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Quale può essere una descrizione di Firenze che le renda giustizia, nessuna credo; quale descrizione potrebbe essere usata per descrivere i fiorentini, tutte credo. Ecco, Firenze è tutto perchè i fiorentini sono il suo cuore e come danno vita a questa città ne traggono i doni che essa offre. Spesso la “offendono”, la sporcano a parole e nei fatti, ma mai e poi mai la rinnegano, possono solo amarla

anche se segretamente. Un giro su questo sito web per cercare insieme questa descrizione, questa immagine immutabile e plastica.

“Aver bevuto l’acqua del Porcellino” è appunto dichiarazione di essere fiorentino schietto, un viver delle mura e delle strade, un disincantato pedone ignaro di tutti i tesori che si nascondono fra vicoli e musei, un inguaribile amante della storia e dei segreti di questa città. In questo sito web, umilmente, cercheremo di farvi sentire quel sapore che solo dopo innumerevoli passaggi al piazzale si può riuscire ad apprezzare, solo dopo svariate passeggiate notturne nei vicoli del centro si riesce a percepire, solo dopo qualche visita al bargello si potrà realmente gustare. Quanti sono i libri, le canzoni, le fotografie o i video che esaltano Firenze senza mai rendergli giustizia? Il materiale disponibile è infinito, starà a noi cercare di fornirvelo classicamente o in nuova chiave il tutto per rendere omaggio e mai completare. Eventi storici, arte, segreti, locali da non perdere, passaggi obbligati o gusto del particolare, ogni sfumatura può essere vissuta dopo esser stata letta, ma solo ed esclusivamente se passerai del tempo su questo suolo, se ti aprirai con rispetto ai suoi pregi ed ai suoi difetti. Saranno graditi tutti i suggerimenti che vorrete darci e ci renderete felici se vorrete in qualche modo aiutarci con articoli, foto, storie e storielle. Coraggio avventuriamoci a Firenze!

Con la sua tipica base cilindrica che termina con una forma a cupola, il Panettone rappresenta uno dei più tipici dolci ...
01/11/2025

Con la sua tipica base cilindrica che termina con una forma a cupola, il Panettone rappresenta uno dei più tipici dolci milanesi e italiani in generale.
Fu creato per puro caso alla corte di Ludovico il Moro durante un sontuoso pranzo di Natale. Il dolce ufficiale per un errore di cottura venne bruciato e uno degli inservienti, un certo Toni, ebbe l’idea di rimediare con un pane dolce utilizzando tutto quello che era rimasto nella dispensa.
Impastò la farina con il b***o e le uova, poi aggiunse scorza di cedro e uvetta e mise in forno. Il successo fu tale che da allora il “Pan di Toni”, l’odierno Panettone, divenne tradizionale nelle cene natalizie prima sulle tavole dei nobili e poi su quelle di tutti i milanesi.
(da "Adagi allegri andanti", di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)

Con la sua tipica base cilindrica che termina con una forma a cupola, il Panettone rappresenta uno dei più tipici dolci milanesi e italiani in generale. Fu cr

Prima parteSeconda parteterza parteCon l’entrata in vigore degli Ordinamenti di Giustizia emessi, per salvaguardare il p...
30/10/2025

Prima parte

Seconda parte

terza parte
Con l’entrata in vigore degli Ordinamenti di Giustizia emessi, per salvaguardare il popolo minuto, dal Gonfaloniere Giano della Bella, spinsero gli Adimari, per paura, a rappacificarsi con loro.
Questa pacificazione dette alla Compagnia dei Cerchi nuova forza e nuovi interessi da sfruttare. Nell’ultimo decennio del tredicesimo secolo, complice l’enorme lavoro, la Compagnia si divise in due rami sempre guidati dai componenti della famiglia in Bianchi di Lapo di Oliviero e Neri di Bindo di Cerchio. I primi, avevano il loro centro in San Procolo, i secondi nel Sesto di Porta San Piero.
Nel 1280, per mostrare la loro ricchezza, acquistarono dai Conti Guidi un palazzo situato di fronte alla badia Fi0rentina nel Sesto di Por San Piero, nel popolo di Santa Maria in Campo, abitato fino alla morte dalla Contessa Beatrice, vedova di Marcovaldo di Dovadola.
#3°

Prima parte Seconda parte terza parte Con l’entrata in vigore degli Ordinamenti di Giustizia emessi, per salvaguardare il popolo minuto, dal Gonfalonie

La peste a Firenze1 parteLa peste fiorentina del 1630, che durerà  fino al 1633, sorprende per l’assenza di tumulti, riv...
28/10/2025

La peste a Firenze
1 parte
La peste fiorentina del 1630, che durerà fino al 1633, sorprende per l’assenza di tumulti, rivolte e follie collettive nella città. Non si perseguitano gli untori, in realtà semplici capri espiatori, e non si verifica il panico collettivo che si diffonde invece in altri luoghi. Anche la mortalità risulta più limitata rispetto ad altri centri.
Il morbo scoppia nell’estate del 1630 e si spegne nei primi mesi del 1631 per poi riaccendersi nella primavera del 1633. Tutto in città è pronto per gestire l’epidemia in arrivo: funzionari di sanità, lazzaretti, fosse comuni, case serrate e quarantena.
La memoria scritta con cui oggi conosciamo gli accadimenti, viene redatta per ordine del Granduca Ferdinando II da Francesco Rondinelli, un suo bibliotecario.
Tentativi di occultare l’epidemia da parte di alcuni cittadini per evitare la quarantena o di essere coattivamente trasferiti nel lazzaretto falliscono.
#1°

La peste a Firenze 1 parte La peste fiorentina del 1630, che durerà fino al 1633, sorprende per l’assenza di tumulti, rivolte e follie collettive nella c

Del castagnaccio abbiamo già parlato, ma dato che siamo alle porte co’ sassi con l'arrivo della nuova farina di castagne...
25/10/2025

Del castagnaccio abbiamo già parlato, ma dato che siamo alle porte co’ sassi con l'arrivo della nuova farina di castagne è bene avere anche una ricetta alternativa.
Le frittelle di farina di castagne sono veloci e di una bontà unica. Chi non le ha mangiate da bimbo dalla su' nonna nell'autunno inoltrato?
La loro storia è banale, nascono nelle comunità montane, ed originariamente la ricetta si basava sulla farina di castagne e l'acqua, magari del rosmarino, e niente più. Erano semplicemente dei dischi sottili cotti in piccole formelle di ferro. In seguito si sono arricchite di uvetta, pinoli o noci, addirittura sostituendo il latte all'acqua.
Vediamo come farle.

Del castagnaccio abbiamo già parlato, ma dato che siamo alle porte co’ sassi con l'arrivo della nuova farina di castagne è bene avere anche una ricetta alt

Nei tempi andati, la zona che oggi definiamo “Le Cure” veniva identificata con un vasto territorio disseminato di campi ...
23/10/2025

Nei tempi andati, la zona che oggi definiamo “Le Cure” veniva identificata con un vasto territorio disseminato di campi coltivati, sui quali sorgevano anche ville e casali: il tutto faceva parte del Popolo di San Marco Vecchio.
La denominazione “Cure” sembra tragga origine dal termine “curandaia” o “curandola”, cioè colei che per mestiere cura e purga i panni. Con questo termine si indicava anticamente il lavaggio delle pezze finché non perdessero la loro ruvidità e il colore giallognolo per ottenere morbidezza e un colore più bianco.
Questa zona, che era molto ricca di acque, provenienti principalmente dal Mugnone, era caratterizzata proprio da questo tipo di attività. Si lavavano ed imbiancavano le tele grezze, oltre alle lane e alle pelli.

Nei tempi andati, la zona che oggi definiamo “Le Cure” veniva identificata con un vasto territorio disseminato di campi coltivati, sui quali sorgevano anche

Nel novembre del 1630 al culmine dell'epidemia di peste che sta affliggendo Firenze, si apre il processo per la canonizz...
21/10/2025

Nel novembre del 1630 al culmine dell'epidemia di peste che sta affliggendo Firenze, si apre il processo per la canonizzazione di suor Domenica Narducci (o Nardini) da Paradiso, la terziaria domenicana fondatrice del Monastero di Santa Croce.
Una figura mitica e taumaturgica, che durante la peste riesce a surclassare con la sua immagine, quella sacra della Madonna dell'Impruneta, che si portava in processione a Firenze durante le calamità.
La donna nasce sotto i migliori presagi, non aveva procurato nessun dolore alla madre durante la gravidanza e una volta nata non piangeva mai. Frugale, mangiava una volta al giorno e invece di giocare preferiva pregare. Dall’aspetto invece che una contadina, si sarebbe detto essere stata la figlia di nobili. Era infatti bionda con ricci dorati che le scendevano sulle spalle e aveva una carnagione rosea.

Nel novembre del 1630 al culmine dell'epidemia di peste che sta affliggendo Firenze, si apre il processo per la canonizzazione di suor Domenica Narducci (o Nard

Prima parteSeconda parteCerchio fra Guelfi e Ghibellini, ovvero come salvare gli affari e i beni.Il ramo della famiglia ...
18/10/2025

Prima parte

Seconda parte

Cerchio fra Guelfi e Ghibellini, ovvero come salvare gli affari e i beni.
Il ramo della famiglia di Perugia, si impegnava per liberare Torrigiano, rivolgendosi direttamente a Manfredi. Purtroppo, il tentativo non andò a buon fine e Torrigiano morì in carcere. Il filo ghibellinismo di Cerchio non è dimostrabile per mancanza di notizie certe, anche se è conosciuto, che durante il governo dei Ghibellini fu membro del consiglio dei Trecento. Non avendo certezze sul passaggio alla fazione vincente, si presume l’abbia fatto per salvaguardare l’attività della Compagnia bancaria e la salvezza dei beni familiari. Con il passare del tempo, cambiò l’atteggiamento di Cerchio e della Compagnia, prevedendo a breve la rovina degli imperiali, la banca prestò ingenti somme di denaro a Papa Clemente IV Guy Le Gros Foulquois e Carlo D’Angiò, spingendo re Manfredi alla rovina e alla morte nella battaglia di Benevento del 1266.
#2°

Prima parte Seconda parte Cerchio fra Guelfi e Ghibellini, ovvero come salvare gli affari e i beni. Il ramo della famiglia di Perugia, si impegnava per l

Molti di noi conoscono Casa Guidi, a pochi passi dal Ponte a Santa Trinita, situata tra via Maggio e piazza San Felice, ...
16/10/2025

Molti di noi conoscono Casa Guidi, a pochi passi dal Ponte a Santa Trinita, situata tra via Maggio e piazza San Felice, dove visse per quattordici anni la poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning col marito Robert e il figlio Pen. Fu proprio lei a chiamarla “Casa Guidi” e arredò l'appartamento con bellissimi mobili d'epoca, la cassettiera di Robert e specchi e quadri e la descrisse come “un insieme di stanze spaziose e deliziose, con una terrazza che apprezzo moltissimo potendoci passeggiare semplicemente uscendo dalla finestra”
Molti di noi conoscono Casa Guidi ma forse alcuni non sanno o non ricordano che negli anni sessanta Casa Guidi fu data in affitto per circa nove anni a una signora tedesca, Ruth Borchardt, entusiasta dei Browning, che aprì le stanze al pubblico e cercò sovvenzioni per mantenerla visitabile fino a che i proprietari non decisero di vendere l'immobile.

Molti di noi conoscono Casa Guidi, a pochi passi dal Ponte a Santa Trinita, situata tra via Maggio e piazza San Felice, dove visse per quattordici anni la poete

Nasce a Firenze nel quartiere San Lorenzo alle ore 5.30 un mercoledì del 18 dicembre del 1754. I genitori sono Lorenzo S...
14/10/2025

Nasce a Firenze nel quartiere San Lorenzo alle ore 5.30 un mercoledì del 18 dicembre del 1754. I genitori sono Lorenzo Susini e Maria Annunziata Verraccini.
Susini è stato un famoso ceroplasta, specializzato nella realizzazione di modelli anatomici, ma cominciò i suoi studi nell’ambito artistico, specializzandosi nella pittura su vetro, nella scultura in bronzo, nell’incisione su rame e nella lavorazione della scagliola, un tipo di gesso fine usato in edilizia e in scultura.
Nel 1771 si iscrisse all’Accademia di Belle arti con ottimi profitti, tanto da conseguire per il primo e il secondo anno di corso, il premio per la scultura. Alla fine del 1772 lavorava già nello studio dello scultore Pompilio Ticciati, quando fu notato da Felice Fontana.
Il famoso modellatore nel 1773, a soli diciannove anni, ed entrò a lavorare nel laboratorio di ceroplastica del Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, ovvero nell’Officina ceroplastica fiorentina.

Nasce a Firenze nel quartiere San Lorenzo alle ore 5.30 un mercoledì del 18 dicembre del 1754. I genitori sono Lorenzo Susini e Maria Annunziata Verraccini. S

L’acqua tofanaGrazie a della corrispondenza diplomatica conservata negli archivi romani, veniamo a sapere di un avviso d...
11/10/2025

L’acqua tofana
Grazie a della corrispondenza diplomatica conservata negli archivi romani, veniamo a sapere di un avviso di giustizia inviato a Firenze nel luglio del 1659. Questa riporta la celebrazione pubblica della giustizia per mezzo di alcune esecuzioni.
Sabato 5 luglio 1659 alle ore 22:00 in Piazza Campo de’ fiori a Roma (dove il 17 febbraio del 1600 era stato arso vivo dall’Inquisizione Giordano Bruno), vengono impiccate cinque donne precedentemente condannate per aver prodotto acqua avvelenata (l’acquetta di Giulia o acqua tofana).
Con questo preparato le accusate hanno fatto morire i loro mariti e quelli di altre donne, soprattutto durante il periodo della peste, quando tra i tanti decessi che avvenivano ogni giorno, queste morti non venivano notate.
Le colpevoli sono Giovanna De Grandis, Girolama Spana (che aveva come matrigna Giulia Tofana la prima a produrre il veleno da cui prende il nome), Laura Crispoldi, Maria Spinola e Graziosa Farina.

L’acqua tofana Grazie a della corrispondenza diplomatica conservata negli archivi romani, veniamo a sapere di un avviso di giustizia inviato a Firenze nel lu

Ero molto piccola la prima volta che sentii nominare questo Pievano Arlotto da mia nonna. Come tutti i bambini ero molto...
09/10/2025

Ero molto piccola la prima volta che sentii nominare questo Pievano Arlotto da mia nonna. Come tutti i bambini ero molto curiosa e le chiesi chi era questo Pievano . La nonna mi rispose: "Eh, è una persona che gli piace fare gli scherzi!!" Tutto finì lì.
Senonché la nonna, ed ero più grande, ogni tanto tirava fuori questo pievano mentre parlava e fatta di nuovo la domanda rispondeva sempre la stessa cosa. Per cui smisi di domandarglielo e a dir la verità pensai fosse una sua invenzione e che questo pievano non fosse mai esistito.
Molti, ma molti anni dopo, ero con una mia amica e mio marito in centro a Firenze, dovevamo andare a vedere il Cenacolo di S. Apollonia siccome però era domenica era chiuso con nostro grande dispiacere. Dato che non mi arrendo alla prima difficoltà, mi guardo intorno, per vedere se c'era qualcos'altro da vedere e vedo con stupore una chiesa che non avevo mai visto prima. Sento gli altri e andiamo a vederla più da vicino.

Ero molto piccola la prima volta che sentii nominare questo Pievano Arlotto da mia nonna. Come tutti i bambini ero molto curiosa e le chiesi chi era questo Piev

Prima parteFamiglia fiorentina proveniente dal “piovier d’Acone”, cioè dal piviere d’Acone in Val di Sieve – Ponte a Sie...
07/10/2025

Prima parte
Famiglia fiorentina proveniente dal “piovier d’Acone”, cioè dal piviere d’Acone in Val di Sieve – Ponte a Sieve (Piviere territorio di giurisdizione di un Pievano) derivato dal latino “Medievale - plebarium”. Dante ci parla di loro nella Divina Commedia del Paradiso “Sariano i Cerchi nel piovier d’Acone” appartenente alla signoria dei Donati. Forse il capostipite della famiglia un certo Cerchio diede il nome ai discendenti, si stabilì in Firenze nel 1212, poco dopo lo troviamo nel Collegio fra i Rettori dell’Arte della Lana. Questi avevano poteri di podestà e garantire la qualità dei prodotti e regolare l’attività commerciale. Il figlio di Cerchio Oliviero o Vieri, si sposò due volte. La prima moglie era forse una Portinari dalla quale ebbe dodici figli maschi e dalla seconda, di cui si ignora il nome e il casato sei femmine. Vieri fu quello che creò la fortuna della famiglia. Fondò una banca, un fondaco con pregiate stoffe di Francia e Fiandra.
#1°

Prima parte Famiglia fiorentina proveniente dal “piovier d’Acone”, cioè dal piviere d’Acone in Val di Sieve – Ponte a Sieve (Piviere territorio di g

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