcosa che è sempre stato lì… la mia vera identità, non vincolata. E spero che quando lascerò il mio corpo fisico, la transizione avverrà dolcemente e quasi inosservata perché la mia identità, il mio centro di coscienza, non è più nel regno fisico, perché morendo lascio andare l’ultima prova di separazione che la vita su questa terra mi ha imposto, il corpo, l’incarnazione materiale della separatezza.

Morendo ogni giorno, consapevolmente e di mia spontanea volontà, sono morta completamente alla vita. Non più di questo mondo, non più legata a questo mondo, spogliata attraverso il processo di morte, pezzo per pezzo, finché non rimane altro che ciò che è veramente, sono arrivata alla vita attraverso la morte.

Grazie, cara Morte per avermi insegnato come arrivare veramente alla vita attraverso il tuo portale di dissoluzione.

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L'INIZIATOUn iniziato è colui che intraprende un lungo viaggio su una strada sconosciuta verso una destinazione inimmagi...
01/08/2025

L'INIZIATO

Un iniziato è colui che intraprende un lungo viaggio su una strada sconosciuta verso una destinazione inimmaginabile.
Durante le lunghe notti e giorni avrà certamente fame, sete, sonno, freddo e caldo. Fame dello Spirito, sete dell’anima.
Deve avere pazienza con la stanchezza e il sonno, e coltivare sempre la speranza di un nuovo risveglio.
Nel freddo dei giorni può contare sul rifugio del vero amore, che intreccia le anime e serve l’umanità.
Questo viaggio è un’avventura dentro se stessi.
Non conosce la sua destinazione né quanti giorni e quante notti durerà questa avventura. Sa solo che deve prepararsi per il primo passo e per tutti quelli che verranno.
Deve pesare tutto con l’accurata bilancia della coscienza.
Possesso? Prestigio? Potere?
Niente di tutto questo va bene.
In questa lunga avventura verso l’Essere sconosciuto, è meglio contare sulla leggerezza della gioia, sulla fermezza della costanza e sulla dedizione assoluta al lavoro di trasformazione.
Conosce questo mondo e sa che è un luogo di passaggio.
Si rende conto che qui c’è solo un percorso di iniziazione, di illuminazione e di trasfigurazione; ma che la vera libertà, la completa uguaglianza e la vera fraternità potranno realizzarsi solo, nel qui e ora, quando finalmente consumerà il suo destino.

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IMMAGINE: By aatlas from pixabay

E SE ?(…) Chi conta la nostra resa? Chi ci separa dal vecchio, dagli anni passati?Cosa abbiamo sperimentato fin dall’ini...
18/07/2025

E SE ?

(…) Chi conta la nostra resa?
Chi ci separa dal vecchio, dagli anni passati?
Cosa abbiamo sperimentato fin dall’inizio
che l’uno si riconosca nell’altro?

Che qualcosa di indifferente ci aspetta?
O casa, o pendio del prato, o luce della sera,
all’improvviso ce la porti quasi in viso.
e ci stai accanto, abbracciandoti e abbracciandoci.

L’unico spazio attraversa tutti gli esseri:
Lo spazio interiore del mondo. Gli uccelli volano silenziosi
attraverso di noi. Oh, io che voglio crescere,
guardo fuori e dentro di me cresce l’albero. (…)

In questa poesia Rainer Maria Rilke mostra il percorso di tutta la vita verso un'unità percettiva e amorevole. Vi si è avvicinato finché non è riuscito a vederla e ad articolarla con chiarezza. Oggi è diventata tangibile per molti.

Sempre più persone si stanno risvegliando dal loro apparente dominio sulla natura. Sono parte di questo spazio interiore del mondo e stanno sperimentando la sua bellezza, ma anche la responsabilità per il tutto che ne deriva. L’uomo e la natura, l’uomo e i suoi simili si avvicinano in modo nuovo. Questo porta a una crescente compassione per tutti gli esseri viventi e a una diminuzione della rivalità, dell’inimicizia e del cieco interesse personale, poiché si rivela la sostanziale unità nel profondo dell’anima. Tuttavia, finché continueremo a vivere la nostra vita quotidiana sulla base della nostra tradizionale individualità, i conflitti di interesse rimarranno.
La partecipazione a campi spirituali unificanti o la percezione dello spazio interiore dell’anima del mondo può creare una nuova coscienza in cui convergono comprensione e connessione più profonde. Testa e cuore escono così dall’isolamento ed esplorano una nuova vita più completa. Tuttavia, rimane l’influenza di vecchie abitudini e di un atteggiamento rivolto verso l’esterno (che abbiamo ancora in comune con la maggior parte dell’umanità); rimangono anche le paure che possono essere facilmente innescate finché non troviamo l’unico fondamento della vita nelle profondità del sottosuolo divino.

E io in che posizione mi trovo?
Che cosa posso e devo fare nel mio contesto immediato?

Sono domande che potete porre a voi stessi. Molti lo fanno e si liberano dalle vecchie strutture. Possono cadere paradigmi a lungo sostenuti, come ad esempio la ricerca della ricchezza oppure la ricerca quasi dogmatica della massimizzazione del profitto nelle imprese, in cui la ricerca del potere e della proprietà coincide con la paura che ciò che non faccio io, lo farà domani il mio concorrente.
Stanno emergendo iniziative e strutture – una comunità mondiale interconnessa non può esistere senza strutture – ma su basi diverse. Ne sono un esempio, l’economia del bene comune (Gemeinwohlökonomie) o le monete locali.

Se un numero sufficiente di persone si liberano dalla prigionia degli interessi ciecamente perseguiti attraverso un processo di risveglio spirituale, anche le strutture sovraordinate – governi, grandi aziende – possono agire in modo diverso.
Le cause per cui le persone si uniscono, riflettono sempre il denominatore comune di tutti. Finora, per esempio, gli Stati non hanno saputo fare altro che interpretare gli interessi materiali dei loro cittadini e rappresentarli di conseguenza: e il denominatore comune più fondamentale sembra essere la ricerca del potere e della proprietà. Che si tratti di assicurarsi le risorse o di difendere la sicurezza nazionale in guerre lontane, le corporazioni e gli Stati continueranno a farlo.
Solo una vera e propria svolta da parte di molti potrà cambiare le cose.
Chi è in grado di aprire la propria individualità verso l’universale porterà nel mondo l’unità spirituale e mentale come stato dell’essere. Solo chi riesce ad aprirsi fondamentalmente e, sì, a cedere il proprio ego a questo universale, può aiutare superare i blocchi delle abitudini, la protezione degli interessi e il dominio delle paure esistenziali, dando l’esempio agli altri attraverso la propria trasformazione.
Sono queste persone che si immergono nell’abisso del non-essere, per così dire, per uscirne come entità universali, coloro che sono in grado di favorire una transizione più agevole per tutti. In loro si può sperimentare qualcosa di onnicomprensivo grazie all’assenza essenziale di qualsiasi tipo di egocentrismo, e per questo rendono riconoscibile la vastità della vera umanità. Non sono solo ispirazione, ma anche aiuto concreto: sollevano il coperchio delle paure, dei desideri e dei limiti in cui vivono molti altri. Irradiano una forza insormontabile che spazza via tutte le incrostazioni. Questo gruppo fa la differenza perché rende riconoscibile per molti l’umanità universale e liberata: come scopo sostenibile e onnicomprensivo. Supera tutti gli obiettivi terreni, che inevitabilmente falliscono, e getta una luce radiosa nelle nostre tenebre.
Solo dalla fonte divina primordiale emerge un’unità onnicomprensiva dalla quale gli uomini possono lavorare per un insieme più grande senza fallire a causa di limitazioni interiori. Dipende dalle persone che sono in grado di rivelare lo scopo che supera tutto il resto, tutto ciò che è vecchio, se l’umanità continua a dirigersi verso un restringimento della sua sfera vitale a causa della sua pigrizia o se è in grado di ripulire se stessa e il mondo. Questo fa la differenza tra una civiltà che perisce e una civiltà che riesce a trasformarsi.
Non dobbiamo guardare fuori per chiederci chi sono queste creature di luce e nemmeno desideriamo incontrare una di loro. Chi vive lo spazio interno al mondo come l’inizio di una nuova esistenza potrà decidere di seguire il filo di questo inizio, invece di usarlo solo come luogo di ritiro o di elevazione occasionale.
Allora si possono aprire spazi più profondi e più ampi, spazi che permettono una vera trasformazione – una trasformazione dell’anima, che è l’inizio della trasformazione fino alla sostanza. Se prendiamo sul serio l’unità di tutto l’essere e la riconosciamo come fonte e seme originario del nostro stesso essere, allora l’amore e la perseveranza aprono la strada alla trasformazione e quindi al campo di vita umano originario. Intraprendiamo quindi il cammino verso l’unità, mantenendolo così aperto per tutti.

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Proponiamo la lettura del testo:
IL NUOVO TIPO UMANO
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IMMAGINE: nature-51581 auf PIxabay CCO

Cari Amici Lettori, Ecco a voi l'ultima uscita delle Edizioni Rosacroce!Abbiamo appena pubblicato il 4° volume, estratto...
11/07/2025

Cari Amici Lettori,

Ecco a voi l'ultima uscita delle Edizioni Rosacroce!

Abbiamo appena pubblicato il 4° volume, estratto dalla collana delle Conferenze dell'Acquario, dal titolo "Il Cammino Liberatore della Rosacroce". In questa edizione sono pubblicate le allocuzioni e i rituali della quarta Conferenza di Rinnovamento dell’Acquario, tenutasi a Basilea (Svizzera) nell’agosto 1966.

Il contenuto di questo opuscolo parlerà e testimonierà da solo.

"Il cuore umano è il punto di partenza di un processo misterioso e potente che coinvolge tutta una serie di organi del nostro corpo. Nel corso di immensi periodi di tempo, si sviluppa un'intera struttura per il risveglio dei poteri della coscienza che conduce l'umanità verso il suo obiettivo sublime: riportare l'uomo microcosmo al suo stato divino originario" [...]

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Per acquistare il libro, cliccare qui: https://www.edizionirosacroce.it/prodotto/il-cammino-liberatore-della-rosacroce/

ABBIATE IL SOLE NEL CUORE...LE MALATTIE CARDIACHE E IL LORO SIGNIFICATOIl cuore è il centro del nostro essere microcosmi...
04/07/2025

ABBIATE IL SOLE NEL CUORE...
LE MALATTIE CARDIACHE E IL LORO SIGNIFICATO

Il cuore è il centro del nostro essere microcosmico. È il motore della vita fisica del nostro organismo e, allo stesso tempo, è il contenitore dei nostri sentimenti ed è nobilitato per diventare il tempio della nostra anima immortale, il luogo di incontro con lo Spirito eterno.
Sotto la maschera della personalità si nasconde la nostra vera natura, che sperimentiamo meglio quando entriamo nel profondo del nostro cuore. Lì percepiamo chi siamo veramente.
Per ottenere la vera conoscenza non abbiamo bisogno di distrarci con la testa e la mente. La vera conoscenza giace dormiente nella scintilla divina del nostro cuore e immergendoci nel silenzio del nostro cuore, diventiamo il "pensatore che non pensa".

Consideriamo le scoperte delle moderne scienze naturali, che vanno ben oltre le secolari idee meccanicistiche sul nostro cuore come “pompa aspirante” e forniscono meravigliose intuizioni sulla complessità del nostro organo cardiaco: il substrato dell’“intelligenza cardiaca” è stato trovato a livello organico sotto forma di 40.000 neuroni (cellule nervose), che sono collegati con il cervello a vari livelli e scambiano informazioni vitali. È il sistema neuronale del cuore a decidere se e come le aree cerebrali superiori elaborano le informazioni cognitive ed emotive e, soprattutto, cosa registrare nella “memoria” delle varie aree cerebrali. Qui vediamo che il nostro cuore “pensa insieme” e, cosa interessante, spesso all’insaputa del cervello e comunque più velocemente di lui.
Da questa ricerca sull’“intelligenza del cuore” è emerso anche l’interessante dato che i sentimenti di gioia, amore e gratitudine determinano una misurabile armonizzazione rilassata dei ritmi cardiaci e respiratori, mentre le paure, lo stress e l’ansia alterano questo equilibrio.
L’armonia o la discordanza di questi ritmi psico-vegetativi, cioè la sincronizzazione o il caos, giocano un ruolo sulla nostra salute e, soprattutto, sul nostro processo di invecchiamento fisiologico, un ruolo che finora ha ricevuto poca attenzione.
Il cuore è anche barometro dei nostri sentimenti:
“In caso di spavento il nostro cuore si ferma”, in caso di eccitazione inizia a “svolazzare”, in caso di paura “scivola nei pantaloni”.
I cuori insicuri sono “volubili”. L’insensibilità fa “indurire” il cuore. Le situazioni di vita insopportabili fanno “sanguinare” il cuore e l’inganno lo trasforma in un “pozzo di morte”.
Osservando l’interconnessione psicosomatica dei problemi cardiaci, possiamo vedere chiaramente che quando il nostro cuore non è più allineato con il suo centro, dietro c’è sempre una “visita” della nostra vera anima. Questi richiami del nostro nucleo animico eterno sono allo stesso tempo una purificazione dal rumore del nostro ego, che soffoca la voce del nostro vero essere.
Sul sentiero spirituale, tutte le sofferenze e le malattie dell’essere umano naturale diventano così un trampolino di lancio per una nuova vita che trova il suo senso nello sperimentare e testimoniare la realtà sovramondana.
In questo modo possiamo comprendere che la porta d’accesso al risveglio spirituale si trova anche in questo speciale “organo d’oro solare”, il nostro cuore.
È nel cuore che nasce la devozione alla forza del Cristo che è in noi, che serve alla redenzione dell’umanità e della sua terra e dalla cui forza d’amore nasce la misericordia verso tutti gli esseri viventi.

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L' INTERRUTTORECome possiamo permettere alla Luce di brillare?:"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio"(da "IL Sermon...
20/06/2025

L' INTERRUTTORE

Come possiamo permettere alla Luce di brillare?:
"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio"
(da "IL Sermone sulla Montagna")

Da un estratto di una bellissima allocuzione di Catharose de Petri: "O Dio, crea in me un cuore puro”, (tratto dalla RIVISTA PENTAGRAMMA 1999 n°3, possiamo leggere:
"Voi tutti sapete certamente che dal quarto candeliere nel santuario della testa - cioè dal centro dell'anima, che è il centro di coscienza di entrambi i santuari della testa e del cuore - partono numerose attività. Esso vivifica da un lato il volere e il pensare, dall'altro la cupidigia e il desiderio.
Volere, pensare, bramare e desiderare svolgono spesso, nella vostra vita, un ruolo distruttore. Se abbracciamo con un colpo d’occhio il caos della nostra vita sentimentale, sappiamo che il nostro cuore è impuro; ora, essendo il cuore la porta d’accesso per la Gnosi al sistema vitale, dobbiamo innanzitutto tendere alla purezza del cuore. Più il nostro cuore è puro, più chiaramente risuona in noi la voce dell’appello della Gnosi. La purezza del cuore è quindi una condizione determinante del nostro stato di allievi. La purezza dei nostri desideri, la purezza delle nostre motivazioni, la purezza della nostra fede, della nostra speranza, del nostro amore sono per noi esigenze fondamentali. Chiunque - anche chi ha appena compiuto i primi passi esitanti sul cammino - può iniziare da questo. È reso possibile dalla Rosa del cuore. La Rosa che è sensibile agli impulsi gnostici esterni, lo è anche alle grida di sconforto del nucleo della nostra anima. Quando la coscienza prova lo sconforto, quando anela alla liberazione e fa vibrare il suo grido nel vuoto, la Rosa riceve uno shock magnetico, in seguito al quale - come per riflesso - emette attraverso lo sterno un'eco al grido di sconforto dell’anima, invoca la risposta della Gnosi e le dà accesso. La forza della Rosa si apre un passaggio nell’impuro santuario del cuore e, così, la prima risposta della Gnosi arriva.
Su questo inizio dovete continuare a costruire, aspirando innanzitutto alla purificazione del cuore. Grazie alla purificazione apriamo sempre più il nostro sistema al processo di salvezza. Ecco perché tutte le Sacre Scritture insistono tanto su questa guarigione del cuore: "O Dio, crea in me un cuore puro!" è il grido di un'anima che aspira alla salvezza e comprende il proprio compito. Il muro dei desideri empi ed egocentrici deve essere abbattuto.
Chi applica senza posa questo metodo di purificazione, senza concedersi alcun riposo, senza sentirsi mai appagato, ne proverà benefiche conseguenze liberatrici in tutto il suo stato di vita".

Da qualche parte, nel profondo di noi, c’è un interruttore.
Cerchiamolo, purifichiamo tutto quanto è impuro.
E lasciamo che la Luce brilli!

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Proponiamo il testo: IL MISTERO DELLE BEATITUDINI
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IMMAGINE: Tim Mossholder on Unsplash CCO

130069Il numero pittorico “130069” rappresenta un’epopea eroica. È un trittico, una rappresentazione simbolica di tre fa...
06/06/2025

130069

Il numero pittorico “130069” rappresenta un’epopea eroica. È un trittico, una rappresentazione simbolica di tre fasi di sviluppo. Si comincia dalla fine, per finire all’inizio.
Il sei indica la nostra personalità terrena, l’eredità dei nostri genitori, il risultato della nostra discendenza. Il nove simboleggia la parte eterna e immortale dell’uomo. È l’eredità del nostro Padre celeste.
Quando il sei non riesce a riconoscere il nove, il pesce terrestre non riesce a riconoscere il pesce celeste e viene gettato sulla spiaggia dalle onde impetuose. Anche noi ci troviamo sulla riva con gli occhi aperti. Tuttavia, non si tratta dell’occhio dell’anima, ma dei due occhi terreni.
Poi inizia un lungo percorso di sviluppo. Questo percorso è rappresentato dallo “0” situato accanto al “6”. È un magico viaggio circolare con dodici aspetti, sono dodici concentrazioni di forze che interagiscono con noi, perché noi stessi siamo i creatori di queste forze.
Queste influenze irresistibili determinano la direzione del nostro cammino terreno e sono chiamate “eoni” nell’insegnamento gnostico.
Costituiscono la catena dell’illusione, le dodici ore del giorno dialettico, le dodici porte di Maya.
Forse è bene sottolineare che gli aspetti eonici abbracciano molte incarnazioni. Il nostro patrimonio di esperienze accumulato, anche se inconscio, si manifesta in ogni nuova vita sulla terra. Se abbiamo vissuto una certa fase e ne abbiamo scoperto l’essenza in un’incarnazione precedente, non è necessario ripetere questa esperienza. Possiamo comprendere la nostra personalità e il nostro carattere attuali come risultato del passato. Come personalità individuali siamo molto distinti a causa dei diversi aspetti eonici che predominano in noi al momento. Tuttavia, tutte queste caratteristiche eoniche non sono l’essenza dell’essere umano, ma cambiano con il movimento delle lancette del tempo.
Perché l’approccio eonico non potrà mai avere successo?
Perché l’immortalità perseguita dialetticamente è un’utopia. Ha a che fare con la natura e le leggi fondamentali della materia: quella che costituisce il campo terrestre della vita.
Cosa succede quando l’orologio eonico segna il dodici?
Ci sono due possibilità: uno sviluppo positivo e uno negativo. Possiamo scegliere tra un declino collettivo e una rivoluzione interiore.
La soluzione positiva, la rivoluzione interiore, porta a un’ascesa personale. Se molte persone scegliessero questa strada liberatoria, ci sarebbe anche un’ascesa collettiva. Anche in questo caso, l’ascesa e il declino avvengono contemporaneamente.
La caduta forzata e collettiva è la soluzione negativa.
Gli eoni, alimentati dalla forza del pensiero umano, non possono aumentare all’infinito in potenza e forza perché disturbano l’ordine dell’universo.
Quando le concentrazioni di forza eonica superano i limiti del tollerabile, l’universo interviene. Attraverso il fuoco cosmico, si verifica un processo di pulizia. Giganteschi processi di fuoco purificano l’atmosfera astrale e l’umanità viene separata dagli eoni. Il nostro progresso culturale, spinto e ispirato dalle forze eoniche, si trasforma in un movimento verso il basso. La cultura umana, sebbene necessaria per la nostra esistenza sulla terra, non risolve il problema della vita.
La soluzione positiva si ha quando una persona, o un gruppo di persone, prende coscienza dell’illusione eonica, dell’anello che non va oltre.
Questo può avvenire in qualsiasi momento, non dipende dal raggiungimento del dodicesimo eone da parte della collettività. Questa persona, sulla base della sua esperienza, si rende conto della mancanza di speranza del percorso eonico. Capisce che ogni progresso è contemporaneamente un declino. Cerca una via d’uscita dai percorsi circolari e vuole interrompere le forze motrici eoniche costringenti dentro di sé.
Questo significa neutralizzare l’Io.
La coscienza dell’Io con tutti i suoi aspetti è il risultato delle dodici ore eoniche.
Ora siamo arrivati allo “0” situato accanto al “3” nel numero pittorico “130069”. Questo zero rappresenta la neutralizzazione, la separazione, l’annullamento del passato. È un movimento che gira in senso antiorario. È il passaggio attraverso il deserto, l’inversione dei dodici sviluppi eonici.
Una persona può annullare il proprio “io”?
L’Io-coscienza può da solo, attraverso l’esperienza, prendere coscienza di alcuni aspetti eonici e neutralizzarli. Tuttavia, non può annullare le proprie fondamenta: l’io non può conquistare l’io.
Come risolvere questo problema impossibile?
L’umanità non rimane mai senza guida spirituale, senza aiuto nella sua lotta attraverso la vita. Solo che non si tratta di un tipo di aiuto che ci rafforza nelle nostre aspirazioni centrate sull’Io.
Quando desideriamo liberarci dai cicli eonici, quando la nostra anima grida disperata, l’Universo ci viene in aiuto. Tutti i veri tipi di aiuto provengono dall’onnipresente centro spirituale. Quando diventiamo consapevoli che questo centro esiste anche dentro di noi, troviamo la porta di una nuova realtà.
Come ha risolto questo problema Gesù il Cristo, il tredicesimo tra i dodici?
Quando Gesù vide la folla che lo seguiva, disse: “Fateli sedere”.
A loro dice: “Smettete di correre nei cicli eonici e sedetevi”. Essi seguono il suo consiglio e ora il tredicesimo può fornire loro un cibo soprannaturale.
Gesù ha due pesci e cinque pani. I due pesci sono il “6” e il “9”, la parte terrena e quella spirituale dell’uomo. Ma ora, attraverso l’esperienza della desolazione dei corsi circolari, il pesce terreno è pronto a riconoscere e seguire il pesce spirituale. Il “6” si trasforma in “9”; la folla segue Gesù. Nel cristianesimo interiore significa che accettiamo la nostra eredità spirituale, che ci rivolgiamo al principio Cristo che è in noi.
La persona terrena si apre alla fonte spirituale al centro del suo essere e nel deserto inizia a piovere manna. Questa manna proviene dai cinque pani. Il numero cinque è associato all’anima umana rinata, simbolicamente rappresentata dal pentagramma. Quattro eteri costruiscono la personalità umana, ma il quinto etere, chiamato anche etere dell’anima o etere del fuoco, è una rivelazione spirituale. È una forza spirituale che si rivela nell’uomo terreno come una nuova ispirazione. Questa forza animica rompe il cubo di Borg e lo trasforma in una croce. L’immagine della cristallizzazione eonica, il cubo con le sue dodici costole, subisce una trasformazione. I dodici pilastri eonici non costituiscono più la forza motrice dell’anima umana, ma la rosa che incontra la croce. Questo è il simbolismo della rosa spirituale che sboccia e della croce, della Rosacroce.
La nuova coscienza animica può sostituire la vecchia coscienza dell’Io a condizione che l’io si arrenda a questa nuova coscienza.. Allora siamo diventati nuovi.
Allora abbiamo costruito la Nuova Gerusalemme, la città santa con le dodici porte dove il Sole spirituale, il tredicesimo, non tramonta mai.

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Si propone il testo:
I MISTERI GNOSTICI DELLA PISTIS SOPHIA
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SIAMO ESSERI INTERSOGGETTIVI - L'IMPORTANZA DELLA CONNESSIONEQuasi sempre pensiamo alla connessione tra due persone come...
23/05/2025

SIAMO ESSERI INTERSOGGETTIVI - L'IMPORTANZA DELLA CONNESSIONE

Quasi sempre pensiamo alla connessione tra due persone come a una sorta di effetto meccanico con un mittente ed un destinatario mediante un mezzo di trasmissione come il linguaggio o i segni in qualsiasi forma.
Non sorprende che si giunga alla conclusione che la comunicazione pone dei problemi poiché ci troviamo spesso in un mondo di casualità e alienazione, un mondo in cui l’individuo è isolato e i riferimenti al significato si dissolvono.

Il fenomeno dell’entanglement quantistico ci indica, però, un altro principio d’azione in cui tra due attori non agisce alcuna forza, ma si verifica una “correlazione di fase”, una “coerenza”, una sorta di sintonia, come tra due musicisti che suonano all’unisono in un’orchestra.
Il fenomeno dell’entanglement ci spiega come due fotoni gemelli di una particella elementare, decaduti, rimangono collegati anche a distanze molto grandi e se lo stato di un fotone viene modificato dall’azione di un osservatore, questo ha un effetto immediato sullo stato dell’altro fotone.
La fisica quantistica utilizza termini come “non locale” e “non causale” per descrivere l'effetto che agisce tra due particelle per cui esse entrano in risonanza.
Il fisico italiano Giuseppe Vitiello sottolinea che nel mondo quantistico non esistono entità isolate, perché queste suggeriscono un isolamento ontologico che non può essere osservato a questo livello di realtà. Nella fisica quantistica esistono solo sistemi aperti che sono collegati in modo non locale e non causale senza una forza mediatrice.
Secondo questo paradigma, due persone potrebbero relazionarsi tra loro senza scambiarsi messaggi, in modo non locale e non causale, come nel caso dei fotoni gemelli? E cosa significherebbe?
Il filosofo Walter Benjamin ha sviluppato una teoria della comunicazione che funziona in modo simile alla teoria quantistica e ci spiega che l’idea del linguaggio come mezzo di connessione è sbagliata. Non esistono due entità isolate che usano il linguaggio come mezzo per comunicare. Secondo Benjamin, la comunicazione e la connessione autentiche sono immediate, per così dire magiche. Questo può essere inteso come un effetto non materiale e non locale che opera al di là dello spazio e del tempo, simile all’entanglement dei fotoni.

Ciò significa che non solo usiamo il linguaggio, ma che siamo linguaggio e non è un mezzo, ma un’immediatezza, una sorta di magia, un aspetto del nostro stesso essere spirituale.
La connessione è immediata, non locale, non causale e non può essere descritta meccanicamente. Ci mostriamo direttamente nel linguaggio, e senza il linguaggio non esisteremmo.
Diventiamo individui solo quando comunichiamo ed entriamo in risonanza con l’altro, diventiamo esseri completi solo quando ci mostriamo e siamo riconosciuti dagli altri.
Ogni essere umano è una coscienza che si riconosce. Siamo sia il soggetto che l’oggetto della conoscenza. Siamo “io-me”: Mi riconosco, mi percepisco. Tuttavia, questa conoscenza di sé è completa solo quando mi mostro con essa, cioè quando il mio essere interiore corrisponde al mio essere esteriore: mostro il mio vero io. Non appena mostro all’esterno qualcosa di diverso da quello che sono all’interno, nego me stesso e non esisto veramente.
La corrispondenza tra interno ed esterno è quindi essenziale e l’antidoto alla disconnessione è quindi l’onestà.
Se ci mostriamo onestamente, si crea contatto e connessione.
Il linguaggio non è un mezzo con cui entità isolate si scambiano informazioni, ma piuttosto una risonanza, un fenomeno vibrazionale.
Per noi umani, questo avviene essenzialmente attraverso la voce, cioè attraverso il linguaggio, ma anche attraverso i gesti, le espressioni facciali, il colore e la forma. In questa accezione, il linguaggio diventa una componente essenziale e significativa della nostra connessione.
È solo da questo processo di mostrarsi, in connessione con l’altro, che emerge l’individualità come conoscenza di sé e autentico essere. Questa individualità è dinamica e non statica. Cambia a seconda dell’altro e del contesto culturale in cui ci muoviamo.
Se siamo sempre diversi in queste connessioni relative, sorge la domanda su chi siamo veramente. Qual è il nucleo vero e fisso di ciò che siamo o forse c’è un nucleo essenziale che esiste indipendentemente dagli altri? Ma se siamo sistemi aperti e diventiamo integri solo quando l’esterno e l’interno coincidono e questo esterno è la nostra comunicazione con gli altri, allora abbiamo bisogno di questa comunicazione e connessione. Quale relazione, quale intreccio, sarebbe allora quello che rivelerebbe la nostra vera identità? Questo ci porta all’idea di Dio. Oltre a queste identità relative, esiste un’identità vera e assoluta di ogni individuo. Questa si rivela nel suo rapporto con Dio, inteso qui come l’Assoluto. Il legame con Dio è quindi il fine ultimo di ogni essere, nel quale si riconosce.

Siamo sistemi aperti che hanno bisogno degli altri per diventare se stessi.
Non usiamo forze materiali per influenzare gli altri, ma vibriamo all’unisono per creare coerenza. La spinta principale è l’attrazione Si tratta di un paradigma privo di dominazione che onora gli individui nella loro sovranità e rispetta il processo intersoggettivo come indispensabile per la costituzione della realtà. La comunicazione e la connessione si basano su un’uguaglianza diretta, quasi magica, di fase. Il processo di attrazione è un approccio attento e tenero verso gli altri, in uno stato d’animo affettuoso e amorevole, finché non risuoniamo insieme.

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Dal 1985 ci occupiamo della pubblicazione e diffusione di testi riguardanti l'insegnamento gnostico moderno della Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro. Molti di questi Libri, editi come Casa Editrice Indipendente, sono frutto del lavoro volontario di traduttori ed autori per la maggior parte di madre lingua italiana. Altri titoli integrano la produzione autonoma e fanno parte di una serie di testi inerenti le tematiche che ci stanno a cuore e ci proponiamo di diffondere. Per qualsiasi proposta, progetto o suggerimento non esitate a contattarci.