
12/09/2025
"Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato."
Eugenio muore a Milano il 12 settembre del 1981.
Tra i massimi poeti italiani del Novecento, già dalla prima raccolta Ossi di seppia, fissò i termini di una poetica del negativo in cui il "male di vivere" si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio. Questa poetica viene approfondita nelle Occasioni, dove alla riflessione sul male di vivere subentra una poetica dell'oggetto: il poeta concentra la sua attenzione su oggetti e immagini nitide e ben definite che spesso provengono dal ricordo, tanto da presentarsi come rivelazioni momentanee destinate a svanire.
Dopo la raccolta La bufera e altro, che raccoglie le poesie degli anni della guerra (Bufera) e quelli immediatamente successivi, per un decennio non scrive quasi nulla. Nel 1963 muore la moglie e ciò dà avvio a una nuova fase di poesia, dunque a nuovi temi e stile.
Nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura.
Vogliamo ricordalo con un volume di Ma**ca Romolini.
Buona lettura: https://bit.ly/3P1lmto