18/12/2025
Mi giro e rigiro nel letto come su uno spiedo. Il lenzuolo si attacca alla pelle, lo scosto con fastidio ma anche così il caldo non passa. Prima un fianco. Poi l’altro. La finestra aperta lascia entrare solo il tempo scandito dal campanile, nessun refolo, neppure minimo. Vado in bagno e nel cuore della notte mi concedo un pediluvio rinfrescante. Il sollievo dura giusto il tempo di tornare a letto. La fronte è umida. È come se il mondo fosse stato immerso in un caldo brodo. Decido di spogliarmi completamente ma pure questa non è una soluzione. Allora, impudicamente, disperatamente, mi sdraio n**o sulle mattonelle e ottengo l’agognata frescura: peccato che la location sia maledettamente scomoda. Non riuscirò a dormire, sarà una lunga notte.
Per l’esattezza, quella dell’estate 2003, quando ancora non c’erano climatizzatori installati in casa mia e di cambiamento climatico si parlava poco. Oggi ascolto il climatologo Luca Mercalli definire quella lontana estate “la prima estate tropicale in Europa occidentale“, che nei mesi di luglio e agosto avrebbe mietuto circa 70mila vittime. Da allora, di passi avanti se ne sono fatti molti. E molti altri se ne sono fatti all’indietro, un po’ come quel giovane che nel 2003 non trovava pace nel suo letto di brace.
Oggi queste due parole – cambiamento climatico – sono sulle labbra di tanti, e forse tutti ne conoscono il significato, fosse anche solo per negarlo. L’anno di svolta, in questo senso, è stato probabilmente il 2019: da allora si susseguono i moniti e gli appelli del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres; sempre nel 2019 un gruppo di 11mila scienziati ha messo in guardia sull’emergenza climatica che avrebbe portato a “sofferenze umane incalcolabili” se non fossero stati compiuti grandi cambiamenti.
[...] Leggi l'articolo completo su Goldworld.it qui:
https://goldworld.it/265918/stories/la-lunga-notte-del-cambiamento-climatico/
A cura di Filippo Bernardeschi✍️