01/12/2025
L’intelligenza artificiale a scuola oggi entra nelle classi “dalla finestra” tramite studenti e strumenti, mentre il quadro normativo italiano ed europeo sta rincorrendo con lentezza un uso già di fatto diffuso.
Gli studenti usano l’AI ogni giorno, chiedono aiuto all’AI la sera, ma a scuola facciamo finta che non esista.
Ci sono aspetti positivi sull'uso dell'AI a scuola, ad esempio la personalizzazione dell’apprendimento, tutor virtuali, feedback immediato ed esercizi adattivi permettono di calibrare il percorso su ritmi, stili e lacune del singolo studente, con impatti positivi su motivazione e riduzione del rischio di abbandono.
Oppure strumenti di sintesi vocale, traduzione, semplificazione dei testi e supporti multimodali aiutano studenti con bisogni educativi speciali o background linguistici diversi ad accedere meglio ai contenuti.
Ma il non avere delle regole precise espone a dei rischi, ad esempio su come l'AI viene usata in classe per la raccolta e analisi di dati sensibili su performance, comportamenti e profili degli studenti, la creazione di dipendenza tecnologica e perdita di competenze che può preggiorare la capacità di scrittura, analisi critica e ricerca autonoma, se non accompagnato da una forte educazione all'uso corretto degli strumenti AI.
Servono linee guida ed operative certe del Ministero per aiutare le scuole a costruire linee guida di istituto, finanziamenti e programmi di formazione dei docenti ed il coinvolgimento di famiglie e studenti, prima che siano le piattaforme commerciali a definire, di fatto, le regole del gioco.