06/11/2025
Non avvisano la donna dei rischi e praticano un cesareo alla 32esima settimana, convinti che il feto avesse problemi gravi e che non sarebbe sopravvissuto, e la bambina nasce con gravi danni cerebrali. Ora a distanza di dieci anni i giudici del Tribunale di Pisa hanno stabilito che il feto stava bene e che sarebbe nato senza problemi, che un cesareo non va eseguito prima della 38esima settimana, come stabiliscono le linee guida, a meno di emergenze, che in questo caso non c’erano, e soprattutto senza l’adozione di adeguate misure di neuroprotezione fetale che avrebbero evitato i danni irreversibili.
L’azienda ospedaliera universitaria pisana è stata quindi condannata a risarcire alla bambina e ai suoi familiari tutti i danni provocati dagli errori medici, ritenuti gli unici responsabili dell’accaduto. Il giudice Iolanda Golia del Tribunale di Pisa ha stabilito anche l’entità del risarcimento, quantificandolo in sentenza in circa 2 milioni e 500 mila euro, più interessi e spese legali. La sentenza, immediatamente esecutiva, non è stata appellata dall’ospedale che nei prossimi giorni dovrà quindi provvedere al pagamento. La piccola era nata a novembre del 2015 con paralisi cerebrale infantile e da allora ha bisogno di continua assistenza medica e sanitaria 24 ore al giorno. Danni irreversibili che come detto per i giudici «vanno ricondotti alla prematurità e, quindi, alla scelta di anticipare il travaglio».
🖊️ Vincenzo Brunelli sul CorriereFiorentino.it